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Cronache

La ‘sardina’ Santori annuncia che si fa le canne da anni e “coltivo la cannabis in casa”

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In una settimana gia’ abbastanza calda per la politica, col dibattito infiammato anche dalla discussione alla Camera di una proposta di legge sulla cannabis, sul tema irrompono le parole della ‘sardina’ Mattia Santori, oggi consigliere comunale di Bologna, quota Pd, che ammette di coltivare in casa propria tre piantine di cannabis, per uso personale. Santori, reduce dagli Stati generali sulla cannabis a Milano, vuole cosi’ spronare il Parlamento a legiferare in materia. Ma contro di lui si scaglia inevitabilmente il centrodestra, FdI e Lega in testa, che non ammette distinzioni tra droghe cosiddette leggere e pesanti e che chiede per Santori la revoca della delega alle politiche giovanili. Il fondatore delle ‘Sardine’ spiega in un’intervista a Repubblica di coltivare cannabis sotto le lampade in casa e che quest’anno il raccolto delle sue tre piantine e’ stato di 60 grammi d’erba. “Mi faccio le canne da quando ho 18 anni – afferma – poi un giorno mia sorella rientrata da Amsterdam mi ha portato dei semi, un regalo goliardico, li ho piantati ed e’ andata male. Ho comprato l’occorrente e solo al terzo tentativo sono cresciuti. Insomma non solo la consumo, ma la autoproduco per uso personale”. “Al momento – ammette – l’autocoltivazione e’ equiparata allo spaccio per cui io rischio sino a sei anni di carcere: e’ assurdo. Non a caso le Corti riunite della Cassazione hanno gia’ indicato ai tribunali di considerare poche piantine come uso personale. Ora tocca al Parlamento muoversi”. “Acquisto i semi da un canapaio che paga le tasse – afferma Santori – ho comprato le mie attrezzature, e tutto questo e’ gia’ legale. In questo modo so dove vanno i miei soldi. Il mercato della cannabis alimenta la criminalita’ organizzata. Io non voglio che il mio consumo ricreativo di una canna ogni tre giorni vada ad arricchire un criminale, per questo dico che il mio e’ un comportamento virtuoso”. “Se il Parlamento fa spallucce io non sto zitto. Crea dipendenza? E’ provato scientificamente che non e’ cosi’. Poi e’ chiaro che occorrono politiche di intervento su un consumo problematico”. Sul profilo giuridico lo mette in guardia l’ex procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, oggi in pensione ma che a lungo si e’ occupato di indagini di droga. “Consiglierei a chiunque voglia intraprendere azioni analoghe, di leggere meglio le sentenze della Cassazione – dice il magistrato – Se c’e’ attrezzatura idonea e lampade forse la coltivazione non e’ da considerarsi rudimentale e quindi penalmente irrilevante, e questo al di la’ dell’uso personale dichiarato. In ogni caso la valutazione spetta sempre al magistrato penale all’esito dei dovuti accertamenti”. Sul piano politico le reazioni della destra sono al vetriolo. Consiglieri comunali di Fratelli d’Italia e Lega chiedono verifiche di eventuali reati da parte delle autorita’ competenti e auspicano che il sindaco bolognese Matteo Lepore batta un colpo e ritiri le deleghe a Santori. Galeazzo Bignami, deputato FdI, invoca una presa di posizione anche dal segretario dem Enrico Letta. La polemica e’ piu’ attuale che mai visto il seguito in Aula alla Camera, per questa settimana, della discussione sulla proposta di legge che vuole modificare il Testo unico sugli stupefacenti, in particolare rendendo possibile la coltivazione fino a un massimo di quattro piante di cannabis domestica, per uso esclusivamente personale.

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Cronache

Ischia ritrova la sua giustizia: il Tribunale torna operativo con le udienze del giovedì

Il Tribunale di Ischia riapre le udienze del giovedì grazie al decreto del presidente vicario Scoppa. Una vittoria per avvocati, cittadini e istituzioni locali dopo mesi di proteste.

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Una notizia attesa con speranza dai più ottimisti e insperata da altri, ma che segna un passaggio decisivo nella lunga battaglia per la tutela del presidio giudiziario dell’isola verde. Il presidente vicario del Tribunale di Napoli, Gianpiero Scoppa, ha disposto il ripristino delle udienze a Ischia, restituendo piena funzionalità alla sezione distaccata locale.

Una decisione che accoglie le istanze dell’Associazione Forense dell’isola di Ischia e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, protagonisti di una mobilitazione decisa culminata nello sciopero del 5 aprile scorso e nel ricorso al TAR presentato con il sostegno dei sei Comuni isolani.

Il decreto del giudice Scoppa: ritorno alla normalità

Il provvedimento firmato da Scoppa prevede l’assegnazione provvisoria del giudice onorario Ciro Ravenna al settore civile della Sezione distaccata di Ischia, in qualità di Giudice dell’Esecuzione, con il compito di gestire le udienze precedentemente seguite dalla giudice Criscuolo.

Nel decreto si evidenzia che Ravenna, rientrato in servizio nel 2025 dopo un incarico all’Ufficio del Giudice di Pace, aveva espressamente chiesto di essere destinato a una sezione civile in virtù della propria formazione professionale. La sua collocazione a Ischia rappresenta dunque una soluzione funzionale per sopperire alle gravi carenze d’organico che affliggono il Tribunale isolano.

Il decreto ha effetto immediato, garantendo il ripristino delle udienze del giovedì e segnando una svolta dopo mesi di polemiche, disservizi e disagi per professionisti, cittadini, testimoni e imputati costretti agli spostamenti sulla terraferma.

La soddisfazione dell’Assoforense e dell’avvocatura

«Quello ottenuto è un risultato importante», ha commentato Alberto Morelli, presidente dell’Assoforense Ischia. «Scoppa aveva già dimostrato attenzione e sensibilità alla nostra situazione. Ora arriva un passo concreto che ridà dignità alla nostra professione e servizio alla cittadinanza».

Anche il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli esprime soddisfazione per l’esito di un lavoro di sinergia tra istituzioni e avvocati, premiato da un risultato tangibile dopo mesi di diplomazia e pressione istituzionale.

La battaglia continua: si attende la stabilizzazione definitiva

Sebbene l’assegnazione di Ravenna rappresenti una boccata d’ossigeno, resta ancora aperta la questione della stabilizzazione definitiva del Tribunale di Ischia, promessa più volte dal Governo centrale ma mai concretamente attuata.

Il clima ora è più disteso, ma solo un atto definitivo potrà chiudere quella che gli avvocati dell’isola definiscono «una lunga parentesi di giustizia precaria».

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Conclave 2025, i cardinali decidono: si comincia il 7 maggio

Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco inizierà il 7 maggio. I cardinali si riuniranno nella Cappella Sistina: le regole, i tempi e il ruolo di Parolin.

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I cardinali hanno deciso: il Conclave che eleggerà il 266esimo successore di Pietro inizierà il 7 maggio, mercoledì prossimo, nel pomeriggio. L’annuncio è arrivato dopo l’assemblea dei porporati che ha scelto di prendersi qualche giorno in più per motivi principalmente logistici.

Più tempo per sistemare gli elettori

La decisione di posticipare l’inizio del Conclave rispetto alla conclusione dei novendiali di suffragio per Papa Francesco, che termineranno domenica, è dovuta alla necessità di organizzare adeguatamente l’accoglienza dei 135 cardinali elettori – il numero più alto mai registrato – presso la Casa Santa Marta. Due porporati, infatti, hanno già annunciato la rinuncia per motivi di salute.

La guida del Conclave

A presiedere il Conclave sarà il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, poiché il Decano Giovanni Battista Re e il Vice Decano Leonardo Sandri, avendo superato gli ottant’anni, non parteciperanno alle votazioni. Toccherà a Parolin, quindi, interrogare il nuovo eletto circa l’accettazione del pontificato e il nome che vorrà assumere.

Prima dell’inizio delle votazioni, la mattina del 7 maggio, il cardinale Re celebrerà la Missa pro eligendo Romano Pontifice nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio, i cardinali si raccoglieranno nella Cappella Paolina per poi entrare in processione nella Cappella Sistina intonando il “Veni Creator Spiritus”, invocando l’assistenza dello Spirito Santo.

Le regole del Conclave

Come stabilito dalla Costituzione Universi Dominici Gregis di San Giovanni Paolo II, i cardinali hanno giurato di rispettare rigorosamente le norme che regolano l’elezione. Sono vietate influenze esterne, pressioni, favoritismi o avversioni personali. L’unico criterio dev’essere il bene della Chiesa e la gloria di Dio.

Il nuovo Papa dovrà essere eletto con una maggioranza qualificata di due terzi. Dopo il comando “Extra omnes” (“Fuori tutti”), inizieranno le votazioni: il primo scrutinio sarà effettuato il 7 maggio. Dal giorno successivo, se necessario, si procederà con quattro votazioni quotidiane, due al mattino e due al pomeriggio.

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Genova, sindacalista inventa un’aggressione fascista: indagato per simulazione di reato

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Un grave episodio di simulazione scuote il clima politico e sindacale a Genova. Fabiano Mura, segretario genovese della Fillea-Cgil (categoria degli edili), è stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di simulazione di reato, dopo aver inventato una presunta aggressione subita alla vigilia del 25 aprile.

Mura aveva denunciato pubblicamente e in Procura di essere stato aggredito da due persone che gli avrebbero urlato insulti fascisti, fatto il saluto romano, sputato addosso e colpito con pugni e spintoni. Un racconto drammatico che aveva suscitato un’immediata ondata di solidarietà, culminata in una manifestazione antifascista a cui avevano preso parte esponenti politici e sindacali, tra cui Anpi Genova, la candidata sindaca del centrosinistra Silvia Salis, l’ex ministro Andrea Orlando e l’ex leader Cgil Sergio Cofferati.

La verità emerge: nessuna aggressione

Le indagini della Digos hanno rapidamente sollevato dubbi sulla versione dei fatti fornita da Mura. I riscontri video delle telecamere di sorveglianza e le incongruenze sugli orari hanno smontato il suo racconto. Messo alle strette dagli investigatori, il sindacalista ha infine ammesso davanti al magistrato di essersi inventato tutto e ha ritirato la denuncia.

La Cgil, dopo aver appreso l’esito delle indagini, ha annunciato la sospensione di Mura, prendendo ufficialmente le distanze dal suo comportamento.

Le reazioni politiche

Il caso ha suscitato reazioni forti nel panorama politico. Matteo Salvini, leader della Lega, ha commentato: «Che tristezza. Per tre giorni è stato lanciato l’allarme sulla violenza fascista a Genova, e poi si è scoperto che gli unici fascisti immaginari stanno a sinistra».
Anche Fratelli d’Italia ha denunciato l’episodio, sottolineando che «le falsità fomentano l’odio».

Dal centrosinistra, Silvia Salis ha preso le distanze: «È un atto gravissimo. Noi siamo parte lesa e ci dissociamo completamente da questa azione irresponsabile».

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