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Economia

Manovra, ci sono tassa Coca Cola, bonus bebè, soldi per rottamare auto, risparmi per l’igiene intima

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La tassa per combattere l’obesità. Una tassa sulle bevande analcoliche e i succhi di frutta. Nel mirino finiscono i soft drink e le bibite con più di 5 grammi di zucchero ogni 10 centilitri. Ribattezzata la tax sugar sulla Coca-Cola la misura è contenuta in un emendamento alla legge di Bilancio, primo firmatario Carla Ruocco (M5S). Il gettito dell’imposta sulle bibite è destinato a finanziare l’esenzione dall’Irap per le partite Iva fino a 100 mila euro. Ma gli incassi della nuova tassa li rivendica anche il ministro dell’Istruzione Bussetti per destinarli a università e ricerca. Certo è che Assobibe, l’associazione dei produttori di bevande, attacca per lamentare “un approccio che penalizza i consumatori, con inevitabili riflessi su occupazione e investimenti”.
Soft drink a parte, sul fronte della manovra il governo ha predisposto un pacchetto dedicato alle famiglie. L’intervento assicura per il 2019 complessivamente 444 milioni di euro destinati a detrazioni, agevolazioni e stanziamenti. Il provvedimento, contenuto in un emendamento governativo, replica il precedente bonus bebè, aumentandone la dotazione di 44 milioni. Nel primo anno di vita del bambino il contributo vale 1.920 euro (160 euro al mese) per le famiglie con un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) al di sotto di 7 mila euro, per le famiglie con Isee tra 7 e 25 mila euro il bonus è di 80 euro al mese (960 euro in tutto). L’ assegno aumenta del 20% per ogni figlio successivo al primo. La proposta illustrata dal ministro della Famiglia, Lorenzo Fontana (Lega), e già depositata in commissione Bilancio alla Camera, include il rifinanziamento del voucher baby sitting, per 50 milioni.
Un fondo destinato alle donne che lavorano. Previsti anche 40 milioni per il congedo di 4 giorni per i padri. Nel pacchetto anche la detrazione fiscale per i figli disabili, che sale a 800 euro. In commissione è previsto l’arrivo di un altro emendamento rivolto alle famiglie: il M5S propone il tempo pieno in tutte le scuole elementari. Una novità che richiede coperture, stante la necessità di 2 mila maestri. E in più a firma del M5S è l’ emendamento che introduce l’Iva agevolata al 5% su pannolini e prodotti per l’igiene di donne e anziani e il bonus di 500 euro a chi rottama la propria auto e acquista una bici o si abbona al trasporto pubblico locale. Nella lista che la commissione presieduta da Claudio Borghi si appresta ad esaminare c’è anche l’emendamento per proteggere le Bcc, banche di credito cooperativo, dalle fibrillazioni sullo spread. L’obiettivo del governo è riassunto dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro: «Le banche sono escluse dall’ obbligo di adottare i principi contabili internazionali. Potranno valutare i titoli di Stato al valore di iscrizione nell’ ultimo bilancio». L’ intento di scongiurare la stretta sul credito da parte delle Bcc deve però fare i conti con i principi dello standard Ifrs9, ossia l’ insieme di regole contabili condivise dai Paesi Ue. Il rischio è che la Bce non ammetta deroghe. Fraccaro segnala che si tratta di un adeguamento in linea con quanto avviene già in Germania e Francia.
A intervenire sul destino della manovra è il premier Conte per ribadire la volontà di trattare con Bruxelles, «ma la manovra è quella», assicura. Intanto, sono in arrivo emendamenti anche sul decreto fiscale in commissione al Senato. Fonti 5 Stelle annunciano che ci sarà uno stop alla cosiddetta «tassa sull’ombra» occupata dagli ombrelloni negli stabilimenti balneari.
Inoltre, la Guardia di finanza potrà accedere all’anagrafe dei rapporti finanziari senza più l’ok della magistratura. Correzioni anche sulla pace fiscale: scompare la dichiarazione integrativa, quindi sarà possibile regolarizzare solo il dichiarato. Infine, per il momento non saranno più inasprite le norme sugli evasori (i 5 Stelle chiedevano il carcere). Tutta la materia sarà trattata in un disegno di legge ad hoc.

