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Cronache

Monte Rosa, tragedia sul Castore: due alpinisti morti dopo una caduta di centinaia di metri

Due alpinisti, un uomo di Pisa e una donna del Padovano, sono morti sul Castore nel massiccio del Monte Rosa. Un’altra vittima in Vallecamonica.

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Due giovani alpinisti, un 34enne della provincia di Pisa e una 36enne di origine straniera residente nel Padovano, sono morti mercoledì sul Castore, nel massiccio del Monte Rosa, precipitando dalla cresta fino al ghiacciaio dopo una caduta di centinaia di metri.

L’ascensione e l’incidente

La cordata aveva pernottato al rifugio Quintino Sella al Felik, a 3.600 metri, e all’alba era partita per raggiungere la vetta del Castore, a 4.228 metri. La salita, pur considerata relativamente semplice, presenta rischi legati all’altitudine e alle condizioni meteo.

Dopo aver raggiunto la cima, i due avevano proseguito lungo la cresta per completare la traversata verso il versante ovest, in direzione Champoluc. Secondo le prime ipotesi, sarebbero stati sorpresi dal maltempo, che ha ridotto drasticamente la visibilità, rendendo difficile individuare la via di discesa e aumentando il rischio di caduta sui ripidi pendii ghiacciati.

Le ricerche e il ritrovamento

L’allarme è scattato nella notte, quando il fidanzato della donna ha segnalato il mancato rientro e l’impossibilità di contattarla. Il Soccorso alpino valdostano ha sorvolato l’area all’alba senza esito, mentre la guardia di finanza di Cervinia, in coordinamento con i colleghi di Alagna Valsesia, ha individuato l’ultimo segnale GPS dell’orologio della giovane.

Nel primo pomeriggio, i corpi sono stati localizzati e recuperati. Le salme sono state trasportate al cimitero di Champoluc.

Un’altra vittima in Vallecamonica

Sempre mercoledì, un’altra tragedia si è consumata in montagna: una escursionista di circa 30 anni è morta in Vallecamonica, nei pressi del bivacco Festa, nel territorio di Edolo. La donna è precipitata durante una gita; nonostante il rapido intervento dell’elisoccorso del 118, per lei non c’è stato nulla da fare. La guardia di finanza e il Soccorso alpino stanno ricostruendo la dinamica dell’incidente.

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Cronache

Bolzano, due neonati prematuri morti per infezione da Serratia marcescens: indaga la Procura

Due neonati prematuri sono morti all’ospedale di Bolzano per un’infezione da Serratia marcescens. La Procura apre un’indagine e il reparto di terapia intensiva neonatale sospende i ricoveri.

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Due neonati prematuri, ricoverati all’ospedale San Maurizio di Bolzano, sono morti a poche ore di distanza – il 12 e nella notte del 13 agosto – a causa di una infezione da Serratia marcescens, batterio tra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. La Procura di Bolzano ha incaricato i NAS dei Carabinieri di effettuare accertamenti preliminari per verificare il rispetto dei protocolli e l’eventuale presenza di carenze igieniche nel reparto di terapia intensiva neonatale.

Indagini in corso e ipotesi di reato

Le salme dei due piccoli sono state congelate in attesa di autopsia. L’ipotesi di reato potrebbe andare dall’omicidio colposo contro ignoti alla responsabilità di singole persone indagate. Nel frattempo, fino a nuovo ordine, nessun altro neonato prematuro verrà ricoverato nel reparto.

La vulnerabilità dei piccoli pazienti

Secondo Pierpaolo Bertoli, dirigente dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, i due neonati erano nati in condizioni critiche – alla 23ª e 27ª settimana di gestazione – e presentavano una naturale fragilità immunitaria. “La presenza di questo batterio è un rischio costante nelle terapie intensive neonatali per la particolare vulnerabilità dei pazienti”, ha spiegato, sottolineando che la sepsi sviluppata è stata fatale.

Le misure adottate dall’ospedale

Il reparto, guidato dal primario Alex Staffler, ha introdotto misure di sicurezza aggiuntive: identificazione delle possibili fonti di infezione, disinfezione completa degli ambienti, controlli intensificati e isolamento dei pazienti. L’assessore alla salute Hubert Messner ha espresso vicinanza alle famiglie, definendo l’evento “una tragedia immensa” e ribadendo la fiducia nella professionalità del team medico.

Un batterio ad alta pericolosità

Lo studio dell’Università di Genova “Serratia marcescens nelle Terapie Intensive Neonatali” evidenzia che il batterio può diffondersi rapidamente nell’ambiente ospedaliero, provocando sepsi, meningite e polmonite nei neonati più fragili, con tassi di mortalità fino al 45%. La trasmissione avviene spesso attraverso le mani del personale sanitario. Un caso simile si era verificato nell’agosto 2018 agli Spedali Civili di Brescia, con la morte di un neonato e altri contagi trattati con successo.

