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Muriel gol, l’Atalanta batte anche il Bologna ed è seconda

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Che l’Atalanta, frenata sabato scorso a Verona in mezzo all’afa, abbia perso un po’ di smalto e’ indubbio, nervosismo a parte che porta Gasperini a litigare con Mihajlovic facendosi cacciare a una decina secca dall’intervallo. Ma la varieta’ di soluzioni della ritrovata seconda in classifica (74, nuovo primato societario, a 72 sull’Inter) le consente di passare lo stesso, semplicemente aggiungendo un attaccante puro come Muriel, caschetto protettivo dopo la caduta un martedi’ fa, che alla prima chance nitida la infila e buonanotte. Quindicesimo risultato utile di fila, nuovo record, di cui 12 bottini pieni, mentre il Bologna, oltre che al montante di Barrow nel primo tempo, e’ ancora fermo all’impresa corsara con l’Inter del 5 luglio: dopo, 2 soli punti in 5 turni. Out Ilicic, Bani, Schouten e gli squalificati Hateboer e Dijks, i nerazzurri oppongono la formazione migliore con Pasalic preferito a Malinovskyi, mentre di la’ Medel e Svanberg fanno diga davanti alla difesa e Olsen nega a Orsolini il ruolo di secondo ex titolare di turno dopo Barrow, in panchina a San Siro col Milan settimana scorsa. L’antidoto di Mihajlovic allo start e’ il giropalla, intervallato qua e la’ da break sui due fronti. Vedi botta e risposta a spezzare la noia di un match bloccato tra 8′ e 9′: Zapata riceve da Pasalic impegnando Skorupski dal limite nella presa a terra, mentre Soriano da fuori chiama Gollini al volo in angolo a mezz’altezza. Poco dopo, sul secondo corner a favore, Medel riprende la seconda palla concessa dalla difesa, ma sul suo tiro strozzato con Gollini a smanacciare in mischia c’e’ Danilo in fuorigioco. I bergamaschi ci provano da fermo, col croato a girare alto di testa in torsione il tracciante di Gomez da punizione da sinistra (14′), e su azione, anche se lo stesso capitano argentino (16′) allarga il diagonale del possibile vantaggio in asse con Pasalic e De Roon, bravo ad appoggiarlo dall’out destro. Il fresco ex gambiano comunque e’ brioso e al ventesimo punta in velocita’ Toloi scaricando di poco a lato del primo palo prima dell’ingresso in area. I rossoblu’ tengono botta e al 27′ Soriano oltre il dischetto allunga la spaccata in ritardo sul cross a rientrare ancora di Barrow. A questo punto sale di tono la formula a due suggeritori diGasperini, che al 28′ cicca l’1-0 due volte in una manciata di secondi: Denswil strozza la girata di Zapata, trovato in corridoio dal suo numero 10, poi il riflesso dell’estremo bolognese sull’incursione di Pasalic in combinazione col colombiano. Al 34′ Danilo salva su Pasalic, servito da Palomino al culmine di una laboriosa manovra di Zapata e Gomez, quindi Toloi a volo d’angelo mette a lato sul tiro dalla bandierina susseguente. Il 35′ e’ il minuto del battibecco tra panchine, con Mihajlovic ammonito per aver detto al collega “Parla coi tuoi e non rompere” e il Gasp che si vede il giallo tramutato in rosso per un “Ma perche’? Loro fanno caciara, cosa fai?” rivolto a La Penna. Inizia una partita nella partita, certamente piu’ tesa e accesa, con Barrow a cogliere la traversa su punizione (39′) appena sfiorata da Gollini e Muriel a rilevare Pasalic dopo la pausa portando a due le punte effettive. L’inerzia, adesso, ha un solo padrone. Palacio (3′) inaugura la seconda meta’ con la botta alta, poi il primo acuto dell’ex Siviglia e Fiorentina (4′) che di sinistro chiama Skorupski alla sbracciata su allungo di Freuler e Zapata che sfiora coi tacchetti il pallone di Gomez (5′). Castagne ci tenta di mancino (centrale) su apertura del nuovo entrato, Toloi (8′) in caduta viene murato in fallo di fondo sulla sponda del centravanti. Il secondo colombiano d’attacco dell’Atalanta duetta con Gomez (12′) che spara in Curva Sud; cinque giri di lancetta e, come contrappasso per ll’erroraccio di di piattone sinistro al volo (17′) di Barrow su ammollo di Tomiyasu dopo il duetto con Soriano, ecco la zampata numero 18 di Muriel, a rimorchio del connazionale spalle alla porta, imbeccato a sua volta da Castagne. I cambi impazzano: dentro Orsolini (altro ex nerazzurro), Sansone, Dominguez da una parte per Olsen, Barrow e Svanberg, Malinovskyi-Colley per Gomez-Zapata dall’altra. Al 23′ proprio il gambiano di casa appena entrato apre il piatto mancino in eccesso. Tomiyasu intanto si strappa e deve sostituirlo Mbaye, Skorupski (31′) allontana di pugno la scodellata su piazzato di Malinovskyi dalla sinistra. Santander per Krejci (32′) e’ la mossa della disperazione per Miha, ma e’ Colley a sbagliare il bis tirando addosso all’uomo coi guanti. Si fa male anche Palomino e deve entrare Sutalo; Orsolini da posizione defilata (35′) non incrocia bene. Caldara rileva Djimsiti (41′), Danilo non trova lo specchio in torsione sul calcio franco da sinistra di Sansone (44′).

