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La sceneggiata Dem napoletana, all’esordio il neo segretario Annunziata mette fuori la porta le donne e sistema i cavallucci di De Luca. Ma…

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L’assemblea regionale campana del Pd che cambia registro c’è stata. Il primo segno del cambiamento è quello che il “nuovo” segretario, il filosofo Leo Annunziata, prova a realizzare, facendo accomodare nell’ufficio di presidenza 4 maschietti. Il presidente proposto, il salernitano Nicola Landolfi, di rito deluchiano, non è stato eletto in assemblea ma lo vuole sistemare in quel posto il Capo. E così, nel Cinema Pierrot a Ponticelli, si consuma la sceneggiata del cambiamento. Sul palco c’è il filosofo Annunziata che cita Sartre, Gramsci, parla di questione morale, di partiti, simboli e liste civiche, in sala i caporioni burattinai sistemano la nomenclatura scelta dal vero dominus, Vincenzo De Luca. E così il designato presidente è Landolfi.

Il tesoriere del partito è il vicesindaco di Poggiomarino, Nicola Salvati, che avrà la cassa di Annunziata.  Nell’ufficio di presidenza ci sono Umberto De Gregorio (presidente Eav e pedina napoletana di De Luca aspirante candidato sindaco di Napoli), il sindaco Giorgio Zinno sempre in quota De Luca. Per le minoranze andrebbero Francesco Zanfardino e l’ex parlamentare Alfonso Andria.  È il caos. Il regista di questa operazione è Nello Mastursi, l’ex capostaff di De Luca, chiamato a dare una mano nel partito dopo essere stato travolto da una inchiesta della magistratura. E così mentre in sala, al Cinema Pierrot, va in scena il dibattito democratico, dietro le quinte c’è chi ricompone l’ufficio di presidenza in maniera più ipocritamente politicamente corretta. De Gregorio e Zinno escono (hanno già due bei ruoli, non soffriranno), entrano Roberta Santaniello e Paola Vairano. La prima è una consulente alla Regione di De Luca. E così il nuovo Pd, il Pd del cambiamento, avrà un sindaco incompatibile segretario cavalluccio di De Luca e un ufficio di presidenza con consulenti di De Luca. Dunque Pd compatto, De Luca ricandidato alla Regione con l’avallo di tutto il partito. Pardon, di tutto il suo partito. Chi si oppone a questa sceneggiata? A Napoli nessuno ne è capace, nessuno ne ha la forza, in tanti tengono famiglia.

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Economia

Visco: politica Bce corretta, io sarei stato più graduale

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Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, approva la politica monetaria della Bce, ma non nasconde che avrebbe preferito “una maggiore gradualità”. A pochi giorni dalle ultime considerazioni finali Visco parla al Festival dell’Economia di Torino, a un incontro al Teatro Carignano su ‘L’Italia, l’Europa e l’incertezza economico-politica globale”. Tra i temi affrontati c’è quello del ritardo europeo, e in particolare italiano, sull’innovazione e sullo sviluppo dell’auto elettrica. “Che succede adesso che il prezzo dell’energia tende a scendere così rapidamente? Mi aspetto – spiega Visco – che si raffreddi anche l’aumento dei prezzi dei prodotti finali. L’inflazione di fondo dovrebbe riflettere la riduzione del costo dell’energia. Se questo avviene la politica monetaria è quella corretta per tenere sotto controllo le spinte di domanda possibili e garantire il rientro sull’obiettivo di stabilità dei prezzi, anche se forse io avrei spinto per una gradualità maggiore”. Il governatore osserva che “non bisogna lasciare la politica monetaria operare da sola, come il solo gioco in città, ma deve essere accompagnata da una politica di bilancio accorta e dalla responsabilità delle parti sociali”. I salari, avverte Visco, “devono crescere con la crescita dell’economia, mentre se si mettesse in moto una corsa tra prezzi e salari sarebbe illusorio come lo fu negli anni ’70 e ’80”. Tra i temi c’è il ritardo sullo sviluppo dell’auto elettrica. “L’Italia e l’Europa – osserva Visco – sono rimaste indietro. È mancata la consapevolezza dell’importanza dell’innovazione in questo campo”.

