Collegati con noi

Cronache

L’ombra della camorra sulla demolizione del ponte Morandi, esclusa dai lavoro una azienda del Napoletano

Pubblicato

del

L’ombra della criminalitá organizzata sui resti del ponte Morandi? Può darsi.  A nove mesi dal crollo arriva la prima misura interdittiva antimafia emessa dalla prefettura dopo le verifiche della Direzioni investigativa antimafia. Si tratta della Tecnodem con sede a Napoli. L’azienda e’ ritenuta permeabile e esposta al rischio di infiltrazione mafiosa. La ditta, che si occupa di demolizione industriale di materiale ferroso, a febbraio scorso e’ stata inserita tra le ditte sub-appaltatrici per la demolizione e la bonifica degli impianti tecnologici per 100 mila euro. Il contratto e’ stato immediatamente ‘risolto’ dalla Struttura commissariale. L’azienda era nella ‘white list’ della prefettura. Nella scelta per il subappalto l’ati aveva fatto riferimento alla “white list”, ovvero l’elenco prefettizio delle aziende gia’ verificate. Si apprende da fonti vicine alla Struttura commissariale.

E allora come era possibile che fosse bella lista delle aziende verificate? Lo stop all’azienda e’ avvenuto grazie al protocollo d’intesa firmato dal commissario per la demolizione e ricostruzione, il sindaco Marco Bucci, e dal prefetto di GenOva Fiamma Spena prevede la possibilita’ di controlli piu’ approfonditi anche una volta che le imprese siano entrate in cantiere. Non e’ escluso che, in futuro, su altre imprese impiegate in subappalto possano scattare ulteriori approfondimenti che potrebbero portare ad altri casi come quello della Tecnodem. “Prima dell’inizio dei lavori avevamo presentato alla committenza la documentazione richiesta per le verifiche antimafia per ottenere il permesso al subappalto. Ottenuta l’autorizzazione, soggetta a successiva verifica da parte della Prefettura, sono stati consentiti gli ingressi in cantieri”, afferma la Omini, capofila dei demolitori. Soddisfazione e’ stata espressa dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: “E’ la dimostrazione che i controlli di legalita’ sul grande cantiere funzionano anche con procedure estremamente snelle e semplificate. Andiamo avanti per il nuovo ponte sul Polcevera in trasparenza, efficienza e rapidita’”. Ma il presidente dell’Anac Raffaele Cantone ricorda che “il primo testo del decreto Genova non prevedeva i controlli antimafia. Fu in sede di audizione in parlamento che segnalai questo aspetto e poi le norme furono inserite. E’ positivo che queste misure siano state utili”. Tra gli aspetti segnalati anche la deroga al Codice antimafia. La Dia ha scoperto che amministratrice e socio unico della Tecnodem e’ Consiglia Marigliano, priva di titoli o esperienze professionali di settore, e consuocera di Ferdinando Varlese, pregiudicato di 65 anni di Napoli domiciliato a Rapallo, dipendente della societa’. Tra le condanne riportate da Varlese, emerge la sentenza emessa dalla Corte d’appello di Napoli nel 1986 per associazione a delinquere. Tra i coimputati vi erano affiliati al clan “Misso-Mazzarella-Sarno”, dell’organizzazione camorristica “Nuova Famiglia”. Altra sentenza é quella della Corte d’appello di Napoli del 2006 per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalita’ mafiose, da cui si evincono in maniera circostanziata i legami di Varlese con il sodalizio camorristico “D’Amico”. Alla luce di tali accertamenti, “la prefettura di Genova ha ritenuto che il complesso degli elementi di permeabilita’ criminale fosse tale da porre l’impresa in una condizione di potenziale asservimento o condizionamento alle iniziative della criminalita’ organizzata di stampo camorristico”.

Advertisement

Cronache

Medvedev: Zelensky farà una triste fine, abbattere regime Kiev

Pubblicato

del

Il numero due del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha dichiarato che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky “finirà nel modo più triste” e che le truppe russe devono concludere “con una vittoria” l’invasione dell’Ucraina e “distruggere” quello che lui, seguendo la definizione della propaganda del Cremlino, definisce “il regime neonazista di Kiev”. Lo riporta l’agenzia di stampa ufficiale russa Ria Novosti.

“Quando il capo di uno Stato, anche uno così particolare come l’Ucraina, e un tipo così patologico come questo personaggio, si vanta di queste cose, significa solo una cosa: che alla fine anche lui finirà nel modo più triste”, ha detto Medvedev, commentando la notizia, ripresa anche dalla Reuters, secondo cui Zelensky avrebbe elogiato l’intelligence ucraina per l’uccisione di alcuni alti ufficiali russi ma senza riferimenti a casi specifici.

“Innanzitutto, dobbiamo completare l’operazione militare speciale in Ucraina con una vittoria e dobbiamo distruggere il regime neonazista di Kiev, ma il regime, non lo Stato, il cui destino è una questione del futuro”, ha detto poi l’ex presidente russo usando la dicitura “operazione militare speciale” con cui il Cremlino indica l’aggressione militare contro l’Ucraina. La Russia di Putin ha invaso l’Ucraina sostenendo di volerla “denazificare”, ma la tesi di Mosca secondo cui il governo di Kiev sarebbe “neonazista” è considerata del tutto infondata dalla stragrande maggioranza degli analisti politici.

Continua a leggere

Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

Pubblicato

del

Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

Continua a leggere

Cronache

Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

Pubblicato

del

I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto