Collegati con noi

Sport

Maradona in panchina. Hugo, il fratello di Diego allena il Real Parete, una squadra di terza categoria del Casertano

Pubblicato

del

Maradona è approdato sulla panchina del Real Parete, squadra di terza categoria del Casertano. Ma non si tratta di Diego Armando, attualmente allenatore in Messico dei Dorados, bensì del fratello Hugo Hernan. Il fratello del Pibe de Oro già ieri ha calcato il prato dello stadio comunale ‘Don Antonio Basco’ per dirigere il primo allenamento della nuova squadra con la quale domenica esordirà ufficialmente. Hugo Maradona ha giocato in diversi campionati, tra cui Giappone, Italia, Spagna, Austria e Argentina. Nel 1987 disputò il Mondiale Under-16 con l’Argentina giocato in Cina.

In quello stesso anno fu acquistato su pressione del fratello Diego dal Napoli, che lo girò subito in prestito all’Ascoli allora militante in Serie A. Giocò con la squadra marchigiana 13 partite senza segnare reti e venne ceduto al termine della stagione al Rayo Vallecano in Spagna. Nel 1989 fu ceduto al Rapid Vienna, e dopo quest’esperienza tornò in Sud America, in Venezuela. Giocò anche in J-League (campionato giapponese) dal 1992 al 1995 e nella stagione 1996-1997.  Da allenatore ha diretto nel Napoletano una scuola di calcio, la Mariano Keller. Nella stagione 2004-2005 ha allenato il Puerto Rico Islanders, società portoricana militante nel massimo campionato. Dopo la sua autocandidatura fallita alla panchina del calcio Napoli del 2012, ha allenato il Boys Quarto ed ora l’esperienza a Parete. Per dare lustro alla neonata società della provincia di Caserta.

Advertisement

Sport

Milan settimana cruciale, a Roma vale una stagione

Pubblicato

del

Un altro volto, un’altra pelle. Il Milan all’Olimpico, con una sola partita, si gioca l’intera stagione e lo fa dovendo recuperare anche lo svantaggio dell’andata, la sconfitta subita a San Siro solo una settimana fa nei quarti d’andata di Europa League. Servirà più attenzione, più fame e grinta, servirà preparare la partita ipotizzando varianti tattiche per espugnare Roma e centrare la qualificazione. La delusione di giovedì scorso brucia ancora e il pareggio di Reggio Emilia non ha dissolto i dubbi. In cinque giorni il Milan dovrà dimostrare tutto il suo valore sia nei quarti di ritorno di Europa League che in un derby che può assegnare lo scudetto all’Inter in caso di sconfitta.

Perdere con la Roma e con i cugini nerazzurri sarebbe uno smacco difficile da sopportare. Qualcosa nella formazione iniziale cambierà per forza. Fikayo Tomori rientra dalla squalifica e prenderà il suo posto tra i due centrali. Thiaw è tornato ad allenarsi in gruppo mentre Kjaer probabilmente non sarà a disposizione. “Possiamo giocare meglio, abbiamo grandi campioni, spero e sono sicuro che Leao, Theo, ma anche Giroud, Pulisic e tutti i nostri campioni faranno vedere di che pasta sono fatti”, assicura l’ad rossonero Giorgio Furlani a Dazn. I big in rosa devono rendere, perché se è vero come ha detto Furlani che non si può giudicare il lavoro di Stefano Pioli da una sola partita, è altrettanto vero che ci sono match decisivi che valgono un’annata intera. E quello di Roma, dopo che il sogno Champions si è infranto ai gironi e lo scudetto verrà celebrato dall’Inter, diventa lo scontro decisivo per il futuro della panchina rossonera.

“È presto per fare un bilancio, vediamo come va questo ultimo mese”, spiega Furlani. Le decisioni comunque le prende Gerry Cardinale che si è più volte definito “insoddisfatto” dei risultati ottenuti. Poi a prendere parte alle scelte del lato sportivo è Zlatan Ibrahimovic. “Ha molta influenza”, ammette l’ad. Uscire dalla Champions, nel girone di ferro capitato al Milan, è comprensibile, essere eliminati dalla Roma, no. Servirà aggressività e il giusto approccio all’Olimpico. “Uniti verso l’obiettivo”, scrive sui social Theo Hernandez postato una foto che lo ritrae sereno e sorridente. In porta tornerà Mike Maignan dopo aver saltato precauzionalmente la partita contro il Sassuolo per un affaticamento. Troppo importante la sfida di giovedì per rischiare. E per vincere servirà il miglior Milan, pronto a dare tutto per tornare a sollevare un trofeo.

Continua a leggere

Cronache

Morto Mattia, calciatore s’era sentito male in campo

Pubblicato

del

Aveva appena fatto un tiro in porta, poi si è messo la mano sul petto ed è crollato a terra durante la partita di ieri pomeriggio del campionato di Eccellenza toscana tra Lanciotto e Castelfiorentino United a Campi Bisenzio (Firenze). Mattia Giani, 26 anni, attaccante della squadra in trasferta, è morto questa mattina all’ospedale di Careggi. Il suo cuore aveva smesso di battere per alcuni minuti, le condizioni erano subito apparse gravissime. Il primo a soccorrerlo il massaggiatore del Castelfiorentino che ha iniziato le manovre rianimatorie, poi c’è stato l’intervento del 118 e il trasporto disperato in ospedale.

