Migliaia di tifosi dopo aver sfilato per le strade di Leicester hanno reso omaggio al presidente Vichai Srivaddhanaprabha, morto davanti allo stadio in un drammatico incidente di elicottero insieme ad altre quattro persone. Lo hanno fatto con una sciabolata, con migliaia di sciarpe bianche con sopra scritto «Signor presidente» e «Per sempre nei nostri cuori».
Una immagine bellissima, impressionante: “Abbiamo rispettato Khun Vichai nell’unico modo che conosciamo, dicono al Leicester, con i valori dell’amore che ha instillato in noi”.
Il Leicester City tornava a giocare in casa (con il Burnley, 0 a 0) due settimane dopo la tragedia, con il vuoto lasciato dalla morte di Vichai, un presidente molto amato. Quello che segue è il racconto della celebrazione pubblicato sul sito della squadra inglese.
“Una giornata travolgente per tutti quelli associati al Football Club è iniziata, per molti, in Piazza del Giubileo, dove migliaia di sostenitori si sono radunati per una marcia attraverso la città di Leicester, finendo con i tributi floreali che ci hanno consolato e confortato.
Altri provenivano da più lontano. C’erano storie di fan che viaggiavano dall’Australia, dagli Stati Uniti e dal Sud Africa. Alcuni non avevano nemmeno i biglietti per la partita. Volevano solo essere lì per dare un ultimo addio a un uomo che ha portato il Club oltre ogni riconoscimento.
Dopo due settimane di lutto, dopo un incidente in elicottero al King Power Stadium, che ha causato la morte di cinque persone, il Club ha forgiato un insieme indissolubile in circostanze così tragiche.
“Senza di lui, nulla sarebbe stato possibile”, ha dichiarato Alan “The Birch” Birchenall, il nostro Ambasciatore del Club, si è piazzato al centro del campo, riferendosi allo strepitoso titolo della Premier League 2016 di Leicester.
Mentre i giocatori – indossando magliette tribute – completavano i preparativi all’interno dello spogliatoio, l’Armata Blu, con le sciarpe in alto, tratteneva le lacrime nel guardare un bellissimo video tributo trasmesso sui maxi schermi. C’erano le lacrime per le persone che abbiamo perso e gli applausi per i ricordi che abbiamo condiviso. Come Khun scrisse nel suo programma: “Insieme, ci aiuteremo l’un l’altro a fare i conti con questo.”
I giocatori del City – in camicie ricamate con “Khun Vichai: Forever In Our Hearts” vicino allo stemma del Club – si sono stretti ai familiari poi è stato osservato un silenzio di due minuti, in onore di Khun Vichai, dei suoi quattro compagni di bordo, e dei sacrifici di militari e donne nei conflitti passati e presenti.
È stato rigorosamente osservato da entrambi i sostenitori di Leicester City e Burnley. Per due minuti, la famiglia del calcio ha messo da parte vecchie rivalità nei confronti di un uomo che ha cambiato il panorama del calcio inglese.
La partita che è seguita, uno 0-0, ha visto i giocatori del City combattere le loro emozioni per offrire una prestazione con lo spirito e il coraggio di cui Khun Vichai sarebbe stato immensamente fiero. Jamie Vardy è andato vicino al gol, mentre Rachid Ghezzal è stato sfortunato.
Dopo l’intervallo, la squadra è tornata in campo con i papaveri ricamati sulla maglietta, come parte dei tributi annuali del Club Remembrance Fixture.
Al 60. minuto – per segnare l’età di Khun Vichai quando è morto – tutte e quattro le tribune si sono rimesse in piedi ancora una volta. “Campioni d’Inghilterra, ci hai fatto cantare”, hanno cantato.
Alla fine il Burnley di Sean Dyche, che ha una difesa eccellente, è riuscito ad impedire alla squadra di casa disegnare.
Non c’era un obiettivo da festeggiare, ma sabato 10 novembre si è trattato di qualcosa di più del calcio. Le immagini di Leicester che sono state trasmesse in tutto il mondo – del Club e della città – ne sono la prova. Durante la partita, Khun è apparso dal tunnel, prima come una silhouette, per poi emergere in pieno per ringraziare la famiglia Leicester City per le loro parole di conforto.
L’evento stato seguito da Claudio Ranieri, Nigel Pearson, Craig Shakespeare, Steve Walsh, Robert Huth e Esteban Cambiasso, sei persone che non hanno bisogno di presentazioni per nessuno, con Leicester City nel loro cuore.
Vederli accanto alla squadra moderna, un collettivo giovane ed entusiasta che Puel sta guidando verso una nuova era, è stata l’ennesima espressione della famiglia che Khun Vichai aveva costruito.
Era un padre di famiglia e un padre di quattro figli amorevoli; Aiyawatt, Apichet, Voramas e Aroonroong e marito di Aimon.
