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Esteri

Ira di Putin per gli Atacms,’allungano l’agonia di Kiev’

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“Un errore” degli Usa, che non cambierà le sorti del conflitto a favore di Kiev e servirà solo a “prolungare l’agonia dell’Ucraina”. Così il presidente russo Vladimir Putin ha reagito alla notizia del primo impiego contro due aeroporti controllati dai russi dei missili a lunga gittata Atacms, forniti segretamente dagli Stati Uniti alle forze ucraine. Le stesse forze che oggi hanno rivendicato un nuovo attacco, nella regione russa di Kursk, contro una base militare. Ma questa volta con i droni. Del conflitto in Ucraina e di quello in Medio Oriente Putin ha parlato a Pechino con il presidente cinese Xi Jingping. Al termine dei colloqui il suo ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che si trovava in Cina dall’inizio della settimana, è partito alla volta della Corea del Nord. Fonti americane e britanniche hanno detto che Pyongyang ha già avviato la fornitura di nuove armi a Mosca per continuare la guerra in Ucraina.

La Russia ha risposto che si tratta di affermazioni “senza fondamento”, ma da Pyongyang Lavrov ha espresso l’ “alto apprezzamento” del suo Paese per quello che ha definito “il sostegno fondamentale” alla Russia da parte del regime comunista. Sul terreno, intanto, gli ucraini denunciano un bombardamento russo la scorsa notte sulla città di Zaporizhzhia che avrebbe provocato cinque morti e quattro feriti: “I terroristi russi hanno attaccato con missili, colpendo un normale edificio residenziale di cinque piani, otto appartamenti sono stati distrutti”, ha scritto su X il presidente Volodymyr Zelensky. E sempre gli ucraini avvertono che l’esercito russo potrebbe prepararsi ad una nuova offensiva per conquistare la cittadina di Avidiivka, nel Donbass, dopo un primo tentativo fallito nei giorni scorsi. I servizi d’intelligence ucraini (Sbu) hanno intanto affermato che le forze di Kiev hanno lanciato un nuovo attacco contro un campo di addestramento dell’esercito vicino alla base aerea di Khalino, nella regione russa di Kursk. Questa volta non sarebbero stati impiegati i missili Atacms, come avvenuto la notte precedente nei raid che hanno colpito basi aeree a Berdyansk e a Lugansk, in territori ucraini occupati dai russi, ma 18 droni kamikaze.

Da parte russa non c’è alcuna conferma, mentre il ministero della Difesa ha affermato che 28 droni lanciati dagli ucraini sono stati distrutti proprio sul territorio di Kursk, oltre che su quello di Belgorod e sul Mar Nero. Nel pomeriggio, inoltre, Mosca ha detto che due missili ucraini S-200 diretti contro obiettivi in Crimea sono stati abbattuti dalle difese aeree russe senza provocare “vittime o distruzioni”. Solo martedì sera il Consiglio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha ammesso di avere fornito nelle ultime settimane a Kiev missili Atacms con una gittata di 165 chilometri. Con questa mossa gli Usa confermano di essere “sempre più coinvolti nel conflitto”, ha detto Putin, secondo il quale comunque nemmeno questi nuovi armamenti hanno “alcuna possibilità di cambiare in modo radicale la situazione sulla linea di contatto” tra eserciti nemici. Per l’Ucraina, ha aggiunto, ciò non porterà “niente di buono”. Il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, si è detto convinto che dopo i carri armati Abrams, gli Atacms e le bombe a grappolo, anche i jet F-16 saranno forniti dagli occidentali a Kiev, “il prossimo anno”. La Russia sta quindi “prendendo le misure appropriate per rispondere a queste minacce”, ha aggiunto Shoigu durante un incontro con il suo omologo bielorusso. Nel frattempo Zelensky ha detto di avere avuto una conversazione telefonica con il presidente francese Emmanuel Macron, con il quale ha discusso “i prossimi passi per rafforzare la difesa aerea, le capacità a lungo raggio e le capacità navali dell’Ucraina”.

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Esteri

Caos eredità Maradona: le figlie accusano l’ex avvocato Morla di frode e chiedono la restituzione di 13 milioni di dollari

Le figlie di Diego Maradona accusano l’ex legale Morla di frode: spariti 13 milioni dai conti esteri. Al centro del caso la società Sattvica e i diritti d’immagine.

