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Corona Virus

Lotta al coronavirus, non solo i decreti del Governo ma anche le ordinanze regione per regione

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Ci sono le restrizioni decise dal Governo, con la chiusura della attività non essenziali fino al 3 aprile, che vanno a incidere su una realtà già regolata però dalle singole regioni. Con la Lombardia che ha già esteso la chiusura di tutto, dai ristoranti alle scuole, al 15 aprile. Ma non ha fermato i supermercati la domenica, come invece Emilia-Romagna, Veneto e Friuli o Sicilia. Insomma siamo ad una babele di norme su cui proviamo a fare chiarezza illustrando i provvedimenti delle singole regioni che hanno dato una stretta maggiore rispetto.

  • LOMBARDIA – Fino al 15 aprile divieto di assembramento di piu’ di 2 persone nei luoghi pubblici e sanzione di 5.000 euro per chi lo viola. Chiusi gli studi professionali salvo attivita’ per servizi indifferibili in scadenza. Fermo dei cantieri, tranne casi particolari. Stop degli uffici delle amministrazioni pubbliche, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilita’. Chiuse le strutture ricettive, sospesi i mercati settimanali scoperti.
  • PIEMONTE – Fino al 3 aprile limiti ai mercati e nei negozi dei generi di prima necessita’: un accesso per un solo componente del nucleo familiare. Chiusi gli uffici pubblici e gli studi professionali. Vietati sosta e assembramento davanti ai distributori automatici; fermo di quasi tutti i cantieri.
  • LIGURIA – Vietato fino al 3 aprile ogni accesso alle aree individuate dai sindaci come a rischio di assembramento e lo spostamento verso le seconde case. Il sindaco di Genova ha proibito parchi, spiagge e tutte le aree sul mare.
  • EMILIA-ROMAGNA – E’ di ieri la chiusura dei supermercati e delle attivita’ commerciali la domenica, fino al 3 aprile. Sono chiusi i parchi e si gira in bici o a piedi solo per lavoro o necessita’. Attivita’ motorie in prossimita’ della propria abitazione. Provvedimenti piu’ stringenti per il Riminese.
  • VENETO – Fino al 3 aprile chiusura di parchi e giardini pubblici. L’uso della bici e lo spostamento a piedi e’ limitato a 200 metri da casa. Nessuna limitazione alla spesa o all’acquisto di farmaci, ma alimentari e supermercati chiusi nei festivi.
  • TRENTINO – Vietato andare sui sentieri e a fare legna: in campo ci sono 120 forestali per far rispettare le regole.
  • FRIULI VENEZIA GIULIA – Da oggi tutti gli esercizi commerciali, fatte salve alcune eccezioni, resteranno chiusi ogni domenica, fino al 3 aprile. Divieto di attivita’ motorie o sportive.
  • VAL D’AOSTA – Anche qui stop a attivita’ motoria, a piedi e in bicicletta, e chiusura dei cantieri, tranne quelli necessari. Lo spostamento e’ consentito solo per lavoro, necessita’ o salute. E’ stata disposta anche la chiusura di parchi e giardini.
  • TOSCANA – Sospensione dell’attivita’ dei centri diurni per anziani e per disabili. Obbligo per chi fa ingresso in Toscana da zone a rischio di informare l’Asl e svolgere isolamento.
  • LAZIO – La Regione si attiene ai dpcm del governo. Fondi, Comune con un picco di coronavirus, e’ stata dichiarata zona rossa. Orari di apertura dei negozi, 8.30-19 dal lunedi’ al sabato e 8.30-15 la domenica (ma i piccoli Comuni possono anticipare).
  • MARCHE – E’ di pochi giorni fa la chiusura di spiagge, parchi e l’obbligo di muoversi al massimo vicino alla propria abitazione per passeggiate ‘di salute’.
  • ABRUZZO – Attivazione delle Unita’ speciali di continuita’ assistenziale per che gestiranno i pazienti Covid-19 in isolamento, zona rossa in sei comuni, cinque del Teramano e uno del Pescarese. Riduzioni del trasporto pubblico.
  • MOLISE – I Comuni di Riccia e Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso e quelli Pozzilli e Venafro, in provincia di Isernia, sono zone rosse.
  • CALABRIA – Regione ‘chiusa’ fino al 3 aprile per l’ordinanza del governatore Jole Santelli. Divieto di spostamento delle persone fisiche in entrata e in uscita dal territorio. Si puo’ solo per spostamenti derivanti da comprovate esigenze.
  • PUGLIA – Il 14 marzo il governatore Emiliano ha esteso l’obbligo di segnalare il proprio rientro e la quarantena a tutti coloro che arrivano da fuori Regione, da ogni parte di Italia o del mondo, non piu’ solo da nord Italia.
  • CAMPANIA – Quarantena per chi venga trovato fuori casa senza validi motivi, blocco di cantieri privati e pubblici non essenziali. ‘Zona rossa’ per cinque comuni. Gia’ fermi coiffeur, piscine, centri benessere, parchi e cibo da asporto.
  • SICILIA – Tutti gli esercizi commerciali attualmente autorizzati, a eccezione di farmacie di turno ed edicole, chiusi la domenica. Si potra’ uscire una sola volta al giorno per gli acquisti essenziali, a eccezione dei farmaci.
  • SARDEGNA – Dalla quarantena con sorveglianza attiva di 14 giorni per i soggetti che avessero avuto contatti stretti con casi positivi da Covid-19 si e’ passati allo lo stop sino al 25 marzo ai viaggi dei passeggeri su navi e aerei in partenza e in arrivo. Controlli nei porti e aeroporti con termoscanner.

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Covid-19 e genetica: uno studio italiano spiega perché il virus ha colpito più il Nord che il Sud

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Un team di scienziati italiani ha scoperto un legame tra genetica e diffusione del Covid-19, individuando alcuni geni che avrebbero reso alcune popolazioni più vulnerabili alla malattia e altre più resistenti.

Come stabilire chi ha maggiore probabilità di sviluppare il Covid-19 in forma grave? E perché la pandemia ha colpito in modo più violento alcune zone d’Italia rispetto ad altre? A queste domande ha risposto uno studio multidisciplinareguidato dal professor Antonio Giordano, direttore dell’Istituto Sbarro di Philadelphia per la Ricerca sul Cancro e la Medicina Molecolare, in collaborazione con epidemiologi, patologi, immunologi e oncologi.

Dallo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Translational Medicine, emerge che la predisposizione genetica potrebbe aver giocato un ruolo determinante nella diffusione e nella gravità del Covid-19.

Il ruolo delle molecole Hla nella risposta immunitaria

Il metodo sviluppato dai ricercatori ha permesso di individuare le molecole Hla, ovvero quei geni responsabili del rigetto nei trapianti, come indicatori della capacità di un individuo di resistere o soccombere alla malattia.

“È dalla qualità di queste molecole che dipende la capacità del nostro sistema immunitario di fornire una risposta efficace, o al contrario di soccombere alla malattia”, ha spiegato Pierpaolo Correale, capo dell’Unità di Oncologia Medica dell’ospedale Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria.

Lo studio ha dimostrato che chi possiede molecole Hla di maggiore qualità ha più possibilità di combattere il virus e sviluppare una forma più lieve della malattia. Questo metodo, inoltre, potrebbe essere applicato anche ad altre malattie infettive, oncologiche e autoimmunitarie.

Perché il Covid ha colpito più il Nord Italia? Questione di genetica

Uno dei dati più interessanti dello studio riguarda la distribuzione geografica delle molecole Hla in Italia. I ricercatori hanno scoperto che alcuni alleli (varianti genetiche) sono più diffusi in certe zone del Paese, influenzando così l’impatto della pandemia.

Secondo lo studio, la minore incidenza del Covid-19 nelle regioni del Sud rispetto a quelle del Nord potrebbe essere dovuta a una specifica eredità genetica.

Tra le ipotesi vi è quella di un virus antesignano del Covid-19 che si sarebbe diffuso migliaia di anni fa nell’area che oggi corrisponde alla Calabria, “immunizzando” in qualche modo i discendenti di quelle terre.”

Lo studio: 525 pazienti analizzati tra Calabria e Campania

La ricerca ha preso in esame tutti i casi di Covid registrati in Italia nella banca dati dell’Istituto Superiore di Sanità, oltre a 75 malati ricoverati negli ospedali di Reggio Calabria e Napoli (Cotugno), e 450 pazienti donatori sani.

I risultati hanno evidenziato che:

  • Gli Hla-C01 e Hla-B44 sono stati individuati come geni associati a maggiore rischio di infezione e malattia grave.
  • Dopo la prima ondata pandemica, questa associazione è scomparsa.
  • L’allele Hla-B*49, invece, si è rivelato un fattore protettivo.