Nel 2010, ci ha accolto in quella famiglia. Questo fine settimana, quella famiglia allargata ha detto addio. Grazie, Khun Vichai. Sarai per sempre nei nostri cuori”
Dicono che sono impazzito per aver speso più di 150 milioni di euro. In verità anche l’anno scorso ho speso dopo lo scudetto ma abbiamo sbagliato tutti gli acquisti. Questo investimento andava fatto per rivoluzionare tutto portando uno degli allenatori più forti al mondo. Dicevano che il Napoli era una squadra di passaggio ed invece tanti calciatori forti vogliono vestire la maglia azzurra”. Così il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, parlando dei venti anni della sua gestione del club a margine della presentazione della nuova partnership con acqua Sorgesana. “Il Napoli è oggi l’ultimo baluardo che resiste a un sistema calcio diventato finanza oggetto dei fondi, vendutosi ad interessi molto diversi rispetto a quelli originari -aggiunge De Laurentiis-. Un calcio che non rispetta le regole e falsa la competizione. Noi abbiamo vinto lo Scudetto rispettando le regole. Vogliamo restare l’altra faccia della medaglia”.
Alla Continassa c’è movimento, Thiago Motta sta cominciando a ritrovare alla spicciolata gli undici bianconeri in giro per il mondo che stanno rientrando dalle rispettive nazionali. Soprattutto ha ripreso i lavori con vista su Empoli, il primo impegno dopo le due settimane di pausa. La Juve ha trascorso questo periodo in vetta alla classifica, con sette punti in tre gare proprio come Inter, Torino e Udinese. E qualche rimpianto c’è ancora, considerando che contro la Roma è arrivato un pareggio per 0-0 che non ha permesso l’en plein e il primo posto in solitaria. Ma ci sono anche tante note positive, su tutte una difesa che per il momento funziona alla perfezione: zero gol subiti in 270 minuti, appena due tiri in porta concessi agli avversari e ben sei reti all’attivo. Sta funzionando tutto bene, anche se all’allenatore non basta. “Dobbiamo ancora crescere e lavorare molto” continua a ripetere davanti ai microfoni e negli spogliatoi del quartier generale, anche perché la sua Juve non ha ancora fatto nulla. Da sabato però inizierà il primo tour de force della stagione: in 22 giorni, tra il 14 settembre e il 6 ottobre, i bianconeri dovranno affrontare sei partite. Saranno quattro appuntamenti di campionato e due di Champions League, equamente suddivise tra l’Allianz Stadium e in trasferta. La Juve farà visita all’Empoli, poi tra martedì e sabato cercherà la spinta dei suoi tifosi in vista dell’esordio nella nuova Champions contro il Psv Eindhoven e il big-match contro il NAPOLI del grande ex Antonio Conte. Poi la Juve sarà ancora in scena di sabato a Marassi contro il Genoa, mercoledì 2 ottobre a Lipsia contro i tedeschi e chiuderà questo mini-ciclo nel lunch-match di domenica 6 tra le mura amiche contro il Cagliari. Da queste sfide si potranno tirare le prime somme sulle ambizioni dei ragazzi di Motta, tra la voglia di lottare il più a lungo a possibile per lo scudetto e il sogno di entrare tra le magnifiche otto per andare agli ottavi di Champions senza passare dai play-off. Per farlo, il tecnico potrà contare sui vari rinforzi arrivati in estate, da Koopmeiners a Nico Gonzalez che ha subito recuperato dai fastidi al tendine d’Achille, mentre per Conceicao bisognerà aspettare i nuovi esami strumentali fissati nel fine settimana per capire a che punto è nel suo percorso riabilitativo. Ma c’è anche chi è perfettamente ristabilito: si tratta di Weah e Thuram, ai box dall’esordio in campionato contro il Como, i quali hanno ripreso i lavori con il gruppo e saranno pronti per Empoli. E Thiago Motta spera di avere buone notizie anche dagli altri acciaccati, considerando che adesso ci sarà bisogno davvero di tutti.
Nessuno stato di insolvenza e assenza di qualsiasi reato, men che meno l’ipotizzato ostacolo alle attività degli organi di vigilanza. Per questo i pm di Milano Roberta Amadeo e Pasquale Addesso hanno chiesto l’archiviazione dell’indagine, rimasta sempre a carico di ignoti, aperta lo scorso aprile in seguito all’esposto presentato da ‘Fondazione Jdentità Bianconera’ contro il club nerazzurro. Esposto che adombrava presunte irregolarità per l’iscrizione all’ultimo campionato. Secondo i pubblici ministeri, in base all’analisi della situazione economico finanziaria della società “si rappresenta che l’Inter continua a svolgere la propria attività secondo il principio della continuità aziendale”, in quanto “il management societario non ha ritenuto sinora necessario il ricorso agli strumenti normativi previsti per la crisi di impresa”. Inoltre, dagli accertamenti non sono emerse condotte di “ostacolo all’esercizio della attività di vigilanza della Covisoc”, ossia la commissione deputata a controllare le società di calcio professionistiche. o di qualsiasi altro organismo. Pertanto, la Procura non “ravvisa la necessità o utilità di effettuare ulteriori indagini in quanto il quadro probatorio acquisito è univoco nell’assenza” e, dunque, nella “infondatezza” delle accuse, poiché “il fatto non sussiste o non è previsto dalla legge come reato”.