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Cronache

L’artigiano inventore nascondeva un ombrello fucile: sequestrato dai poliziotti

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Un ombrello nero modificato per poter sparare come un fucile. I poliziotti di Siracusa lo hanno sequestrato con molto altro materiale a un uomo di 62 anni arrestato perché ritenuto responsabile di fabbricazione e porto in luogo pubblico di armi clandestine di fattura artigianale.
Nello specifico, a seguito di telefonata sulla linea d’emergenza del 112, che segnalava un’auto come provento di furto, i poliziotti del Commissariato di Avola hanno rintracciato il mezzo alla cui guida vi era il 62enne che si mostrava nervoso e sembrava voler occultare qualcosa celato sotto la maglia all’altezza del fianco.

Dalla perquisizione gli agenti hanno rinvenuto un’arma da sparo artigianale senza segni di riconoscimento e non catalogata, evidentemente “clandestina”, portata nella cintura e composta da due parti smontate, ovvero un castello costituito da un tubo cilindrico da mezzo pollice con percussore lanciato, con una parte filettata su cui poteva essere avvitato il secondo pezzo di ferro di cm 25.5, ad uso canna; un altro pezzo, anch´esso compatibile con il “castello” e con funzioni di canna, lungo cm 52, è stato rinvenuto nascosto sotto il tappetino lato guida dell’auto.
A questo punti i poliziotti hanno perquisito anche l’appartamento dell’uomo ed hanno rinvenuto munizionamento compatibile con il “calibro” dei tubi rinvenuti, sul terrazzo dell’immobile poi è stato scoperto un piccolo laboratorio artigianale, fornito di tutti gli attrezzi necessari per modificare una serie di tubi metallici, del tutto simili a quelli già rinvenuti, al fine di realizzare parti da utilizzare per l’assemblaggio di armi artigianali.
I poliziotti hanno sequestrato cartucce detenute illegalmente,  molle di varia grandezza ed idonee alla realizzazione di “percussori lanciati”, un imbuto in metallo per carica cartucce, alcuni percussori e canne di varia grandezza, insomma tutto il necessario per costruire armi artigianali.

Ma il pezzo più interessante sequestrato dagli agenti è un ombrello nero, modificato artigianalmente per renderlo simile ad una canna da fucile, con l’asta centrale, di spessore maggiore rispetto a quella di un normale ombrello, vuota e l’ estremità trasformata in “vivo di volata”, occultato alla vista da un tappo. Inoltre, l´ombrello era provvisto di manico estraibile e sostituibile con castello munito di percussore lanciato e costituito da una canna calibro 8 lunga cm 64.
Tutti i tubi e gli strumenti rinvenuti, inoltre, risultavano perfettamente interscambiabili per l’assemblaggio di armi verosimilmente idonee allo sparo.
Il materiale sequestrato sarà oggetto di accertamenti tecnico-balistici finalizzati a determinarne la funzionalità e la capacità offensiva e, inoltre, a verificarne l’eventuale utilizzo in episodi delittuosi.

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Cronache

Il 19 giugno parte il processo per l’omicidio di Aurora

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Si svolgerà il 19 giugno al Tribunale per i minorenni di Bologna, con rito abbreviato, il processo per il 15enne accusato dell’omicidio di Aurora Tila, la ragazza di 13 anni, morta dopo essere precipitata dal terrazzo sopra casa a Piacenza, il 25 ottobre. Ne dà notizia il quotidiano Libertà. Il processo era stato inizialmente fissato per il 9 luglio, con rito ordinario. L’avvocato difensore del ragazzo ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Oltre agli atti raccolti dalla procura saranno presi in esame in aula i risultati delle perizie dei consulenti di parte. Aurora Tila, studentessa dell’Istituto Colombini, morì la mattina del 25 ottobre precipitando da un terrazzo al settimo piano del palazzo dove viveva con la madre e cadendo poi su un balcone tre piani più in basso. Con lei, sul terrazzo, c’era l’ex fidanzatino, di due anni più grande: le telecamere del condominio hanno ripreso il loro incontro nell’atrio, prima di salire in casa.