Uno studio rivoluzionario con implicazioni future

Questa scoperta non solo aiuta a comprendere la diffusione del Covid-19, ma potrebbe anche essere utilizzata in futuro per prevenire altre pandemie, individuando le popolazioni più a rischio e quelle più protette.

Un lavoro che apre nuove strade nel campo della medicina personalizzata, dimostrando che genetica e ambiente possono influenzare l’evoluzione di una malattia a livello globale.

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Covid-19, cinque anni dopo: cosa è cambiato e quali lezioni abbiamo imparato

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Cinque anni fa, l’Italia si fermava. L’8 marzo 2020, l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciava il primo lockdown totale della storia repubblicana. Un provvedimento drastico, nato dall’esplosione dei contagi da Covid-19, che costrinse il Paese a chiudere in casa 60 milioni di persone, con l’unica concessione delle uscite per necessità primarie.

L’Italia è stato uno dei primi paesi occidentali ad affrontare un impatto devastante del virus. Il primo caso ufficiale venne individuato nel paziente zero di Codogno, Mattia Maestri, mentre il primo decesso fu registrato il 21 febbraio 2020 con la morte di Adriano Trevisan a Vo’ Euganeo.

Nei giorni successivi, il Paese assistette a scene che rimarranno impresse nella memoria collettiva: ospedali al collasso, città deserte, striscioni con “andrà tutto bene” esposti sui balconi, mentre nelle province più colpite, come Bergamo, i camion dell’esercito trasportavano le bare delle vittime.

Con il Vaccine Day del 27 dicembre 2020, l’arrivo dei vaccini segnò l’inizio della campagna di immunizzazione di massa, accompagnata dall’introduzione del Green Pass, che portò a feroci polemiche e alla nascita di movimenti No-Vax. Il 31 marzo 2022 venne dichiarata la fine dello stato di emergenza in Italia, mentre il 5 maggio 2023 l’OMS decretò la conclusione della pandemia a livello globale.

Il nuovo approccio alla gestione delle pandemie

Cinque anni dopo il lockdown, il governo Meloni ha rivisto il piano pandemico nazionale, con l’introduzione di nuove regole che limitano l’uso di misure restrittive. I DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri), usati ampiamente durante il governo Conte per imporre limitazioni agli spostamenti e alle attività economiche, non saranno più utilizzati, sostituiti da una gestione più parlamentare dell’emergenza.

Inoltre, il 25 gennaio 2024 è entrato in vigore il decreto che ha abolito le multe per chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale, un provvedimento che ha riacceso il dibattito su come è stata affrontata la pandemia e sui diritti individuali.

La commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza

Uno dei segnali più evidenti della volontà di rivalutare le scelte fatte è l’istituzione della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia, approvata il 14 febbraio 2024. La commissione ha già tenuto 24 audizioni, ascoltando esperti, rappresentanti istituzionali e figure chiave della crisi sanitaria, come l’ex commissario straordinario Domenico Arcuri, assolto di recente per l’inchiesta sulle mascherine importate dalla Cina.

A cinque anni di distanza: quali lezioni?

La pandemia ha lasciato un segno profondo sulla società italiana e ha messo in discussione il modello di gestione delle emergenze. Se da un lato c’è chi sostiene che le restrizioni fossero necessarie per salvare vite umane, dall’altro si solleva il dibattito su quanto fossero proporzionate e su eventuali errori di valutazione nelle misure adottate.

Oggi, il nuovo piano pandemico riconosce la necessità di una maggiore trasparenza e coinvolgimento del Parlamento, evitando misure straordinarie come quelle imposte con i DPCM. Ma l’eredità di quei mesi resta incisa nella memoria collettiva: l’Italia che si fermava, i bollettini quotidiani, i medici in prima linea e il ritorno, lento e faticoso, alla normalità.

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Covid: tra Natale e Capodanno scendono casi, stabili le morti (31)

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In Italia scendono i contagi mentre i decessi restano sostanzialmente stabili nella settimana tra Natale e Capodanno: dal 26 dicembre all’1 gennaio sono stati registrati 1.559 nuovi positivi, in calo rispetto ai 1.707 del periodo 19-25 dicembre, mentre le morti sono state 31 rispetto ai 29 casi nei 7 giorni precedenti. E’ quanto si legge nel bollettino settimanale sul sito del ministero della Salute. Lombardia e Lazio, seguite dalla Toscana, sono le regioni che hanno riportato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (11,4%). Ancora una riduzione del numero di coloro che si sottopongono a tamponi: scendono da 44.125 a 34.532 e il tasso di positività cresce dal 3,9% al 4,5%.

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