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Mare Fuori, serie cult young, ecco la terza stagione

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Si riaprono le porte dell’Istituto penitenziario minorile guidato dalla brava Carolina Crescentini (Paola Vinci) a capo di un gruppo di giovani e sorprendenti attori che a sorpresa, dopo una partenza incerta, ha spopolato tra il pubblico grazie al passaparola tra i giovanissimi, diventando una vera e propria serie cult sulla piattaforma streaming RaiPlay (con 54 milioni di visualizzazioni, per un totale 19 milioni e 111 mila ore viste, la dimostrazione, per l’ad Rai Carlo Fuortes, che “la Rai parla ai giovani che cercano i suoi prodotti”) ma non solo. La terza stagione di Mare Fuori è in arrivo su RaiPlay dal 1° febbraio e su Rai 2 dal 15 dello stesse mese. Nel cast troveremo nuovamente Carolina Crescentini, Carmine Recano, Nicolas Maupas, Massimiliano Caiazzo, Vincenzo Ferrera, Antonio De Matteo, Anna Amirati, Valentina Romani, Matteo Paolillo, insieme a molti altri, con alcune new entry, tra cui Lucrezia Guidone. Sempre sulla piattaforma Rai verranno riproposte le prime due stagioni per permettere al pubblico di non perdere quel fil rouge che le lega indissolubilmente.

Diventata un fenomeno da milioni di visualizzazioni, Mare fuori 3 presenterà nuove trame, colpi di scena, ma anche personaggi pronti a sorprenderci, così come inedite storie d’amore che faranno sognare. La serie tv è una coproduzione Rai Fiction – Picomedia, prodotta da Roberto Sessa. Da un’idea di Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu, ritroverà i suoi volti più amati presentandone di nuovi al pubblico. La regia è ora affidata a Ivan Silvestrini,che ha già firmato serie tv come Zero e Lontano da te. Nella terza stagione di Mare fuori i protagonisti sono cresciuti e molti di loro si trovano a dover scegliere come affrontare il loro ruolo di adulti nel mondo. La scoperta dell’amore è la rotta che li conduce alla scoperta di nuovi aspetti di sé stessi, continenti sinora inesplorati.

Qualcuno di loro si troverà perso a causa di questa emozione sconosciuta, qualcun altro invece vivrà questo sentimento come fosse un faro nella notte e si farà guidare dalla sua luce abbagliante. Nuovi personaggi faranno il loro ingresso nell’IPM, come Giulia, una trapper appartenente ad una gang milanese. O i fratelli Di Meo che insieme a Dobermann, un amico extracomunitario di colore, entrano in prigione per aver devastato un ospedale. Dice Carolina Crescentini: “La rigidità di Paola è già stata smussata, ha imparato a capire i ragazzi, che si fidano di lei. Una fiducia che potrebbe portare dei problemi… C’è corrispondenza tra le emozioni di Paola e le mie”. Sul successo della serie dice: “Mare fuori era un progetto nuovo per diversi aspetti, dalle tematiche a quello che in Italia eravamo pronti a vedere. Il pubblico lo ha recepito”.

Sottolinea Carmine Recano: “Massimo dovrà affrontare il senso di colpa dovuto alla rottura con la moglie ed il distacco con il figlio. È un viaggio introspettivo che lo porterà a capire i sentimenti verso Paola”. Aggiunge Valentina Romani: “Naditza deve imparare a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ora deve crescere. Lei è un ossimoro, perché scappa da una condizione libera per stare dentro al penitenziario si sente protetta. È un personaggio anche molto divertente, ed è una sognatrice”. E Nicolas Maupas: “I nostri personaggi sono in una fase di cambiamento, tutti quanti abbiamo la possibilità di fare una scelta”. Fa notare Massimiliano Caiazzo: “È stato un anno catartico per il mio personaggio, per la possibilità di essere entrato in un processo di perdono.

Trova la spazio per nuove forme d’amore”. A cantare la sigla “‘O Mar For” è Matteo Paolillo, uno dei protagonisti nel ruolo di Edoardo, e durante la conferenza a Viale Mazzini è emerso il sogno dei ragazzi: interpretare la sigla a Sanremo, sul palco dell’Ariston, come ospiti. Fuortes, presente alla conferenza stampa, ha detto: “Faremo di tutto perché accada”. A lanciare l’appello alla Rai per i giovani attori è stato Riccardo Sessa: “Questi ragazzi sognano di andare a Sanremo 2023 per cantare la sigla di Mare Fuori”.