È stato lui a dare l’allarme e qualche giorno dopo è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario. Lui ha sempre negato queste accuse, sostenendo una versione diversa dei fatti rispetto alla ricostruzione della Procura. Il processo si svolgerà secondo il rito abbreviato (ovvero sulla base degli atti raccolti dalla procura, con il beneficio di uno sconto di un terzo della pena) ma “condizionato”, ovvero con l’ascolto in aula dei periti, e quindi con il confronto fra le due perizie, dagli esiti divergenti, che potrebbero rappresentare il cuore del processo. I medici legali di parte della difesa, infatti, contestano radicalmente le conclusioni alle quali era arrivata la perizia disposta dalla procura dei minorenni, che sostanzialmente attribuiscono al 15enne la volontà di far cadere Aurora dal terrazzo, da un’altezza di nove metri.

Una ricostruzione che la difesa ha sempre negato. Il punto cruciale su cui ci sarà battaglia sarà la dinamica della caduta, che secondo la perizia del consulente della procura, è incompatibile con un suicidio. Conclusioni, che come riferisce il quotidiano piacentino, secondo il medico legale Mario Tavani (che insieme al collega Attilio Maisto ha curato la perizia per la difesa) “risultano indubbiamente criticabili”, mentre “quelle sulla ricostruzione dinamica della precipitazione del corpo per alcuni versi inaccettabili”. Saranno prese in esame anche alcune testimonianze oculari: il racconto di alcune persone che hanno riferito di aver visto i due giovani litigare sul terrazzo sono state infatti cruciali per le indagini.

E’ stata una di queste testimonianze, in particolare, secondo cui il ragazzo avrebbe spinto Aurora oltre il parapetto e l’avrebbe colpita sulle mani per farla cadere, a risultare cruciale nella decisione di arrestare il 15enne. Un dettaglio, quello dei colpi sulle mani, che sarà messo a confronto con gli esiti delle perizie: quella dell’accusa ritiene le ferite che Aurora aveva sulle dita compatibili con i colpi ricevuti per farla cadere, mentre secondo la perizia della difesa sono state procurate dall’impatto a terra.

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Cronache

Napoli: si ripete ‘miracolo’ di San Gennaro, sangue è sciolto

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Si è ripetuto il prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. All’apertura della teca, poco prima delle 17 nella Cappella di San Gennaro all’interno del Duomo di Napoli, il sangue contenuto nell’ampolla è apparso già liquido. La teca è stata aperta dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, presidente della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro, dall’abate della cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, e dai vescovi ausiliari di Napoli monsignor Francesco Beneduce e monsignor Michele Autuoro, in vece dell’arcivescovo don Mimmo Battaglia, impegnato a Roma in vista del Conclave. Per l’annuncio “ufficiale” dell’avvenuto miracolo di maggio bisognerà aspettare l’arrivo nella basilica di Santa Chiara della processione in partenza dal Duomo. Il corteo si snoderà nelle strade del centro antico di Napoli e alle 18 avrà inizio la celebrazione eucaristica nella trecentesca basilica di Santa Chiara.

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Incidente nel Ragusano, conducente muore nel rogo dell’auto

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Un grave incidente stradale si è verificato nel pomeriggio nei pressi di Playa Grande, lungo la circonvallazione di Donnalucata, frazione di Scicli, nel Ragusano. Una delle due auto coinvolte ha preso fuoco e il conducente, rimasto incastrato tra le lamiere, è morto carbonizzato nonostante i tempestivi soccorsi. Sono intervenute due squadre dei vigili del fuoco, ambulanze del 118 e gli agenti della polizia municipale di Scicli. Le operazioni di messa in sicurezza e rilievi sono in corso.

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