Collegati con noi

Cronache

Milano, minori bosniaci coinvolti nell’incidente mortale di via Saponaro: tre saranno collocati in comunità protette

Dopo l’incidente mortale di via Saponaro a Milano, tre minori bosniaci tra 11 e 13 anni saranno collocati in comunità protette. Ancora ricercato il quarto ragazzo del gruppo.

Pubblicato

del

Sono scattati i provvedimenti del Tribunale dei minori di Milano per tre dei quattro ragazzini bosniaci tra gli 11 e i 13 anni coinvolti nell’incidente mortale di via Saponaro, nel quartiere Gratosoglio, in cui è rimasta uccisa Cecilia De Astis. I minori si trovano ora in un luogo sicuro, lontani dalle famiglie, in attesa della convalida del trattenimento e del successivo collocamento in comunità protette.

Le indagini e l’individuazione dei minori

Lunedì scorso, i quattro erano a bordo di un’auto rubata che ha investito la donna mentre camminava lungo il marciapiede. Individuati in tempi rapidi grazie alle immagini delle telecamere e alle vistose magliette dei Pokemon, avevano ammesso le proprie responsabilità agli agenti della Polizia locale, sostenendo di essere fuggiti “per paura” e lamentando problemi ai freni del veicolo.

Durante le perquisizioni nei loro camper sono state trovate le T-shirt indossate il giorno dell’incidente e refurtiva sottratta a un turista francese poche ore prima dello schianto.

Il tentativo di fuga delle famiglie

In attesa delle decisioni della magistratura minorile, le famiglie si erano allontanate dall’accampamento di via Selvanesco, muovendosi su due mezzi diversi. Seguite a distanza dagli agenti, sono state fermate quando il loro spostamento è apparso come un tentativo di fuga verso l’estero, probabilmente Francia o Spagna.

Due fratelli, tra cui il tredicenne alla guida dell’auto, sono stati rintracciati in Piemonte, a Beinasco, in un terreno dove un tempo c’era un campo nomadi. L’undicenne del gruppo è stata invece fermata sull’autostrada A6 Torino-Savona a bordo di un furgone guidato dalla nonna, nella cui disponibilità sono stati trovati gioielli rubati: la donna è stata denunciata per ricettazione.

Collocamento in comunità e udienza

La Procura dei minori ha disposto l’immediata presa in carico dei tre ragazzini ai sensi dell’articolo 403 del Codice civile, ritenendo che l’allontanamento delle famiglie comportasse un grave rischio per la loro incolumità psico-fisica. Entro 15 giorni si terrà un’udienza in cui il giudice sentirà minori e genitori per confermare la misura, definire le modalità di visita e stabilire eventuali ulteriori provvedimenti.

Le parole della famiglia della vittima

Nel giorno dei funerali, Filippo Di Terlizzi, figlio di Cecilia De Astis, ha invitato alla riflessione: “Sono bambini, non avevano neanche 14 anni. Non possiamo mettere sulle loro spalle tutta la responsabilità del gesto”. Un pensiero ribadito anche dal parroco durante l’omelia: “Il nemico non sono i bimbi”.

(La foto in evidenza è stata realizzata con sistemi di Ia, non è reale)

Advertisement

Cronache

Bolzano, due neonati prematuri morti per infezione da Serratia marcescens: indaga la Procura

Due neonati prematuri sono morti all’ospedale di Bolzano per un’infezione da Serratia marcescens. La Procura apre un’indagine e il reparto di terapia intensiva neonatale sospende i ricoveri.

Pubblicato

del

Due neonati prematuri, ricoverati all’ospedale San Maurizio di Bolzano, sono morti a poche ore di distanza – il 12 e nella notte del 13 agosto – a causa di una infezione da Serratia marcescens, batterio tra le prime dieci cause di infezioni ospedaliere. La Procura di Bolzano ha incaricato i NAS dei Carabinieri di effettuare accertamenti preliminari per verificare il rispetto dei protocolli e l’eventuale presenza di carenze igieniche nel reparto di terapia intensiva neonatale.

Indagini in corso e ipotesi di reato

Le salme dei due piccoli sono state congelate in attesa di autopsia. L’ipotesi di reato potrebbe andare dall’omicidio colposo contro ignoti alla responsabilità di singole persone indagate. Nel frattempo, fino a nuovo ordine, nessun altro neonato prematuro verrà ricoverato nel reparto.

La vulnerabilità dei piccoli pazienti

Secondo Pierpaolo Bertoli, dirigente dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, i due neonati erano nati in condizioni critiche – alla 23ª e 27ª settimana di gestazione – e presentavano una naturale fragilità immunitaria. “La presenza di questo batterio è un rischio costante nelle terapie intensive neonatali per la particolare vulnerabilità dei pazienti”, ha spiegato, sottolineando che la sepsi sviluppata è stata fatale.

Le misure adottate dall’ospedale

Il reparto, guidato dal primario Alex Staffler, ha introdotto misure di sicurezza aggiuntive: identificazione delle possibili fonti di infezione, disinfezione completa degli ambienti, controlli intensificati e isolamento dei pazienti. L’assessore alla salute Hubert Messner ha espresso vicinanza alle famiglie, definendo l’evento “una tragedia immensa” e ribadendo la fiducia nella professionalità del team medico.

