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Cultura

La Metropolitana della Cultura, 15 stazioni museo nelle viscere di Napoli per la gioia dei turisti

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La metropolitana più bella del mondo. L’espressione può sembrare banale ma è quella che usano viaggiatori e turisti che scendono nelle viscere della terra a Napoli. Ed è anche il riconoscimento, spesso la certificazione di riviste e periodici specializzati internazionali che menzionano la Metropolitana di Napoli  come un museo diffuso sotto terra, una vera e propria opera d’arte, l’attrazione delle attrazioni della città affacciata sul Golfo con il Vesuvio sullo sfondo. Come si fa per visitare le 15 stazioni della metropolitana diventate esse stesse opere d’arte? Quanto costa entrare in questo museo diffuso nel ventre di Napoli? Un euro e dieci centesimi. Puoi viaggiare in lungo e in largo, fermarti e visitare ogni singola stazione e rimanere a bocca aperta. La linea 1 collega la stazione centrale di Piazza Garibaldi con Piazza Municipio, Via Roma e il quartiere borghese del Vomero, fino ad arrivare nella periferia nord di Scampia e Chiaiano. Nel suo percorso abbraccia alcune delle zone più caratteristiche di Napoli e, in futuro, arriverà fino all’aeroporto di Capodichino. Nelle intenzioni dei progettisti di Metro Napoli, inoltre, c’è il completamento dell’anello che dovrebbe trasformare la linea 1 in una tratta circolare, con partenza e arrivo a Piazza Garibaldi. Al di là dell’itinerario, il punto di forza della metropolitana partenopea è la bellezza delle sue stazioni. 

Colori, atmosfere vivaci, eleganza, sfarzosità ed essenzialità caratterizzano le stazioni della metropolitana di Napoli. Stazione Toledo è forse la più ammirata in assoluto. Fu progettata dall’archistar spagnolo Oscar Tusquets Blanca, è dominata dall’azzurro del mare e del cielo, simboli di Napoli, e presenta alle pareti straordinari mosaici dedicati a San Gennaro, un corridoio marino e il suggestivo Crater de Luz, un gigantesco cono da cui si gode una vista senza pari della città. La stazione della metropolitana di Materdei, a Napoli centro, ospita alcune delle opere d’arte più belle di tutto il percorso come Carpe diem, una scultura in bronzo di Luigi Serafini, oppure il mosaico raffigurante Pulcinella, un gruppo di scugnizzi ed un’infinita distesa marina, realizzato da Luigi Ontani. La fermata Museo, ad esempio, ha una grande galleria fotografica in bianco e nero di Mimmo Jodice e, soprattutto, maestose sculture realizzate dall’Accademia di Belle Arti, come una grande Testa di Cavallo o l’Ercole Farnese. La stazione Neapolis, Museo, è un ambiente museale situato all’interno della stazione stessa contenente tutti i reperti rinvenuti durante gli scavi della metro. Bellissima è anche la stazione Dante, progettata da Gae Aulenti, sormontata dai versi iniziali della Divina Commedia e ricca di oggetti appesi alle pareti. Particolare, inoltre, è la stazione Vanvitelli, realizzata da Lorenzo e Michele Capobianco con la consulenza di Achille Bonito Oliva, che ha come peculiarità la spirale in neon azzurro di Mario Merz e le stelle in acciaio di Gilberto Zorio.

E la stazione di Piazza Garibaldi è stata progettata da Dominique Perrault ed è ricca di scale mobili sospese, ed è la porta d’accesso alla metropolitana. Da vedere l’opera d’arte Stazione, una superficie su cui sono riprodotti i viaggiatori a grandezza naturale, di Michelangelo Pistoletto. La fermata Università, a pochi passi dalla Federico II, si apre su piazza Borsa, zona bellissima di Napoli, propone le installazioni di Karim Rashid, Rione Alto quelle di Achille Cevoli, Quattro Giornate i dipinti di Nino Longobardi e le sculture di Marisa Albanese, Salvator Rosa i giochi estrosi di Mimmo e Salvatore Paladino, Montecalvario gli scatti d’autore di Oliviero Toscani.

La metro art di Napoli è ancora in costruzione. Presto, infatti, saranno aperte nuove stazioni, che si preannunciano straordinarie al pari delle precedenti. Le nuove uscite della fermata Municipio-Porto saranno completate nel 2019 e metteranno in vetrina i grandiosi reperti di epoca romana rinvenuti durante i lavori di costruzione, in quello che si è rivelato a tutti gli effetti lo scavo archeologico più grande d’Europa. Prima dovrebbe essere aperta Duomo, un’altra fermata di grande impatto progettata da Fuksas. Metro Napoli, insomma, non finisce mai! È come Napoli, non si finisce mai di raccontarla e scoprirla tanto è bella e ricca di storia e cultura.

