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Maresca lascia il City di Guardiola, è il nuovo tecnico del Leicester

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Il Leicester si affida ancora a un tecnico italiano. Enzo Maresca è infatti il nuovo allenatore del club inglese, che con Claudio Ranieri in panchina fece l’impresa vincendo la Premier nel 2016, ma quest’anno retrocesso in ‘serie B’. L’ex centrocampista, 43 anni, lascia il Manchester City vincitore tra l’altro della Champions League, dove ha lavorato nel team di Pep Guardiola. Ora l’avventura in Championship per cercare di riportare nel massimo campionato il Leicester. Maresca ha firmato un contratto triennale. “Con lui avremo un bel mix di personalità, metodo e ambizione – le parole del presidente del club, Aiyawatt Srivaddhanaprabha – che si sposa molto bene con la direzione calcistica che stiamo cercando di prendere. La sua filosofia è stata costruita su una carriera ricca e variegata, inclusa un’eccezionale formazione come allenatore, e si adatta alla visione che abbiamo per questo prossimo capitolo della storia del Leicester City”.

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Napoli, il pareggio a Venezia rallenta la corsa ma la Champions è vicina

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Il pareggio per 0-0 contro il Venezia non è stato certo un colpo di grazia per il Napoli, ma ha comunque rappresentato un’occasione mancata per restare più vicini alla vetta della classifica. Tuttavia, il punto conquistato in laguna rafforza la posizione Champions degli azzurri, soprattutto considerando le recenti sconfitte di Juventus e Lazio.

Antonio Conte riparte da qui, con la consapevolezza che l’obiettivo principale della stagione – il ritorno nell’Europa che conta – è ormai a un passo. Una missione che, in estate, appariva quasi impossibile, visto il livello delle concorrenti. Eppure, il Napoli è riuscito a inserirsi nella corsa scudetto, mantenendo vivo il sogno fino a questo punto della stagione.

La rimonta e il sogno scudetto

Nonostante qualche passo falso, il Napoli di Conte non ha mai smesso di lottare. A nove giornate dalla fine, gli azzurri sono ancora a tre punti dalla vetta e nessuno, conoscendo il carattere del tecnico salentino, pensa che la squadra si arrenderà ora.

Dopo la pausa per le Nazionali, il Maradona sarà gremito per la sfida contro il Milan: sono già stati venduti 48mila biglietti, confermando il solito entusiasmo del pubblico partenopeo. E poi, il calendario potrebbe dare una mano al Napoli: dopo il big match con i rossoneri, gli azzurri affronteranno una serie di squadre di metà classifica come Empoli, Monza, Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari. Un percorso che, sulla carta, può agevolare Conte rispetto all’Inter di Simone Inzaghi, impegnata anche su altri fronti, tra cui Champions League e Coppa Italia.

Conte, intanto, accoglie con favore la sosta: il Napoli ha raccolto solo 8 punti nelle ultime 7 partite, segnale che la squadra ha bisogno di staccare e ritrovare energie mentali e fisiche.

Il piano di Conte per la volata finale

Uno degli aspetti su cui il tecnico sta lavorando è il recupero di alcuni uomini chiave. David Neres è ormai prossimo al rientro e potrebbe rilanciare il 4-3-3, il modulo che ha dato solidità alla squadra nei momenti migliori della stagione. Anguissa, impegnato con il Camerun, resta un’incognita: le due gare con la sua nazionale daranno indicazioni sul suo stato di forma.

Inoltre, c’è il tema della scarsa concretizzazione sotto porta: il Napoli è il quinto miglior attacco della Serie A, ma ha solo il nono indice di conversione. Significa che gli azzurri creano molto, ma finalizzano poco. Conte ha già annunciato che nessuno ha il posto da titolare assicurato, per cui giocatori come Gilmour, Raspadori e Spinazzola potrebbero tornare in discussione in vista delle ultime decisive partite.

