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“Indagheremo sull’arbitraggio di Mazzoleni, era inadatto a dirigere il match Inter vs Napoli ed è responsabile delle discriminazioni contro Koulibaly”

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“Mi lasci dire subito una cosa: Kalidou Koulibaly a San Siro meritava una medaglia per come è riuscito a mantenere la calma in uno stadio dove ogni volta che toccava la palla c’erano migliaia di ululati razzisti. Il signor Mazzoleni, invece, da una sua ottica alquanto distorta, ha inteso premiare un atleta corretto ed esemplare sempre, per due ore ricoperto di insulti razzisti, con una bella espulsione. Bizzarro, non crede?”, l’avvocato Angelo Pisani, legale di Diego Armando Maradona nelle sue traversie col fisco italico, richiesto di un parere sui fatti di Inter – Napoli, sul razzismo allo stadio San Siro e sul comportamento del direttore di gara Gennaro Mazzoleni, ci prende in contropiede con una domanda.

Avvocato, è stato espulso Koulibaly. Ci dica lei se è giusto o sbagliato.

Non credo il fallo fosse da espulsione, poi non ho assolutamente inteso l’applauso ironico di Kalidou Koulibaly come offesa al direttore di gara ma come ironica e pacifica manifestazione di disistima verso una nutritissima schiera di bucanieri razzisti che affollavano la curva Nord di San Siro. Ecco, mi sa che il recidivo Gennaro Mazzoleni, come suo solito, abbia solo eseguito il compitino affidatogli e ha violato non solo norme sportive ma anche regole minime di buonsenso. Ha fatto proseguire una gara in un clima inquinato e nocivo. E poi, mi lasci dire che Mazzoleni è stato inadatto. D’altronde il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis l’aveva anticipato che la sua designazione era inopportuna. E siccome De Laurentiis non è un profeta ma una persona intelligente che capisce di calcio, si vede che per dire certe cose avrà avuto le sue buone ragioni.

Kalidou Koulibaly. Assieme a Younes in allenamento a Castelvolturno

Quali sarebbero queste buone ragioni?

Non posso parlare a nome del presidente del Napoli, chieda a lui. Ragiono sul comportamento professionale di Mazzoleni. E questo mi dice che quest’arbitro ha pregiudizi verso il Napoli, verso i napoletani e verso Koulibaly.

Come? Mazzoleni ha dei pregiudizi?

Lei ha visto la partita? Se l’ha vista in tv avrà sentito per due ore cori razzisti contro Napoli, i napoletani e Koulibaly. Ora questi cori sono vietati dalle norme federali. C’è il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, che dice testualmente: per noi la partita doveva essere sospesa. Allora la mia domanda è: perchè Mazzoleni non l’ha fatto?
Il questore dice poi di non aver sospeso la gara solo per motivi di ordine pubblico, bene oggi a bocce ferme quella partita falsata nel risultato finale va annullata se esiste una giustizia sportiva e non si vogliono contare un domani altre tragedie.

Perchè Mazzoleni non l’ha sospesa la partita?

L’ufficio indagine della Federcalcio, l’Aia, il designatore, lo stesso presidente della Federcalcio Gabriele Gravina dovrebbero accertarlo. Per me Mazzoleni ha precise responsabilità in ordine alla falsificazione del risultato finale del match Inter Napoli, avendo espulso senza che ne ricorressero i motivi il povero Koulibaly e avendo buttato fuori anche Insigne reo di una reazione sbagliata alle reiterate provocazioni di Keita Balde.

C’è malafede?

Non lo so. Ma una partita non può esser gestita così !

Lei crede che Mazzoleni abbia agito per qualche motivo che dovremmo conoscere?

Le ho risposto che lo accerteranno gli organi federali. È loro dovere , salvo che non si voglia far finta di non vedere e non sentire . Il mio ufficio legale intende però denunciare alla giustizia ordinaria quanto accaduto dentro e fuori il campo, per chiedere come dovuto l’annullamento e la ripetizione della partita falsata dal comportamento dell’arbitro. In quel clima non si poteva e doveva giocare. Altrimenti perché esistono le regole e i divieti. Che poi ci sia o meno malafede, questo non è oggetto della denuncia odierna. Oggi io ritengo che sia pacifico dire che l’arbitro ha falsato il risultato per oggettiva incapacità professionale di gestire una gara così importante. Mazzoleni non doveva consentire due ore di insulti razzisti a Koulibaly. Avrebbe dovuto rispettare le norme federali e sospendere la partita.

