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Cronache

Napoli e il lusso: cresce l’attrazione per l’arte e l’ospitalità esclusiva

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Napoli continua a consolidare il suo legame con il lusso e la cultura, attirando sempre più investimenti da parte di brand internazionali del settore alberghiero e del mercato dell’arte. L’ultima grande novità riguarda la prestigiosa casa d’aste Finarte, che ha annunciato una partnership con l’hotel de Bonart Naples, Curio Collection by Hilton, situato in corso Vittorio Emanuele.

L’inaugurazione della nuova galleria d’arte all’interno dell’hotel è fissata per il 18 febbraio, evento riservato a un pubblico selezionato di collezionisti e appassionati. Il progetto rappresenta un ulteriore tassello nella strategia di crescita e consolidamento della casa d’aste sul territorio napoletano, offrendo una sede per preview d’aste, incontri con esperti e valutazioni private di opere d’arte.

Il valore culturale della collaborazione

La nuova iniziativa sarà ospitata all’interno dell’hotel de Bonart, parte del Caracciolo Hospitality Group, guidato da Costanzo Jannotti Pecci, imprenditore che ha fortemente contribuito alla crescita del settore luxury a Napoli. L’hotel è già custode di una collezione di 150 opere di artisti campani e si appresta a diventare un hub culturale per eventi esclusivi legati al mondo dell’arte.

«Il nostro Gruppo ha sempre creduto nella vocazione intellettuale di Napoli, una città nata con un’incredibile propensione culturale», ha dichiarato Costanzo Jannotti Pecci. «L’hotel de Bonart Naples non è solo un luogo di ospitalità, ma un vero e proprio punto di riferimento per esperienze esclusive legate all’arte».

Anche Alessandro Guerrini, amministratore delegato di Gruppo Finarte, ha sottolineato il valore della partnership: «La radicata tradizione collezionistica di Napoli e la sua spinta nel settore dell’arte contemporanea ci hanno convinto a investire qui, creando un punto di riferimento stabile per i collezionisti».

Napoli e l’industria del lusso: un settore in espansione

L’attrattiva di Napoli nel segmento luxury è in costante crescita, come dimostrano le nuove aperture di hotel di fascia alta e i progetti che mirano a elevare la città come destinazione di prestigio.

In occasione della prossima Borsa Mediterranea del Turismo (Bmt), in programma dal 13 al 15 marzo, verrà lanciato lo slogan “Napoli Luxury Destination”, a conferma della volontà di posizionare la città tra le mete più ambite per un turismo esclusivo.

«Siamo stufi di sentir parlare di overtourism, dobbiamo creare un circuito virtuoso per migliorare la qualità dell’accoglienza e valorizzare l’immagine della città», ha dichiarato Angioletto de Negri, amministratore di Projecta.

Nuove aperture di hotel di lusso a Napoli

Ecco alcuni degli investimenti più importanti in arrivo nei prossimi anni:

  • Marriot International – W Naples: apertura nel 2025 in via Verdi, nell’ex sede della Banca di Roma.
  • Rocco Forte Hotels: entro due anni opererà a Palazzo Sirignano alla Riviera di Chiaia.
  • Radisson: previsto in via Chiatamone, con lavori in corso e richiesta di variante per un parcheggio.
  • Lhp Palace: da poco trasformato in un hotel 5 stelle in viale Augusto.
  • Hilton Oriente: recentemente rinnovato e acquisito dalla catena internazionale.
  • Palazzo D’Avalos: una volta completati i lavori, diventerà un residence di lusso.

L’impatto sul turismo e sull’economia

La crescita dell’offerta di hotellerie di lusso è vista con grande favore dalle istituzioni locali. Teresa Armato, assessore al Turismo del Comune di Napoli, ha sottolineato l’importanza di questi investimenti:

«L’apertura di nuovi alberghi di lusso è un segnale positivo per la crescita e la valorizzazione del nostro territorio. Non solo arricchisce l’offerta turistica, ma genera nuovi posti di lavoro e migliora l’immagine di Napoli come destinazione di alto livello».