Il tecnico sa che il Napoli deve alzare il livello del gioco, come fatto contro Inter e Fiorentina, per continuare a inseguire un sogno che sembrava impossibile solo qualche mese fa. L’obiettivo immediato è il Milan il 30 marzo, poi si vedrà fino a dove potrà spingersi questa squadra.

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Calcio: torna Italia di Spalletti, c’è la Germania

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Italia-Germania resta la sfida per eccellenza, anche se si gioca ai quarti di Nations League. Dalla semifinale del Mondiale del ’70, la Partita del Secolo di Città del Messico, al trionfo azzurro del Mundial, fino alla semifinale del 2006 che ci ha proiettato al successo, è una gara che ha fatto storia. E non è un caso che a tre giorni dalla sfida sono stati già venduti 45 mila biglietti per la partita di giovedì a San Siro. Questa volta Luciano Spalletti ha la vista lunga, che punta ai Mondiali. Perché nel primo impegno del 2025 per gli azzurri, il ct convoca tanti giovani tra cui i debuttanti Matteo Ruggeri e Cesare Casadei, per lavorare e impostare l’Italia che sarà. Vincere, però, avrà comunque risvolti sul prossimo Mondiale.

Passando il turno gli azzurri sarebbero inseriti nel girone a quattro con Slovacchia, Irlanda del Nord e Lussemburgo. In caso di sconfitta nel doppio confronto tra giovedì a San Siro e domenica a Dortmund se la vedrebbero con Norvegia, Israele, Estonia e Moldavia, nel girone a cinque. Senza Dimarco, infortunato, ecco che arriva la prima chiamata per Ruggeri che dovrà, come Retegui e Maldini, cancellare in fretta la delusione del ko con l’Inter. “Ormai la partita di ieri è andata – spiega Ruggeri – ora mi concentro sulla Nazionale. E’ normale che ci sia un po’ di rammarico ma devo concentrarmi sull’Italia. Eravamo consapevoli di affrontare la squadra più forte del campionato, abbiamo giocato per gran parte alla pari ma loro sono stati più determinanti negli episodi”. Oggi defaticamento per chi è stato maggiormente impiegato nei rispettivi campionati, tra cui Tonali che ha festeggiato la vittoria della Carabao Cup avendo il suo Newcastle battuto il Liverpool 2-1.

In campo ad Appiano, invece, chi domenica è subentrato a partita in corso e chi ha giocato sabato. Neppure in panchina Cambiaso, le cui condizioni sono da verificare, ha fatto gli esami al JMedical e ha raggiunto poi il resto della squadra in ritiro, out anche Donnarumma (domenica sera in campo a Parigi contro il Marsiglia) e Zaccagni. A lavoro quindi, nell’allenamento aperto alla stampa, Pietro Comuzzo, Federico Gatti, Riccardo Calafiori, Davide Frattesi, Samuele Ricci, Matteo Ruggeri, Daniel Maldini, Lorenzo Lucca e Cesare Casadei anche lui alla prima convocazione. Una grande soddisfazione per il centrocampista e la possibilità di concreta di crescere anche in azzurro. Casadei che in poche settimane si è conquistato un posto nel Torino e nei pensieri di Spalletti, potrebbe ritagliarsi un ruolo importante in questa Nazionale. Anche perché il centrocampista del Torino ha le caratteristiche perfette per il calcio di Spalletti, tra fisicità e inserimenti. Il ct nel corso della sua carriera ha esaltato diversi giocatori con le stesse qualità dell’ex Chelsea, da Perrotta a Nainggolan.

“Sta arrivando tutto molto in fretta. Cerco solo di rimanere concentrato sul presente – racconta il centrocampista – lavorare giorno per giorno. E’ un piacere avere i complimenti del ct, la convocazione è motivo d’orgoglio Io cerco di fare il massimo, è una motivazione in più. Mi reputo un centrocampista a cui piace inserisi, che cerca di dare quantità dal punto di vista fisico alla squadra buttandosi dentro in cerca di un gol. Mi metterò a disposizione del mister, cercando di soddisfare le sue richieste”. Spalletti ha provato prima il 3-4-1-2 con Frattesi dietro Lucca e Maldini. Poi il 3-5-1-1 con Frattesi arretrato insieme a Ricci e Casadei, e Maldini a supporto di Lucca. Per il lavoro vero in vista della Germania, però, bisognerà attendere domani con l’impiego dei titolari e soprattutto con la valutazione delle condizioni di Cambiaso.