Un batterio ad alta pericolosità

Lo studio dell’Università di Genova “Serratia marcescens nelle Terapie Intensive Neonatali” evidenzia che il batterio può diffondersi rapidamente nell’ambiente ospedaliero, provocando sepsi, meningite e polmonite nei neonati più fragili, con tassi di mortalità fino al 45%. La trasmissione avviene spesso attraverso le mani del personale sanitario. Un caso simile si era verificato nell’agosto 2018 agli Spedali Civili di Brescia, con la morte di un neonato e altri contagi trattati con successo.

Continua a leggere

Cronache

Inchiesta urbanistica Milano, il Riesame libera Tancredi, Marinoni e Pella: un anno di misure interdittive

Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato i domiciliari a Tancredi, Marinoni e Pella, imponendo un anno di misure interdittive. L’inchiesta sull’urbanistica si allarga e coinvolge anche il direttore generale Malangone.

Pubblicato

del

Il Tribunale del Riesame di Milano ha disposto la scarcerazione di Giancarlo Tancredi, ex assessore alla Rigenerazione urbana, dell’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e del manager Federico Pella, arrestati lo scorso 31 luglio nell’inchiesta sull’urbanistica. Per tutti e tre sono state applicate misure interdittive della durata di un anno.

Le nuove disposizioni

Per Tancredi è stata stabilita la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e il divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Il tribunale ha confermato l’ordinanza del gip Mattia Fiorentini solo per una delle due accuse, riqualificando l’ipotesi in “corruzione per l’esercizio della funzione”. Marinoni e Pella dovranno rispettare il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione e non potranno esercitare la professione di architetto.

Le parole della procura

La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha ribadito che l’inchiesta andrà avanti: “Non perché siamo ossessionati dal fenomeno urbanistico, ma perché la legge ce lo impone. Abbiamo basi solide confermate dal Riesame, Cassazione, Tar e Consiglio di Stato. Il Riesame valuta solo l’aspetto cautelare, non la colpevolezza”.

L’indagine si allarga

Nel frattempo emerge un nuovo indagato: Christian Malangone, direttore generale di Palazzo Marino, accusato di induzione indebita nella vicenda del Pirellino. Il suo nome compare in chat con l’imprenditore Manfredi Catella e con lo stesso Tancredi. Tra i messaggi agli atti, anche uno scambio di gennaio 2024 tra Tancredi e il sindaco Giuseppe Sala, anch’egli indagato, in cui si parlava di “clima pessimo” negli uffici e di “attacco politico che colpisce gli anelli deboli”.

Prossime udienze

La settimana prossima sarà sentito dal Riesame Manfredi Catella, sesto arrestato nell’inchiesta. L’indagine, che riguarda appalti e varianti urbanistiche, continua a intrecciarsi con la politica cittadina e la gestione amministrativa di Milano.

Continua a leggere

Cronache

Accordo tra coniugi, la Cassazione chiarisce: non è un patto prematrimoniale

La Cassazione ha confermato la validità di una scrittura privata tra coniugi di Mantova, chiarendo che non si tratta di un patto prematrimoniale ma di un contratto atipico lecito.

Pubblicato

del

Non si tratta di un patto prematrimoniale ma di un contratto atipico lecito sottoposto a condizione sospensiva. Così la Corte di Cassazione, con una sentenza pubblicata il 21 luglio 2025, ha chiuso il caso di una coppia di Mantova che aveva sottoscritto una scrittura privata per regolare alcuni aspetti patrimoniali in caso di separazione.

A commentare la decisione è l’avvocato matrimonialista Pompilia Rossi, già legale di Fedez nella separazione da Chiara Ferragni: “Non si può parlare neppure impropriamente di accordo prematrimoniale – ha spiegato – poiché la Corte ribadisce la possibilità per i coniugi di disciplinare i rapporti patrimoniali, purché non vengano toccati diritti indisponibili, che restano sotto il controllo dell’autorità giudiziaria”.

Il contenuto della scrittura privata

L’accordo prevedeva che il marito riconoscesse il contributo economico della moglie al pagamento del mutuo per la ristrutturazione dell’appartamento intestato solo a lui. La donna, dal canto suo, rinunciava a beni mobili come imbarcazioni, arredamento dell’abitazione e somme depositate in conto corrente. In caso di fine del matrimonio, era stabilito un risarcimento economico.

Secondo la Cassazione, la validità di simili accordi è ormai un orientamento giurisprudenziale consolidato. Già nel 2024, i giudici avevano precisato che l’unico limite riguarda i patti che incidono sui rapporti personali e patrimoniali relativi a figli minori, i quali devono sempre passare al vaglio del giudice per verificarne la conformità al loro miglior interesse.

Una conferma giurisprudenziale

Per l’avvocata Rossi, la decisione rappresenta una evoluzione naturale di un indirizzo giuridico già esistente. “La scrittura privata sottoscritta dai coniugi è perfettamente lecita – conclude – e rientra nei margini consentiti dalla legge, senza configurare alcun patto prematrimoniale”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto