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Cultura

Musei italiani, gli Uffizi di Firenze sono il top. Napoli, soddisfazione arriva dal Mann

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È la Galleria degli Uffizi  il museo numero uno in Italia. Firenze è la città considerata al top  per numero di musei premiati. Chi dice tutto ciò? TripAdvisor. I vincitori sono stati determinati utilizzando un algoritmo che ha preso in considerazione la quantità e la qualità delle recensioni per i musei di tutto il mondo, raccolte in un periodo di 12 mesi. TripAdvisor ha inoltre selezionato i tour e pass più apprezzati prenotabili sul sito per ciascun museo della Top 10 italiana. Dunque si prende in considerazione certamente la ricchezza di opere esposte, la bellezza ma anche i servizi resi ai turisti, la capacità di rendere fruibili i musei.

 

 

 

Torna a conquistare la prima posizione della classifica nazionale la Galleria degli Uffizi scalzando dalla prima posizione il Museo Egizio di Torino (2°), che aveva conquistato la medaglia d’oro nel 2017.
Firenze, oltre al primato per il museo Italiano più apprezzato dai viaggiatori di tutto il mondo, vanta anche il maggior numero di riconoscimenti ricevuti nella Top 10 del Bel Paese con la Galleria dell’Accademia (4°)e il Museo dell’Opera del Duomo (9°)che si aggiungono agli Uffizi per un totale di tre musei premiati. Doppietta invece per Torino e Roma, che si aggiudicano due posizioni a testa nella classifica nazionale rispettivamente con il Museo Egizio di Torino (2°)e il Museo Nazionale del Cinema (7°)e con la Galleria Borghese (5°)e Castel Sant’Angelo (6°). Completano la classifica i Musei Vaticani (3°) e la Collezione Peggy Guggenheimdi Venezia(10°). Solo l’ottavo posto per Napoli con il Museo Archeologico Nazionale. Fuori dalla top , invece, la Reggia di Caserta malgrado il numero crescente dei visitatori degli ultimi anni.

Galleria degli Uffizi. Per Tripadvisor è il primo museo d’Italia

Musée d’Orsay a Parigi è primo in Europa e nel mondo mentre la Galleria degli Uffizi si aggiudica l’ottavo posto.  A livello globale il Musée d’Orsay è accompagnato dal Memoriale per l’11 settembre (2°)e dal Metropolitan Museum of Art (3°)entrambi a New York.

 

 

 

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Cultura

Padre Paolo Benanti, dai rischi dell’intelligenza artificiale alla sfida della libertà

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Padre Paolo Benanti, presidente della Commissione vaticana sull’intelligenza artificiale, ha affrontato con Walter Veltroni, in una lunga intervista pubblicata sul Corriere della Sera, le sfide poste dall’avvento della società digitale e dalle nuove tecnologie.

Apocalittici o integrati?

Riprendendo la celebre domanda di Umberto Eco sulla televisione, Padre Benanti chiarisce: «La risposta cambia a seconda del momento storico. Nei primi anni Duemila la tecnologia sembrava alleata delle democrazie, come in piazza Tahrir. Oggi, invece, con gli eventi di Capitol Hill e l’intelligenza artificiale generativa che concentra il potere nei server di pochissime aziende, tutto è cambiato: il 70% dei dati è nelle mani di sole due compagnie di Seattle, il 100% in cinque compagnie al mondo. È un potere immenso».

La crisi della normatività

«Oggi bisogna ridare valore alle norme», sostiene Padre Benanti, ricordando come eventi storici e sociali abbiano minato il concetto stesso di regola: «Siamo passati da una società kantiana, basata sulla norma morale, al dubbio che la norma possa diventare tirannica. La pandemia ha esasperato questo aspetto, portando molti a vedere la regolamentazione come distruzione dell’autonomia individuale».

Il rischio di una “Repubblica tecnologica”

Secondo Benanti, la società digitale sta creando nuove forme di potere politico. Citando Peter Thiel e gli altri fondatori di PayPal, definisce la loro visione come un capitalismo basato sulla competizione estrema e sull’esclusione: «Il loro modello è tra estremo individualismo e governo delle élite, più efficiente della democrazia tradizionale. Un esempio è Alex Karp, CEO di Palantir, che parla apertamente di una “Repubblica tecnologica” guidata da una classe illuminata».

Intelligenza artificiale, democrazia e realtà

“Ogni cittadino dovrebbe sapere se un’immagine è reale o generata artificialmente”, sostiene Padre Benanti. Il concetto del “sintetico”, cioè la perfetta imitazione del naturale, rischia di compromettere la capacità di distinguere vero e falso, minacciando le fondamenta della democrazia. Citando Turing e Eco, sottolinea: “La democrazia vive solo se i cittadini possono formarsi opinioni su fatti reali”.

L’algoritmo non può rispondere a tutto

Benanti avverte: “L’algoritmo tratta tutto come un problema matematico, ma le questioni umane fondamentali riguardano il senso della vita. Ho chiesto a un’intelligenza artificiale medica come eliminare il cancro, e la risposta logica, drammatica, era eliminare chi ne è affetto. Le questioni etiche non possono ridursi a soluzioni matematiche”.

Tecnologia e libertà personale

Il religioso riflette poi sulla perdita del senso esistenziale delle parole e dei rapporti umani, ormai filtrati da algoritmi e dispositivi: “Oggi viviamo in un capitalismo della sorveglianza basato sull’economia dell’attenzione. Dobbiamo trovare il modo di rendere compatibili tecnologia e libertà, umano e artificiale”.

Il futuro è un equilibrio delicato

“È urgente un ‘brain helmet’, una protezione che aiuti a difendersi dal dominio delle piattaforme digitali”, conclude Benanti. “Serve un nuovo equilibrio, per non perdere la nostra umanità di fronte al potere smisurato della tecnologia”.

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Cultura

Nella casa del Tiaso a Pompei la sala che brilla di stelle

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Un ammasso di gusci di ostrica sono accumulati nell’angolo di una stanza della casa del Tiaso, la lussuosa dimora di Pompei in cui sono venute ora alla luce le megalografie di baccanti e satiri che ornavano una sala per banchetti. La stanza dista pochi metri dalla meravigliosa sala affrescata dove si tenevano i grandiosi ricevimenti ispirati al culto dionisiaco. Tutto lascia pensare ai resti di un sontuoso pranzo in cui erano state offerte ai convitati portate del celeberrimo frutto di mare. E invece no. I resti delle conchiglie erano lì nella loro funzione di materiale edile; d’altra parte tutta quest’area della villa, nel momento in cui era stara sepolta dai detriti dell’eruzione vulcanica, era un cantiere avviato per restaurare la ricca dimora.

Dai gusci di queste conchiglie, triturate, i romani ricavavano infatti una finissima polvere, quasi trasparente, di carbonato di calcio, che veniva passato come ultimo strato sugli affreschi delle pareti. Il risultato era strabiliante ed è ancora perfettamente visibile. Questa polvere di carbonato a contatto con una sorgente luminosa iniziava infatti a luccicare. E tutt’ora lo fa, se gli si avvicina ad esempio la luce della torcia di un telefonino. Immaginate quindi questa stanza di accesso al tempietto che, nella penombra rischiarata da candelabri, lucerne e bracieri, brillava di puntini luminosi come fosse un cielo stellato. L’effetto doveva essere sbalorditivo.

D’altronde era la stanza di accesso ad un luogo spirituale, anche questo degnamente affrescato da scene delle quattro stagioni e allegorie dell’agricoltura e della pastorizia che spiccano da uno sfondo azzurro, o meglio in blu Egizio. Un altro materiale decorativo sfarzosissimo, ritrovato anche in altri ambienti della villa. Era un materiale costosissimo, tant’è che quando un proprietario chiamava il mastro pittore e gli chiedeva il costo delle operazioni per realizzare gli affreschi, questo lo avvisava che il prezzo avrebbe riguardato solo la manodopera e i colori base; per il blu egizio, ci sarebbe stato un costo a parte da pagare. A Pozzuoli c’era anche una fabbrica dove si produceva il blu egizio, l’unico pigmento preparato chimicamente ai tempi dei Romani. Era a base di rame e veniva cotto a temperature molto elevate all’interno di alcuni pozzi; la polvere che ne veniva estratta dopo la cottura cambiava colore, le particelle di rame surriscaldate diventavano blu.

“Questo fa capire – raccontano gli archeologi e i restauratori che hanno curato gli scavi – quanto facoltoso fosse il proprietario di questa enorme casa che poteva vantare un quartiere termale, una vera e propria spa privata. Noi adesso stiamo guardando solo la pars privata di una villa che aveva ambienti che si affacciavano su un portico, che a sua volta affacciavano su un enorme giardino che, in larghezza, era grande quanto tutto l’isolato”. Dell’enorme villa, restano infatti ancora inesplorati due terzi della proprietà, tra cui l’ingresso, il quartiere dell’atrio e gran parte del giardino colonnato.

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Cronache

Boom di visitatori nei musei italiani per la #Domenicalmuseo: migliaia di ingressi gratuiti nei siti culturali

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Decine di migliaia di visitatori hanno affollato musei e parchi archeologici statali in occasione della #Domenicalmuseo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che permette l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese. L’affluenza ha confermato l’enorme interesse del pubblico per il patrimonio culturale italiano, con numeri particolarmente elevati nei siti più celebri.

I luoghi più visitati

Tra le mete più frequentate si conferma il Parco archeologico del Colosseo, che con 17.386 visitatori guida la classifica degli ingressi, seguito dall’area archeologica di Pompei con 16.709 accessi e dal Foro Romano e Palatino, sempre all’interno del Parco archeologico del Colosseo, con 15.273 presenze.

Grande affluenza anche per la Reggia di Caserta (14.171 visitatori) e per il Pantheon di Roma, con 11.987 ingressi. Tra i musei d’arte, spiccano le Gallerie degli Uffizi con 10.952 visitatori, mentre Palazzo Pitti, sempre all’interno del complesso degli Uffizi, ha registrato 8.124 ingressi.

A Napoli, il Castel Sant’Elmo e il Museo del Novecento hanno attirato 8.108 persone, mentre il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) ha accolto 5.570 visitatori. Numeri importanti anche per il Museo e Real Bosco di Capodimonte, con 4.239 ingressi, e per la Certosa di San Martino, con 4.311 presenze.

Tra i siti archeologici di rilievo, spiccano Paestum e Velia, con 3.390 visitatori, mentre il Parco archeologico di Ercolano ha registrato 2.474 ingressi.

Il successo dell’iniziativa

L’iniziativa della Domenica al Museo, introdotta per incentivare la fruizione del patrimonio culturale, si conferma un appuntamento di grande richiamo per il pubblico, con afflussi che dimostrano l’interesse crescente per i beni culturali italiani.

Secondo il Ministero della Cultura, il successo dell’iniziativa è anche un’opportunità per sensibilizzare cittadini e turisti sull’importanza della tutela del patrimonio storico e artistico.

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