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Crisi Juve, Giuntoli e Scanavino analisi con Motta

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Per Thiago Motta e la sua Juventus è stata un’altra notte da incubo, la seconda di fila. Ai quattro gol subiti dall’Atalanta bisogna aggiungere i tre di Firenze, che vuol dire sette in 180 minuti: numeri del genere non si vedevano dal 2011, quando sulla panchina bianconera sedeva Gigi Delneri. Ed è sempre da quell’annata, la 2010/2011, che la squadra non collezionava così pochi punti dopo 29 giornate: all’epoca erano appena 42, oggi Thiago ne ha dieci più, ma comunque quattro in meno rispetto all’Allegri del 2021/2022, il tris che completa il ‘podio degli orrori’ negli ultimi 14 anni. Il direttore tecnico Cristiano Giuntoli, intanto, gli ha rinnovato la fiducia a più riprese. Lo ha fatto davanti a microfoni e telecamere direttamente dal Franchi di Firenze dopo la seconda batosta consecutiva, lo ha ribadito in privato durante un pranzo faccia a faccia nel quartier generale bianconero, lontano da occhi indiscreti.

Già, perché nel day after il dirigente si è incontrato con l’amministratore delegato Maurizio Scanavino (foto Imagoeconomica in evidenza) e lo stesso Thiago Motta per una lunga e approfondita analisi su tutto ciò che non sta funzionando in una Juve crollata a picco. Se il campionato finisse oggi, la squadra sarebbe addirittura fuori dalla zona Champions, scavalcata proprio nell’ultimo week-end di serie A dal Bologna, quasi a rendere ancora più amara la beffa per il tecnico ex rossoblù. E proprio il quarto posto è l’obiettivo minimo e insindacabile da parte della società, sia per questioni sportive ma anche e soprattutto per gli aspetti economici. Così, il tecnico e i due dirigenti si sono riuniti attorno ad un tavolo per capire come far ripartire la Juve, che mai in questa stagione aveva fallito clamorosamente due appuntamenti consecutivi.

Ed è esattamente questo l’aspetto che contesta una bandiera come Alessandro Del Piero: “Il segnale più grave è che non c’è stata una reazione, in campo ma anche in panchina e nella dirigenza non c’è nessuno che possa essere totalmente sereno e dire di aver dato tutto – ha spiegato l’ex capitano bianconero dagli studi di Sky – e non può mancare una reazione quando sei preso a cazzotti: questo non rispecchia lo spirito Juve”. Per non parlare delle proteste, delle critiche e anche degli insulti via social di una piazza che sta raggiungendo il limite della sopportazione, non solo nei confronti di Thiago Motta ma anche della dirigenza. Spopola l’hashtag MottaOut, viene contestata la scelta di Giuntoli di confermare il tecnico, c’è anche chi “perdona” Massimiliano Allegri e lo vorrebbe nuovamente in sella.

Il presidente dell’associazione Italia bianconera, Fabio Germani, invita i tifosi bianconeri a disertare lo stadio nel finale di stagione. Nel calderone è finito pure Cambiaso: a Firenze ha chiesto il cambio perché apparso molto dolorante alla caviglia, gli esami al J Medical però hanno escluso problematiche e il bianconero ha raggiunto il ritiro della Nazionale, dove verrà nuovamente valutato dallo staff azzurro. Alla Continassa si lavorerà fino a giovedì compreso, poi Thiago Motta ha concesso un week-end lungo di riposo. Per ora, l’appuntamento di sabato 29 marzo contro il Genoa allo Stadium appare lontanissimo, ma la tensione comincia già a salire nel quartier generale bianconero. Anche perché quella sarà davvero una sfida senza appello per tutti, alla Juve.

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