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Juve: Indagine stipendi, Procura Figc chiede la proroga

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Più tempo per fare luce sulla manovra stipendi e per la Juventus si riaffaccia lo spettro di altri guai. La Procura della Federcalcio ha infatti chiesto la proroga di 40 giorni per l’inchiesta che riguarda anche i compensi degli agenti e che vede sempre sul banco degli imputati i bianconeri. Il club della nuova presidenza Ferrero sta aspettando le motivazioni sulla base delle quali la Corte d’appello federale presieduta da Luigi Torsello ha decretato il -15 in classifica per gli juventini, dopo la riapertura del processo sportivo sulle plusvalenze. Intanto il capo della Procura federale, Giuseppe Chinè, ha firmato la richiesta per disporre di più tempo per esaminare anche su quest’altro filone, richiesta indirizzata alla procura generale dello sport, competente sulla materia. Il fascicolo – aperto lo scorso 29 novembre – doveva chiudersi il 29 gennaio, ma anche alla luce dei corposi atti dell’inchiesta penale denominata Prisma, la giustizia sportiva vuole disporre di più tempo per fare tutti gli approfondimenti.

Un altro versante che fa tremare la Juve. Il rischio e’ di una ulteriore penalizzazione e una sanzione economica “da uno a tre volte l’ammontare illecitamente pattuito o corrisposto”. Ma questa indagine può portare anche a sanzioni per i calciatori e ai club con i quali sono intercorsi gli scambi. “Siamo preparati a tutto” aveva detto il direttore generale bianconero Maurizio Scanavino, che aveva comunque ribadito l’iniquità della sentenza parlando di “giustizia sommaria” da parte degli organi sportivi. Sotto la lente di questa seconda inchiesta ci sono gli accordi stabiliti con i giocatori bianconeri nelle stagioni 2019-20 e 2020-21. Accordi che, sulla base dell’inchiesta, furono solo privati, fatto questo in violazione del codice di giustizia sportiva “in materia gestionale ed economica”.

Secondo l’accusa durante la pandemia la Juve avrebbe alleggerito i bilanci tagliando gli stipendi dei giocatori e ridurre così il rosso negli esercizi della società: in base a questa tesi i calciatori non avrebbero rinunciato a quattro mensilità con un risparmio di 90 milioni, ma soltanto a 1, visto che gli altri 3 sarebbero poi stati restituiti ai calciatori negli anni successivi. Anche per la stagione successiva l’accusa evidenzia una manovra analoga sempre con l’obiettivo di salvaguardare i conti del club. Si tratterebbe dunque di una gestione finanziaria scorretta in materia di gestione finanziaria; in ballo c’è anche la violazione della lealtà con la diretta responsabilità del club. Intanto sulle plusvalenze nel calcio si muove il governo: il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti ha annunciato che “la norma potrebbe cambiare”.

“Si dà per scontato che ci sia stato un ricorso sistematico a plusvalenze fittizie” e lo Stato “vuole capire: quindi qui al Mef stiamo riflettendo se la normativa fiscale fotografa in modo coerente e corretto questo fenomeno” le parole di Giorgetti. Quindi non escludo anche novità”. Parole che fanno seguito a quelle pronunciate ieri dal ministro per lo Sport e i giovani, Abodi: “Il Governo non sara’ soggetto passivo”. Anche l’Esecutivo aspetta di capire cosa c’è nelle motivazioni della sentenza sportiva, oramai vicine alla pubblicazione.

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Cresce l’allerta ai Campi Flegrei: il terremoto del 13 marzo rivisto a magnitudo 4.6

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Il terremoto ai Campi Flegrei della notte del 13 marzo è stato rivisto dall’INGV, con una magnitudo ricalcolata a 4.6 sulla scala Richter, un valore superiore rispetto a quello inizialmente stimato di 4.4. Questo significa che l’impatto sulle strutture è stato ancora più intenso di quanto si pensasse, sottoponendo gli edifici dell’area flegrea a uno stress sismico significativo.

Secondo Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, l’evento ha registrato una delle accelerazioni al suolo più elevate mai osservate nell’area. Il punto di massima intensità si è verificato sul bordo della Solfatara e nelle stazioni di rilevamento situate sul fondo marino.

