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Cronache

“La mafia in Liguria non esiste”: è questa la percezione di gran parte dei liguri in una ricerca di Libera, l’associazione antimafia di don Ciotti

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Un ligure su tre considera la mafia un fenomeno marginale e sette cittadini su 10 ritengono che la corruzione, a livello regionale, sia “molto o abbastanza diffusa”. Questi i dati che emergono dalla ricerca dell’associazione antimafia Libera sulla “Percezione e presenza delle mafie e della corruzione in Liguria” presentata nell’ambito delle giornate “Idee in Viaggio” volute da Libera nazionale per presentare il rapporto. La parte relativa alla Liguria è stata presentata all’Università di Genova. La ricerca è basata su 420 questionari pari al 4,1% del campione nazionale tra cittadini con età media di 23 anni, otto su dieci dei quali sono studenti. Secondo i dati raccolti da Libera, i liguri intervistati considerano la Mafia un fenomeno marginale (33,3%) o comunque non socialmente pericoloso (24,5%). Solo tre intervistati su 10 considerano la Mafia preoccupante e pericolosa. Tra le attività principali della Mafia in Liguria secondo gli intervistati c’è il traffico di stupefacenti, la turbativa d’appalto e il lavoro irregolare. Il controllo del gioco d’azzardo e delle sale da gioco (16,7%) e lo sfruttamento della prostituzione (27%), meno diffusi nel campione nazionale, acquistano in Liguria maggior rilevanza. Infine, mentre sette intervistati su 10 ritengono molto o abbastanza diffusa la corruzione nella regione, tre intervistati su 10 hanno detto di conoscere personalmente o i aver conosciuto qualcuno che ha ricevuto o offerto tangenti o altri ‘favori’. Otto intervistati su 10 ritengono che le persone non denuncino fenomeni di corruzione per paura delle conseguenze. Questa la percezione della mafia in una regione che decine di inchiesta, purtroppo, mostrano essere pesantemente permeata a ogni livello da grossi investimenti di organizzazioni mafiose, in primo luogo della ‘ndrangheta.

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Cronache

Ucraina: Polonia, favoriremo rimpatrio uomini in età militare

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Varsavia aiuterà Kiev a riportare in Ucraina i suoi uomini in età militare, in seguito alle nuove modifiche alle leggi sui passaporti e sul servizio consolare per gli uomini ucraini che vivono all’estero: lo ha detto il ministro della Difesa polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. “Penso che molti polacchi siano indignati vedendo giovani ucraini negli alberghi e nei caffè, sentendo quanti sforzi dobbiamo fare per aiutare” Kiev, ha detto ieri Kosiniak-Kamysz ai media di polacchi. Il ministro ha sottolineato anche che Varsavia si era già offerta di aiutare l’Ucraina a identificare i rifugiati che vivono in Polonia e che sono sotto obbligo militare. La Polonia ospita circa un milione di ucraini fuggiti dalla guerra totale della Russia. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che le nuove misure di Kiev intendono “ripristinare atteggiamenti equi nei confronti degli uomini in età di leva in Ucraina e all’estero”.

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Cronache

Ticket Venezia: 80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga

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Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio’, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri ‘di giornata’.

 

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Cronache

Choc a Nola: marito violento, giovane ‘liberata’ dai carabinieri grazie all’intervento della suocera

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Dopo anni di soprusi e maltrattamenti, la storia di terrore vissuta da una giovane donna di Nola ha finalmente trovato un epilogo in tribunale. Un giovane di 21 anni, con un passato turbolento segnato da dipendenza da droga e violenze, è stato arrestato e accusato di sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni personali aggravate. Le aggressioni brutali, compresa una tentata strangolazione e attacchi pericolosi anche ai passanti nel centro antico di Nola, finiranno con il suo arresto.

La Procura di Nola, con l’ausilio dei carabinieri, ha condotto un’indagine lampo che ha portato alla luce gli abusi subiti dalla donna per anni. La vittima, che aveva sopportato in silenzio gli attacchi del compagno, ha trovato la forza di parlare solo dopo l’intervento della madre dell’aggressore, che l’ha convinta a cercare aiuto e cure mediche.

Durante l’ultima aggressione, la donna ha subito gravi danni all’orecchio e all’occhio, oltre a numerose altre ferite. In ospedale, il personale ha allertato le autorità, innescando una serie di eventi che hanno portato all’arresto del giovane. Nonostante il profondo legame affettivo che la legava al suo aguzzino, il quale chiudeva la porta di casa a chiave per impedirle di scappare, la donna ha finalmente deciso di rompere il silenzio.

Il Gip del Tribunale di Nola, Teresa Valentino, ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere presentata dalla Procura, segnando un decisivo punto di svolta nel caso. La giovane donna ha espresso il desiderio di vedere giustizia fatta: «Chiedo che venga punito per quello che mi ha fatto», ha dichiarato, evidenziando il lungo calvario e la paura che ha vissuto, temendo anche per la sicurezza della sua famiglia.

Questa vicenda sottolinea la tragica realtà della violenza domestica e l’importanza di supportare le vittime nel trovare la forza di parlare e denunciare i loro aggressori. L’arresto del giovane non solo mette fine a un ciclo di violenza, ma serve anche come monito sulle conseguenze legali che attendono coloro che sceglieranno di perpetrare tali crimini.

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