Però proprio sui tempi dei soccorsi da parte del sistema di emergenza c’è chi avanza dubbi. Secondo ricostruzioni, non ci sarebbe stata un’ambulanza allo stadio. Il capogruppo delle liste di centrodestra Paolo Gandola a Campi chiede di “verificare se i soccorsi del 118 siano stati tempestivi”. Giorgio Mulé, vicepresidente della Camera e deputato Forza Italia, annuncia un’interrogazione perché “allo stadio di Campi Bisenzio c’era un defibrillatore ma pare non fosse a bordo campo come doveva”. La senatrice di Iv Daniela Sbrollini ha annunciato un’interrogazione al ministro Abodi per far luce sui “casi di malori in campo in particolare nei campionati minori” che si sarebbero “moltiplicati”.

“Ieri si è accasciato in campo N’Dicka della Roma ma ricordiamo tutti Astori e Morosini. Fino a quale limite sono portati i giocatori negli allenamenti? Come avvengono realmente le visite mediche? Esiste un percorso di assistenza?”. Intanto per Mattia Giani è stato disposto il riscontro diagnostico. La sua morte ha sconvolto il mondo dello sport toscano e italiano a poche ore dal malore, fortunatamente senza conseguenze, di Evan N’Dicka durante Udinese-Roma. Il presidente della Figc Gravina ha disposto un minuto di raccoglimento prima dell’inizio delle gare su tutti i campi in programma oggi e per il fine settimana. Giani, era di Ponte a Egola (Pisa) e aveva dedicato una parte della vita al calcio.

La sorte ha voluto che la partita di ieri fosse quella del rientro sui campi di gioco dopo un brutto infortunio. Era cresciuto nelle giovanili dell’Empoli e poi in quelle del Pisa. Nella sua carriera ha indossato la maglia di Grosseto, Real Querceta e Tuttocuoio giocando anche in serie D. Cordoglio anche dalla Fiorentina, dal Pisa e dall’Empoli. Era un conoscente stretto di Gianluca Mancini, difensore toscano della Roma e della Nazionale che sui social ha manifestato la sua vicinanza per l’accaduto con un “Ciao Matti”. Il sindaco Simone Giglioli del suo comune, San Miniato, paragona la vicenda alle “tragedie di Morosini e Astori”, il dolore di vedere ragazzi che trovano la morte nel campo da gioco è una tragedia nella tragedia”.

Continua a leggere

Sport

Ndicka dimesso e a Roma nuovi test, club ‘trauma toracico’

Pubblicato

del

Evan Ndicka torna a casa e la grande paura di ieri sera si trasforma in un lungo sospiro di sollievo. Il centrale giallorosso è stato dimesso oggi dopo il ricovero d’urgenza all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine a seguito del malore avuto al 72′ di Udinese-Roma. Una fitta al petto che ha spaventato tutti. Ma già le prime visite svolte al suo arrivo in ospedale avevano escluso che fosse in pericolo di vita, quelle sostenute questa mattina invece hanno fugato ogni dubbio circa eventuali complicazioni che potevano emergere.

Il giocatore, infatti, ha passato la notte in modo tranquillo, aspettando l’ok per le dimissioni. Il bollettino medico è stato poi affidato al club giallorosso che parla di un quadro clinico compatibile con un “trauma toracico con minimo pneumotorace sinistro”. Dunque nessun infarto o problema cardiaco come scongiurato dagli esami primo e secondo livello che escludono la presenza di patologie cardiache. A Roma sosterrà ulteriori accertamenti, ma oggi è ancora difficile delineare dei tempi di recupero che saranno stimati con più precisione nei prossimi giorni.

Nel frattempo da ieri sera il difensore continua a ricevere l’abbraccio dei suoi compagni di squadra, accorsi in ospedale prima di rientrare nella capitale. E c’era chi come Aouar aveva già detto alla società di voler restare al fianco del difensore, salvo poi venir rassicurato dai dirigenti dopo che la Ceo, Lina Soulokou, il tecnico De Rossi e capitan Pellegrini erano riusciti a parlare con Ndicka che aveva confermato di sentirsi bene. Fino a poco prima delle dimissioni, a fare compagnia al calciatore c’era il difensore e connazionale ivoriano Hassane Kamara. E se il presidente del Coni, Giovani Malagò, si complimenta con tutti per la gestione dell’emergenza, il n.1 dell’Aia parla di “un bel momento di sport” fra le due squadre.

Non manca però qualche polemica, come quella nata dal tweet di Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato. “Questi episodi sono troppo frequenti e va fatta chiarezza sulle dimensioni numeriche e sulle cause”, il post su X che ha chiamato la replica del professor Burioni che ha definito il comportamento del senatore “irresponsabile”, aggiungendo che “i numeri sono concordi nell’escludere qualunque correlazione tra vaccinazione e malori cardiaci”. Mentre la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, vuole presentare un’interrogazione al ministro Abodi sul caso Mattia Giani, il calciatore del Castelfiorentino venuto a mancare, e quanto successo a Ndicka.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto