Collegati con noi

Economia

Interessi e taglio della spesa, la scommessa per il 2025

Pubblicato

del

Tagliare la spesa per confermare il taglio delle tasse. Magari con un po’ di ossigeno in più se ci fosse anche la riduzione dei tassi di interesse, un conto che oramai per l’Italia viaggia verso i 100 miliardi. E’ la scommessa più delicata per il secondo anno di governo del centrodestra che già in primavera dovrà iniziare a tratteggiare i confini della manovra che verrà e che dovrà rispettare le nuove regole del Patto di stabilità, che complicano il ricorso all’extradeficit. Sempre che, nel frattempo, non occorra correggere i conti, se l’economia non dovesse marciare al ritmo previsto finora.

“Mi pare presto per parlare di manovra correttiva”, dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, un po’ meno tranchant del suo ministro dell’Economia. Giancarlo Giorgetti dopo Natale in commissione alla Camera che aveva assicurato che le previsioni del governo per il 2024 sono già “coerenti” con quanto previsto dal nuovo Patto. A bocce ferme però. Perché se la crescita, che finora ha avuto una performance “sopra la media Ue” dovesse rallentare tutto il quadro andrebbe rivisto.

“Non sappiamo quale sarà lo sviluppo dell’economia in questo anno”, ha ammesso Meloni, assicurando però che resterà “aperto l’osservatorio e in corsa si valuterà cosa fare”. Nel mentre ci sarà tutto il “tempo” per “fare un lavoro più preciso rispetto al lavoro lineare” operato in manovra per proseguire con la riduzione della spesa pubblica che ha già consentito di “sostenere il rinnovo” del taglio del cuneo. A dire i ministeri dovranno ridurre le loro spese per circa 7 miliardi ma in 3 anni (poco più di 2 nel 2024) mentre il taglio del cuneo ne è costati quasi 11 ed è stato finanziato sostanzialmente in deficit. Così come la riduzione da 4 a tre aliquote dell’Irpef (che vale circa 4 miliardi).

Senza contare le altre misure introdotte solo per un anno (come lo sconto contributivo per le mamme con due figli). Certo una mano a tenere i conti a posto potrebbe darla la riforma del fisco tra nuova compliance e global minimum tax, come prevede il viceministro Maurizio Leo (ringraziato personalmente dalla premier durante la conferenza stampa di fine-inizio anno), pronto a proseguire il lavoro con la riforma della riscossione e del sistema delle sanzioni. Ma la potrebbe dare anche una discesa dei tassi di interesse (“confido si possa essere ragionevoli”, dice la premier) che aiuterebbe il calo del debito pubblico così come le privatizzazioni. Il governo prevede 20 miliardi di incassi nel triennio che Meloni conferma aprendo alla vendita di quote di Poste e Fs, mantenendo “il controllo”. I tempi saranno “lunghi” ma il test di Mps, conclude, fa ben sperare.

Advertisement
Continua a leggere

Economia

Françoise Bettencourt Meyers lascia il consiglio di L’Oréal

Pubblicato

del

Dopo quasi 30 anni, Françoise Bettencourt Meyers (foto Imagoeconomica) lascia il consiglio di amministrazione di L’Oréal, pur mantenendo la presidenza della holding familiare Tethys, primo azionista del gruppo. Al suo posto nel board entrerà un altro rappresentante di Tethys, mentre il ruolo di vicepresidente sarà assunto dal figlio Jean-Victor Meyers, 38 anni. Françoise Bettencourt Meyers, 71 anni, è l’unica erede diretta del fondatore di L’Oréal, Eugène Schueller.

Continua a leggere

Economia

Cambio ai vertici di Engineering: Aldo Bisio nuovo amministratore delegato

Pubblicato

del

Cambio della guardia al vertice di Engineering, multinazionale specializzata nella trasformazione digitale. Maximo Ibarra (foto Imagoeconomica sotto) ha rassegnato le dimissioni da amministratore delegato con effetto immediato. Al suo posto, il consiglio di amministrazione della società – controllata dai fondi Bain e Renaissance – ha nominato Aldo Bisio (foto Imagoeconomica in evidenza), ex numero uno di Vodafone Italia dal 2014 al 2024.

MAXIMO IBARRA EX AD ENGINEERING

Prima della sua lunga esperienza in Vodafone, Bisio ha ricoperto incarichi di rilievo in Ariston Thermo e in McKinsey. Attualmente siede anche nel board di Coesia, produttore globale di soluzioni industriali per l’imballaggio.

Il bilancio della gestione Ibarra

Maximo Ibarra lascia Engineering dopo quasi quattro anni di gestione che hanno visto la società crescere significativamente: circa 14.000 dipendenti, oltre 80 sedi tra Europa, Stati Uniti e Sud America, con un fatturato che ha raggiunto quasi 1,8 miliardi di euro, generato da oltre 70 società controllate in 21 Paesi.

«Negli ultimi mesi ho maturato la volontà di prendermi del tempo per valutare nuovi progetti professionali», ha dichiarato Ibarra, aggiungendo che resterà disponibile fino al prossimo 1° settembre per garantire un efficace passaggio di consegne e che continuerà a essere investitore nella società.

La sfida per Bisio: crescita e nuove operazioni strategiche

Il presidente di Engineering, Gaetano Micciché, ha ringraziato Ibarra per il lavoro svolto ed espresso fiducia nella capacità di Bisio di guidare l’azienda verso una nuova fase di sviluppo e innovazione.

Tra i primi dossier sul tavolo del nuovo amministratore delegato c’è la valutazione sulla vendita di Municipia, società del gruppo attiva nei servizi ai Comuni. Engineering ha incaricato Klecha di esplorare il mercato alla ricerca di investitori interessati, con una valutazione che si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

Continua a leggere

Economia

Wsj, Trump verso un alleggerimento dei dazi sulle auto

Pubblicato

del

Donald Trump intende attenuare l’impatto dei dazi sulle auto prodotte all’estero, impedendo che si accumulino ad altre tariffe dazi da lui imposte e alleggerendo alcuni dazi sui componenti esteri utilizzati per la produzione di veicoli negli Usa. Lo scrive il Wall Street Journal citano una persona a conoscenza del dossier. In base a questa mossa, le case automobilistiche che pagano i dazi di settore non saranno soggette anche ad altri dazi, come quelli su acciaio e alluminio. La decisione sarebbe retroattiva, hanno affermato le fonti, il che significa che le case auto potrebbero essere rimborsate per tali tariffe già pagate.

Il dazio del 25% sulle auto finite prodotte all’estero è entrato in vigore all’inizio di questo mese. L’amministrazione Usa, sempre secondo il Wsj, modificherà anche i dazi sui ricambi delle auto estere – previsti al 25% e in vigore dal 3 maggio -, consentendo alle case automobilistiche di ottenere un rimborso per tali dazi fino a un importo pari al 3,75% del valore di un’auto prodotta negli Stati Uniti per un anno. Il rimborso scenderebbe al 2,75% del valore dell’auto nel secondo anno, per poi essere gradualmente eliminato del tutto. Si prevede che Trump adotti queste misure in vista di un viaggio in Michigan per un comizio alla periferia di Detroit martedì sera, in occasione dei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Le misure mirano a dare alle case automobilistiche il tempo di riportare le catene di approvvigionamento dei componenti negli Usa e rappresenterebbero probabilmente un significativo impulso per le case automobilistiche nel breve termine, ha affermato una fonte a conoscenza della decisione. Le case auto dovranno presentare domanda di rimborso al governo, ma non è immediatamente chiaro da dove arriveranno questi fondi.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto