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La nuova era del Napoli parte con Vesuvio sulla maglia

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Una maglietta azzurro cielo e una seconda divisa completamente bianca sul cui sfondo campeggia in grigio il panorama della città con il Vesuvio alle spalle. Sono le due prime tenute da gioco che i calciatori del Napoli indosseranno nella prossima stagione (altre tre, oltre a qualche ‘edizione speciale’, seguiranno nel corso dell’anno), presentate sulla nave MSC World Europa, attraccata alla Stazione Marittima. La scelta della progettista di stile della Società, Valentina De Laurentiis, che ha lavorato alla definizione del progetto con il Gruppo Armani, non è casuale. La presenza sotto allo scudetto tricolore del vulcano tanto richiamato nei cori da stadio, spesso con finalità discriminatorie e ripreso ironicamente al ‘Maradona’ anche dagli stessi tifosi azzurri, vuole dare alla squadra una chiara connotazione identitaria, fortemente legata alla città.

Alla presentazione delle nuove divise da gioco oltre al presidente Aurelio De Laurentiis e alla figlia Valentina, sono intervenuti il direttore generale di MSC, Leonardo Massa, società che diventa da quest’anno il main sponsor del Calcio Napoli e Alice Acciarri, general manager di eBay Italia il cui logo compare su una manica della maglietta. Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca e il sindaco della città, Gaetano Manfredi hanno testimoniato la vicinanza delle istituzioni al Calcio Napoli e al nuovo progetto di internazionalizzazione che De Laurentiis intende affermare sempre di più, anche alla luce del grande risalto mondiale determinato dalla vittoria dello scudetto. Il presidente a margine della presentazione delle divise da gioco ha anche parlato del futuro di Osimhen (”Lo vedremo sicuramente giocare con la nostra nuova maglietta. Se poi dovesse arrivare un’offerta più che indecente ce ne faremo un ragione e saremo in grado, come abbiamo scovato grandi calciatori di trovarne altri ancora”) e della ‘juventinità’ dichiarata da Cristiano Giuntoli (”Non me le aspettavo, mi ha preso di sorpresa. Se lo avessi saputo forse me ne sarei liberato prima”). De Laurentiis ha ribadito anche la sua stima incondizionata nei confronti di Rudi Garcia.

”Per me – ha detto – ora è al centro del villaggio, lo supporterò con tutta la mia tenacia, conoscenza e disponibilità economica e finanziaria. Garcia è lo specchio di una scelta felice, tutte le volte che ci parlo mi dico che ho scelto l’uomo giusto”. Il presidente non ha fatto promesse sull’esito del prossimo campionato e della Champions League. ”Conquistare il titolo anche in Europa? Non si devono fare promesse da marinaio. Ho ampia fiducia nel nuovo allenatore che ha anche esperienza al di fuori dell’Italia, però noi siamo in ricostruzione. Abbiamo giocatori importanti che hanno collaborato tutti per vincere questo tricolore, però mi insegnate che quando una persona è appagata, forse il sacro fuoco all’interno in maniera involuta si spegne, senza che ce ne sia una specifica ragione. Il mio compito per la prossima stagione è essere molto vicino alla squadra per cercare di riaccendere ogni momento che la fiammella, il fuoco sacro della competitività, che si riduce”.

”Oggi – ha aggiunto – siamo qui per promuovere il nostro nuovo manifesto: ‘Una nuova era: da Napoli nel mondo’, lanciando un nuovo slogan che accompagnerà il Napoli nella prossima stagione. ”Lo scudetto – ha osservato – è tornato a Napoli e la città ha reagito in modo talmente straordinario da far parlare i media internazionali per settimane. Spero di far bene quest’anno ho preso un grande allenatore che ha un concetto di internazionalizzazione e credo possa continuare il nostro percorso iniziato da Spalletti”. Nessuna indiscrezione sul mercato. ”Oggi stesso terrò una riunione operativa con Garcia e con i manager incaricati della campagna aqcuisti e cessioni. Mi piacciono molto i giapponesi, ma bisogna trovare un calciatore in un determinato ruolo e vedere se ha le caratteristiche giuste per giocare con gli altri, non vorrei abbandonare il nostro 4-3-3. Abbiamo un centrocampo fortissimo – ha concluso – e così dobbiamo rimanere perché funzionerà meglio anche la difesa”.

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Binaghi riapre al Coni: “È finita un’era, ora serve discontinuità. Ma Buonfiglio? No, grazie”

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Angelo Binaghi (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (Fitp), torna a parlare del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e lo fa con la consueta schiettezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Da anni in polemica con il Coni di Giovanni Malagò, Binaghi lascia intendere di essere pronto a tornare a occuparsi attivamente dell’istituzione sportiva nazionale: “Sto partecipando a tutte le riunioni. Voglio vedere se, finita un’era, si può costruire qualcosa di nuovo, completamente diverso rispetto al passato”.

ANGELO BINAGHI, PRESIDENTE FEDERAZIONE ITALIANA TENNIS E PADEL, JANNIK SINNER (Foto Imagoeconomica)

Binaghi non ha mai fatto mistero della sua visione riformista e anti-sistema: nel novembre 2024 aveva dichiarato al Corriere “Il Coni non serve, io lo salto”. Una posizione che gli costò un deferimento poi archiviato, con opposizione del Coni. Ora però, con l’uscita di scena di Malagò imposta dai limiti di mandato, il clima potrebbe cambiare.

Buonfiglio bocciato, Pancalli “ultimo in lista”

Nessuna apertura, invece, verso l’eventuale candidatura di Luciano Buonfiglio, presidente della Federcanoa: “È il peggior esponente del vecchio sistema. Una volta mi chiese di parlare, gli risposi: ‘Caro Luciano, io no’”, racconta Binaghi, ricordando il suo ruolo nella defenestrazione di Raffaele Pagnozzi e la successiva promozione da parte di Malagò.

Rispetto invece per Luca Pancalli, ma senza sostegno: “Candidato degnissimo, ma lo considero l’ultimo della lista”.

“La politica non è un nemico, la riforma Giorgetti è stata efficace”

Altro punto centrale della visione di Binaghi è il rapporto con la politica: “Non è possibile considerare i politici come nemici. La riforma Giorgetti ha funzionato molto meglio del Coni. Chi parla di invadenza politica racconta una bugia”.

Rivendica anche l’autonomia finanziaria degli Internazionali d’Italia (“l’unica manifestazione senza un euro di contributo pubblico”) e ricorda di aver cacciato i politici dalla tribuna del torneo.

Il futuro del Coni? Binaghi resta alla finestra, ma si prepara

Con gli Internazionali di Roma imminenti e il grande ritorno in campo di Jannik Sinner, “il vero Fenomeno”, Binaghi rivendica di essere “un uomo fortunato”. Ma tiene il piede dentro la porta del Coni, in attesa di vedere quale sarà la grande sorpresa che guiderà il nuovo corso dello sport italiano.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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Esteri

Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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