Napoli sta vivendo una vera e propria rivoluzione nel settore del lusso, con arte, ospitalità esclusiva e investimenti internazionali che la proiettano tra le destinazioni più ambite. La partnership tra Finarte e il de Bonart Naplesrappresenta solo un tassello di un più ampio movimento che sta trasformando il volto della città, attirando collezionisti, viaggiatori di alto profilo e grandi marchi globali.

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Carmela Quaranta, strangolata in casa la sera di Pasqua: indagato il compagno per omicidio volontario

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È stata un’amica preoccupata, che non riusciva a contattarla da ore, a dare l’allarme: Carmela Quaranta, 42 anni, operatrice sanitaria e madre di due figlie, è stata trovata senza vita sul pavimento della sua camera da letto, la sera di Pasqua, nella sua abitazione di via Trieste a Mercato San Severino, piccolo centro in provincia di Salerno.

I primi sospetti e il cambio di accusa

Inizialmente si era ipotizzato un malore o un’overdose, ipotesi che aveva portato a una prima contestazione al compagno, un uomo di 56 anni, per morte come conseguenza di altro reato. Ma un esame più attento del medico legale ha svelato segni di strangolamento sul collo della vittima, e questo ha portato alla modifica dell’imputazione: ora l’uomo è indagato per omicidio volontario, furto (il cellulare di Carmela è scomparso) e detenzione di stupefacenti (sono stati trovati alcuni grammi di droga in casa).

Le indagini e i sospetti

L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Nocera Inferiore. I carabinieri del Ris stanno passando al setaccio l’abitazione, palmo a palmo, per raccogliere tracce, impronte, elementi biologici e ogni dettaglio utile a chiarire cosa sia accaduto nelle ultime ore di vita di Carmela. Una seconda ispezione tecnica dell’abitazione è prevista per domani.

Il cerchio degli investigatori si è stretto attorno alle persone più vicine alla donna: l’ex marito e il compagno, con cui aveva una relazione da circa un anno, sono stati entrambi interrogati. Le risposte fornite e le discrepanze negli alibihanno portato gli inquirenti ad approfondire in particolare la posizione del 56enne.

Il profilo della vittima

Carmela viene descritta da amici e conoscenti come una donna solare, legatissima alle sue figlie, piena di energia e voglia di vivere. Lavorava in più ambiti, collaborava con un’azienda del settore nutrizionale, la stessa in cui operava anche il compagno indagato.

All’inizio la relazione sembrava felice: nel giugno 2024 Carmela aveva pubblicato una foto con lui sui social. Ma col passare dei mesi, i rapporti si erano incrinati. In particolare, un post pubblicato da lui a febbraio — una frase volgare accompagnata da un teschio e tibie incrociate — oggi assume una luce inquietante.

La ricerca della verità

Carmela si era trasferita da poco a Mercato San Severino, dopo aver vissuto a lungo a Nocera Inferiore. Domani, nella sua casa, torneranno ancora una volta i carabinieri del Ris di Roma. Gli investigatori lavorano per ricostruire le ultime ore di Carmela, cercando riscontri oggettivi che possano dare una svolta al caso. Il mistero della mamma trovata senza vita nel giorno di Pasqua attende ancora risposte.

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Misterbianco, madre lancia la figlia dal terrazzo: arrestata per omicidio aggravato

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Una tragedia sconvolgente ha colpito la comunità di Misterbianco, nell’hinterland di Catania. Anna (nome di fantasia), 40 anni, ha lanciato nel vuoto la figlia di appena sette mesi, Maria Rosa, dal terzo piano della palazzina in cui viveva con la famiglia. La bimba è morta sul colpo, sotto gli occhi disperati del padre, che ha tentato il suicidio subito dopo aver visto la scena.

Una madre fragile, ma mai violenta

Secondo i familiari, Anna era affetta da una profonda depressione post-parto. Dopo la nascita di Maria Rosa, non era mai riuscita ad accettarla, a differenza del primogenito di 7 anni, verso cui nutriva un legame totalizzante. Eppure, nonostante l’evidente disagio psicologico, non era mai stata violenta con la piccola.