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Economia

Pierfrancesco Vago (Msc): «Porti, treni, IA e sostenibilità. Così costruiamo il futuro della crocieristica»

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Il presidente esecutivo di Msc Crociere, Pierfrancesco Vago (foto Imagoeconomica in evidenza), in una lunga intervista concessa al Corriere della Sera, ha delineato le strategie future del gruppo, illustrando le prossime tappe dell’espansione globale, il ruolo dei terminal portuali, l’impegno nella sostenibilità e l’importanza dei valori familiari in un’impresa che guarda al 2050.

Una nuova società per i terminal crocieristici

Entro il 2025, MSC istituirà una società unica per gestire i terminal crocieristici, sia di proprietà che in concessione. Un modello simile a quello di TIL, che già gestisce 43 porti nel mondo: «L’esperienza nei terminal è ormai parte della strategia del viaggio: non più semplici banchine, ma parte integrante dell’offerta».

Inflazione e qualità: «Le economie di scala ci proteggono»

Vago respinge i timori sull’impatto dell’inflazione: «Le nostre economie di scala ci consentono di offrire qualità e valore al cliente. Acquistiamo 90 milioni di pasti all’anno, spesso localmente, e trasferiamo i risparmi sull’esperienza finale dei passeggeri».

Navi grandi e piccole: lusso per tutti

Sul futuro della crocieristica, Vago chiarisce: «Le navi piccole sono per il lusso tradizionale, come con Explora, ma le grandi democratizzano il lusso, offrendo esperienze complete a bordo per ogni tipo di clientela. Entrambe sono fondamentali».

Terminal, tecnologia e intelligenza artificiale

«Stiamo investendo in tecnologie ambientali e intelligenza artificiale: dalle eliche silenziose al trattamento delle acque reflue, dai sensori per monitorare le emissioni ai sistemi di concierge virtuali. L’AI migliora prenotazioni, manutenzione e gestione dei reclami».

Crociere e treni: il futuro è la mobilità integrata

Vago rilancia il progetto lanciato dopo l’acquisizione di Italo: collegare le crociere alla rete ferroviaria europea, per un trasporto più sostenibile. «Il treno è la vera transizione verde, almeno finché i carburanti alternativi non saranno disponibili su larga scala».

Cantieri saturi fino al 2029? «Una garanzia, non un limite»

Il presidente di Msc non teme la piena occupazione dei cantieri navali europei: «È una forma di controllo dell’offerta. E molte navi oggi attive non potranno navigare in futuro: serviranno nuove flotte più sostenibili».

I valori familiari alla base di Msc

«Non lavoriamo solo per il profitto — sottolinea Vago —. La nostra è un’impresa familiare con valori tramandati, fondata su sostenibilità, qualità, responsabilità verso i dipendenti. Spero che figli e nipoti abbiano la forza per continuare il nostro percorso».

L’orizzonte temporale? Il 2050

«Guardiamo anche alle trimestrali, ma la nostra vera prospettiva è il lungo periodo. Pensiamo già al 2050. Questo è il nostro orizzonte per costruire il futuro».

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Economia

Generali, il nuovo cda al lavoro: sul tavolo anche l’offerta Mediobanca per Banca Generali

Il 1° maggio si riunisce il nuovo cda di Generali per definire la governance e analizzare l’offerta Mediobanca su Banca Generali. Tra trasparenza e strategie future.

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Il prossimo mercoledì si terrà la prima riunione operativa del nuovo consiglio di amministrazione di Generali, insediato dopo l’assemblea degli azionisti del 24 aprile che ha confermato la leadership di Philippe Donnet come amministratore delegato e Andrea Sironi come presidente. Una tappa cruciale per completare l’assetto della governance con la costituzione dei sei comitati consiliari, tra cui il delicato comitato «Parti correlate».

Il ruolo chiave del comitato «Parti correlate»

Sarà proprio questo organismo ad avviare l’esame dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Mediobanca su Banca Generali, di cui il Leone detiene attualmente il 52%. La presenza di Mediobanca nell’azionariato di Generali (13,1%) e la natura strategica della controllata Banca Generali rendono l’intero processo particolarmente sensibile, da gestire con la massima trasparenza.

Verso la scadenza del 16 giugno

L’orizzonte per una prima decisione sembra coincidere con l’assemblea di Mediobanca, fissata per il 16 giugno, quando sarà posta al voto l’Ops su Banca Generali. In vista di questa data, Generali dovrà valutare attentamente l’impatto dell’operazione sul proprio portafoglio e sulle sue strategie di crescita, avviando un dialogo con tutte le parti coinvolte.

