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Esteri

La Nato, ‘gli ucraini avanzano di 100 metri al giorno’

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Gli ucraini avanzano di “cento metri al giorno”, e il dovere della Nato è “sostenerli”. Intervenendo alla commissione Esteri del Parlamento europeo, il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg esprime ottimismo sulla controffensiva di Kiev e ribadisce che non ci possono essere titubanze dell’Occidente nell’aiutarli. Ma contro una nuova forma di quell’aiuto si scaglia la Russia, con la sua ambasciata a Washington che accusa gli americani di “disumanità” per la fornitura di munizioni all’uranio impoverito, sull’esempio della Gran Bretagna. Intanto, dopo la sospensione dell’accordo per l’export del grano ucraino dai porti del Mar Nero, Kiev ha detto che ha cominciato ad esportarlo da quelli croati. “Crediamo che questa rotta logistica svolgerà un ruolo importante nel commercio bilaterale tra i nostri Paesi anche dopo la guerra”, prevede la ministra dell’Economica ucraina, Yulia Svyridenko. Nel comunicare ieri sera la decisione di inviare all’Ucraina proiettili all’uranio impoverito, in grado di perforare la corazza dei carri armati, il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, ha affermato che essi non presentano rischi per la salute dei civili e dei militari che le usano: “Molti eserciti le usano, inclusa la Russia – ha aggiunto -. Non c’è nulla di controverso, è Mosca che ne vuole fare un caso”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ribattuto affermando che si tratta di “una notizia molto brutta” e ricordando il precedente dell’uso di munizioni di questo tipo nella ex Jugoslavia da parte dei Paesi Nato che, ha affermato, “ha avuto conseguenze molto, molto tristi”. In passato, contestando l’invio di queste munizioni da parte di Londra, le autorità russe hanno ricordato le polemiche e le vicende giudiziarie in Italia, dove ben quattro commissioni parlamentari hanno indagato fin dal 2000 sugli effetti dei proiettili all’uranio impoverito sui militari italiani che hanno partecipato alla missione della Nato nei Balcani.

L’Osservatorio Militare, il centro studi che per primo ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica la vicenda, ritiene che le morti tra i soldati italiani legati all’uranio impoverito siano oltre 370, mentre coloro che si sono ammalati sarebbero oltre 7.000. Anche in Serbia opera da cinque anni una commissione incaricata di indagare sulle conseguenze dell’uso di queste munizioni, che ha già presentato alcune denunce contro la Nato. In Ucraina, intanto, almeno 19 persone sono morte e altre 48 sono rimaste ferite negli attacchi russi nelle ultime 24 ore, secondo un bilancio del Kyiv Independent. Il bilancio comprende i 16 morti e 33 feriti di un attacco avvenuto ieri su un mercato della città di Kostiantynivka, nel Donetsk. Le autorità russe, invece, hanno detto che un drone è stato abbattuto la notte scorsa sul distretto di Ramensky, a sud-est di Mosca, e un altro “è stato intercettato e neutralizzato” nella regione di Volgograd, che ha subito il primo attacco di questo genere. In entrambi i casi non sono segnalate vittime o danni. Stoltenberg ha intanto confermato che la Nato non ha indicazioni di “un attacco intenzionale della Russia in Romania” e attende “i risulti delle indagini”, dopo che Bucarest ha denunciato la caduta di frammenti di un drone russo sul territorio rumeno nel corso di un recente attacco delle truppe di Mosca ad un porto ucraino sul Danubio. Anche il ministro della Difesa romeno, Angel Tilvar, aveva escluso ieri sera che si fosse trattato di un attacco diretto contro il suo Paese.

Fonti ucraine affermano che intanto continua, sebbene lenta, l’avanzata delle forze di Kiev sul fronte sud, nella regione di Zaporizhzhia. In media cento metri al giorno, come ha detto appunto Stoltenberg. “Non abbiamo mai pensato che la controffensiva sarebbe stata facile – ha sottolineato il capo della Nato -. I russi hanno preparato linee di difesa multiple: non abbiamo mai visto nella storia così tante mine come in Ucraina”. Ma “l’esercito russo – ha aggiunto – era il secondo più forte nel mondo, e ora è il secondo più forte in Ucraina”. In Russia, intanto, un canale Telegram, VChK-OGPU, afferma che i comandanti superstiti della Wagner starebbero per riunirsi per designare l’erede del loro capo, Yevgeny Prigozhin, morto nello schianto del suo jet il 23 agosto. La stessa fonte ritiene che il candidato favorito sarebbe un ufficiale con il nome di battaglia di ‘Lotus’, vale a dire Anton Elizarov, secondo le volontà dello stesso Prigozhin, che avrebbe anche lasciato detto ai suoi collaboratori di aiutare il figlio Pavel a gestire “i beni commerciali del padre”.

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Esteri

Ivanka Trump News elogia Giorgia Meloni: “Donna pulita e leader più attraente dell’UE”

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Un post pubblicato su X dall’account Ivanka Trump 🇺🇲 🦅 News ha acceso i riflettori su Giorgia Meloni, definita “la leader più attraente dell’Unione Europea”. L’immagine allegata ritrae la presidente del Consiglio italiana sorridente su un lettino, con indosso un costume da bagno che richiama i colori della bandiera italiana.

