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Milano

Le eccellenze di Capri e di Napoli a Milano: il food con Anema e Core

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Come location hanno utilizzato la Palazzina Appiani che fu tribuna d’onore di Napoleone: perfetta per un “milanese sparkling party” tanto che le eccellenze capresi in trasferta a Milano l’hanno occupata. Con la band di Anema e Core di Guido Lembo a portare calore e colore i padroni di casa di Chantecler e Nino Cannavale, chef e pasticciere aversano con il pallino del cibo naturale. L’occasione una joint venture di Cannavale con Chantecler , un’incursione nel mondo del food che va detto parla sempre più napoletano, anche al nord. Con barattolini pieni di cose buone, prodotti dell’orto o sapori tradizionali come il ragù. Gli ospiti hanno assaggiato prelibatezze della cucina napoletana assistendo ad un piacevole cooking show.

Nel corso della serata caprese un intermezzo teatrale con la lettura di un carteggio fra Edda Ciano e Chantecler, poi la conclusione in allegria con Gianluigi Lembo e la band dell’Anema e core che hanno allietato la serata con una serie di hit  degli Anni 60 e 70. Una incursione a Milano che ha dato contezza dell’eccezionalità del Made in Naples.

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Cronache

Inchiesta ‘Doppia Curva’: chiuse le indagini, coinvolto anche il consigliere Manfredi Palmeri

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Si chiude l’inchiesta “Doppia Curva” della Procura di Milano, che vede tra gli undici indagati anche il consigliere regionale e comunale Manfredi Palmeri. L’esponente politico è accusato di corruzione tra privati, insieme all’imprenditore Gherardo Zaccagni, gestore dei parcheggi fuori da San Siro, e a una terza persona.

Le accuse a Palmeri: il quadro da 11mila euro

Secondo gli inquirenti, Palmeri, in qualità di componente del consiglio direttivo della M-I Stadio, società concessionaria per la gestione dello stadio Meazza, avrebbe favorito l’affidamento della gestione dei parcheggi alla società Kiss&Fly srl di Zaccagni, in occasione dei concerti del 2024. In cambio, avrebbe ricevuto un quadro di un artista cinese dal valore di 11mila euro.

L’inchiesta, coordinata dai pm Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti, si intreccia con diversi episodi criminali, tra cui il tentato omicidio dell’ultrà rossonero Enzo Anghinelli, rimasto irrisolto dal 2019 fino all’arresto di Daniele Cataldo, capo della Curva Sud milanista, individuato come uno degli esecutori materiali.

Ultrà e criminalità: il ruolo dei capi curva

L’indagine ha portato anche a una nuova ordinanza di custodia cautelare per Luca Lucci, storico capo ultrà del Milan, ritenuto il mandante dell’agguato ad Anghinelli. Cataldo, oltre a essere accusato di tentato omicidio, è indicato come parte di un’associazione per delinquere che avrebbe gestito varie aggressioni, tra cui il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino dopo una lite con il rapper Fedez, che non risulta indagato.

Nel fascicolo compare anche il sequestro delle armi trovate al rapper Emis Killa, coinvolto in un altro filone d’indagine ancora aperto. Il cantante, intervistato da Massimo Giletti nel programma Rai3 “Lo Stato delle Cose”, ha dichiarato: “Chiaramente avrei preferito andare a Sanremo. Non penso che queste frequentazioni mi abbiano danneggiato. Io con loro ho solo condiviso l’amicizia. Al momento sono solo indagato, non sono preoccupato.”

Le connessioni con la criminalità organizzata

L’indagine coinvolge anche esponenti della criminalità organizzata. Un’accusa di intestazione fittizia di beni riguarda Andrea Beretta, ex capo della Curva Nord interista, e l’ultrà Cristian Ferrario, coinvolti in un giro di protezione mafiosa su un imprenditore, insieme all’esponente della ‘ndrangheta Antonio Bellocco.

L’inchiesta ha inoltre portato alla scoperta di un arsenale di armi a Cambiago, riconducibile a Beretta e Ferrario, e alla ricostruzione dell’omicidio dello stesso Bellocco, assassinato da Beretta a coltellate.

L’intreccio tra affari, polizia e corruzione

Tra gli indagati figura anche un ispettore di polizia, accusato di accessi abusivi ai sistemi informatici per conto dell’imprenditore Zaccagni, già sotto processo per falsificazione di documenti e accesso illecito a dati riservati.