Una tragedia inaspettata

Al momento del gesto, in casa erano presenti il marito, la suocera e il figlio maggiore. Nessuno, raccontano, si aspettava una simile esplosione di follia. «A volte era nervosa, ma mai avremmo immaginato che potesse fare una cosa simile», ha dichiarato una cugina. Anche il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, ha espresso sgomento: «Siamo senza parole. Il compagno è una persona perbene, le è sempre stato accanto».

Il tentativo di suicidio del padre e l’arresto della donna

Dopo aver assistito alla caduta della figlia, l’uomo si è lanciato dalla stessa terrazza nel tentativo di togliersi la vita. Trasportato in ospedale in stato di choc, è ora ricoverato ma fuori pericolo. La donna è stata arrestata dai carabinieridella Tenenza di Misterbianco con l’accusa di omicidio aggravato.

Le fragilità psichiche e il vuoto della prevenzione

Anna era sotto amministrazione di sostegno, decisione presa dal Tribunale di Catania, ed era seguita dai servizi di salute mentale dell’Asp etnea. In passato era stata sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio. Tre mesi fa aveva partecipato a un’udienza davanti al giudice, accompagnata da un legale amico di famiglia. Aveva risposto “in modo impeccabile”, riuscendo a nascondere lo stato di alterazione, tanto che nessun provvedimento fu adottato.

Il padre della donna, un medico molto noto che vive fuori dalla Sicilia, era stato nominato come amministratore di sostegno. Tuttavia, nessuno tra i familiari aveva percepito segnali chiari del crollo psichico in corso. Per precauzione, la suocera si era trasferita in casa per stare vicino alla nuora e ai nipotini.

Una comunità sotto choc

La morte della piccola Maria Rosa ha lasciato sgomenta un’intera comunità. Le indagini proseguono per ricostruire ogni dettaglio e chiarire le responsabilità della rete di supporto. In attesa dell’esito degli esami e delle valutazioni psichiatriche, resta il dolore immenso per una vita spezzata e il peso di domande a cui, forse, sarà difficile dare risposte.

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Oppido Mamertina, denuncia gli stupri subiti da minorenne: la zia la frusta per mesi. Arrestata

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Ha trovato il coraggio di denunciare le violenze sessuali di gruppo subite quando era ancora minorenne, indicando i suoi aggressori: giovani legati alle cosche di Seminara, in provincia di Reggio Calabria. Ma la scelta di rompere il silenzio ha scatenato contro di lei la rabbia della sua stessa famiglia.

Una giovane di Oppido Mamertina, oggi maggiorenne, è stata punita con frustate per mesi dalla zia 78enne, ora agli arresti domiciliari su disposizione del gip del Tribunale di Palmi. La donna l’ha segregata in una stanza, tappandole la bocca con un foulard per impedirle di urlare, e l’ha colpita con una corda, come forma di “punizione” per aver denunciato.

La denuncia “inimica” la ’ndrangheta

Dalle intercettazioni ambientali emerge che la zia avrebbe voluto punirla perché la sua testimonianza aveva compromesso i rapporti con le famiglie di ’ndrangheta del territorio. La Procura aveva chiesto anche l’arresto del cugino 47enne, figlio dell’anziana, ma il giudice ha disposto solo il divieto di avvicinamento.

Sei condanne e un nuovo processo

La ragazza è una delle due minorenni abusate dal branco. A marzo scorso, sei dei responsabili sono stati condannati a pene comprese tra 5 e 13 anni. Un secondo processo per altri imputati, all’epoca minorenni, inizierà il 15 maggio davanti al Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria.

I tentativi di zittirla: psichiatra compiacente e istigazione al suicidio

Dopo la denuncia, la famiglia ha fatto di tutto per farla ritrattare. Avevano persino fissato un incontro con uno psichiatra per farla dichiarare incapace. Due suoi fratelli, oggi in carcere, l’avevano addirittura spinta, insieme alla madre che la difendeva, a buttarsi dalla finestra per “lavare la vergogna” inflitta alla famiglia.

La verità emersa dalle intercettazioni

Le indagini sono partite per caso, grazie a intercettazioni telefoniche legate ad altri reati commessi dagli stessi aggressori. La prima vittima identificata aveva denunciato, dando forza e ispirazione anche alla seconda ragazza, che oggi lotta non solo contro i suoi aggressori, ma anche contro chi avrebbe dovuto proteggerla.

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