Avvocato, altra causa, altra carne a cuocere, altro veleno…

Ha ragione, ma bisogna applicare le regole che ci siamo dati se vogliamo tornare al gioco del calcio. Ci deve essere una decisione fortissima. Le regole vanno rispettate dalla più piccola alla più severa. Mazzoleni non è al di sopra della legge. Se ha sbagliato deve pagare anche lui come del resto vengono puniti e squalificati i giocatori .

Avvocato abbiamo dimenticato forse la cosa più importante: c’è stato un morto.

Sono addolorato per la morte di questa persona. Sentivo le parole del questore di Milano Cardona e mi si gelava il sangue. Ma come si fa a organizzare imboscate, agguati organizzati per uccidere tifosi del Napoli? Ma che calcio è questo? Che cosa c’entrano queste cose con il gioco del calcio? Cento ultras dell’Inter, del Nizza, del Varese che dovevano accoppare 5 napoletani? Questa è follia. Come le dicevo occorrono decisioni forti!

Del tipo?

Chiudere il campionato. Riformarlo e ripulirlo da certa gente come fecero in Inghilterra e poi riaprire gli stadi alle famiglie, ai bambini, cacciando violenti e teppisti. Non c’è altra scelta.

Ma ci sono gli stipendi ai calciatori, i dirigenti, i tifosi, gli abbonamenti…

Si pagano con i diritti tv delle pay per view che si sono arricchite in questo sistema che sta spostando da anni lo spettacolo del calcio dal rettangolo di gioco alla poltrona di casa davanti alla tv a pagamento. Ma le pare normale tutto questo?

Le domande le faccio io. 

No, non è normale. C’è una pay per view in Italia che si comporta come padrona del calcio. Fanno e disfano, sponsorizzano dirigenti, conquistano anche i vertici del calcio con loro uomini che un giorno prima commentano in tv, il giorno sono in poltrona a decidere cose importanti nel mondo del calcio. Ma pure di questo se ne discuterà. Perché il mondo del calcio va ripulito da tutto. Anche da queste cose strane.

Avvocato, ha un consiglio da dare al povero Koulibaly che è stato prima razziato con espulsione e ora espulso per due giornate ?

Una vergogna quello che han fatto a quel ragazzo. Suggerirei a Koulibaly  di chieder l’autorizzazione alla Figc per poter denunciare anche l’arbitro  per “associazione esterna in odio e discriminazione razziale” per le loro palesi ed ingiustificate omissioni nel tutelarlo da attacchi infami e violenti in uno stadio dove c’erano moltissimi, troppi ostili razzisti. Non è possibile per chi è preposto al controllo e al rispetto delle regole non sentire, non vedere, non intervenire. Perché così si è complici! La partita va annullata senza se e senza ma per dare un esempio. Solo così siamo in uno Stato di diritto.

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Robert Gallo, padre dell’Hiv: «A 88 anni non smetto, la mia missione è migliorare la vita delle persone»

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Il virologo che scoprì il virus dell’Hiv si è trasferito in Florida per guidare un nuovo istituto di ricerca. «Sono un criceto sulla ruota, non posso smettere. Spero nei giovani: la scienza non basta, serve saper vivere nel mondo reale»

A 88 anni, compiuti lo scorso marzo, Robert Gallo (Foto University of South Florida) continua a correre. Lo fa con la determinazione di chi, dopo 1.300 articoli scientifici e una carriera da pioniere, non ha mai considerato il pensionamento una possibilità. «Sono come un criceto sulla ruota: non posso fermarmi», racconta al Corriere della Sera dalla sua nuova base operativa a Tampa, in Florida.

Un nuovo inizio a Tampa: «Avevo bisogno di sfide vere»

Dopo aver lasciato il Maryland, dove stava per essere confinato a ruoli cerimoniali, Gallo ha accettato la direzione dell’Institute of Translational and Innovative Virology all’Università della Florida del Sud. «Mi avevano spinto verso il semi-ritiro, ma io ho bisogno di lavorare», dice. Accanto all’università, guida anche un programma sull’oncogenesi microbica al Tampa General Hospital. «Studiamo come virus e batteri possano causare tumori. Ho già portato con me cinque scienziati, anche dall’Italia».

