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Maxi donazione di Musk a Trump per conquistare gli Usa

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Elon Musk è sempre più protagonista della campagna elettorale americana, ma questa volta non c’entrano i suoi post controversi. L’uomo più ricco del mondo, destinato anche a diventare il primo trilionario del pianeta, ha elargito ben 289.000 dollari a Donald Trump, la più alta donazione finora da parte del magnate tech che in passato ha sostenuto sia candidati repubblicani che democratici. Tecnicamente i fondi sono andati al National Republican Congressional Committee, il comitato dei repubblicani alla Camera, attraverso una raccolta organizzata dal deputato della California Ken Calvert.

Ma in cima alla lista delle generose donazioni del patron di Tesla c’è America Pac, il super comitato elettorale che ha un ruolo fondamentale nella corsa alla Casa Bianca e che può accettare importi illimitati da donatori individuali. E’ probabile che Musk gli abbia elargito più dello stesso Comitato nazionale dei repubblicani, ma la cifra esatta si saprà solo il 15 ottobre, quando il super Pac rivelerà le sue attività finanziarie trimestrali. Quanti soldi il quasi trilionario investirà in totale nelle elezioni rimane comunque una questione aperta. A luglio, il Wall Street Journal aveva rivelato che l’intenzione era 45 milioni di dollari al mese per aiutare Trump a conquistare la Casa Bianca, notizia poi smentita dallo stesso Musk.

Nonostante l’afflusso di denaro ad agosto, il Comitato nazionale ha raccolto solo 9,7 milioni contro i 22,2 milioni di dollari dei democratici. Tra fiumi di denaro e flussi di coscienza su X, un altro segnale che il coinvolgimento politico del proprietario del social media è decisamente aumentato nelle ultime settimane e potrebbe non finire a novembre è l’assunzione di Chris Young come consulente politico a fine agosto. Nome noto tra i repubblicani e veterano delle campagne elettorali, secondo gli esperti Young si è unito alla squadra di Musk, che comprenderebbe anche l’ex speaker della Camera Kevin McCarthy, per dare maggiore concretezza all’avventura politica del magnate, fino a oggi più che altro un divertissement.

Intanto, oltre all’indagine del Secret Service sull’ormai famigerato post sui mancati attentati contro Joe Biden e Kamala Harris, Musk rischia di ricevere una sanzione dalla Sec per non essersi presentato, ancora una volta, a testimoniare. Si tratta dell’indagine della Consob americana sull’operazione d’acquisto di Twitter per 44 miliardi di dollari e l’udienza era prevista a Los Angeles lo scorso 10 settembre. All’ultimo minuto, tuttavia, uno degli avvocati del patron di Tesla ha fatto sapere che non si sarebbe presentato per un viaggio “urgente” a Cape Canaveral, in Florida, in occasione del lancio di Polaris Dawn.

“La Corte deve chiarire che queste tattiche devono cessare”, hanno scritto gli avvocati del regolatore nella dichiarazione presentata in tribunale. L’incidente segna l’ennesimo scontro tra l’uomo più ricco del mondo e la Sec, che negli ultimi dieci anni hanno avuto un rapporto a dir poco conflittuale. Il caso più noto quello del tweet di Musk del 2018 sull’accordo per privatizzare Tesla a 420 dollari per azione che per la Consob americana era fuorviante. Il proprietario di X alla fine fu costretto a pagare una multa da 20 milioni di dollari.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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