Zaccagni è inoltre indagato per corruzione tra privati per un altro episodio legato alla gestione dei parcheggi di Verona Fiere, dove avrebbe garantito al responsabile dell’ufficio servizi della società, Federico Poffe, un soggiorno in Austria e due biglietti per Milan-Juve del 2023.

Infine, due direttori di istituti bancari sono accusati di favoreggiamento. Nell’ambito del racket sui parcheggi, risultano coinvolte anche otto società, con un ruolo chiave attribuito a Giuseppe Caminiti, vicino all’esponente della ‘ndrangheta Giuseppe Calabrò e intermediario in questo business illecito.

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Il Milan ribalta l’Inter, con Conceicao subito Supercoppa

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Un’ impresa nel derby piu’ pazzo che si potesse immaginare regala a Sergio Conceicao una vittoria lampo: il Milan ribalta l’Inter e riporta a casa da Riad una Supercoppa preziosa, non solo per il montepremi da 16 milioni. Appena otto giorni fa, i rossoneri usciti dal pari di San Siro con la Roma sembravano una squadra allo sbando, tanto da portare il club alla clamorosa scelta di un cambio-lampo di allenatore. La notte araba ha per ora dato ragione alla decisione, anche perche’ le mosse che hanno portato alla rimonta da 0-2 al 3-2 di Abraham al 93′ sono tutte del nuovo tecnico rossonero, festeggiato alla fine dalla squadra e da Ibrahimovic, che ne rivendica la scelta. E dire che un’Inter non brillantissima ma comunque padrona del campo aveva messo le basi per bissare il successo dello scorso anno.

Sembravano bastare tre minuti – il primo di recupero del primo tempo, con Lautaro, e il secondo della ripresa con Taremi: 1-0 e 2-0 – a chiudere la questione. Invece i cambi di Conceicao e la convinione dei rossoneri, uniti agli sprechi sottoporta dell’attacco interista, hanno ribaltato completamente la serata. In avvio, davanti ai 25 mila spettatori dell’Al-Awwal, Simone Inzaghi deve rinunciare a Thuram, sostituito in attacco da Taremi, mentre Sergio Conceicao tiene in panchina Leao ancora non del tutto recuperato. L’inizio e’ il consueto studio anche se le squadre si conoscono alla perfezione, ma la partita si accende subito al 5′ con due errori difensivi, il primo sventato da Sommer su Morata, il secondo da Thiaw su Lautaro. All’11’ la prima azione manovrata dell’Inter, padrona del gioco mentre Sergio Conceicao preferisce la ripartenza: Barella dalla trequarti pesca Taremi in area, la posizione è buona ma il colpo di testa impreciso.

Cosi’ come il sinistro di Rejnders (14′), elegante nel liberarsi centrale nell’area interista, a testimonianza che il Milan non è intimorito. Al minuto 23′ la bella combinazione Taremi-Dimarco a sinistra libera l’esterno alla botta di sinistro, Maignan alza sopra la traversa. Sembra l’ultimo lampo del primo tempo, perche’ la partita si addormenta, complice anche l’uscita per infortunio di Calhanoglu, sostituito al 35′ da Asslani. Ma al primo e unico minuto di recupero, una palla persa da Jimenez e il fallo laterale battuto rapido dall’Inter coglie di sorpresa la difesa rossonera: Taremi scambia con Lautaro, che dentro l’area ritrova il veleno dei giorni migliori, dribbla e batte Maignan sul primo palo. Si va al riposo sull’1-0. Al rientro, l’Inter fa il bis. Leao non e’ ancora entrato, bastano 2′ e Taremi pescato sulla linea del fuorigioco da de Vrij stoppa a seguire, si invola in porta e batte Maignan ancora sul primo palo.

Sul 2-0 Sergio Conceicao decide di rischiare Leao (per uno Jimenez non incisivo) e il portoghese subito incide: serpentina e punizione rimediata dal limite, la posizione e’ centrale e Theo Hernandez la sfrutta rasoterra sorprendendo Sommer. Al 5′ della ripresa e’ 2-1, partita riaperta. Il Milan ci crede, sfiora il pari Thiaw pescato in area ma e’ al 16′ che arriva la clamorosa occasione: Leao salta tutti da sinistra in area, poggia dietro dove Rejinders e’ pronto al tap in, ma Bastoni respinge a porta vuota col volto. Altri tre minuti e Sommer salva sul colpo di testa di Morata, potente, servito da Pulisic. La partita e’ definitivamente aperta, le distanze si allungano e gli spazi creano occasioni: come le due in sequenza di Taremi (22′) che non aggancia davanti a Maignan, e Lautaro, che tira da dentro l’area, bloccato a terra da Maignan.

