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Cultura

Museo Campano di Capua, uno scrigno di tesori d’arte abbandonato dallo Stato

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È uno scrigno di tesori. Un museo tra i più ricchi di reperti al mondo. Un luogo che altrove sarebbe monumento nazionale e godrebbe di tutela massima, risorse e sarebbe il fiore all’occhiello di un qualunque polo mussale. Il Museo Campano di Capua, che si trova nella splendida cornice di Palazzo Antignano, è invece tanto bistrattato e dimenticato dalle istituzioni. Eppure è un gioiello della cultura occidentale  diviso in due reparti: Archeologico e Medievale con annessa un’importante Biblioteca. Il grande archeologo Amedeo Amedeo Maiuri lo definì “Il Monumento più insigne della civiltà italica in Campania”. Insieme al museo di Santa Maria Capua Vetere conserva innumerevoli reperti archeologici dell’antica Capua, quella che per secoli fu la città più potente dell’Impero Romano dopo Roma. Al suo interno è conservata la collezione delle Matres Matutae, un unicum mondiale universalmente considerata tra le più rare che musei italiani e stranieri possano vantare, che accorpa oltre cento statue ritrovate nel fondo Patturelli di Curti. Si tratta di figure femminili intente ad accudire dei neonati, inquadrate temporalmente fra la fine del V secolo a.c. e il I secolo a.c. . Accanto alle Matres sono conservati tanti reperti di inestimabile valore sulla cui sorte futura si adombra l’incubo della chiusura e la ricollocazione degli stessi, nella migliore delle ipotesi, in altri poli museali. Questo perché il Museo Campano essendo un museo provinciale, in seguito al riordino delle province e delle relative attribuzioni amministrative, in concreto non ha più una copertura finanziaria tale da poter assicurare le sue attività minime, il personale ormai è ridotto a poche unità e spesso non vengono garantiti nemmeno i fondamentali servizi di manutenzione. Pochi dipendenti, cinque o sei, che fanno un lavoro straordinario per provare a tenere in ordine e a garantire ai pochi turisti che arrivano una accoglienza degna.

Da più di un anno, fortunatamente, una rete di associazioni spalleggiata da moltissimi cittadini sta portando avanti, in maniera sinergica, una campagna tesa a scongiurare la sua chiusura tramite varie iniziative e i continui tentativi (a sorti alterne) di coinvolgere nella tematica l’opinione pubblica. Tante personalità del mondo politico e culturale si sono mobilitate affinché la chiusura del Museo venga scongiurata, fra le varie iniziative finalizzate a porre in evidenza l’importanza della sopravvivenza del Museo Campano, spicca una petizione lanciata su internet che sta raccogliendo tantissime adesioni per scongiurare la chiusura di quello che rappresenta un contenitore di inestimabile valore del retaggio storico-artistico-archeologico del territorio storicamente conosciuto come Terra di Lavoro.

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Cultura

“Maradona, il genio ribelle”, una mostra a Pompei

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Comincia il viaggio che tra immagini e memorabilia racconterà ciò che Maradona è stato per il Napoli, per Napoli ed anche per Pompei: 140 tra i più suggestivi scatti firmati dal fotogiornalista Sergio Siano e circa 100 cimeli originali del campione argentino (tra magliette, scarpe, tute e molto altro) prestati dal Museo Vignati sono la dotazione della mostra “Maradona, il genio ribelle” che sarà inaugurata sabato prossimo, primo aprile (ore 19.30) a Pompei, nel Museo Temporaneo di Palazzo De Fusco, in piazza Bartolo Longo. Da domenica 2 aprile la mostra sarà aperta al pubblico (fino al 9 giugno). Al taglio del nastro interverranno il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio, il fotogiornalista e autore Sergio Siano e Massimo Vignati, che cura il Museo Vignati di Napoli con i cimeli di Maradona. Saranno presenti, inoltre, i curatori della mostra Kaos48 (Fabrizio Scomparin e Stefano Nasti) e l’artista Nello Petrucci ideatore dell’esposizione.

