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I Sentieri del Bello

Ischia al centro del Mediterraneo, quando bellezza fa rima con delicatezza

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Tu sei Orplid, la mia terra che splende lontana, dal mare la tua spiaggia bruciata dal sole sprigiona la nebbia che inumidisce le guance degli dei. Acque primigenie gorgano rigenerate intorno ai tuoi fianchi, fanciulla! Davanti a te dea s’inchinano re, tuoi custodi. E’ lo scrittore, Eduard Mörike, tra i più importanti rappresentanti del Biedermeier tedesco, movimento artistico  sviluppatosi tra il 1815 ed il 1848, che nel suo poema  ‘Du bist Orplid, mein Land’, scrive appunto di Orplid, la  sua terra ideale. Con questa citazione si apre la versione italiana, curata dal prof. Nicola Luongo, del libro di Edgar Kupfer-Koberwittz “Ischia: l’isola dimenticata”.

Chiudiamo per un attimo gli occhi e visualizziamo il bacino del Mediterraneo; da sempre esso è stato teatro e crocevia di popoli, di culture, di tradizioni e di religioni diverse. Sulle sponde del Mare Nostrum sono sorte alcune tra le più grandi civiltà del passato che hanno indelebilmente segnato il corso della storia. Ecco ora portiamoci al centro del bacino, fino ad incontrare un piccolo lembo di terra, che si erge dal mare, con una superficie complessiva di appena 46.5 Kmq. Ci siamo! Siamo forse arrivati alla nostra Orplid. La sua posizione geografica, che determina situazioni climatiche peculiari, unita ad una conformazione geo-morfologica particolare, rappresentano un unicum ambientale nel Mediterraneo. Ischia, conosciuta come “ISOLA VERDE”, presenta una ricchezza floristica prorompente, deve però tale appellativo non alla vegetazione, come molti credono, ma alla particolare roccia, unica al mondo, che costituisce l’ossatura centrale dell’isola: il TUFO VERDE. 

Da un punto di vista geologico l’isola è un campo vulcanico, un complesso di zolle diverse sollevate ed inclinate, separate da fratture e faglie, che servirono spesso da via d’uscita al magma del bacino locale, dando così origine ad una serie di strutture vulcaniche.

 Uno degli eventi particolarmente rilevanti nella storia geologica dell’isola è rappresentato proprio dall’eruzione detta del tufo verde. Circa 60.000 anni fa, a seguito di eruzioni vulcaniche molto violente, la camera magmatica presente sotto l’isola si svuotò. Il coperchio della camera sprofondò e la conca che si creò nella crosta terrestre, chiamata caldera, costituiva il sito dove oggi è localizzata l’isola. Nelle zone calderiche sprofondate, occupate dal mare, si depositarono vari materiali derivanti dalle eruzioni. Il contatto tra questi depositi e l’acqua marina, ad altissima temperatura (fluidi idrotermali), fece sì che la roccia originaria, in seguito a trasformazioni chimiche, si modificasse e diventasse tufo verde. Successivamente, nuovo magma confluì nella camera magmatica sotto l’odierna Ischia; il coperchio della camera magmatica cominciò a sollevarsi dal mare e a far emergere l’isola. 

Questo innalzamento diede origine al Monte Epomeo, che attualmente raggiunge un’altezza massima di circa 789 m sopra il livello del mare. L’ascesa al Monte Epomeo è sicuramente un’esperienza da provare almeno una volta nella vita. Il fatto che essa sia emersa dal mare, oltre che dalle caratteristiche mineralogiche, è confermato anche dalla presenza di argille marine sovrapposte al tufo verde e da fossili di molluschi e foraminiferi. 

Tale complessità geologica si traduce in una struttura estremamente varia del territorio ischitano, con la formazione di ambienti molto diversificati tra loro per geomorfologia, fattori biotici e microclima, condizioni ambientali che determinano una notevole presenza di varie specie vegetali: nei suoi appena 46.5 Kmq se ne trovano più di 700  diverse.

Un posto di rilievo occupa, senza dubbio,  la Macchia Mediterranea, con  Alloro,  Querce, Olivo e il Carrubo, che costituiscono alcuni dei suoi elementi arborei e che, insieme ai tipici arbusti come per esempio  Ginestre, Mirto, Lentisco,  Corbezzolo,  Filliree e  Cisti, conferiscono inimitabili variazioni cromatiche  all’isola.  Particolarmente verdi sono, poi, le zone collinari soprattutto in primavera, quando le pendici più alte dell’isola evidenziano le diverse sfumature del verde diffuso di Castagni, Lecci e  Acacie.  Il sottobosco è ricchissimo di piante aromatiche ed officinali come la Nepetella, la Salvia, il Rosmarino, l’Origano, il Timo, per citarne solo alcune. Infine, fioriture continue sono quelle dei Cisti, delle Valeriane, dei Ciclamini e delle Orchidee selvatiche. 

Si sono strutturati, così, ecosistemi molto diversi tra loro e, seppur limitati nella estensione, di grande valenza ecologica. Tra le specie vegetali presenti sul territorio isolano,  alcune, il cui proprio areale di distribuzione si trova in regioni tropicali e subtropicali, sono presenti con pochi esemplari, solo in ambienti molto particolari, cioè nei pressi di fumarole. L’alta termalità del suolo e il vapore acqueo delle aree fumaroliche creano un microclima che consente a queste specie di ritrovare l’ambiente tropicale, anche durante l’inverno. Un esempio è il papiro delle fumarole (Pycreus polistachios), ma degna di nota è anche la “Felce dell’ Epomeo“ –Woodwardia radicans L., che fatta eccezione per il suo naturale areale di distribuzione, nel mondo è visibile soltanto ad Ischia, appunto,  e nella Valle delle Ferriere in Costiera amalfitana.

La possibilità di immergersi nella natura e di variare in pochi chilometri di cammino paesaggi ed ecosistemi diversi (dai boschi alle foreste tropicali, dai deserti ai Canyon , dalle colline alle spiagge) ci fa davvero capire che siamo in un luogo extra-ordinario. E tali caratteristiche si riflettono anche nei fondali attorno all’isola, dove esiste un altro patrimonio “verde”, protetto dalle acque che circondano l’isola: è quello formato dalla diversità dei vegetali marini, che formano estese foreste sommerse, veri e propri ecosistemi ricchi di biodiversità. Anche da questo punto di vista Ischia rappresenta una sintesi di tutti gli habitat marini presenti nel Mediterraneo.

Questa stretta relazione che intercorre tra elementi naturali e geologici, la continuità fra terra e mare, influisce anche poi sull’aspetto antropico, storico e culturale.  Terra che ha subito tante dominazioni (le prime tracce risalgono all’età del Bronzo) le cui tracce sono presenti sul territorio, è stata meta scelta da tanti artisti (pittori, poeti, musicisti) che hanno trovato ispirazione qui, e non a caso lasciandosi inebriare dalla ricchezza e dall’atmosfera speciale del luogo.

Un viaggio di scoperta dell’isola d’Ischia si può trasformare in un modo diverso di osservare e vivere un territorio, approcciandolo in chiave sistemica, evidenziando la stretta relazione tra passato e presente e facendone emergere la propria identità. La natura vulcanica ed il suolo fertile hanno consentito lo sviluppo di una cultura contadina, che trova la sua massima espressione nella coltivazione della vite e nella produzione del vino; cultura che si è andata consolidando nel tempo e che ancora oggi, a tratti nascosta, a tratti più evidente, si legge lungo il dedalo di sentieri e mulattiere che si intrecciano all’interno del territorio. Il complesso assetto di quest’ultimo, infatti, ha comportato la realizzazione di una capillare rete di collegamenti (sentieri, mulattiere, ripide gradinate), spesso scavati negli strati rocciosi, mentre i terreni coltivati, scanditi dai terrazzamenti, venivano sostenuti da una tipica muratura a secco di contenimento, le parracine. 

Ambiente e storia; mare e vulcani; biodiversità naturale e biodiversità culturale, tradizioni ed enogastronomia: questi gli aspetti più rilevanti dell’identità di un territorio di una bellezza unica, che merita di essere sempre più valorizzato, ma anche rispettato e tutelato. Eh si, perché per Ischia, come per un gioiello prezioso, bellezza fa rima con delicatezza.  E tocca in primis a noi, prenderne coscienza e (ri)cercare una dimensione di (ri)connessione con essa, che riaccenda quel sentimento di profondo amore che deve legarci alla Terra e che permetta lo sviluppo di un processo di gestione strategico e sistemico del territorio di cui oggi c’è fortemente bisogno. Intanto immergiamoci nelle suggestioni degli scatti del fotografo Michelangelo Ambrosini, parente del prof. Luongo di cui ho richiamato in apertura uno dei suoi contributi e che chiude il cerchio di questo lavoro a sei mani.

Foto di Michelangelo Ambrosini

    

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Brand Ischia e sana comunicazione, le sfide del sindaco di Serrara Fontana Irene Iacono per l’isola

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Dall’inverno difficile alla riprogrammazione turistica toccando l’occupazione giovani e la necessita’ di fare impresa cosciente: ascoltiamo le lucide parole di Pascale nell’intervista che segue.

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