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Peppino di Capri, compie 85 anni lo chansonnier napoletano

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Champagne per Peppino di Capri: compie 85 anni sabato 27 luglio uno dei grandi interpreti italiani più amati nel mondo, il primo ‘rivoluzionario’ della canzone napoletana, oltre 65 anni di carriera che si ha sempre voglia di festeggiare. Un compleanno che Peppino, già entrato da tempo nella storia della musica con i suoi quindici Sanremo coronati da due vittorie e il premio alla carriera del 2023, trascorrerà con gli affetti e gli amici più cari sull’amata isola pregustando un ‘regalo’ davvero speciale. La sua straordinaria vita artistica sarà raccontata nella attesa fiction Rai, il cui titolo non poteva che essere che ‘Champagne’, brano evergreen per antonomasia da oltre mezzo secolo.

Le riprese del film tv dureranno cinque settimane con set tra l’isola azzurra e Napoli e partiranno già a settembre. E proprio in questi giorni, fino al 4 agosto, è stato aperto il casting per cercare un ‘enfant prodige’ del pianoforte tra i cinque e gli otto anni, per impersonare il piccolissimo Giuseppe Faiella, questo il vero nome del cantante, che già nel 1943 si esibiva per le truppe americane di stanza a Capri durante la seconda guerra mondiale. La fiction, produzione Rai con O’ Groove, sarà diretta da Cinzia TH Torrini, regista che ha già firmato con successo il film dedicato a Gianna Nannini ‘Sei nell’anima’. E proprio per l’ultimo album della Nannini, che adora Peppino e il suo swing, di Capri ha firmato il brano ‘Stupida emozione’.

Un’onda di affetto, stima e popolarità che si rinnova ad ogni apparizione quella verso l’interprete di decine di successi: dalla fine degli anni ’50, lanciando nuovi classici come ‘Malatia’ all’esperienza con i Beatles nello storico concerto di Milano nel 1965, dalle vittorie sanremesi alle tante hit firmate da Mimmo di Francia, non solo ‘Champagne’ ma anche ‘Tu’ a ‘Me chiamm ammore’, ‘Magari’. Le sue canzoni, dall’immortale ‘Roberta’ a ‘Let’s twist again’ (il disco più venduto) ma soprattutto la voce dal timbro unico, hanno segnato un’epoca che non passa di moda, oltre a ricordi, e amori, di almeno tre generazioni. Come è accaduto lo scorso giugno quando l’artista è stato abbracciato dal pubblico di piazza Plebiscito, ospite del concerto di Renato Zero. Insieme hanno cantato ‘Luna caprese’, inedita delizia che gli assenti possono gustare grazie ai social ufficiali di Peppino. Tra gli omaggi per gli 85 anni in arrivo anche quello di ‘Felicità – La stagione della famiglia’, il magazine su Rai2 di Pascal Vicedomini in onda il sabato alle 12.

Ma la festa per lo splendido 85enne continuerà. Marisa Laurito, direttrice artistica del Trianon Viviani, ha deciso di aprire la prossima stagione del suo teatro della Canzone napoletana nel cuore di Forcella, venerdì 25 ottobre con una serata speciale dedicata a Peppino di Capri che riunirà numerosi artisti. Tra le prime adesioni che sono pervenute a Laurito che sta organizzando l’appuntamento speciale ci sono infatti Peppe Barra, Eugenio Bennato, Rosa Chiodo, Tullio De Piscopo, Christian De Sica, Enzo Gragnaniello, Lorenzo Hengeller, Pietra Montecorvino e Lina Sastri.

 

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John Mayall, leggenda del blues britannico, è morto a 90 anni

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John Mayall, il pioniere del blues britannico il cui collettivo musicale degli anni ’60, i Bluesbreakers, contribuì a inaugurare un periodo fertile per il rock e portò alla ribalta chitarristi come Eric Clapton, è morto all’età di 90 anni. Lo ha annunciato la sua famiglia. Mayall, cantante e polistrumentista soprannominato “il padrino del blues britannico” e arrangiatore di alcuni dei più grandi del genere dell’epoca, “è morto pacificamente nella sua casa in California”, ha pubblicato la famiglia su Facebook, senza specificare la causa della morte.