I dubbi dei soci e le alternative sul tavolo

L’investimento in Banca Generali non è mai stato pienamente strategico per Generali, anche se ha sempre garantito ritorni interessanti — circa il 30% per gli azionisti e tra il 4 e il 5% dell’utile consolidato. Tuttavia, l’offerta di Mediobanca, che propone azioni proprie pari al 6,5% del capitale, apre la porta a scenari alternativi.

Tra questi: il reinvestimento dei proventi nella crescita dei business core del Leone, ovvero assicurazioni e asset management, oppure l’ingresso di nuovi investitori nel capitale con un’operazione del valore potenziale di 3 miliardi. I grandi soci, in particolare Francesco Gaetano Caltagirone e Delfin, sono in attesa di conoscere i dettagli dell’offerta e della strategia di lungo periodo.

Banca Generali: “Onorati dell’interesse, ma restiamo concentrati”

Nel frattempo, Banca Generali resta in osservazione. Il suo amministratore delegato Gian Maria Mossa ha ribadito in una lettera ai dipendenti che la banca è pronta a valutare con attenzione l’offerta, ma senza distrazioni: «Siamo consapevoli di essere una realtà straordinaria. Le performance e i risultati parlano per noi».

Venerdì Banca Generali presenterà i conti del trimestre e affronterà le domande degli analisti. È probabile che emergeranno nuovi elementi utili per capire come evolverà una partita che può cambiare profondamente gli equilibri del settore finanziario italiano.

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Economia

TikTok multata dall’Unione europea: 530 milioni per trasferimento illegale di dati in Cina

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TikTok dovrà pagare una multa record da 530 milioni di euro per aver violato il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali (Gdpr), trasferendo illegalmente in Cina i dati di 175 milioni di cittadini europei. Lo ha stabilito la Commissione per la privacy irlandese (Dpc), che ha sede nel Paese dove TikTok ha la sua filiale europea.

I dati europei finiti sotto la giurisdizione cinese

L’indagine era cominciata nel 2021, con l’obiettivo di verificare se TikTok conservasse i dati degli utenti europei in modo conforme alle normative Ue. Ma lo scorso febbraio, la stessa azienda avrebbe ammesso al Dpc che alcune informazioni erano state effettivamente archiviate su server situati in Cina, rendendole potenzialmente accessibili al governo di Pechino, in virtù delle leggi locali su terrorismo e controspionaggio.

Le due sanzioni: trasparenza e trasferimento dati

La maxi-multa si compone di due sanzioni distinte:

  • 45 milioni di euro per la mancanza di trasparenza sulle regole della privacy tra il 2020 e il 2022;

  • 485 milioni di euro per il trasferimento illecito dei dati in Cina, la parte più grave secondo i regolatori.

Il commissario Graham Doyle ha spiegato che «la conservazione dei dati su suolo cinese costituisce una violazione diretta degli standard di protezione richiesti dal Gdpr» e dimostra il rischio concreto di accesso da parte delle autorità cinesi.

La difesa di TikTok: “Progetto Clover e misure già attivate”

TikTok ha annunciato ricorso contro il provvedimento, sostenendo che la sanzione ignora «le ampie misure di tutela» implementate attraverso il progetto Clover, un investimento da 12 miliardi di euro avviato nel 2023 per creare una rete di data center europei. La società sostiene che proprio grazie a questo sistema di monitoraggio è stato individuato il problema, i dati sono stati cancellati e il Dpc informato tempestivamente.

Christine Grahn, responsabile europea per le politiche pubbliche, ha inoltre criticato la decisione di colpire solo TikTok, nonostante il medesimo meccanismo sia adottato da «migliaia di altre aziende».

Una delle sanzioni più alte mai imposte per violazione del Gdpr

Con questo provvedimento, la Commissione irlandese infligge la terza multa più alta mai imposta nell’ambito del Gdpr, dopo quelle toccate ad Amazon e Meta. Il caso accende i riflettori sulla sicurezza dei dati digitali nell’era della geopolitica digitale, in cui la sovranità dei dati rappresenta sempre più un fronte strategico tra Europa, Stati Uniti e Cina.

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