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Incubo terrorismo sulle Olimpiadi di Parigi 2024

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Era già una scommessa, ora rischia di diventare un incubo per gli organizzatori: sulle Olimpiadi di Parigi 2024, una sfida senza precedenti per gare e cerimonie “fuori dagli stadi”, fra la gente, nei luoghi emblematici della città, si allunga l’ombra del terrorismo. A 9 mesi dall’evento che riporterà a Parigi i Giochi dopo 100 anni, tutto sembra poter essere rimesso in discussione. Il piano Vigipirate antiterrorismo è stato elevato al massimo livello dopo il 13 ottobre, con l’assassinio ad Arras di un professore, Dominique Bernard. Un allarme confermato pochi giorni dopo dall’uccisione di due tifosi svedesi a Bruxelles. La minaccia degli islamisti radicalizzati e il contesto internazionale sollevano dubbi e interrogativi sull’opportunità di una sfida sulla sicurezza che appare oggi troppo rischiosa.

A togliere il sonno agli organizzatori e alle autorità è la faraonica cerimonia d’apertura voluta da Emmanuel Macron, con 150 imbarcazioni che sfileranno lungo la Senna dall’est di Parigi fino alla Tour Eiffel, per oltre 3 ore. Sui 150 barconi, che già stanno facendo le prove per le ardue manovre alle quali saranno costretti, troveranno posto tutte le delegazioni presenti, decine di migliaia di atleti, personalità, autorità. Se il dispositivo di sicurezza era un rebus, con 35.000 gendarmi e poliziotti, più teste di cuoio, reparti specializzati e guardie private già annunciati, adesso diventa difficile immaginare un ulteriore sforzo.

Tutto questo per una durate di 3 ore e mezzo, davanti a un pubblico che oscillerà – fra le rive basse e quelle alte del Lungosenna – fra 800.000 e un milione di persone. “Questo contesto di estrema tensione, con minacce, è in qualche modo presente fin dall’inizio di questa avventura”, ha detto il capo del Comitato organizzatore, Tony Estanguet, escludendo al momento l’esistenza di un piano B. Un’eventualità non presa in considerazione ufficialmente neppure dal ministero dell’Interno, che sottolinea come “i Mondiali di rugby si siano svolti perfettamente, in un contesto di misure di sicurezza a livello elevatissimo”. Concretamente, si sta pensando ad aumentare oltre ogni soglia finora ipotizzabile il numero di addetti alla sicurezza, con i militari a dare manforte a polizia e gendarmi. E ad aggiungere squadre di guardie private fino a 20.000 agenti.

All’ex ministro dello Sport ed ex olimpionico di judo, David Douillet, che ha espresso l’esigenza di preparare “un piano B” nel caso la situazione si dimostrasse troppo rischiosa, l’attuale ministra dello Sport, Amélie Oudéa-Castéra, ha risposto che “la cerimonia d’apertura si farà sulla Senna” perché “è importante mantenere le ambizioni”. Al massimo, ha aggiunto, si potranno “aggiustare alcune variabili”, prima fra tutte quella del numero di spettatori, che sembra destinato a diminuire sensibilmente. Secondo fonti di Le Parisien, però, in riunioni riservate ai massimi vertici dell’organizzazione e del governo circolano ipotesi che arrivano fino ad una sfilata sulla Senna ma senza pubblico o un trasferimento nello Stade de France, tornando così a una cerimonia tradizionale, come in tutte le altre edizioni delle Olimpiadi. Ufficialmente l’ipotesi di un trasloco della cerimonia è ancora esclusa.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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