L’Hiv, la sfida che continua

Il suo impegno con il virus che contribuì a identificare negli anni Ottanta non si è mai interrotto. Oggi Gallo lavora su una scoperta recente: l’interferone alfa, che dovrebbe proteggere l’organismo, finisce invece per danneggiarlo nei pazienti con Hiv. «Con una nuova biotech, vogliamo neutralizzare questo effetto. Potrebbe essere una svolta per prevenire tumori e problemi cardiaci nei pazienti Hiv positivi».

La scoperta dell’Hiv e la tempesta che ne seguì

Ripercorrendo gli anni cruciali della scoperta dell’Hiv, Gallo racconta: «All’inizio tutto sembrava favorevole: avevo scoperto i primi retrovirus umani. Poi è arrivata la bufera: cause, rivalità, complottismi, persino minacce di morte. Pensavo bastasse la scienza, invece ho capito che non è così semplice».

I limiti dei vaccini, le promesse della terapia

Sulle nuove terapie a lunga durata per l’Hiv Gallo è ottimista: «Un grande progresso». Ma sui vaccini resta scettico: «L’Hiv muta troppo. Meglio puntare su cure efficaci e prevenzione delle comorbidità».

La ricerca del futuro: «Serve prepararsi alle pandemie»

Gallo guarda avanti, e lo fa con preoccupazione per le nuove minacce virali come l’H5N1 e il vaiolo delle scimmie. «I rischi aumentano, servono investimenti nella ricerca. E serve più consapevolezza politica: tagliare i fondi alla scienza, come ha fatto l’amministrazione Trump, è pericoloso».

Il messaggio ai giovani: «La scienza da sola non vi proteggerà»

Ai giovani ricercatori, Gallo lancia un monito: «La verità scientifica è fondamentale, ma non basta. Bisogna sapersi muovere nel mondo: tra burocrazia, media, potere. E mai arrendersi: ogni crisi è un’opportunità». E infine, una speranza: «Spero che nascano molti nuovi Gallo, anche migliori di me. Il successo non è nei titoli, ma nell’impatto sulla vita delle persone».

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Sinner torna a Roma da numero uno: il Foro Italico si prepara a una giornata storica

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Dopo tre mesi di assenza e la squalifica scaduta, Jannik Sinner fa il suo ritorno agli Internazionali d’Italia: atteso il primo allenamento sul Centrale. Con lui anche Musetti: sei anni dopo la loro semifinale da giovanissimi, tornano entrambi nella top 10 mondiale

L’attesa è finita: domani il Foro Italico si stringerà attorno a Jannik Sinner, che alle 19 scenderà in campo per il suo primo allenamento ufficiale agli Internazionali d’Italia da nuovo numero uno del mondo, tre mesi dopo l’ultima apparizione nel circuito. L’evento sarà aperto ai 10.500 spettatori titolari dei biglietti “ground” e promette il tutto esaurito.

Una giornata evento: dal volo a Roma al primo allenamento sul Centrale

Sinner è atterrato oggi a Roma con un volo da Nizza. In programma: pranzo leggero in hotel, breve riposo e una sgambata privata, prima dell’accredito ufficiale, simbolo del suo rientro da tennista “libero”. Alle 16 la conferenza stampa, quindi alle 18 la doppia celebrazione della Coppa Davis e della Billie Jean King Cup sul Centrale con gli altri azzurri, e infine l’allenamento. Un rientro in grande stile, curato nei minimi dettagli dalla security del torneo, che ha pianificato percorsi e accessi da oltre due mesi.

Sei anni dopo: da ragazzi sconosciuti a top 10 del tennis mondiale

Nella celebrazione degli azzurri Sinner ritroverà Lorenzo Musetti, fresco di semifinale a Madrid e per la prima volta tra i top 10 del ranking. I due si affrontavano il 9 maggio 2019 nella semifinale delle pre-qualificazioni proprio al Foro Italico: erano i numeri 262 e 453 del mondo. Jannik vinse in rimonta e si guadagnò una wild card per il tabellone principale, diventando il più giovane italiano a vincere un match in un Masters 1000.

Da allora le loro carriere si sono rincorse: razionale e solitario Sinner, passato da Piatti a Vagnozzi e Cahill; emotivo e leale Musetti, sempre al fianco del coach Simone Tartarini. Il derby di Roma 2019 è stato il primo di una serie di sfide (Anversa 2021, Montecarlo 2023) vinte tutte da Jannik. Ma Lorenzo rivendica la sua identità: «Sinner è un esempio, ma io devo fare la mia strada».

