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Napoli

Le opposizioni portano la mozione di sfiducia al sindaco de Magistris in aula

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L’opposizione in consiglio comunale di Napoli hanno attaccato il sindaco Luigi de Magistris nel corso della seduta del Parlamentino cittadino in occasione dell’illustrazione delle motivazioni della mozione di sfiducia che ha visto l’unità di tutte le forze di minoranza. Ci sono sedici firme che accompagnano il documento delle opposizioni per sfiduciare il sindaco. Ad aprire il dibattito, il consigliere della Lega, Vincenzo Moretto che accusa de Magistris di non aver fatto nulla di quanto promesso ed ha poi elencato una serie di presunte ”inefficienze’’. Analoghe doglianze, più o meno, sono quelle che hanno esposto altri consiglieri di opposizione che hanno attaccato l’esecutivo cittadino sulle condizioni strutturali  delle scuole, sulla manutenzione scarsa o nulla delle strade, il trasporto pubblico, e mille altre prolematiche mai affrontate e che per questi motivi si sarebbero incancrenite. ”In questi anni – ha attaccato il consigliere del M5s, Matteo Brambilla, candidato sindaco alle ultime elezioni comunali – abbiamo cercato di portare soluzioni ma non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. La città sprofonda e non solo in senso lato senza che venga fornita alcuna risposta ai cittadini. Lei – ha detto il consigliere rivolgendosi direttamente al sindaco – potrà continuare a cambiare i nomi della sua Giunta ma la sostanza non cambierà. La sua esperienza di rivoluzione arancione è finita’’. Il M5S aveva due consiglieri comunali, oltre a Brambilla c’era anche Francesca Menna, che però ha lasciato il Movimento, si è iscritta al gruppo Misto ed oggi è in Giunta con de Magistris.

Surroghe. Polemiche per le surroghi di alcuni consiglieri comunali diventati assessori (Eleonora de Majo nella foto)

Duro anche il Pd che ha chiesto al sindaco un atto di coraggio per il bene della città. Quale sarebbe l’atto di coraggio? “Fai un passo indietro – ha chiesto Aniello Esposito, capogruppo Pd – e dai la possibilità a qualcun altro di amministrare la città’’. Per Roberta Giova, consigliere della lista La Città, la giunta de Magistris ”dovrebbe avere l’umiltà di chiedere scusa per il fallimento. A lei è mancata l’umiltà di mettersi in ascolto della città che si è stancata di subire gli effetti di un’azione politica disastrosa. Questa sfiducia – ha sottolineato – e’ un atto denso di motivazioni”. Andrea Santoro (Fratelli d’Italia) ha precisato che ciò che  l’opposizione contesta “è la procedura con la quale si è scelto di  aprire la seduta, conteggiando nel quorum strutturale i tre  subentranti invece di ricorrere all’istituto della surroga, che è  stato lo strumento sempre utilizzato per il subentro di nuovi consiglieri comunali. Il problema è soprattutto politico, perché si è  cercato con questi tecnicismi di coprire il terrore di non avere i  numeri per andare in Aula. È una evidente forzatura, ha aggiunto, che  dimostra la debolezza e la scorrettezza della maggioranza”.

 

Opposizioni all’attacco. Stanislao Lanzotti è uno dei leader di Fi in Consiglio Comunale

Stanislao Lanzotti (Forza Italia) ha evidenziato che” il presidente del  Consiglio comunale (Fucito, ndr) avrebbe dovuto garantire l’aula, e invece con la  forzatura sull’apertura della seduta ha mostrato il contrario.  Lanzotti ha anche contestato che l’ordine dei lavori si discosta –  circostanza su cui il presidente Fucito ha fatto delle precisazioni –  dalle decisioni della Capigruppo”.
Mario Coppeto (Napoli in Comune a Sinistra) ha evidenziato che la  presenza in aula di 24 consiglieri – con un numero legale già  garantito dai consiglieri in carica – ha reso vana tutta la discussione, definendo le proteste delle opposizioni “pagliacciate” perchè “la cosa importante è discutere della mozione di sfiducia: si lasci spazio alla discussione politica, quindi”.

