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Kvaratskhelia e Osimhen show, travolta anche la Cremonese e la capolista se ne va

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Il Napoli vendica l’eliminazione dalla Coppa Italia subita dalla Cremonese e battendo i grigiorossi si assicura, in attesa del risultato di Sampdoria-Inter che si giocherà domani sera, di mantenere quanto meno inalterato il vantaggio sulla più diretta inseguitrice. Come dire che per la capolista ormai è fuga, anche se Spalletti si affanna a dire che bisogna procedere partita dopo partita. Il match non è facile perchè, come il tecnico aveva previsto, la Cremonese è ben organizzata e adotta un atteggiamento molto prudente basato su una difesa bloccata, difficile da scardinare. Il Napoli si lamenta anche per un paio di decisioni dell’arbitro Massimi (mancata concessione di un calcio di rigore e mancata seconda ammonizione a un giocatore della Cremonese) che avrebbero potuto indirizzare diversamente la partita. Ma gli azzurri mantengono costantemente il predominio del gioco e il possesso palla. La differenza decisiva la fanno le qualità complessive della squadra di Spalletti e la diversa caratura tecnico-tattica tra le due squadre.

Al contrario di quanto fece un mese fa in Coppa Italia quando aveva schierato solo riserve, l’allenatore del Napoli manda in campo la squadra titolare e, alla faccia della scaramanzia, i suoi indossano la stessa maglia, quella confezionata per San Valentino, con cui giocarono contro la Cremonese in Coppa Italia e vennero eliminati. Ballardini, dal canto suo, è costretto a rimediare alle assenze di Okereke e Dessers e non utilizza Ciofani ma il duo Afena Gyan-Tsadjont che gli assicura velocità e profondità nelle ripartenze, unica arma tattica alla quale la Cremonese affida le proprietà velleità offensive. La squadra di Ballardini è arroccata nella propria metà campo, spesso anche con tutti e undici uomini dietro la linea della palla e il Napoli punta ad aggirare gli avversari lavorando sulle face laterali e tenendo larghissimi Lozano e Kvaratskhelia. Ed è proprio il georgiano a sbloccare il risultato al 21′ quando raccoglie il pallone nei pressi della bandierina, punta e supera Sernicola e manda il pallone in rete con una conclusione diagonale rasoterra.

Nella prima frazione di gioco gli azzurri costruiscono altre occasioni da gol, con Di Lorenzo, al quale Carnesecchi respinge due conclusioni, e con i colpi di testa di Osimhen e di Kvaratskhelia che mandano il pallone oltre la traversa. Nel finale della prima frazione di gioco il georgiano, toccato da Pickel, reclama un calcio di rigore che l’arbitro non assegna. Il Napoli contesta anche un’altra decisione dell’arbitro Massimi che all’inizio del secondo tempo sorvola su un duro intervento di Vasquez, già ammonito, che entra con il piede a martello su Lozano. A mettere le cose a posto per la sua squadra ci pensa però Osimhen che al 20′ segna il sesto gol consecutivo in campionato, deviando il pallone in rete sulla linea di porta, dopo un colpo di testa di Kim che diventa un assist decisivo. Al 34′ Elmas con un tiro in diagonale dopo un passaggio di Di Lorenzo segna il gol della definitiva sicurezza e dà inizio alla festa dei tifosi che ancora una volta riempiono gli spalti del ‘Maradona’ per sostenere la loro squadra nella corsa al vertice della classifica.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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