Il portiere rossonero e’ salvato dalla fortuna al 26′ quando il colpo di testa di Carlos Augusto, subentrato a Dimarco, sbatte sul palo, sulla sua mano e poi sulla linea, entrando solo a meta’. Scampato pericolo, Sergio Conceicao ringrazia e gioca le ultime carte: Abraham per Rejinders, Loftus Cheek per Musah. L’azzardo e’ lasciare in campo un Pulisic sfinito, ma e’ azzardo vincente: al 35′ Hernandez scappa a sinistra e mette teso al centro, l’americano indovina il movimento con un passo indietro, aggancia e di sinistro fulmina Sommer per il 2-2. Anche Inzaghi gioca le sue mosse a sei minuti dalla fine dei regolamentari: Frattesi per Barella e Darmian per de Vrij. Cambi ancora incisivi, ma nel caso Maignan salva sul doppio tentativo finale di Frattesi prima e Dumfries dopo. Sembra finita li’, ma al 93′ Pulisic pesca Leao in area, il portoghese mette al centro dove Abraham e’ dimenticato da tutta la difesa, per il piu’ facile dei tap-in vincenti. Ed e’ grande festa Milan.

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Milano

Sala: inaccettabile Pd cambi posizione su Salva Milano

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Il destino del Salva Milano agita il centrosinistra, che governa la città, con il sindaco Beppe Sala (nella foto Imagoeconomica in evidenza assieme a Schlein) che avverte chiaramente il Pd: “Voglio vedere che posizione tiene”. Il percorso parlamentare della norma, che dovrebbe aiutare Milano a sanare le situazioni bloccate dopo le numerose inchieste della Procura su presunti abusi edilizi, non si prospetta semplice.

Dopo l’approvazione da parte della Camera, c’è il passaggio al Senato che potrebbe essere accidentato a causa dei dubbi che arrivano da parte dei senatori del centrodestra, ma anche del centrosinistra. Con il Pd che viene tirato per la giacca dai Verdi che non vogliono un “condono generalizzato” e hanno fatto appello alla segretaria Dem Elly Schlein. E, oltre alla netta contrarietà del M5S, c’è l’appello degli urbanisti di diverse università italiane a fermare l’approvazione della legge. Dal palco di un evento promosso da Azione, il sindaco Sala non le manda a dire e richiama alla lealtà l’alleato.

“Il Salva Milano la Camera l’ha approvato e voglio vedere cosa succede in Senato, voglio vedere il Pd che posizione tiene – spiega -, perché, dopo che è passato alla Camera, è inaccettabile che qualcosa cambi. Se questo non succederà vedremo le conseguenze, è un fatto di rigore e di onestà”. Tra le preoccupazioni ci sarebbe anche quella che l’aiuto a Milano potrebbe portare scompiglio nelle regole dell’urbanistica in tutti i Comuni italiani. Ma, se ci saranno delle modifiche del testo, l’iter del Salva Milano dovrà ricominciare da capo.

Per il sindaco Sala, è un tasto dolente perché ci sono dirigenti e funzionari indagati, e infatti non esita durante l’evento a salire sul palco per replicare in prima persona a chi critica la gestione dell’urbanistica in città degli ultimi anni.

“Nessuno ha mai detto che abbiamo fatto tutto bene ma abbiamo fatto tutto nella trasparenza – spiega -, e la cosa che mi fa incazzare, e sottolineo incazzare, è che chi oggi fa dei distinguo era in giunta, era in consiglio e io non ho visto nessuno in questi anni alzare la mano e dire, ‘c’è qualcosa che non va’, sono diventati tutti fenomeni adesso che si fanno sentire? Questa non è lealtà”.

La priorità per il Comune è avere la norma che potrà aiutare a sanare alcune situazioni poi inizierà il percorso, che però non sarà breve, per modificare il Piano di governo del territorio e trovare una soluzione “adeguata ai tempi”. Ora però la norma va approvata secondo Sala che osserva, “non è che si sta insieme quando le cose vanno bene e quando non vanno bene si fanno i distinguo”.

“Mi sono messo a disposizione dei sindaci, anche del sindaco Sala, per scrivere una norma che vada a sanare il passato e garantisca queste famiglie. Se poi il Pd cambia idea ogni settimana me lo dica”, ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Al sindaco Sala, ha concluso, “ho dato la massima disponibilità e questa norma l’abbiamo scritta insieme. Se hanno cambiato idea, me lo dicano”.

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