La questione è generale perché “nell’innovazione, nel digitale la leadership non è sicuramente europea. Quando furono introdotti i cellulari c’era una componente di aziende del Nord Europa, ma non ha avuto successo. Le grandi imprese tecnologiche sono negli Stati Uniti. E’ difficile aspettarsi che l’innovazione provenga da imprese europee. In questo ambito “la questione auto – osserva – è esemplificatrice del problema. Nel 2015 ci fu una lunga discussione sul dieselgate e a Parigi ci fu una Cop importantissima. Già allora l’Asia era diventata il massimo produttore di auto al mondo. Da noi all’epoca mi colpì molto Marchionne che diceva che l’auto elettrica era di là da venire e che non faceva investimenti sull’auto elettrica. Comunque, anche se la Fiat li avesse fatti mentre non li facevano gli altri, sarebbe stato un problema”. Oggi, sottolinea il governatore, “siamo indietro sulla questione di dove si posiziona la rete che consentirà il passaggio all’auto elettrica dall’auto a benzina o a diesel. Con il Pnrr si possono cominciare a muovere i primi passi in questa direzione che riguarda i consumi e le infrastrutture, non l’innovazione”.

Anche sulle batterie elettriche, spiega Visco, “i cinesi sono molto pronti, mentre noi siamo piuttosto ai margini. Mancano grandi imprese, a livello europeo e sicuramente italiano. Forse c’è la possibilità di rientrare in questi mercati, ma serve unità, coesione e condivisione degli obiettivi”. Quanto alle spinte protezionistiche Visco osserva che “non si può fare a meno della Cina e, quindi, serve la cooperazione internazionale, la diplomazia. Non bisogna rinunciare ai principi cruciali, ma si deve fare di tutto per convivere al meglio”. Al Festival dell’economia, che ha come tema la globalizzazione, il governatore spiega il suo pensiero: “Che sarebbe successo se non ci fosse stata la globalizzazione? Le persone in povertà estrema non si sarebbero ridotte da 2 miliardi a 700 milioni e sulla pandemia non avremmo reagito come invece abbiamo fatto aprendoci in uno scambio di competenze per arrivare a un vaccino”. La globalizzazione è stata un processo straordinario, ma le stagioni di cambiamenti molto forti hanno benefici e anche costi. Abbiamo avuto un’apertura dei mercati, una straordinaria innovazione tecnologica, ma non è stata una marcia trionfale”.

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Esteri

Ella Irwin, responsabile della fiducia e della sicurezza di Twitter: confermate le dimissioni

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Un alto dirigente di Twitter responsabile della sicurezza e della moderazione dei contenuti ha lasciato l’azienda, la sua partenza è avvenuta poco dopo che il proprietario Elon Musk ha pubblicamente criticato il modo in cui la piattaforma gestisce i post sui temi transgender. La partenza indica una nuova ondata di turbolenze tra i dirigenti chiave di Twitter da quando Musk ha preso il controllo dell’azienda l’anno scorso. Ella Irwin, responsabile della fiducia e della sicurezza di Twitter, ha confermato le sue dimissioni in una serie di tweet venerdì sera.

Nel messaggio non ha specificato il motivo del suo abbandono, ma la sua partenza è avvenuta poco dopo che Musk ha criticato il modo in cui Twitter gestisce i tweet su un documentario di un’azienda media conservatrice che mette in discussione il trattamento medico per bambini e adolescenti transgender. Musk ha risposto alle lamentele di Jeremy Boreing, co-amministratore delegato dell’azienda media Daily Wire. Boreing ha affermato in tweet e retweet di commentatori conservatori giovedì che Twitter stava sopprimendo il film flaggando i post su di esso come discorsi di odio e tenendo il film fuori dalle liste degli argomenti di tendenza. Boreing ha twittato che Twitter ha annullato un accordo per la première gratuita del film “What is a Woman?” sulla piattaforma “a causa di due casi di ‘misgendering'”. Le regole di Twitter proibiscono di fare riferimento intenzionalmente a individui transgender con il genere o il nome sbagliato. “È stato un errore di molte persone su Twitter. È sicuramente consentito”, ha twittato Musk.

“Che tu sia d’accordo o meno nell’usare i pronomi preferiti di qualcuno, non farlo è al massimo scortese e sicuramente non viola alcuna legge”. Irwin ha twittato venerdì che “una o due persone hanno notato” che aveva lasciato l’azienda il giorno prima e ha accennato alle speculazioni su se fosse stata licenziata o abbia dato le dimissioni. Ha scherzato dicendo che avrebbe pubblicato 24 tweet per spiegare la sua partenza, ma poi ha scritto che stava solo scherzando sulla lunga narrazione. “Scherzi a parte, ho effettivamente dato le dimissioni, ma questa è stata un’esperienza unica nella vita e sono così grata di aver lavorato con questo fantastico team di persone appassionate, creative e lavoratrici.