Il messaggio che accompagna lo scatto recita: “Lascia un ❤️ per una donna pulita, fantastica e senza tatuaggi, la leader più attraente dell’UE 🇪🇺!!!”. Una dichiarazione che va oltre l’elogio estetico, sottolineando valori considerati simbolici dalla destra americana: ordine, sobrietà e conservatorismo nei costumi.

Il post è solo l’ultimo segnale dei rapporti calorosi tra la famiglia Trump e Giorgia Meloni, rafforzati da un’intesa ideologica su immigrazione, difesa dell’identità nazionale e visione tradizionale della società. Donald Trump, tornato presidente degli Stati Uniti, ha già espresso pubblicamente ammirazione per la premier italiana in più occasioni.

L’episodio conferma la crescente sintonia politica e mediatica tra due mondi che, seppur geograficamente lontani, condividono una visione del potere fondata su patriottismo, sovranismo e comunicazione diretta con il popolo.

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Processo Maradona, la testimonianza shock di Villarejo: “Sedato senza esami. Ricovero in terapia intensiva trasformato in caos”

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Nel quattordicesimo giorno del processo per la morte di Diego Armando Maradona, ha deposto il dottor Fernando Villarejo, responsabile della terapia intensiva della Clinica Olivos, dove il campione fu operato per un ematoma subdurale il 2 novembre 2020, appena 23 giorni prima della sua morte.

Villarejo, 67 anni, con oltre 40 anni di esperienza, ha dichiarato davanti ai giudici del Tribunale Penale Orale n. 3 di San Isidro che Maradona fu operato senza alcun esame preoperatorio, esclusivamente per volontà del suo medico di fiducia, il neurochirurgo Leopoldo Luque, nonostante non vi fosse, secondo i medici della clinica, alcuna urgenza immediata.

Trattamento per astinenza e decisione di sedazione

Tre giorni dopo l’intervento, Villarejo partecipò a un incontro con la famiglia e i medici curanti. Fu allora che Luque e la psichiatra Agustina Cosachov confermarono che l’obiettivo era trattare i sintomi di astinenza da sostanze e alcol.

«Maradona era ingestibile, difficile da trattare dal punto di vista comportamentale», ha riferito Villarejo, aggiungendo che Luque e Cosachov ordinarono di sedare il paziente, consapevoli dei rischi: depressione respiratoria, complicazioni infettive, cutanee e nutrizionali. La sedazione iniziò il 5 novembre e durò poco più di 24 ore, finché lo stesso Villarejo decise di ridurla, vista l’assenza di un piano preciso.

Il caos in terapia intensiva: “Potevano entrare con hamburger o medicine”

Il medico ha denunciato un clima caotico nel reparto: «Troppe persone in terapia intensiva, potevano portare hamburger o qualsiasi altra cosa. È stato vergognoso, scandaloso». Ha poi ammesso: «Mi dichiaro colpevole, ero una pedina su una scacchiera con un re e una regina», riferendosi al peso dell’ambiente vicino a Maradona.

Ricovero domiciliare e responsabilità

Villarejo ha raccontato che il ricovero presso la clinica non era più sostenibile. Fu deciso il trasferimento a casa, dove secondo l’ultima pagina della cartella clinica, fu la famiglia a chiedere l’assistenza domiciliare, sostenuta da Luque e Cosachov.

In aula ha testimoniato anche Nelsa Pérez, dipendente della società Medidom incaricata dell’assistenza a casa Maradona. Pérez ha ammesso che, secondo lei, in Argentina non esistono ricoveri domiciliari, ma che il termine viene usato per semplificazione. La testimone ha nominato Mariano Perroni come coordinatore dell’équipe, composta dagli infermieri Dahiana Madrid e Ricardo Almirón.

Tensione in aula: accuse di falsa testimonianza

Le affermazioni di Pérez hanno generato momenti di alta tensione in aula. Gli avvocati Fernando Burlando e Julio Rivas hanno chiesto la detenzione della testimone per falsa testimonianza, ma i giudici hanno rigettato la richiesta.

Nel corso del controinterrogatorio, Pérez ha confermato che non fu ordinato alcun monitoraggio dei parametri vitali, ma che veniva comunque effettuato dall’infermiera per scrupolo, a causa di precedenti episodi di tachicardia.

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Esteri

Esercito libanese: smantellato il 90% delle strutture di Hezbollah nel sud Libano

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L’esercito libanese ha smantellato “oltre il 90 per cento” dell’infrastruttura militare del gruppo filo-iraniano Hezbollah nel Libano meridionale, vicino al confine con Israele, ha dichiarato un funzionario all’Afp. “Abbiamo completato lo smantellamento di oltre il 90 percento delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”, ha dichiarato un funzionario della sicurezza, a condizione di mantenere l’anonimato. L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah libanese prevede lo smantellamento delle infrastrutture di Hezbollah.

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