UN PROCESSO IN CONTINUA EVOLUZIONE

Di Vito ha spiegato che il sollevamento del suolo è aumentato a un ritmo di 3 cm al mese nelle ultime tre settimane, un dato che indica un’intensa attività deformativa. Il sisma del 13 marzo ha avuto il suo epicentro tra La Pietra e Bagnoli, a 2,5 km di profondità, confermando che la sismicità si sta concentrando nelle stesse aree sismogenetiche già note dal 2019.

“Il fatto che ci sarebbe stata sismicità era nelle nostre aspettative”, ha dichiarato Di Vito, sottolineando però che i terremoti non possono essere previsti. Tuttavia, l’osservazione della dinamica idrotermale, che include anche l’accumulo di anidride carbonica nel sottosuolo, indica che il fenomeno è continuo e sostenuto.

MONITORAGGIO COSTANTE E ANALISI DEI DATI

Dopo il terremoto, gli esperti dell’INGV hanno subito aggiornato la mappa della deformazione del suolo, verificando variazioni nei campi deformativi e nella velocità del sollevamento. Sono stati attivati anche controlli approfonditi sulla rete geochimica, per monitorare le emissioni gassose e le variazioni nelle falde idriche, particolarmente ricche di anidride carbonica nell’area flegrea.

Di Vito ha poi espresso solidarietà alla popolazione, che continua a vivere con preoccupazione i disagi causati dalla crisi bradisismica in corso.

COSA ASPETTARSI NEL PROSSIMO FUTURO?

L’attività vulcanica ai Campi Flegrei non mostra segni di rallentamento. Secondo Di Vito, la sismicità continuerà con una variabilità nel tempo, ma sempre a livelli elevati.

Un confronto con la crisi bradisismica del 1984 aiuta a comprendere le differenze con la situazione attuale:

  • Negli anni ‘80, il suolo si sollevava a un ritmo di 14 cm al mese.
  • Tra il 1982 e il 1984 il sollevamento totale raggiunse i 185 cm.
  • Oggi, sebbene il sollevamento sia più lento (3 cm al mese), il fenomeno è prolungato e costante.

“Sappiamo che siamo su un vulcano”, ha concluso Di Vito, lasciando intendere che la crisi bradisismica potrebbe evolvere in scenari ancora più complessi. Il monitoraggio costante dell’INGV sarà fondamentale per anticipare eventuali sviluppi critici e garantire la sicurezza della popolazione.

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A fuoco auto consigliere comunale di Atripalda Francesco Mazzariello

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Indagini sono in corso per far luce sull’incendio che la notte scorsa ad Atripalda, in provincia di Avellino, ha distrutto l’auto del presidente del consiglio comunale e consigliere provinciale, Francesco Mazzariello. L’auto, una Mercedes, era parcheggiata in via Manfredi, a poca distanza dall’abitazione dell’imprenditore. Dai primi accertamenti svolti dai Vigili del Fuoco intervenuti sul posto, il rogo sarebbe di natura dolosa. I carabinieri stanno visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Solidarietà a Mazzariello è stata manifestata dal presidente della provincia di Avellino, Rino Buonopane, dal sindaco di Atripalda, Paolo Spagnuolo, e da tutte le forze politiche.

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Media: Putin chiede stop invio armi a Kiev durante tregua

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Il presidente russo Vladimir Putin chiede la sospensione di tutte le consegne di armi all’Ucraina durante un cessate il fuoco proposto dal presidente statunitense Donald Trump: lo scrive l’agenzia di stampa Bloomberg, che cita persone a conoscenza della questione. A poche ore dall’attesa telefonata tra i due leader, due delle fonti hanno affermato che se da una parte la Russia vuole lo stop a tutte le consegne di armi all’Ucraina, il suo obiettivo minimo è la sospensione degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti.

Il leader russo, che ha incontrato un inviato di Trump la scorsa settimana, ha reso l’interruzione delle forniture di armi un prerequisito per la firma del cessate il fuoco, hanno affermato un alto funzionario europeo e tre persone a Mosca a conoscenza della posizione russa. Né il portavoce de Cremlino, né Il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca hanno risposto a richieste di commento. L’alto funzionario europeo ha aggiunto che l’Europa è estremamente riluttante ad accettare la richiesta della Russia di bloccare le consegne di armi all’Ucraina da parte dei suoi alleati durante qualsiasi tregua. Ciò rischierebbe una situazione in cui la Russia sarebbe in grado di riarmarsi durante una cessazione delle ostilità, mentre all’Ucraina sarebbe impedito di farlo, ha spiegato il funzionario.

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