“I problemi di salute che hanno costretto John a porre fine alla sua epica carriera in tournée hanno finalmente portato la pace per uno dei più grandi guerrieri della strada di questo mondo”, si legge. “John Mayall ci ha regalato 90 anni di instancabili sforzi per educare, ispirare e intrattenere.” L’influenza di Mayall sul rock degli anni ’60 e oltre è enorme. I membri dei Bluesbreakers alla fine si unirono o formarono gruppi tra cui Cream, Fleetwood Mac, Rolling Stones e molti altri. All’età di 30 anni, nel 1963, Mayall si trasferì a Londra dal nord dell’Inghilterra.

Sentendo la rivoluzione nell’aria, abbandonò la sua professione di grafico per abbracciare una carriera nel blues, lo stile musicale nato nell’America nera. Ha collaborato con una serie di giovani chitarristi tra cui Clapton, Peter Green, poi dei Fleetwood Mac, e Mick Taylor che ha contribuito a formare i Rolling Stones. Mayall si trasferì in California nel 1968 e fece un lungo tour in America nel 1972. Negli anni ’60 registrò numerosi album storici tra cui “Crusade”, “A Hard Road” e “Blues From Laurel Canyon”. Ne seguirono altre decine negli anni ’70 e fino al suo ultimo, “The Sun Is Shining Down”, nel 2022. Mayall è stato insignito di un OBE, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico, nel 2005.

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Addio a Pierluigi ‘Tricò’, lo stilista delle dive

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È morto ieri mattina a Roma, al Policlinico Gemelli, Pierluigi Scazzola in arte Tricò, stilista delle dive che aveva portato Roma alla ribalta internazionale. Nel suo atelier, le sue creazioni in maglia avevano fasciato donne di bellezza divina come Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Lauren Bacall, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca. Era nato a Roma il 21 giugno 1931, scompare il 22 luglio del 2024 a 93 anni. I funerali si terranno domani mattina alle 10.30 nella chiesa di Piazza del Popolo. La sua storia è diventata appena tre anni fa un libro firmato dal nipote Andrea Scazzola e da Francesca Romana Carpentieri, ‘Tricò. lo stilista delle regine’ (Mazzanti Libri).

Tutto parte dall’infanzia dei fratelli Scazzola, ovvero Pierluigi, che frequenta il liceo classico al Convitto nazionale e il fratello Luciano che morirà a 55 anni, matita e anima amministrativa, poi i genitori Giulio e Bianca, e la cognata Fiorenza senza la cui intraprendenza e competenza nulla sarebbe stato uguale. Tutto questo sarà Trico’, ovvero il marchio che diventa una prima autonoma boutique nel 1961 con l’apertura dell’atelier a Via Gianturco, che da quel primo salotto del Flaminio con l’arazzo vola sulla pelle delle donne più belle e famose del mondo a segnarne le curve con eleganza e personalità, coniugando trasgressiva innovazione a semplicità classica. Pierluigi, si sa, non amava la filosofia, preferiva piuttosto disegnare figurine esili di donne sui bordi del libro e dopo diversi anni di studio e di lavoro quella diventerà finalmente la sua vita, ma prima dovrà provare la strada di una laurea in giurisprudenza e un impiego all’Inpdai.

E la magia vuole che dal primo abito, semplicissimo ed unico insieme, creato per la contessa Consuelo Crespi, sia proprio la maglia ad entrare nel dna dello stilista e delle sue collezioni che conquistano il mondo. La prima sfilata alla Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma, allora diretta da Palma Bucarelli, signora dell’arte che da subito aveva creduto in quel ragazzo alto e magro come una scultura di Giacometti. Poi il salto a Parigi grazie a Irene Brin che lo porta sulla passerella di Pierre Cardin. L’apice del successo arriverà a metà degli anni Sessanta, conquistando Parigi, Mosca, New York, per tornare a scendere dalla scalinata di Trinità de’ Monti a Roma. Insomma il Made in Italy è entrato nella leggenda anche grazie a Tricò.

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