Prevista anche la presenza di Corrado Ferlaino, presidente del Napoli degli scudetti del 1987 e del 1990, e dell’ex calciatore azzurro Gianni Improta. “Maradona, il genio ribelle” è realizzata da Art and Change con il patrocinio del Comune ed è curata da Kaos48. Le fotografie di Sergio Siano hanno immortalato le più decisive gesta atletiche di Diego per le vittorie del Napoli, ma anche i suoi momenti più “intimi” in cui El Pibe de Oro rimaneva ad allenarsi da solo al Centro Paradiso, lontano dai riflettori e dall’entusiasmo, talvolta straripante, dei tifosi napoletani. “Ma anche quegli stessi tifosi e le loro incontrollabili manifestazioni di gioia – sottolineano i promotori della mostra – in occasione dei trionfi azzurri, sono rimasti impressi nelle immagini del fotoreporter partenopeo”. Ci sono, poi, i cimeli originali del Museo Vignati che fanno della mostra una “stanza delle meraviglie”: si va dalla camicia che Diego indossava il giorno stesso in cui ha messo piede a Napoli al pallone del Mundial ’86. Un’attenzione particolare sarà infine dedicata al rapporto speciale che il campione aveva con Pompei, che raggiungeva spesso per regalare un sorriso ai bambini delle Opere di carità del Santuario mariano.

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Cultura

Allo Strega è record di donne, 8 autrici nella dozzina

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E’ record di donne al Premio Strega 2023 che vede nella dozzina otto scrittrici, delle quali tre al primo romanzo per adulti e quattro scrittori, con superfavorite Romana Petri e il suo ‘Rubare la notte’ (Mondadori) e Rosella Postorino con ‘Mi limitavo ad amare te’ (Feltrinelli). Tra gli 80 titoli della long list tra i quali sono stati scelti i dodici candidati, dal Comitato direttivo del Premio, presieduto da Melania Mazzucco, “45 sono di autrici. Un record assoluto” ha sottolineato Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci. Annunciata al Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Roma, la dozzina vede in pole position anche Igiaba Scego con Cassandra a Mogadiscio (Bompiani), Silvia Ballestra con ‘La Sibilla. Vita di Joyce Lussu’ (Laterza) e Maria Grazia Calandrone con ‘Dove non mi hai portata’ (Einaudi).

In gara entra anche un eccezionale terzetto di autrici al loro primo romanzo: Ada D’Adamo con ‘Come d’aria’ (Elliot) in cui racconta la disabilità della figlia e la propria malattia, Maddalena Vaglio Tanet con ‘Tornare dal bosco’ (Marsilio), già finalista nel 2021 al Premio Strega Ragazze e Ragazzi e Carmen Verde con ‘Una minima infelicità’ (Neri Pozza) in cui Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre. “Anche quest’anno abbiamo una conferma della capacità del Premio Strega di crescere e rinnovarsi: tante le autrici donne, tra cui alcune all’esordio e in questa edizione riprende la collaborazione con l’Amministrazione Capitolina” ha sottolineato Giovanni Solimine, presidente della Fondazione Bellonci.

“Lo scorso anno notavamo che le opere erano state scritte o completate nell’isolamento degli anni di pandemia, il che aveva comportato toni intimi e autoconfessioni. Adesso si è abbattuta sui libri l’onda lunga dello shock post traumatico” ha spiegato Mazzucco. Mondadori che si era guadagnata lo scettro della longlist con sei titoli può concentrare ora tutte le sue forze su uno: la storia di Antoine de Saint-Exupery, l’autore de ‘Il Piccolo principe’ raccontata in ‘Rubare la notte’. “Mio padre quando avevo cinque anni mi raccontò ‘Volo di notte’. Molti anni dopo lessi tutta l’opera di Saint-Exupery, è stato l’inventore di un nuovo umanesimo come disse Gide” ha detto la scrittrice. Feltrinelli punta tutto su ‘Mi limitavo ad amare te’ di Rosella Postorino, vincitrice del Campiello nel 2018.

