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Cronache

La società Afro Napoli United che sbandiera l’antirazzismo, caccia dalla squadra la “capitana” che si candida con Salvini. Le altre calciatrici non scendono in campo per solidarietà

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Una storia di razzismo al contrario. Così viene definita dalla protagonista. La storia arriva da Marano, nel Napoletano. Si svolge sui campi di calcio della periferia metropolitana di Napoli. Nella giornata di ieri le calciatrici dell’Afro-Napoli United si sono rifiutate di scendere in campo per la partita di Coppa Campania contro le atlete del Dream Team 2.0. Le calciatrici della squadra, che è nata come un progetto di integrazione sportiva e culturale che si poneva (almeno negli intenti) l’obiettivo di abbattere i muri della discriminazione attraverso la grande passione per lo sport, ed in particolare per il calcio, si sono rifiutate giocare per solidarietà nei confronti del loro capitano Concetta ‘Titty’ Astarita messa fuori rosa dalla società. L’atleta, per la società, sarebbe colpevole di essersi candidata nella lista Movimento Civico Maranese, una lista politica inserita in una coalizione di centrodestra nella quale c’è anche la Lega. La scelta politica dell'(ex) capitana non è proprio andata giù ai dirigenti dell’Afro Napoli, società da sempre impegnata per l’integrazione dei migranti e nata proprio con una rosa di tutti extracomunitari, poi integrata negli anni da calciatori italiani, tanto da metterla fuori rosa. Per questo le compagne di squadra si sono ribellate non scendendo in campo e perdendo la partita a tavolino. Perchè per loro come non va bene il razzismo per il colore della pelle, fa altrettanto vergogna il razzismo per fede politica. O religiosa. Se lo slogan è “siamo tutti uguali”. Allora lo siamo davvero. Questo dicono le ragazze che solidarizzano con la loro ex capitana Titty Astarita.

 

 

La versione della società: La scelta di Titty Astarita ci ha lasciati perciò esterrefatti, ci addolora il suo rifiuto di non fare un passo indietro

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Cronache

Bancarotta, cinque misure cautelari dopo scomparsa imprenditore

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Cinque persone sono state raggiunte da ordinanza di custodia cautelare eseguite da Guardia di Finanza e carabinieri di Brescia nell’ambito di un’inchiesta del pm dell’ antimafia di Brescia Teodoro Catananti relativa alla scomparsa di Pasquale Lamberti. Si tratta di un imprenditore svanito nel nulla il 3 luglio del 2021 da Besate nel Milanese. L’uomo era sparito dopo aver lasciato un messaggio nelle note del cellulare in cui indicava cinque presunti responsabili della sua sparizione. Dalla scomparsa sono iniziate le indagini che hanno portato alla luce presunti reati fiscali. I cinque raggiunti da provvedimento – di cui due in carcere e due ai domiciliari – sono residenti a Milano, Sondrio, Monza e Taranto, e nei loro confronti è stato disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per oltre 650.000 euro.

Alcuni indagati sono ritenuti “prossimi a contesti di criminalità organizzata di matrice ‘ndranghetista, e avrebbero acquisito, tramite una società svizzera, la proprietà di un’azienda bresciana operante nel settore zootecnico, depauperandola del proprio capitale e quindi determinando una procedura fallimentare” spiegano gli inquirenti. Secondo le indagini il gruppo – tra cui un commercialista di Monza – avrebbe acquistato beni immobili destinati a persone legati da relazioni familiari, avrebbero utilizzato di auto di lusso e acquisito disponibilità finanziarie su carte di credito prepagate rilasciate da una piattaforma finanziaria svizzera. Oltre ad aver dissipato il patrimonio della società, si sarebbero avvalsi di finanziamenti garantiti dallo Stato pari a oltre 1.700.000 euro e ottenuto un anticipo di crediti commerciali presso istituti bancari originati da fatture per operazioni “inesistenti”, per un valore di circa 400.000 euro”. La Procura di Brescia ha inoltre emesso un sequestro preventivo d’urgenza su somme di denaro e disponibilità finanziarie pari complessivamente a oltre due milioni e mezzo di euro e sulle quote di una società coinvolta.

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Cronache

Ritrovamento di un arsenale da guerra a Giugliano: bazooka e bombe a mano in un campo

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I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Giugliano in Campania sono impegnati in un’indagine delicata e potenzialmente pericolosa. Durante un’operazione di controllo in un terreno situato in via Epitaffio, sono stati rinvenuti due bazooka e tre bombe a mano, un vero e proprio arsenale da guerra nascosto tra la vegetazione.

Un’area sotto esame

I militari hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per sfoltire la vegetazione e ampliare l’area di sopralluogo, rendendo possibile una verifica più approfondita della zona. L’obiettivo è accertare se ci siano ulteriori armi o altri elementi di interesse investigativo.

Gli artificieri in azione

Sul posto sono attesi gli artificieri del comando provinciale di Napoli e la sezione rilievi del nucleo investigativo di Castello di Cisterna, specializzati nella gestione di materiali esplosivi. La loro presenza è fondamentale per mettere in sicurezza l’area e scongiurare eventuali rischi per la popolazione e per le stesse forze dell’ordine impegnate nell’operazione.

Indagini in corso

Le autorità stanno lavorando per risalire alla provenienza delle armi e alle persone coinvolte nella loro detenzione. La presenza di un arsenale di tale portata fa ipotizzare legami con attività criminali organizzate, ma al momento non sono stati rilasciati ulteriori dettagli sulle piste investigative.

Un segnale inquietante

Questo ritrovamento accende i riflettori su un tema delicato: la diffusione di armi da guerra sul territorio e il loro possibile utilizzo in contesti criminali. La scoperta di oggi rappresenta un ulteriore monito sulla necessità di intensificare i controlli per garantire la sicurezza dei cittadini.

Le indagini proseguono e nei prossimi giorni si attendono ulteriori sviluppi su questa vicenda che ha sconvolto la comunità di Giugliano.

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Cronache

Anziana morta nel Modenese, l’ipotesi è un’auto pirata

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Una donna di 81 anni è morta ieri sera a Concordia, in provincia di Modena e l’ipotesi è che sia stata investita da un’auto pirata. E’ successo intorno alle 18 in via per Novi, il corpo è stato trovato a poca distanza da casa. Sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco. Sembra che avesse feriti compatibili con un investimento e sono in corso indagini e ricerche per risalire al veicolo che l’avrebbe urtata, allontanandosi nel buio. Si guarderanno le telecamere della zone e si cercano testimoni.

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