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Cronache

La Chiesa di Napoli: il carcere ha fallito la missione della rieducazione del condannato

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“Il carcere ha fallito la missione affidatagli dalla Costituzione: rieducazione e reinserimento. Il carcere è diventato una discarica sociale, è il ricettacolo di tutto quello che la società produce e al suo interno si vive una situazione davvero drammatica soprattutto ultimamente”. Lo ha detto don Franco Esposito, direttore della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli, in occasione del sit-in per chiedere che il clochard accusato dell’incendio della Venere degli stracci lasci il penitenziario di Poggioreale per essere affidato a strutture in grado di curarlo.

Il sacerdote, nel sottolineare che nelle carceri ci sono “tantissimi senza tetto, gente dissociata dalla realtà e rifiutata dalla società”, ha affermato che “la risposta del carcere è solo un grosso inganno. La società crede di essere più sicura se queste persone vengono messe in carcere, ma in realtà il carcere non rieduca, non reinserisce, peggiora solo le situazioni e chi ne esce lo fa è peggiore di come era prima. È dunque arrivato il momento in cui dire che il carcere ha fallito”.

Secondo don Esposito è necessario “che si prenda atto del fallimento del carcere perché solo quando lo si farà allora verranno sostenute le misure alternative al carcere”. Don Esposito ha ricordato anche che a Napoli e a Salerno la Chiesa ha Case di accoglienza “che non ricevono alcun sostegno dallo Stato e che non vengono riconosciute come Case di accoglienza per detenuti adulti. Ciò rende la situazione davvero difficile. Noi come Chiesa non pensiamo di sostituirci a nessuno – ha concluso – ma siamo chiamati ad essere un segno per dire a chi deve occuparsene di dare una vera e seria soluzione al problema e che è possibile fare diversamente dal carcere”.

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Voto di scambio a Cercola: voti venduti a 30 e 20 euro

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Trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio: questo il tariffario della compravendita delle preferenze a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2023. E’ emerso nell’ambito di una indagine dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) su una serie di episodi di voto di scambio politico-mafioso documentati nel comune vesuviano.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Le elezioni finite al centro delle indagini sono le amministrative del 14 e 15 maggio 2023, quindi del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.

Gli indagati (per loro vale il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva) sono accusati di compravendita di voti per essere eletti. Quando scoprono che la tornata elettorale è andata male fanno i moralisti e contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. Emerge anche questo nell’ambito dell’indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli sul voto di scambio politico mafioso a Cercola. Nella conversazione intercettata dai militari della Sezione Operativa di Torre del Greco e di Cercola, a parlare sono alcuni indagati che avevano impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti: si lamentano del fatto che ciononostante per loro era andata male: “Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…”.

Nel comunicato stampa diffusa dai carabinieri si fa rilevare che “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

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Cronache

Uomo ucciso a Pavia, sospetti su amico

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E’ stato ucciso probailmente da un amico l’uomo di 36 anni trovato morto stamattina per strada alla periferia di Pavia. Il delitto sarebbe avvenuto in un appartamento vicino al luogo del ritrovamento e il cadavere portato in strada da una persona che la vittima conosceva, da cui era ospitata, ed ora è interrogata. L’omicidio sarebbe accaduto al culmine di una lite. Sul posto i carabinieri. L’allarme è stato dato da alcuni passanti che hanno visto il corpo per strada.

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Cronache

Donna scomparsa a Lanciano e ritrovata viva a Castelvolturno, volevo farla finita

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La maestra di ballo e fitness di Lanciano, Milena Santirocco, di 54 anni, scomparsa il 28 aprile scorso e ritrovata viva sabato sera a Castel Volturno dopo sei giorni di ricerche sul litorale abruzzese si è allontanata volontariamente da casa con l’intento di suicidarsi: non si è trattato di un sequestro di persona, come dichiarato dalla donna ai primi soccorritori che l’avevano raggiunta nella caffetteria in Campania. La donna avrebbe confessato l’intenzione di uccidersi durante l’interrogatorio di ieri davanti al pm di Lanciano, Silvia di Nunzio. A riportarlo è il quotidiano regionale ‘Il Centro’.

Con questo articolo il racconto di questa storia finisce.

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