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Esteri

L’omaggio del popolo alla regina riempie Londra

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Per la prima volta in una settimana – tanto e’ passato dall’annuncio della morte di Elisabetta II – Carlo e gli altri membri della famiglia reale si fermano: per un giorno senza impegni pubblici, si sono ritirati a cercare forse il loro luogo dell’anima per elaborare il dolore e la perdita. Mentre l’omaggio pubblico continua a sfilare senza sosta lungo il Tamigi: chilometri e ore di fila a Londra, in moto perpetuo. Il nuovo re e’ con la regina consorte Camilla nella residenza di campagna di Highgrove, nel Gloucestershire: soltanto le telefonate di dignitari e capi di Stato, tra cui quella del presidente Sergio Mattarella. Mentre William e’ con Kate e i tre figli (George, Charlotte e Louis) a Sandringham. E anche per il primogenito del re, neo principe di Galles ed erede al trono, forse queste sono le ore in cui si concede il diritto alla sofferenza, al dolore per la perdita, che passa inevitabilmente dal ricordo della morte della sua di mamma, la principessa Diana. Lo ha ammesso lui stesso, e non e’ un’ammissione da poco, affidata – o confidata – ai sudditi: a chi lo ha accolto nella residenza nel Norfolk, William ha rivelato che la processione funebre di ieri e’ stato un momento “provante”, che “ha evocato ricordi”. Il riferimento naturalmente e’ ai funerali di Diana nel 1997, quando i principi bambini, William e Harry, camminarono a testa china dietro al feretro della mamma. Quei fratelli che oggi sono nuovamente uniti nel dolore, sebbene non si plachino voci su polemiche e litigi a cui danno credito i tabloid: Harry (che oggi compie 38 anni ) e Meghan sarebbero “furiosi” per il fatto che i loro due figli, Archie e Lilibet, diventeranno principe e principessa dopo la morte della regina Elisabetta ma senza acquisire il titolo di Sua altezza reale. E la decisione sarebbe stata presa direttamente da re Carlo. Secondo il Sun, il principe Harry e la moglie si sarebbero opposti con forza all’esclusione, perche’ questa priverebbe i due figli della scorta garantita alle altezze reali dei Windsor. E ancora, la coppia avrebbe sottolineato il fatto che le figlie del principe Andrea, Beatrice ed Eugenia, godono dello status al centro della diatriba nonostante non siano reali che rappresentano ufficialmente la corona. Anche per questo sembra opportuno un momento per recuperare le energie necessarie ad affrontare l’ultimo capitolo del lungo a addio a Elisabetta, con gli oceanici funerali di Stato previsti lunedi’ 19. E per consentire che protagonista sia il saluto dei sudditi alla sovrana, che continua senza sosta: sono passate da poco 24 ore da quando Westminster Hall e’ stata aperta al pubblico per l’omaggio al feretro e l’attesa per accedervi e’ calcolata in oltre otto ore, mentre la fila e’ lunga circa sette chilometri. Supera in lunghezza le previsioni eccedendo il limite ‘ufficiale’ di Sothwark Bridge, superando il Tower Bridge e spingendosi fino al quartiere di Bermondsey, nel sud-est della citta’. Un percorso – fatto a ritroso- in cui si incontra un’umanita’ vastissima, e che, ponte dopo ponte, tappa dopo tappa, e’ in se’ un viaggio nei ricordi che legano la sovrana alla citta’. Si parte allora da Albert Embankment, a ridosso del ponte di Lambeth, per arrivare a quello di Westminster, che si srotola all’ombra del Big Ben. La coda procede costeggiando il London Eye, la ruota panoramica inaugurata nel 2000. Poi Waterloo Bridge, la Royal Festival Hall che tante volte ha accolto Sua Maesta’ e l’edificio esempio dell’architettura brutalista a Londra che ospita il National Theatre, pure sede di innumerevoli eventi ospitati dalla regina. Mentre guardando all’orizzonte, dalla sponda opposta comincia a spuntare la cupola della cattedrale di St. Paul, luogo incastonato nella storia di Elisabetta regina. Ancora: i grattacieli della City, della cui trasformazione la sovrana e’ stata testimone d’eccezione. Fino ad incontrare la Londra contemporanea che rende omaggio a Elisabetta II: la Tate Modern, uno dei musei piu’ visitati al mondo, che nel suo stile oggi omaggia la regina con cartelloni che ne riproducono il noto ritratto firmato da Andy Warhol e celebra quindi la sovrana icona pop. Poi London Bridge e Tower Bridge, ma la coda li supera e scorre, ancora in moto continuo.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Esteri

Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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