Un’Italia da superpotenza tennistica

Con dieci italiani nei primi 101 del ranking ATP, il tennis azzurro vive un momento d’oro. Sinner vuole riprendere la centralità che gli spetta, mentre Musetti è chiamato a confermare la crescita. La tensione è alta, e il sorteggio di domani alla Fontana di Trevi potrebbe già anticipare un altro possibile derby.

Tutto cominciò sei anni fa. Ora, sul rosso di casa, i due simboli del tennis italiano tornano a splendere insieme.

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Economia

Sncf sfida Trenitalia e Italo: “Porteremo 10 milioni di nuovi passeggeri sull’alta velocità italiana”

La francese Sncf vuole entrare nel mercato AV italiano con 13 treni al giorno tra Nord e Sud. Investimento da 800 milioni e 300 assunzioni.

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L’operatore francese chiede spazio per 13 treni al giorno tra Nord e Sud. Ma le trattative con Rfi sono complicate: “Binari saturi, serve razionalizzare”

Milano–Roma–Napoli, ma anche Torino–Venezia: sono queste le direttrici su cui Sncf, il colosso ferroviario francese, punta per rompere il duopolio Trenitalia-Italo nell’alta velocità italiana. Dopo i primi contatti nel 2022, il debutto dei treni francesi è atteso per l’estate del 2027, ma le difficoltà non mancano.

In una lunga intervista al Corriere della Sera, Caroline Chabrol (le foto sono di Imagoeconomica), direttrice generale di Sncf Voyages Italia, racconta le ambizioni del gruppo: “Non vogliamo sottrarre clienti alle aziende esistenti. Il nostro obiettivo è intercettare milioni di italiani che oggi non viaggiano in treno”.

Da Milano a Parigi: +10% di passeggeri, nonostante la frana

Sncf è già presente in Italia con il collegamento Milano–Torino–Parigi, interrotto a lungo per una frana e recentemente ripristinato. “Nonostante il viaggio sia passato da 7 a 9 ore, la domanda è rimasta alta. Le prenotazioni estive 2025 sono aumentate del 10%”, spiega Chabrol.

Con tre frequenze giornaliere, si stimano circa 700mila passeggeri all’anno. Proprio questi volumi hanno spinto la società a investire sull’alta velocità nazionale: “Abbiamo ordinato 15 nuovi TGV M a due piani adattati alle infrastrutture italiane”.

CAROLINE CHABROL DIRETTRICE SNCF VOYAGES ITALIA

Trattative difficili con Rfi: “Ci avevano dato due viaggi, poi solo uno”

Sncf ha chiesto 13 frequenze giornaliere a Rfi: 9 tra Torino–Milano–Roma–Napoli, 4 tra Torino e Venezia. Ma, secondo la dirigente, “le trattative sono state frustranti: all’inizio ci avevano dato due viaggi a direttrice, poi sono scesi a uno. Non è sostenibile”.

Sullo sfondo c’è anche un’indagine dell’Antitrust italiano, che sospetta un possibile “abuso di posizione dominante” da parte di Rfi nell’ostacolare l’ingresso di Sncf. La società che gestisce i binari respinge ogni addebito.

Un piano industriale da 800 milioni e 300 nuove assunzioni

Sncf stima 10 milioni di passeggeri all’anno, con una potenziale sottrazione del 30% agli operatori attuali, ma la strategia resta quella di “aumentare lo switch modale”, spingendo chi oggi viaggia in auto, aereo o autobus a passare al treno.

Ogni treno in doppia composizione potrà trasportare 1.300 passeggeri, con tariffe non ancora definite, anche se si smentisce l’intenzione di diventare una low cost: “Guardiamo anche al segmento corporate”, precisa Chabrol.

Il piano prevede 800 milioni di investimento e 300 assunzioni in Italia, tra macchinisti, capitreno, manutentori e addetti operativi.

“Binari saturi, il modello multi-frequenza non regge più”

La sfida non sarà solo con Trenitalia e Italo, ma anche con la capacità della rete ferroviaria. “I binari sono saturi, e questo sta causando ritardi. Il modello di alta frequenza non è più sostenibile. Serve una razionalizzazione dell’offerta”, dice Chabrol.

Sncf pagherà circa 50 milioni di euro l’anno a Rfi per l’uso dell’infrastruttura, ma chiede in cambio condizioni eque per garantire concorrenza. “Portiamo valore a tutto il sistema, anche all’Italia”, conclude.

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