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La Cina connette il ‘tetto del mondo’ alla rete elettrica nazionale

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La Cina ha connesso oggi alla propria rete elettrica nazionale la contea posta alla maggiore altitudine al mondo, consentendo un approvvigionamento energetico stabile a oltre 7.000 residenti locali. Da oggi, la contea di Tsonyi a Nagqu City, nella Regione autonoma del Tibet, in Cina sud-occidentale, e’ infatti collegata alla rete elettrica statale del Paese. L’area e’ posta a un’altitudine di oltre 5.000 metri sul livello del mare. Oggi, i lavoratori hanno dovuto sfidare le rigide temperature locali, scese fino a meno 20 gradi Celsius, per avviare l’attrezzatura necessaria. “Tsonyi si affida a varie centrali elettriche fotovoltaiche per rifornire di energia tutto il territorio”, ha ricordato Jing Qi, vice responsabile della contea cinese. “Tuttavia, in caso di maltempo dovuto a precipitazioni di pioggia o neve, quando il calore del sole non e’ piu’ sufficiente, l’intera contea subiva interruzioni di corrente”. L’inverno dura 10 lunghi mesi a Tsonyi, dove le temperature possono arrivare fino a meno 40 gradi Celsius. E proprio d’inverno, ha aggiunto Jing, la contea era di solito costretta a razionare l’energia, interrompendo cosi’ le attivita’ e la vita quotidiana locale. A marzo, la State Grid Tibet Power Co. Ltd. ha iniziato a installare una serie di linee di trasmissione elettrica con la contea, passando attraverso un vasto tratto della disabitata Riserva Naturale Nazionale di Changtang. “La costruzione della linea elettrica e’ stata davvero efficiente e ha consentito ai residenti di Tsonyi l’accesso a un’alimentazione stabile durante l’inverno”, ha commentato il responsabile del progetto, Tsering Badro. I lavori sono stati completati grazie a un investimento del governo pari a 600 milioni di yuan (circa 86 milioni di dollari).Durante la realizzazione di questa rete sono stati inoltre portati a termine due progetti di trasmissione dell’energia da 110 chilovolt e altrettanti di trasformazione elettrica da 35 chilovolt.

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Rubio: serve svolta nei colloqui su Ucraina al più presto

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump deciderà quanto tempo gli Stati Uniti dedicheranno alla risoluzione del conflitto ucraino, quindi una svolta nei negoziati “è necessaria molto presto”. Lo ha affermato a Fox News il segretario di Stato americano Marco Rubio. Le posizioni di Russia e Ucraina “si sono già avvicinate, ma sono ancora lontane l’una dall’altra – ha ricordato – ed è necessaria una svolta molto presto. Allo stesso tempo, ha proseguito Rubio, è necessario accettare il fatto che “l’Ucraina non sarà in grado di riportare la Russia alle posizioni che occupava nel 2014”. La portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, ha dichiarato durante un briefing che gli Stati Uniti restano impegnati a lavorare per risolvere il conflitto, “ma non voleremo in giro per il mondo per mediare negli incontri che si stanno attualmente svolgendo tra le due parti. Ora – ha sottolineato – è il momento per le parti di presentare e sviluppare idee concrete su come porre fine a questo conflitto. Dipenderà da loro”.

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Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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Siria, Israele bombarda zona palazzo presidenziale Damasco

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L’esercito israeliano ha annunciato di aver bombardato la zona del palazzo presidenziale a Damasco, dopo aver minacciato il governo siriano di rappresaglie se non avesse protetto la minoranza drusa. “Gli aerei da guerra hanno colpito la zona intorno al palazzo”, ha scritto l’esercito israeliano su Telegram.

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