Sarò qui a tifare per tutti voi e per Twitter nel vostro percorso!”. Accanto a Musk, Irwin era stata la voce più prominente delle politiche dei contenuti in continua evoluzione dell’azienda negli ultimi mesi. Twitter ha faticato a riportare gli inserzionisti che si sono allontanati a causa dei drastici cambiamenti di Musk e del rilassamento delle regole contro i discorsi di odio da quando ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari nell’ottobre scorso. Twitter ha anche un nuovo CEO in arrivo, Linda Yaccarino, con decenni di esperienza nell’industria dei media e della pubblicità, ma non ha ancora iniziato. Irwin e Twitter non hanno risposto alle richieste dell’Associated Press per un commento. Twitter è stata attraversata da turbolenze, compresi licenziamenti di massa e dipartite volontarie, da quando il proprietario miliardario di Tesla ha acquistato l’azienda di San Francisco e l’ha resa privata. Il responsabile della fiducia e della sicurezza dell’azienda ha lasciato poco dopo l’acquisizione e il ricambio ai vertici è continuato. Il mese scorso, Twitter ha licenziato altri due dirigenti di alto livello.

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Economia

Si lavora ai vertici Inps-Inail, in pole Fava e Cervone

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Il termine per la nomina dei commissari Inps e Inail è scaduto da tre giorni ma si cerca ancora la quadra sui nuovi vertici degli enti previdenziali. In pole position, secondo quanto si apprende, restano Gabriele Fava per l’Inps e Stefano Cervone per l’Inail ma non si esclude possa tornare in pista Maurizio Castro, manager nei giorni scorsi dato per favorito per l’Istituto di previdenza e poi uscito dalla rosa a favore di Fava. I tempi dovrebbero essere stretti ma negli ultimi giorni più volte l’accordo è stato dato per certo e poi saltato. Il termine del decreto sulla nuova governance degli enti previdenziali andato in Gazzetta il 10 maggio e quindi in vigore dall’11 era di 20 giorni e quindi è scaduto il 31.

I tecnici sottolineano che questo termine è ordinatorio e la sua inottemperanza non è sanzionata. Il presidente dell’Inps è in prorogatio per 45 giorni dal 22 maggio (giorno nel quale sono scaduti i quattro anni dal suo insediamento) e quindi operativo fino al 6 luglio. E comunque anche la scadenza del mandato di Tridico è controversa perché lui sostiene che il mandato di quattro anni inizia il 15 aprile del 2020 quando ha assunto le funzioni di presidente del cda. La scelta dei commissari si intreccia con quella dei direttori generali per cui si è complicato l’accordo nella maggioranza che sembrava essere trovato su Fava e Cervone.

Per il direttore generale dell’Inps si fanno i nomi di Valeria Vittimberga, dirigente generale per la Centrale unica acquisti e di Vincenzo Damato, dirigente generale per il Lazio, ma non è escluso che resti l’attuale, Vincenzo Caridi che comunque gode di ampia stima all’interno dell’Istituto e in ambiti governativi. “Sarebbe importante – spiega il presidente del Civ dell’Inps, Roberto Ghiselli – arrivare a breve alla nomina del commissario dell’Inps per favorire un confronto tra gli organi rispetto agli adempimenti ai quali il Consiglio di indirizzo e vigilanza è chiamato ad assolvere entro il mese di giugno a iniziare dalla relazione programmatica 2024-2026 che è l’atto di programmazione strategica per l’Istituto”.

I nomi sono come prevede il decreto di “comprovata esperienza e professionalità” anche se qualcuno fa notare la scarsa esperienza nel settore previdenziale e infortunistico. Gabriele Fava, giuslavorista, è fondatore dello studio Fava e associati ed è stato Commissario di amministrazione straordinaria per Alitalia Società Aerea Italiana S.p.a. e Alitalia Cityliner S.p.a. Stefano Cervone, commercialista, è amministratore delegato di Next Re SIIQ SpA. Intanto è prevista per il 4 luglio alla Camera la presentazione della Relazione annuale dell’Inps e ci si aspetta che per quella data i nuovi vertici si siano insediati.

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