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Lazio e Torino in zona Champions, la crisi del Milan

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L’uno-due del Torino con Belotti e Berenguer nel posticipo serale manda al tappeto un Milan che sembra aver smarrito il filo del gioco e, in attesa del risultato di Atalanta-Udinese di domani, esce dalla zona Champions e si ritrova al quinto posto, scavalcato dalla Roma e raggiunto proprio dal Toro, squadra che Mazzarri (nella foto in evidenza) riesce ora a far rendere al meglio. L’esatto contrario di Gattuso e il Milan. E nel frattempo ora, in attesa del derby della Mole di venerdi’ 3, si sogna anche nella Torino granata. Ma occhio alla Lazio, che non fallisce l’ultima speranza di ritornare in corsa per la Champions vincendo in casa di un Samp che reagisce in dieci con vigore dopo 45′ da dimenticare. I biancazzurri si riportano a -3 dalla Roma per un arrivo in volata che si annuncia incandescente. Vince facile del Napoli a Frosinone ma si incrina ancora di piu’ il rapporto coi tifosi che rifiutano la maglia di Callejon, fanno gli offesi ribadendo la contestazione al presidente per un’annata che giudicano deludente. Molti chiarimenti invece in zona salvezza. Il Frosinone e’ virtualmente retrocesso mentre si fa precaria la situazione del’Empoli dopo il ko di Bologna. Il Genoa prende un punto a Ferrara e avvicina la salvezza con lo stesso 1-1 che chiude Chievo-Parma, gara senza emozioni.

Simone Inzaghi. Allenatore della Lazio

Inzaghi ritrova al momento giusto la sua Lazio che mette in discesa una trasferta complicata come quella con la Samp. Il gramaldello e’ Caicedo che viene preferito con lungimiranza a Immobile. A spianare la strada e’ una colossale ingenuita’ di Colly (che presto viene sostituito) che regala palla all’ecuadoriano che si invola e beffa Audero in uscita. Samp sotto choc, Lazio padrone del campo che sembra chiudere la pratica al 20′ con una splendida azione Correa-Romulo e conclusione ancora vincente di Caicedo. I liguri provano a svegliarsi, Ramirez mette in difficolta’ Strakosha ma poi si fa espellere per una doppia ammonizione lasciando i suoi in dieci nel secondo tempo. Ma la reazione d’orgoglio dei liguri arriva dopo un palo di Romulo. Quagliarella sfrutta un errore difensivo per siglare il suo 23/o sigillo. E’ un’altra partita: Murru coglie il palo, la Lazio si chiude, Defrel si mangia il pari, poi Immobile fa tremare la traversa su punizione ma la Lazio amministra e prepara la doppia sfida con l’Atalanta per Champions e Coppa Italia.

Raoul Albiol. Si è rivisto dopo mesi in campo il campione spagnolo

Non basta neanche una bella prova in scioltezza, una vittoria facile a Frosinone per arginare lo scontento estremo dei tifosi del Napoli. Giocatori sotto la curva, Callejon che si vede rifiutata la maglia, lo stupore dei giocatori, l’amarezza di Ancelotti. Cosi’ va il calcio. Eppure in campo i partenopei fanno fino in fondo il loro dovere: dominano, passano con un gioiello di Mertens, raddoppiano con un dribbling stretto alla Maradona di Younes, colpiscono due pali con Callejon e uno con Ruiz. Il Frosinone ci mette l’impegno ma soccombe. Se l’Udinese domani vince con l’Atalanta e’ gia’ serie B. Un solo punto ma pesante quello conquistano dal Genoa in casa della Spal. Ora i punti di vantaggio sull’Empoli sono sei e il traguardo si avvicina, la Spal e’ a +10 e gioca in scioltezza passando in vantaggio con Felipe. I rossoblu’ difendono con Criscito, provano ad affondare con Kouame e Pandev, ma serve l’ingresso e il primo gol di Lapadula per confezionare un pari prezioso che poi salva Romero alla fine. Prandelli tira un sospiro di sollievo, Semplici si avvicina alla meta. Poche motivazioni e poche emozioni tra Chievo e Parma. I veneti sono gia’ retrocessi e puntano alla valorizzazione dei giovani, gli ospiti raggiungono il Bologna a 38. Passano in vantaggio con Kucka, ma non chiudono i giochi. Allora l’orgoglio del Chievo reagisce: entra il vecchio Pellissier e Meggiorini trova il pari che sintetizza una gara equilibrata.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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