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Cultura

Sangiuliano e Manfredi non lo vogliono ma Lissner farà lo stesso il soprintendente del San Carlo

Nella vertenza Fondazioni Liriche, è stato stabilito che è illegittimo pensionare i 70enni. Lo ha deciso la Consulta trattando il caso del San Carlo. Il Ministero della Cultura dice che mancano solo necessità e urgenza. La verità è che Lissner farà il soprintendente nonostante i no del ministro Sangiuliano e del sindaco di Napoli Manfredi.

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Con la sentenza della Corte Costituzionale cala definitivamente il sipario sul caso del Teatro di San Carlo più di un anno dopo il decreto legge che pensionava i sovrintendenti settantenni dagli Enti lirici e che portò alla cessazione dell’incarico del solo Stephan Lissner (contrattualizzato dal Massimo napoletano fino all’aprile 2025) poi reintegrato nel settembre del 2023 dal Tribunale del Lavoro di Napoli. È stata dichiarata (sentenza n. 146 depositata oggi) l’illegittimità costituzionale dell’articolo 2, comma 3, del decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51 (Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale), convertito, con modificazioni, nella legge 3 luglio 2023, n. 87.

“La Consulta – precisano fonti del ministero della Cultura sulla vicenda – ha evidenziato solo la mancanza dei presupposti di necessità e urgenza di provvedere tramite decreto-legge, senza entrare nel merito della decisione di fissare un’età massima per i sovrintendenti delle fondazioni lirico-sinfoniche, che è evidentemente lasciata alle scelte discrezionali del governo”. La vicenda del San Carlo tenne banco la scorsa estate per il susseguirsi di ricorsi e colpi di scena: Lissner infatti era l’unico dei 14 sovrintendenti italiani ad avere già compiuto 70 anni (il 23 gennaio 2023) e per effetto del decreto il suo incarico cessò il 1 giugno.

Il manager francese però decise di combattere ed azionò subito le vie legali. Intanto il 1 agosto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, accoglieva la proposta del Consiglio di Indirizzo della Fondazione presieduta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e nominava soprintendente Carlo Fuortes, che a maggio si era dimesso dal ruolo di Ad della Rai e che ai primi di settembre sarebbe stato presentato ufficialmente. Ma la sua esperienza napoletana sarebbe durata pochissimo: Lissner è stato reintegrato dal Tribunale di Napoli il 12 settembre. E lo stesso tribunale il mese successivo non ha accolto il ricorso del CdI della Fondazione contro quel reintegro, ritenendo che il decreto legge sul tetto dei 70 anni d’età violasse diversi principi della Costituzione e, tra gli altri, l’articolo 3, sull’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Era la seconda vittoria di Lissner. A quel punto la palla è passata alla Corte Costituzionale. Si è arrivati quindi all’ultimo atto odierno con il deposito della sentenza che ribadisce come il ricorso allo strumento della decretazione d’urgenza, “pur affidato all’autonoma scelta politica del governo, è assoggettato a precisi limiti costituzionali e a regole giuridiche indisponibili da parte della maggioranza, a garanzia della opzione costituzionale per la democrazia parlamentare e della tutela delle minoranze politiche”. Tale potere normativo “non può giustificare lo svuotamento del ruolo politico e legislativo del Parlamento, che resta la sede della rappresentanza della Nazione (articolo 67 della Costituzione)” e dev’essere esercitato “nel rispetto degli equilibri costituzionalmente necessari”.

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Cultura

A Aurora Tamigio il Bancarella per ‘Il cognome delle donne’

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Aurora Tamigio ha vinto il premio Bancarella 2024 con ‘Il cognome delle donne’ (Feltrinelli): la proclamazione nella serata di ieri a Pontremoli (Massa Carrara), con lo scrutinio in piazza: 185 voti sui 188 possibili i voti assegnati. Un “plebiscito”, spiegano i promotori del premio, alla sua 72/a edizione, che “bissa la vittoria di un’altra donna, Francesca Giannone, autrice de ‘La portalettere’ vincitrice dell’edizione 2023. “Molto vicini ma distanti”, invece, gli altri finalisti: Valeria Galante (Diana e Dario Lama) con ‘La casa delle sirene’ (Mondadori), con 88 preferenze, 84 per Marilù Oliva e la sua ‘L’Iliade cantata dalle dee’ (Solferino), 81 voti per ‘L’inventario delle nuvole’ di Franco Faggiani (Fazi editore), a seguire Emanuela Anechoum con ‘Tangerinn (Edizioni e/o), 66 voti e infine Daniele Pasquini 60, con ‘Selvaggio Ovest’ (Nne).