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Cronache

Inchiesta curve, Inter Milan patteggiano: per Inzaghi e Chalanoglu solo 1 turno stop

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Una giornata di squalifica per Simone Inzaghi e Hakan Calhanoglu, ammende rispettivamente di 15 e 30 mila euro e 70mila per l’Inter. Multa di 30mila euro per il Milan. Sono le sanzioni rese note dalla Figc comminate ai due club e ai tesserati coinvolti in seguito al patteggiamento con la Procura Federale, in merito al filone sportivo dell’inchiesta penale sulle curve e sui rapporti fra ultras e giocatori di Inter e Milan. La squalifica per Inzaghi e Calhanoglu verrà scontata nel prossimo turno con il Verona.

Grazie al patteggiamento le pene vengono dimezzate e non c’è il processo. Inzaghi e Chalanoglu hanno violato due articoli del codice di giustizia sportiva, quello sulla lealtà e correttezza e probità e dell’obbligo di osservanza delle norme federali (4, comma 1) e l’articolo 25 comma 10 “che prevede il divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società, per avere avuto, quantomeno a partire dalla stagione sportiva 2022-23, rapporti con esponenti del gruppo Ultrà denominato Curva Nord’.

Tra gli esponenti del club multati c’è anche Javier Zanetti con 14.500 euro. L’Inter viene sanzionata con 70mila euro per responsabilità diretta e oggettiva (art. 6, commi 1 e 2) per i comportamenti del tecnico e del centrocampista, dello stesso Zanetti, di Massimiliano Silva e Claudio Sala (14.500 di multa e 30 giorni di inibizione). Quanto al Milan (sanzione di 30mila euro) per responsabilità oggettiva per i comportamenti ascritti a Fabio Pansa (30 giorni di inibizione e 13mila euro di multa) e Davide Calabria, che non ha al momento scelto la strada del patteggiamento e sarà quindi ascoltato dalla Procura federale.

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Calcio: Di Lorenzo, lo scudetto? tutto è nelle nostre mani

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“Si parla di scudetto nello spogliatoio, siamo a un punto cruciale. All’inizio sembrava irraggiungibile, ora siamo lì: difficile, ma ce la giochiamo. Tutto è nelle nostre mani. Con il lavoro e con il sacrificio siamo lì e ce la giochiamo, sapendo che sarà difficile e che finora non abbiamo fatto niente”. Lo ha detto il capitano del Napoli Giovanni Di Lorenzo a Radio Crc. Su quando il gruppo abbia capito davvero di essere inserito nello sprint scudetto, Di Lorenzo ha detto: “Non c’è stato un momento preciso. Partita dopo partita ci siamo costruiti questo percorso. Ora serve l’ultimo passo: il gruppo è unito, crede nell’obiettivo. Quando sei primo per tanto tempo non è mai per caso”.

Di Lorenzo ha parlato della sfida di sabato a Lecce e della forza del gruppo azzurro: “Ci tengo prima di tutto – ha detto – a mandare un abbraccio alla famiglia del fisioterapista del Lecce, la notizia ci ha colpiti molto. Sarà una partita difficile: loro lottano per salvarsi, e questa tragedia ha reso l’atmosfera particolare. Ma noi vogliamo portare a casa la vittoria. La forza di questo Napoli è il gruppo. Dietro ogni grande vittoria e ogni grande squadra c’è infatti un gruppo solido. Quando ci si vuole bene davvero, si affronta tutto meglio. Le difficoltà arriveranno, come sempre, ma ciò che conta è come reagiamo. Se il gruppo è sano, superare i limiti diventa più semplice”.

Il terzino destro ha parlato anche del rapporto con Conte e con i nuovi arrivati la scorsa estate: “Da capitano – ha detto – sono il più vicino all’allenatore, passo i suoi messaggi alla squadra. Fin dal primo giorno c’è stato un legame diretto, sincero e leale. La base è la sincerità: Conte è un allenatore forte, conoscevo già le sue qualità da avversario e in questi mesi le ha confermate. Siamo felici di averlo con noi. Sulla fascia destra ci conosciamo bene, da anni. Sappiamo leggere i movimenti l’uno dell’altro, ed è una qualità che ci portiamo dietro nel tempo. Ma il merito è anche del mister, che tiene alta l’intensità e coinvolge tutti. Anche chi gioca meno dà un contributo importante: è questo spirito che porta i risultati. I nuovi arrivati a Napoli? Spesso sono io a muovermi verso di loro, per metterli a loro agio e per farli inserire, magari con un messaggio o una chiamata. Gli consiglio le stesse cose che dissero a me quando arrivai, la cosa fondamentale è vivere la città come una persona normale e non sentendosi diversi. Io esco spesso in centro, scendo e non vivo male la città”. Di Lorenzo risponde anche su chi ha lasciato la maglia azzurra a gennaio, Kvaratskhelia: “Ieri sera – ha detto – ho visto la sua partita con il Psg: è fortissimo e gli auguro il meglio, anche di vincere la Champions League”.

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