“E un libro che parla di guerra e delle lacerazioni che lascia e della separazione come condizione inevitabile”, ha sottolineato Postorino. Due invece i titoli Bompiani, oltre a Igiaba Scego sarà in gara Vincenzo Latronico con ‘Le perfezioni’, storia di sogni e disillusioni ambientata a Berlino da dove lo scrittore si è collegato in video: “Ho raccontato come sono cambiate le nostre emozioni e vite con l’impatto dei social media”. In corsa per la cinquina anche Andrea Canobbio con La traversata notturna (La nave di Teseo) in cui Torino diventa un grande teatro della memoria; Andrea Tarabbia, vincitore del Premio Campiello 2019, che ne ‘Il continente bianco’ (Bollati Boringhieri) è partito “da un libro suggestione non finito ‘L’odore del sangue’ di Parise”. E Gian Marco Griffi con il romanzo corale ‘Ferrovie del Messico’ (Laurana Editore).

I libri saranno votati da una giuria composta da 660 aventi diritto. Tra i voti espressi dagli Istituti italiani di cultura all’estero Petrocchi ha ricordato che “il ministero degli esteri nella fase attuale, a livello politico ha ritenuto opportuno non invitare i giurati russi, per evitare strumentalizzazioni che potrebbero nuocere al prestigio di un Premio letterario come lo Strega”. La votazione della cinquina sarà il 7 giugno al Teatro Romano di Benevento. Il vincitore sarà proclamato il 6 luglio al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, a Roma, dalle 23 in diretta su Rai3. I libri in gara concorreranno inoltre alla IX edizione del Premio Strega Giovani. I 12 autori candidati incontreranno il pubblico in 23 tappe in tutta Italia, di cui una all’estero.

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Cronache

Louvre al top per numero di visite, secondi i Vaticani

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Il museo più visitato al mondo continua a essere il Louvre di Parigi, con poco meno di 8 milioni di ingressi nel 2022 (7.726.321), in recupero dai meno di 3 milioni (2.825.000), del 2021 ma in calo rispetto ai 9,6 milioni del 2019 pre-pandemia. E’ quanto emerge dalla tradizionale classifica in esclusiva de “Il Giornale dell’Arte” che assegna la medaglia d’argento ai Musei Vaticani, in risalita dal decimo posto mondiale fino al secondo. In ascesa anche il British Museum di Londra, che passa dal 13/o posto al terzo assoluto. Sono fuori dal podio le Gallerie degli Uffizi che però risalgono di una posizione, dal quinto al quarto posto. In generale nei primi 100 musei d’arte del mondo nel 2022 sono state effettuate 141 milioni di visite: un dato post-pandemia ben lontano però dai 230 milioni di visitatori del 2019, crollati a 54 milioni nel 2020 e leggermente risaliti fino a 71 milioni nel 2021. Complessivamente i primi 10 musei in classifica hanno totalizzato quasi 40 milioni di visite. Restando nella top ten, dietro i musei citati c’è la Tate Modern di Londra che passa dalla 18/a alla 5/a posizione; il Museo Nazionale della Corea di Seul, che sale dalla 14/a posizione fino ad arrivare sesto davanti al Musée d’Orsay di Parigi, dal 20/o al settimo.

A seguire c’è all’ottavo posto la National Gallery of Art di Washington che perde due posizioni piazzandosi ottava in classifica, seguita dal Metropolitan Museum of Art di New York che piomba al nono posto dal precedente quarto. Decimo il Reina Sofía di Madrid, scalato nel ranking di due posti. Limitando la classifica delle visite alla sola Italia, invece, il primo museo è ancora il complesso delle Gallerie degli Uffizi, che comprende Uffizi, Pitti, Giardino di Boboli (quarto al mondo). Seguono la Galleria dell’Accademia e Palazzo Ducale di Venezia. E dietro ancora Castel Sant’Angelo a Roma, il Museo Egizio a Torino, la Reggia di Caserta, la Triennale di Milano con il Museo del Design, il Museo del Cinema e la Galleria Borghese di Roma. Roma, Firenze e Torino hanno quindi due musei nella “top ten” italiana. A livello nazionale, “Il Giornale dell’Arte” fa anche una classifica dei ‘supermusei’ statali autonomi: in prima posizione la rivista piazza il Parco Archeologico del Colosseo davanti al complesso degli Uffizi, al Parco Archeologico di Pompei e al complesso di Capodimonte a Napoli.

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