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Cultura

Giffoni torna capitale dei film e dei giovani

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Sarà che il vero carburante di Giffoni sono proprio i piccoli e i giovani, con le loro menti veloci, l’aria meravigliosamente scanzonata e la smisurata fame di vita, ma anche questa 54/a edizione di quello che Francois Truffaut definì il “Festival più necessario”, dal 19 al 28 luglio, si preannuncia ricca e densa di contenuti ed ospiti importanti. Ma appunto i veri protagonisti saranno ancora loro: i 5mila giffoner da 33 Paesi del mondo con le loro magliette e cappellini colorate dalla tenerezza dei 3 anni fino alla voglia di cambiare il mondo della maggiore età, già arrivati dall’estero e dall’Italia, la maggior parte ospite delle famiglie del territorio. Alle 16.30 verrà tagliato il nastro della nuova sala del Museo Testimoni del Tempo, riservata alle bambine e i bambini di Elements +10 e subito dopo arriverà Vincenzo De Luca, il presidente della regione Campania, principale partner di Giffoni, che sarà accolto dall’ideatore e fondatore Claudio Gubitosi, assieme al sindaco della cittadina campana Antonio Giuliano, al presidente del Festival Pietro Rinaldi e al direttore generale Jacopo Gubitosi.

“Un’emozione che conosciamo bene – spiega il dg Jacopo Gubitosi – ma che ogni anno è sempre diversa, più intensa. È stato un anno molto particolare ma ci siamo e siamo già innamorati di questo bellissimo programma che si svilupperà nei prossimi dieci giorni. Lo abbiamo preparato con cura, con amore, avendo sempre a riferimento quello che è il nostro obiettivo primario, il benessere dei nostri ragazzi, dei nostri giffoner”. L’illusione della distanza è il tema di questa edizione (visibile in streaming attraverso il sito giffoni.it e sui canali social ufficiali), a cui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha concesso il suo alto patronato, declinato in tutte le sue forme, in ogni suo spazio, scelto per indicare i pericoli del senso di isolamento che si insinua nella vita delle nuove generazioni con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati. Molto ricco il programma della prima giornata. Anteprima di apertura “L’ultima settimana di settembre”, l’opera prima di Gianni De Blasi, al cinema dal 12 settembre e distribuita da Medusa Film. Nel cast Biagio Venditti che, assieme al regista, incontrerà i juror.

La produzione è Tramp Limited, in associazione con Passo Uno Cinema e Medusa Film e in collaborazione con Prime Video. E ancora, la seconda stagione di Tutto chiede salvezza, l’attesa serie Netflix prodotta da Picomedia, in piattaforma dal 26 settembre. A raccontarsi saranno il regista Francesco Bruni, lo sceneggiatore e autore del romanzo Daniele Mencarelli, insieme ai protagonisti Federico Cesari, Fotinì Peluso e Drusilla Foer. I tantissimi incontri dei talent con i juror partono con Rosa Diletta Rossi e la giovanissima doppiatrice Arianna Craviotto. Attesi anche Paolo Bonolis, Paolo Celata (La7) e l’illustratore e vignettista Fabio Magnasciutti. Nel corso della prima giornata di festival sarà presentato il progetto Impatto giovani, seconda edizione dell’iniziativa co-finanziata dal Dipartimento per le Politiche Giovanili ed il Servizio Civile Universale e poi il nuovo capitolo della collaborazione tra Giffoni ed il Parco Archeologico di Paestum e Velia: la presentazione del cortometraggio Elea – La rinascita con il contributo della regione Campania e alla presenza di Filippo Ungaro, responsabile della comunicazione e portavoce Unhcr Italia. Torna infine Vivo Giffoni StreetFest, il festival diffuso di arte, teatro, laboratori, realizzato in collaborazione con Casa del contemporaneo e le nuvole – Teatro, Arte, Scienza con oltre 100 eventi. E dalle 21, nella Piazza della Cittadella, sarà possibile osservare la luna e le stelle grazie al Centro Astronomico “Neil Armstrong” di Salerno.

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