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Cronache

Milano, padre condannato a risarcire la figlia per l’assenza affettiva: 107mila euro per il «danno da illecito endofamiliare»

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Un padre assente, insensibile e disinteressato ai bisogni della propria figlia è stato condannato dal Tribunale civile di Milano a versarle 107mila euro di risarcimento per la privazione del rapporto paterno. La sentenza, pronunciata dal giudice Damiano Spera, riconosce alla giovane sia un danno biologico permanente alla vita di relazione (7.150 euro), sia un danno da illecito endofamiliare (100mila euro), quantificato per l’assenza volontaria di una figura genitoriale che avrebbe dovuto garantirle sostegno e affetto.

Un padre assente nonostante la malattia della figlia

La vicenda ha origine nel Sud Italia, dove una coppia si separa nei primi anni Duemila. La figlia, sin da piccola, soffre di gravi problemi di salute, ma il padre, pur essendo medico, non si interessa minimamente delle sue condizioni, arrivando addirittura a contrastare le cure consigliate dagli specialisti.

Dopo la separazione, l’uomo non ha mai mostrato la volontà di mantenere un rapporto stabile con la figlia. Nei rari incontri, non rinunciava ai suoi impegni personali insieme alla nuova compagna, portando la bambina con sé ai tornei di un proprio hobby e trasformando le visite in occasioni per manifestare il proprio rancore verso l’ex moglie.

Il rifiuto del ruolo paterno e l’assenza nei momenti chiave

Diverse testimonianze familiari hanno ricostruito episodi che hanno segnato la giovane nel corso dell’infanzia. Tra questi, il giorno in cui il padre le disse esplicitamente “Tu per me sei morta, e considerami morto per te”, oppure quando la cacciò di casa solo perché aveva chiesto di essere riaccompagnata dalla madre per il pranzo di Pasqua. Altrettanto significativa l’assenza alla sua cresima, un momento importante che il padre ha scelto di ignorare.

La decisione del Tribunale: danno biologico e illecito endofamiliare

Il Tribunale di Milano ha rilevato che l’assenza del padre e la sporadicità dei rapporti con lui hanno causato una profonda sofferenza nella figlia, privandola di beni fondamentali come la cura, l’affetto e l’amore genitoriale.

La sentenza ha riconosciuto due tipologie di danno:

  • Danno biologico permanente alla vita di relazione: valutato sulla base delle tabelle di riferimento e quantificato in 7.150 euro, in relazione a un’invalidità del 4% attestata da un consulente.
  • Danno da illecito endofamiliare: stimato in 100mila euro, calcolato in via equitativa dal giudice, poiché non esistono parametri tabellari per quantificare la sofferenza legata alla perdita affettiva di un genitore ancora in vita.

L’assenza paterna, dunque, è stata equiparata, per gravità, alla perdita di un genitore, evidenziando il danno emotivo e psicologico irreparabile che una figlia può subire quando viene abbandonata affettivamente.

Il padre non si è presentato in tribunale

Nonostante le accuse, il padre non si è presentato in tribunale per fornire la propria versione nella causa civile intentata dalla figlia. Questo atteggiamento ha contribuito a rafforzare la decisione del giudice, che ha sottolineato come la sua condotta “lungi dal rivelare un positivo evolversi della personalità, sia sintomatica di un radicato e reiterato disinteresse per la figlia”.

La sentenza rappresenta un importante precedente giuridico nel riconoscere il valore del legame genitoriale e le conseguenze della sua assenza, non solo dal punto di vista emotivo ma anche giuridico ed economico.

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Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Cronache

Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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Genova, sindacalista inventa un’aggressione fascista: indagato per simulazione di reato

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Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.

Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.

La verità emerge: nessuna aggressione

Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.

La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.

Le reazioni politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra».
Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».

Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».

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