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Cronache

Mille posti in più nei nidi entro il 2026: a Napoli nasce una nuova rete di servizi per l’infanzia

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Nuovi asili nido, assunzioni di educatori, fondi Pnrr e investimenti comunali: Napoli si prepara a un vero e proprio rilancio dell’offerta educativa per la fascia 0-6 anni. A partire dall’anno scolastico 2026-2027, saranno attivati sedici nuovi nidi finanziati con fondi Pnrr, a cui si aggiungeranno sei strutture realizzate con risorse comunali, per un totale di mille posti in più entro il 2026.

Il piano: mille nuovi posti e 300 educatori entro due anni

«Entro il 2027 potremo accogliere 4.400 bambini in più – spiega l’assessora comunale all’Istruzione, Maura Striano –. Attualmente abbiamo circa 2.000 posti disponibili. Per sostenere l’ampliamento dell’offerta, sono previste 50 assunzioni di educatori entro l’anno e altre 250 entro il 2026».

Il piano, condiviso con le sigle sindacali, è stato definito dal sindaco Gaetano Manfredi, in qualità di commissario per gli asili nido, e presentato al Ministero dell’Istruzione come proposta strutturale di sviluppo.

Gli interventi sul territorio

Le nuove strutture saranno distribuite in tutto il territorio comunale, coinvolgendo plessi storici e aree strategiche. Tra gli istituti interessati: Agazzi, Scura, Ammaturo, Maria Cristina di Savoia, Nido Calata Capodichino, Gigante, Vanvitelli, Laghetto, De Curtis, Callas, Pizzo Russo, Via Valente, Labriola, Novelli, Arcobaleno e Loggetta. L’ampliamento dell’offerta pubblica prevede strutture a gestione diretta con 1000 nuovi posti per la fascia 0-3 anni.

La soddisfazione dei sindacati

Apprezzamento è arrivato anche dalle sigle sindacali. Agostino Anselmi e Giuseppe Ratti della Cisl Fp hanno espresso fiducia: «Siamo soddisfatti per la linea adottata dal Comune e per il ruolo del sindaco Manfredi. Ora servono dati chiari sul piano di rientro dal commissariamento e un investimento forte nelle assunzioni, per superare le carenze croniche di organico».

Infrastrutture e riuso di immobili

Il progetto prevede anche un significativo investimento in infrastrutture: 95 milioni di euro per la costruzione di nuovi asili nido e 3,5 milioni da fondi comunali per la ristrutturazione di edifici esistenti, come l’ex Eca di Materdei e una villetta confiscata in via Generale d’Ambrosio, già adattata ad asilo.

Interessante anche il riutilizzo delle ex case dei custodi all’interno degli edifici scolastici: due di queste sono già diventate nidi, e altre seguiranno.

In arrivo altri fondi e nuovi progetti

«Abbiamo candidato sei strutture al recente bando Pnrr per un valore complessivo di 7 milioni di euro – aggiunge Striano –. Aspettiamo la risposta del Ministero. Tra i progetti principali: un grande nido a Scampia, una struttura nell’Educandato statale in piazza Miracoli, e un nuovo polo al Rione Traiano».

 

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Economia

Addio ad Aldo Frulio, storico broker marittimo e punto di riferimento dello shipping napoletano

Fondatore della Unitramp Shipbrokers, fu stimato da armatori di tutto il mondo: una vita tra discrezione, competenza e grandi successi.

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Lutto nel mondo dello shipping napoletano per la scomparsa di Aldo Frulio, 78 anni, broker marittimo tra i più apprezzati a livello internazionale. Nato a Torre del Greco, Frulio è stato il fondatore e guida della Unitramp Shipbrokers, società di brokeraggio navale tra le più influenti in Italia, stimata da armatori di primo piano come Gianluigi Aponte, numero uno del colosso mondiale Msc.

Una carriera costruita su competenza e umanità

Aldo Frulio ha saputo distinguersi non solo per l’elevata competenza tecnica, ma anche per le qualità umane che tutti gli riconoscevano: gentilezza, discrezione, affidabilità. Un vero signore del mare, stimato e rispettato in ogni contesto, capace di mantenere relazioni professionali solide e durature, anche nei mercati internazionali più complessi.

I grandi successi: commesse in Cina e alleanze strategiche

Tra i suoi successi professionali più rilevanti si ricorda la commessa plurima di oltre 15 navi bulk carrier post-panamax da 92.500 tonnellate, coordinate con il cantiere New Jiangsu Yangzijiang nei primi anni Duemila. Un’iniziativa a cui aderirono numerose shipping company torresi. Negli stessi anni Frulio guidò un’operazione analoga per un consorzio di piccoli armatori campani riuniti nel Canadry, con una serie di ordini per navi mini-bulker presso lo stesso cantiere cinese.