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Dove sono finiti 13 milioni di dollari? È la domanda che oggi agita il tribunale di Buenos Aires e infiamma lo scontro tra gli eredi di Diego Armando Maradona e l’avvocato Matías Morla (nella foto con Diego), il rappresentante legale e uomo di fiducia del Pibe de Oro negli ultimi anni della sua vita. A portare la questione in tribunale sono state Dalma e Gianinna, figlie di Diego e di Claudia Villafañe, che accusano Morla di aver sottratto fondi e di aver agito alle spalle degli eredi legittimi.

Secondo le figlie dell’ex campione, il patrimonio occultato ammonterebbe a oltre 13 milioni di dollari, presenti su conti bancari esteri a nome del padre. Le accuse non si fermano qui: Morla avrebbe anche trasferito in modo sospetto il controllo della società Sattvica – che gestisce i diritti commerciali sul nome e sull’immagine di Maradona – alle sorelle di Diego, Rita e Claudia Norma Maradona, eludendo così il passaggio naturale ai figli eredi.

La frode secondo le figlie

Nel dossier presentato in tribunale, i legali di Dalma e Gianinna parlano apertamente di frode post mortem, sostenendo che la firma apposta da Maradona sui documenti che affidavano pieni poteri a Morla potrebbe essere stata falsificata. La società Sattvica, secondo la loro ricostruzione, sarebbe stata solo formalmente intestata a Morla e al cognato Maximiliano Pomargo, ma in realtà sottostava alla volontà di Diego, che ne era il socio occulto. Dopo la morte del Pibe, il rifiuto di Morla di riconsegnare ai figli il controllo della società rappresenterebbe un’ulteriore violazione dei loro diritti.

Conti bancari e attività commerciali

Nel programma argentino “Intrusos”, sono stati resi noti i dettagli dei presunti conti esteri:

  • 1,6 milioni presso Bank Caribbean

  • 1,9 milioni presso la North National Bank di Abu Dhabi

  • 5 milioni presso Paribas

  • 5 milioni presso HSBC

Fondi che, secondo l’accusa, Morla avrebbe occultato e che ora gli eredi chiedono di recuperare e suddividere tra i cinque figli riconosciuti di Maradona: Dalma, Gianinna, Diego Jr, Jana e Diego Fernando.

Il ruolo controverso di Morla

Morla, attraverso il suo legale Rafael Cuneo Libarona, ha rigettato ogni accusa, sostenendo che la gestione dei diritti d’immagine fu affidata alle sorelle di Diego su esplicita volontà del Pibe, che aveva interrotto ogni rapporto con l’ex moglie Claudia e le figlie. Nonostante ciò, la sua figura resta al centro delle polemiche. Nel 2021, in occasione di una manifestazione a Buenos Aires per chiedere giustizia sulla morte del campione, Morla fu duramente contestato, insieme al neurochirurgo Luque, rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio con dolo eventuale.

Il marchio Maradona e Sattvica

Intanto Sattvica, la società al centro della disputa, continua a gestire le licenze commerciali legate a Maradona: abbigliamento, tequila, caramelle, palloni e gadget firmati dal campione. La società ha sede sia in Argentina che in Spagna, e a oggi Morla avrebbe confermato di avere rapporti quotidiani solo con le sorelle del Pibe.

La battaglia legale, appena iniziata, si preannuncia lunga e complessa. Sul piatto non ci sono solo soldi e proprietà, ma anche il controllo del nome e del mito di Diego Armando Maradona, che continua a vivere nei cuori dei tifosi e nei tribunali.

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Esercito Usa crea nuova zona militare a confine Messico

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L’esercito statunitense ha creato una seconda zona militare lungo il confine con il Messico, aggiungendo un’area in Texas dove le truppe possono trattenere temporaneamente migranti o intrusi, dopo che un’altra area simile era stata designata nel New Mexico il mese scorso. Lo scrive l’agenzia Reuters sul suo sito web. Il mese scorso l’amministrazione Trump aveva designato una prima striscia di 440 km quadrati lungo il confine del New Mexico come “Area di Difesa Nazionale”. Ora arriva la “Texas National Defense Area”, una striscia lunga 101 km che si estende a est dal confine tra Texas e New Mexico a El Paso.

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Ok Usa a equipaggiamenti F-16 per l’Ucraina

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Il Dipartimento di Stato americano ha approvato la potenziale vendita di parti e equipaggiamenti del caccia F-16 all’Ucraina per 310 milioni di dollari: lo ha reso noto il Pentagono. Tra i principali appaltatori figurano Lockheed Martin Aeronautics, Bae Systems e Aar Corporation. (

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