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Napoli con Osimhen e Insigne, Gattuso cerca colpo a Roma per puntare alla Champions

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L’ultimo sprint prima della sosta per le nazionali, la sfida alla Roma per rivoluzionare davvero la lotta per la Champions League. E’ questo che Insigne e compagni hanno in testa alla vigilia del match dell’Olimpico per un Napoli che ha ritrovato uomini, autostima e convinzione prima e soprattutto dopo la vittoria in casa del Milan. Tre successi e un pareggio nelle ultime quattro partite di Serie A hanno riportato gli azzurri a ridosso del quarto posto, a soli due punti dall’Atalanta e con una partita da recuperare: con i giallorossi gli azzurri sono a pari punti a quota 50 ma sono davanti grazie al 4-0 dell’andata. Domani possono staccarli e cominciare a concentrarsi solo sull’inseguimento ai bergamaschi. Per farlo Gattuso vuole brillantezza davanti e solidita’ in difesa e ha scelte chiare nella testa. Nel reparto offensivo partira’ con ogni probabilita’ titolare Osimhen, con Mertens in panchina pronto a subentrare o giocare con lui se servisse la rimonta, alle loro spalle un tris di qualita’ con Insigne, Zielinski e Politano, mentre Lozano parte dalla panchina pronto a tornare in campo a gara in corso dopo il mese di stop successivo al match con a Juve del 13 febbraio. Il messicano scalpita, vuole tornare certezza anche se dopo il match partira’ per la nazionale che gioca due match in Europa. Insigne ancora una volta e’ pronto a prendersi l’attacco sulle spalle con l’intensita’ dei 13 gol segnati finora dal capocannoniere azzurro che sogna nelle 12 gare che mancano alla fine di arrivare a 20 reti, il suo record in A del 2017. Politano e Zielinski rispettivamente a quota 8 e 6 gol, hanno la porta giallorossa nel mirino, ma piu’ di tutti vuole esultare ancora Osimhen, fermo a tre gol ma voglioso di risalire la china nel suo primo anno in azzurro costellato da infortuni e anche dal Covid. Dietro, in un Olimpico vuoto, torna Manolas, uomo ormai di nuova identita’ napoletana dopo 206 partite in giallorosso in cinque stagioni, con al suo fianco Koulibaly: e’ questa la coppia a cui Gattuso affida la difesa, un muro per proteggere il Napoli dagli assalti giallorossi e che domani e’ pronta a tenere botta con Hysay a destra e Mario Rui a sinistra. Le pedine ci sono, il Napoli vuole crederci fino in fondo per tornare in Champions. Poi ci sara’ una probabile rivoluzione estiva, ma con i soldi Champions in tasca tutto resterebbe da top club.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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