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Isis assalta l’Alcatraz siriano, decine di vittime

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Con una spettacolare, massiccia e coordinata azione militare senza precedenti negli ultimi anni, l’Isis in Siria e’ riuscito ad aprirsi una breccia nel piu’ affollato carcere di jihadisti al mondo situato nel nord-est del martoriato Paese, nella citta’ petrolifera di Hasake al confine con l’Iraq. Il bilancio in continuo aggiornamento della sanguinosa azione, e’ di una settantina di uccisi: circa 40 jihadisti, 25 miliziani curdi e cinque civili. Almeno un centinaio di detenuti sono evasi dal carcere, che fino a tarda sera risulta controllato di fatto dai jihadisti. Le forze curdo-siriane, sostenute da elicotteri militari statunitensi, hanno tentato invano, per tutto il giorno, di avere la meglio sui combattenti dell’Isis, rifugiatisi nei vicoli del vicino quartiere Sinaa facendosi scudo tra i civili. A centinaia, questi sono fuggiti dalle zone degli scontri. Immagini trasmesse sui social network mostravano famiglie intere, con neonati in braccio, in fuga per le vie di Hasake, mentre colonne di fumo si levavano dall’orizzonte dei palazzi ed elicotteri Apache sorvolavano a bassa quota l’area e aprivano il fuoco con mitragliatrici nel perimetro del carcere. Nelle stesse ore, nell’Iraq orientale, altre cellule dell’Isis attaccavano una caserma dell’esercito federale iracheno, uccidendo almeno 11 militari nella regione di Diyala, a nord-est di Baghdad. Le due azioni non sono necessariamente coordinate e non fanno necessariamente parte di una stessa strategia, ma indicano la capacita’ degli insorti jihadisti in Siria e in Iraq di colpire in maniera sorprendente i propri rivali e di rimanere radicati in diverse regioni tra Siria e Iraq. L’Osservatorio per i diritti umani in Siria, che si avvale di una fitta rete di fonti sul terreno, afferma che l’azione dell’Isis contro il carcere di Ghweiran a Hasake e’ iniziata nella notte. Almeno tre autobomba guidate da kamikaze si sono fatte strada tra i posti di blocco e le barriere erette delle forze curde, aprendo almeno una breccia nel perimetro murario del carcere. Dietro quest’avanguardia suicida, nuclei di combattenti sono penetrati all’interno della prigione, definita la “piu’ affollata al mondo di jihadisti”. Altri gruppi di miliziani Isis hanno preso il controllo di un deposito di armi e munizioni vicino al centro penitenziario. Il caos si e’ impadronito di tutta la zona di Hasake, situata lungo la faglia comunitaria che separa zone abitate in prevalenza da curdi da quelle dominate da localita’ arabe, non lontano da quello che fino al 2015 era il confine tra lo ‘Stato islamico’ e le zone controllate dalle milizie curde. L’Isis era nato in Iraq come costola delle formazioni qaidiste armate sorte dopo l’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003. Tra il 2013 e il 2014, alla guida del ‘califfo’ Abu Bakr al Baghdad (ucciso nell’autunno del 2019 in un raid Usa in Siria), gli insorti jihadisti si erano poi impadroniti di ampie regioni della Siria e dell’Iraq dando vita a un embrionale ‘Stato islamico’, con due capoluoghi: Raqqa in Siria e Mosul in Iraq. La Coalizione internazionale a guida americana, di cui l’Italia fa parte, aveva annunciato la sconfitta militare dell’Isis in Iraq nel dicembre del 2017 e in Siria nella primavera del 2019. Ma da allora, sia in Siria che in Iraq, cellule di insorti hanno ripreso l’attivita’ di guerriglia compiendo attacchi contro forze governative siriane e irachene, forze curde e jihadisti sciiti filo-iraniani, e nonostante i quotidiani bombardamenti aerei russi e statunitensi.

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Usa: consigliere per la sicurezza nazionale Waltz lascia incarico dopo scandalo Signal

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Il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Mike Waltz, e il suo vice Alex Wong hanno presentato le loro dimissioni, lasciando così l’amministrazione Trump. Lo riferisce Fox News, dopo le anticipazioni del Wall Street Journal. La decisione è dovuta alle polemiche scatenate dal “Signalgate”, la pubblicazione da parte del direttore dell’Atlantic, Jeffrey Goldberg, di uno scambio in una chat su Signal riservata in cui Waltz aveva inavvertitamente incluso lo stesso giornalista, rivelando la preparazione di attacchi contro i ribelli Houthi in Yemen. Waltz si era assunto la piena responsabilità dell’incidente.

 

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Zelensky: l’accordo sulle terre rare è davvero equo

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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accoglie con favore in un post su Telegram l’accordo “davvero equo” firmato con Washington sulle terre rare. “Abbiamo ora il primo risultato dell’incontro in Vaticano, il che lo rende davvero storico. Attendiamo con ansia anche gli altri risultati di quel colloquio”, ha detto il leader ucraino.

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Bisnonna inglese 115enne diventa la persona più anziana al mondo

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Una bisnonna britannica di ben 115 anni ha raccolto questa settimana la palma di persona più vecchia del mondo – stando alle statistiche internazionali censite – dopo l’annuncio della morte di uno suora 116enne in Brasile. Lo racconta oggi con dovizia di particolari il Daily Telegraph. La nuova titolare del record di longevità si chiama Ethel Caterham ed è nata il 21 agosto del lontano 1909 in un villaggio dell’Hampshire, in Inghilterra meridionale: prima del diluvio della Grande Guerra, mentre sul trono di quello che era ancora l’Impero britannico sedeva re Edoardo VII, figlio della regina Vittoria, bisnonno della defunta Elisabetta II e trisavolo dell’attuale monarca, il 76enne Carlo III.

Ultima di 8 figli, nonna Ethel vive attualmente in una residenza per anziani nella contea del Surrey, pure in Inghilterra del sud, dove – dopo l’ufficializzazione del suo primato – ha ricevuto una lettera personale di re Carlo: che si felicita per il “rimarchevole traguardo” da lei raggiunto. Tuttora lucida, Catheran è in grado di ricordare le tappe salienti della sua vita.

A 18 anni si trasferì nell’India coloniale, assunta come au pair nella famiglia di un ufficiale dell’esercito di Sua Maestà; poi, al ritorno in Gran Bretagna, conobbe a una festa il futuro marito Norman, sposato nel 1933 e col quale ha vissuto a Hong Kong e a Gibilterra prima di tornare in terra inglese. Rimasta vedova quasi mezzo secolo fa, nel 1976, Ethel ha smesso di guidare solo alla soglia dei 100 anni. Mentre a quasi 111 è riuscita a guarire pure da un contagio di Covid. Il segreto della sua longevità? “Non aver litigato con nessuno”, ha risposto a un giornalista.

Oltre alla scelta di dare priorità “alla famiglia, la cosa più importante dell’esistenza”, ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. A una testata locale ha spiegato del resto di non avere rimpianti, di essere “felice d’aver girato il mondo” fino ad approdare in “questa bella casa” di riposo in patria: “Ho detto sì a ogni opportunità di vita, mantenendo un’attitudine mentale positiva e accogliendo ogni cosa con moderazione”. Giusto l’anno scorso il Regno Unito aveva celebrato la conquista del record di un altro suddito britannico come ‘uomo più anziano del pianeta’: record ereditato da un giapponese e detenuto per qualche mese nel 2024 dal veterano di guerra John Tinniswood, deceduto a novembre a 112 anni d’età.

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