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Cronache

Inchiesta urbanistica Milano, il Riesame libera Tancredi, Marinoni e Pella: un anno di misure interdittive

Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato i domiciliari a Tancredi, Marinoni e Pella, imponendo un anno di misure interdittive. L’inchiesta sull’urbanistica si allarga e coinvolge anche il direttore generale Malangone.

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Il Tribunale del Riesame di Milano ha disposto la scarcerazione di Giancarlo Tancredi, ex assessore alla Rigenerazione urbana, dell’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e del manager Federico Pella, arrestati lo scorso 31 luglio nell’inchiesta sull’urbanistica. Per tutti e tre sono state applicate misure interdittive della durata di un anno.

Le nuove disposizioni

Per Tancredi è stata stabilita la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Il tribunale ha confermato l’ordinanza del gip Mattia Fiorentini solo per una delle due accuse, riqualificando l’ipotesi in “corruzione per l’esercizio della funzione”. Marinoni e Pella dovranno rispettare il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione e non potranno esercitare la professione di architetto.

Le parole della procura

La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha ribadito che l’inchiesta andrà avanti: “Non perché siamo ossessionati dal fenomeno urbanistico, ma perché la legge ce lo impone. Abbiamo basi solide confermate dal Riesame, Cassazione, Tar e Consiglio di Stato. Il Riesame valuta solo l’aspetto cautelare, non la colpevolezza”.

L’indagine si allarga

Nel frattempo emerge un nuovo indagato: Christian Malangone, direttore generale di Palazzo Marino, accusato di induzione indebita nella vicenda del Pirellino. Il suo nome compare in chat con l’imprenditore Manfredi Catella e con lo stesso Tancredi. Tra i messaggi agli atti, anche uno scambio di gennaio 2024 tra Tancredi e il sindaco Giuseppe Sala, anch’egli indagato, in cui si parlava di “clima pessimo” negli uffici e di “attacco politico che colpisce gli anelli deboli”.

Prossime udienze

La settimana prossima sarà sentito dal Riesame Manfredi Catella, sesto arrestato nell’inchiesta. L’indagine, che riguarda appalti e varianti urbanistiche, continua a intrecciarsi con la politica cittadina e la gestione amministrativa di Milano.

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Accordo tra coniugi, la Cassazione chiarisce: non è un patto prematrimoniale

La Cassazione ha confermato la validità di una scrittura privata tra coniugi di Mantova, chiarendo che non si tratta di un patto prematrimoniale ma di un contratto atipico lecito.

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Non si tratta di un patto prematrimoniale ma di un contratto atipico lecito sottoposto a condizione sospensiva. Così la Corte di Cassazione, con una sentenza pubblicata il 21 luglio 2025, ha chiuso il caso di una coppia di Mantova che aveva sottoscritto una scrittura privata per regolare alcuni aspetti patrimoniali in caso di separazione.

A commentare la decisione è l’avvocato matrimonialista Pompilia Rossi, già legale di Fedez nella separazione da Chiara Ferragni: “Non si può parlare neppure impropriamente di accordo prematrimoniale – ha spiegato – poiché la Corte ribadisce la possibilità per i coniugi di disciplinare i rapporti patrimoniali, purché non vengano toccati diritti indisponibili, che restano sotto il controllo dell’autorità giudiziaria”.

Il contenuto della scrittura privata

L’accordo prevedeva che il marito riconoscesse il contributo economico della moglie al pagamento del mutuo per la ristrutturazione dell’appartamento intestato solo a lui. La donna, dal canto suo, rinunciava a beni mobili come imbarcazioni, arredamento dell’abitazione e somme depositate in conto corrente. In caso di fine del matrimonio, era stabilito un risarcimento economico.

Secondo la Cassazione, la validità di simili accordi è ormai un orientamento giurisprudenziale consolidato. Già nel 2024, i giudici avevano precisato che l’unico limite riguarda i patti che incidono sui rapporti personali e patrimoniali relativi a figli minori, i quali devono sempre passare al vaglio del giudice per verificarne la conformità al loro miglior interesse.

Una conferma giurisprudenziale

Per l’avvocata Rossi, la decisione rappresenta una evoluzione naturale di un indirizzo giuridico già esistente. “La scrittura privata sottoscritta dai coniugi è perfettamente lecita – conclude – e rientra nei margini consentiti dalla legge, senza configurare alcun patto prematrimoniale”.

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