Negli ultimi tempi, grazie anche alla presenza del figlio Vincenzo Frulio, Aldo era riuscito a rafforzare la presenza del brokeraggio napoletano in Asia, favorendo ordini strategici di traghetti per Moby e Gnv presso i cantieri Guangzhou Shipyard International, oggi in fase di debutto sul mercato.

Un marchio storico dello shipping napoletano

La Unitramp Shipbrokers affonda le sue radici nel 1969, quando nacque a Napoli la CimaSud Srl, fondata da un gruppo di soci per offrire servizi di brokeraggio al nascente mercato armatoriale locale. Nel 1975, Aldo Frulio e Alberto Paoluzzi rilevarono la società e la trasformarono nell’attuale realtà, interamente controllata, dal 1980, dalla famiglia Frulio.

Da allora, Aldo è stato l’amministratore delegato e cuore pulsante dell’azienda, con il figlio Vincenzo come braccio operativo, consolidando rapporti con gruppi come Msc, Giovanni Visentini, Vincenzo Onorato e numerosi altri armatori campani.

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In Evidenza

Renzo Arbore premiato a Napoli: dedico questo riconoscimento ai miei genitori e alla mia Napoli

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Oggi alle 17.30, nella sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli, Renzo Arbore (le foto sono di Imagoeconomica) riceverà il Premio San Pietro a Majelladalle mani del direttore Gaetano Panariello e della presidente Carla Ciccarelli. Un riconoscimento importante, conferito a chi ha saputo raccontare l’anima di Napoli con eleganza e profondità culturale. «Sono contento e grato – ha detto Arbore in un’intervista rilasciata a Il Mattino – perché riconoscono ufficialmente il lavoro che ho fatto per promuovere la musica napoletana nel mondo, in radio, in tv, e con l’Orchestra Italiana».

Un premio che Arbore dedica con commozione alla memoria dei suoi genitori: «Penso a mio padre con i suoi dischi a 78 giri e a mia madre che suonava le melodie partenopee al pianoforte. A Foggia, nell’ambulatorio di papà, arrivavano musicanti di strada con i motivi del dopoguerra».

Un’eredità artistica lunga più di cinquant’anni

Renzo Arbore ha ripercorso i momenti fondamentali della sua lunga carriera, ricordando con orgoglio il debutto dell’Orchestra Italiana nel 1991, proprio a Napoli, nel programma Canta Napoli International. «In oltre 30 anni – ha raccontato – abbiamo fatto quasi duemila concerti in Italia e in tutto il mondo: Russia, Cina, Australia, Americhe… un trionfo».

A spingerlo a fondare l’orchestra fu l’amore per la canzone napoletana, che negli anni Ottanta era percepita come “roba da nonni”. Arbore ha voluto riscattare quella tradizione, con eleganza e innovazione, immergendola nei ritmi internazionali grazie a «15 strumentisti made in Naples, più un oriundo: me!».

RENZO ARBORE

L’impegno per il riconoscimento Unesco della canzone napoletana

Da tempo Arbore è promotore dell’iniziativa per far inserire la canzone napoletana nel patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco. «È un peccato grave non averlo ancora fatto – ha dichiarato –. Il motivo più noto al mondo è ‘O sole mio. Si sbrigassero!».

Nel corso dell’intervista, Arbore ha anche ricordato il suo ruolo di pioniere nella promozione di artisti che hanno segnato la storia della musica napoletana contemporanea. «Nel ’69 invitai gli Showmen di Mario Musella e James Senese, poi fu la volta di Pino Daniele, Roberto Murolo, Sergio Bruni, la NCCP, gli Osanna, Pietra Montecorvino…».

Il futuro: un libro e uno spettacolo sulla sua Napoli

Arbore ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo libro e sogna uno spettacolo di memorie napoletane. «Racconterò la mia Napoli, a partire da quando suonavo nei locali vicino al porto con gli americani… vedremo».

Prima della cerimonia, lo showman visiterà la casa museo di Roberto Murolo al Vomero, sede della fondazione a lui intitolata. «Sarà un pellegrinaggio, per tuffarmi in un caro passato», ha concluso.

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