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Cronache

Maxi risarcimento dopo 80 anni a eredi internato

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Dopo più di 80 anni e una trafila giudiziaria-burocratica, i discendenti di un soldato veneto, internato in un lager dai tedeschi dopo l’8 settembre hanno ottenuto il risarcimento dei danni della prigionia. E l’importo iniziale stabilito dal tribunale, di circa 140.000 euro, poi ricalcolato con gli interessi in 307.000 euro, è stato versato dallo specifico fondo del Ministero dell’economia appositamente costituito nel 2022. Il militare era fra i 700.000 soldati che vennero arrestati dopo l’armistizio del 1943 e internati nei Lager. Venne arrestato a Firenze il 9 settembre 1943 e fu poi deportato in vari campi di lavoro in Germania, dove ha svolto più mansioni, dalla falegnameria all’agricoltura.

I suoi eredi hanno chiesto il risarcimento appellandosi ai tribunali, finché nel 2019 il Giudice monocratico ha condannato la Repubblica Federale di Germania a pagare un indennizzo di 139.369,62 euro, con interessi del 3,5% annuo a partire dalla data della cattura. La somma è rimasta tuttavia bloccata, in base all’applicazione dell’accordo di Bonn del 1961, in cui la Germania versò 80 milioni di marchi all’Italia in cambio dell’indennità contro ogni azione o pretesa legale di cittadini italiani vittime del nazismo.

Però il governo Draghi nel 2022 aveva istituito il “Fondo per il ristoro dei danni subìti dalle vittime di crimini di guerra e contro l’umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il primo settembre 1939 e l’8 maggio 1945” mettendo a carico dello Stato italiano i risarcimenti. Gli eredi del militare veneto hanno così chiesto l’accesso al Fondo il 28 agosto 2023, ottenendo risposta positiva il 14 maggio 2024, ma non il pagamento, per cui è partito un ultimo ricorso al Tribunale amministrativo del Veneto contro il Mef, per ordinare di dare esecuzione alla sentenza del Tribunale civile poiché erano passati 120 giorni dalla sua notifica.

L’udienza davanti ai giudici amministrativi si è tenuta il 29 gennaio scorso, e il Ministero aveva già presentato opposizione a un’eventuale riscossione coatta. Nel frattempo però il 27 dicembre 2024 lo stesso Mef ha provveduto a pagare tutta la cifra, e hanno chiesto che venga dichiarata la cosiddetta “cessazione della materia del contendere”. Dopo 81 anni e tre mesi, la famiglia del soldato veneto deportato ha visto così onorate anche dallo Stato la memoria e le sofferenze del suo caro.

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Cronache

Per i bookmaker Parolin sempre in testa, salgono Zuppi e Turkson

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Meno cinque giorni all’inizio del conclave previsto dal 7 maggio e quote in movimento all’estero, con i bookmaker internazionali impegnati nell’aggiornamento “live” sul successore di Papa Francesco. Ad avanzare nelle ultime ore, riporta Agipronews, sono tre dei principali candidati: il ghanese Peter Turkson, potenzialmente il primo “Papa nero” della storia, è sceso da 7 a 5 su William Hill, seguito da Matteo Zuppi, passato da 9 a 6,50, e da Pierbattista Pizzaballa, ora fissato a 7,50 rispetto all’11 di inizio settimana. Nelle ultime ore però, sta prendendo piede il nome di Jean-Marc Aveline, “protetto” di Bergoglio e come lui un outsider: il francese nuovo Pontefice si gioca a 33. Il preferito dei betting analyst britannici resta ancora Pietro Parolin (foto Imagoeconomica in evidenza): il segretario di Stato Vaticano è ancora in pole a 3,50 volte la posta.

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Sexy raggiri a pensionati soli per derubarli, arrestate 2 donne

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Distraevano gli anziani facendo loro delle avances poi, una volta entrate in casa, li derubavano. Protagoniste due donne di 35 e 31 anni, entrambe romene, arrestate dai carabinieri del comando provinciale di Cagliari con l’accusa di furto. Dopo la convalida, per loro è scattato l’obbligo di dimora nel capoluogo, con il divieto di allontanamento dall’abitazione nelle ore notturne. Diversi i colpi messi a segno con la stessa tecnica nei centri del sud Sardegna ai danni di pensionati che vivono soli. Una tecnica insidiosa, spiegano i militari: “una donna avvicinava l’anziano, lo lusingava con attenzioni e, una volta convinto a farla entrare in casa, lo distraeva con avances sentimentali. Nel frattempo la complice, rimasta fuori dalla vista della vittima, si introduceva nelle altre stanze per impossessarsi dei risparmi custoditi nei cassetti”.

Gli anziani poi, non presentavano alcuna denuncia per vergogna e imbarazzo. Oggi una pattuglia dei carabinieri della stazione di Lunamatrona ha intercettato le due donne all’uscita dell’abitazione di un pensionato di Pauli Arbarei. Le avevano viste entrare in paese e si erano insospettiti. Le due sono state così perquisite: una nascondeva 1.100 euro in contanti, somma che era appena stata sottratta all’anziano.

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Cronache

Verso il conclave, le frasi diventate di uso comune

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Dal tradizionale ‘habemus Papam’ al fisiognomico ‘naso da Papa’, dal prudente ‘chi entra Papa in conclave ne esce cardinale’ al più funereo ‘ogni morte di Papa’. Il conclave, e la successiva elezione del nuovo Pontefice, sono stati da sempre fonte di ispirazione per modi di dire o proverbi entrati ormai nell’uso comune, spesso ironici o descrittivi. Il più ricorrente di tutti è, senza ombra di dubbio, ‘habemus papam’, espressione legata all’annuncio dell’elezione del Pontefice che viene oggi spesso usata per commentare la realizzazione di qualcosa di molto atteso o per dare l’annuncio di una buona notizia. Più sottile è, invece, l’uso di ‘papale papale’, una locuzione che prende spunto dalla tradizionale schiettezza e sincerità delle parole dei Papi.

Con questo termine, infatti, si indica il modo di dire le cose in maniera franca, senza reticenze o mezzi termini. Facendo riferimento alla longevità dei Pontefici, si utilizza in italiano la locuzione ‘ogni morte di Papa’ per sottolineare la rarità di un evento. Nel linguaggio quotidiano, poi, si utilizza ‘morto un Papa se ne fa un altro’ per esprimere l’idea che nessuno è indispensabile e che ogni persona può essere sostituita, così come avviene con i successori di Pietro. Meno frequente, ma pur sempre legato al Vaticano, è l’espressione ‘naso da Papa’ che descrive una persona con un gran fiuto, una grande intuizione, con la capacità di saper leggere fra le righe e destreggiarsi in contesti sociali o politici eterogenei.

I quasi duemila anni della Chiesa cattolica hanno ispirato anche passi letterari, come quello di Machiavelli che in una lettera a Francesco Vettori introdusse il concetto di “domandare se il Papa è in casa”, sottintendendo l’ovvio. Si attribuisce, invece, al poeta toscano Giuseppe Battista Fagiuoli il proverbio “uscire dalla Borsa de’ Papi”, con il significato di sposarsi, diventare marito e, quindi, non poter essere più ‘eleggibile’ come Pontefice. Più sarcastica, infine, è la frase “quando si elegge un Papa i Diavoli non sono a casa loro”, con la quale si lascia intendere che i ‘demoni’ – intesi come forze esterne o sentimenti di egoismo, avidità o corruzione – sono attivi e cercano di interferire nell’elezione del nuovo Pontefice.

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