E dopo l’assenza forzata, quelle assi di legno ricominciano a supportare i passi di chi in questo tempo ha sognato di ricalcarle. Non hanno riaperto, il pubblico, con i suoi applausi o le sue disapprovazioni, ancora non potrà sedere in quel buio che dai palchi si percepisce come un infinito mondo cui comunicare le proprie sensazioni e quelle degli autori, non sono ancora aperte le porte e le sontuose scalinate che portano ai palchi, quelli reali o i loggioni dell’ultimo piano, non ancora le luci si spegneranno ai 5 minuti dalla rappresentazione per riaccendersi immediatamente invitando tutti ad accomodarsi ai propri posti, non ancora, ma la porta, quella laterale, quella più ambita, la porta dell’entrata artisti, si è finalmente socchiusa e lascia entrare oltre agli artisti, uno spiraglio di speranza. Con un po’ di volontà, nel rispetto delle norme anti-contagio, con attenzione e attraverso una iniziativa del TAN (Teatri Associati Napoletani) che con il bando Earth ha incentivato fattivamente questo primo passo verso la riapertura, dal 1° Febbraio il calpestio sui palchi si è interrotto un silenzio che durava da troppo, chi con prove di spettacoli già rodati, chi con riapertura corsi, chi con progetti nuovi da provare, limare e perfezionare sono tornati sui palcoscenici. 12 tra compagnie, realtà artistiche e attori impegnati singolarmente in sofisticate performance hanno acceso le luci del palcoscenico, in attesa di riaccendere anche quelle di sala. Cosi al Nuovo Teatro Sanità, un presidio sociale e culturale, fin dalla sua nascita, che vede tra le sue missioni la formazione teatrale gratuita per i bambini del quartiere, il collettivo artistico ntS’, formato prevalentemente da giovani under 30, ha ripreso ad offrire il suo progetto culturale di qualità, ma anche di formazione per i giovani iniziandoli ai mestieri teatrali coinvolgendoli nella gestione e nelle attività del teatro. Da questa realtà sociale e culturale di riferimento per il quartiere, e non solo, sono riprese le attività con le prove della Compagnia le Scimmie/Meridiani e man mano si riattivano i laboratori che l’hanno portato a divenire punto centrale non solo del quartiere, ma di tutto la città già dal 2013, contrastando anche il forte disagio socio-economico legato all’alta dispersione scolastica e alla disoccupazione, puntando sul forte fermento di rinascita e di riscatto sociale e culturale. Il teatro è sede anche di numerose e vivaci realtà del Terzo Settore. In questo contesto, un gruppo di professionisti del teatro under 35, guidati dal direttore artistico Mario Gelardi, con i giovani zona, in una chiesa del Settecento, hanno costruito il Nuovo Teatro Sanità oggi divenuto una vera e propria comunità. Altro silenzio rotto dal calpestio sulle assi del palcoscenico lo si sente al Teatro TRAM, di Port’Alba, dove un volto storico del teatro napoletano, come quello di Antonello Cossia, sta mettendo a punto una piece sul grande pittore Amedeo Modigliani, “Oltraggio al Pudore”, si chiama il monologo messo in scena dalla compagnia l’Altro Sguardo. “Un uomo può vivere tranquillo per mesi e nessuno ci fa caso, ma se un giorno, come capitava spesso a Modigliani, scappa fuori ubriacandosi clamorosamente, allora tutti se ne ricordano e lo raccontano” scriveva Jeanne Modigliani in Modigliani mio padre, amara, ma con amore, considerazione che rafforza le parole di una cara amica russa del maestro, Anna Achmatova “Quando c’era la pioggia (come spesso a Parigi), Modigliani camminava con un enorme ombrello nero molto vecchio. Talvolta sedevamo sotto questo ombrello, su una panchina del parco e a due voci recitavamo le poesie di Verlaine a memoria e con amore, felici di parlare di poesia. Ci scambiavamo Verlaine, Laforgue, Mallarmé, Baudelaire.Aveva sempre in tasca i – Canti di Maldoror – di Lautréamont. Non l’ho mai visto ubriaco e da lui non veniva odore di vino, l’hashish in qualche modo figurava già nei suoi racconti.” Ed è questa visione del grande pittore che Cossia ci farà scoprire, una visione che ancora Jeanne Modigliani storica dell’arte e saggista, figlia del maestro ci ha lasciato per fare luce sul padre, commentando ancora gli scritti della Achmatova ribadisce: “Migliaia di mediocri pagine sono state scritte sulla sua debolezza legata alla droga e all’alcol, ma tutto questo rientra nella visione pseudoromantica che identifica la follia e la sregolatezza con la creazione artistica. Ma è la sua opera che va giudicata. E la sua opera dice che Modigliani è una pietra miliare nell’arte del Novecento. Un artista unico nella sua maniera di essere. Unico e grande”. E’ questo Amedeo Modigliani, che Cossia mette in luce, nella suggestione e la presentazione di questo progetto di spettacolo incentrato sulla figura dell’artista livornese nato nel luglio del 1884 e morto nel gennaio del 1920. Un arco di vita breve, in cui questo uomo così sensibile e gentile ha fatto in tempo a stagliarsi nell’empireo degli artisti di tutti i tempi, sfidando la memoria e le apparenze che lo volevano semplicemente un bohémien travolto dai vizi e dagli eccessi. Anche negli altri teatri si prova, si parla, si comincia a riassaporare quell’atmosfera che densa di adrenalina, di attese e di sacro timore, quell’atmosfera che fa divenire il “si va in scena” come una squillo di tromba per una carica a testa bassa a riappropriarsi di un bene per troppo tempo negato.
Un momento delle prove e dell’attività di formazione ripresi al Teatro Sanità di Napoli dopola lunga chiusura dei teatri. Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
ph. Mario Laporta/KONTROLAB
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Un momento delle prove e dell’attività di formazione ripresi al Teatro Sanità di Napoli dopola lunga chiusura dei teatri. Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Un momento delle prove e dell’attività di formazione ripresi al Teatro Sanità di Napoli dopola lunga chiusura dei teatri. Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Un momento delle prove e dell’attività di formazione ripresi al Teatro Sanità di Napoli dopola lunga chiusura dei teatri. Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Un momento delle prove e dell’attività di formazione ripresi al Teatro Sanità di Napoli dopola lunga chiusura dei teatri. Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
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Antonello Cossia durante le prove al ateatro TRAM dello spettacolo “Amedeo Modigliani Oltraggio al Pudore”.
Le restrizioni per gli spettacoli rimangono ancora inalterate, ma sono potute riprendere le attività di preparazione spettacoli e corsi di perfezionamento.
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ph. Mario Laporta/KONTROLAB
Le compagnie coinvolte nel Bando EARTH sono:
ALTROSGUARDO/OLTRAGGIO AL PUDORE – di e con ANTONELLO COSSIA, COLLETTIVO LUNAZIONE – L’ISOLA DI TED/LA MISURA – regia EDUARDO DI PIETRO, CORNELIA/SLEEPING BEAUTY WORK BITCH – regia e coreografia NYKO PISCOPO, COMPAGNIA DANCE FACTORY/UNA STORIA DI HUMOR – regia LUIGI CESARANO, FUNA/MODALITA’ AEREO – FAVOLE SENZA FILI – ideazione e regia MARIANNA MOCCIA, GLI ALBERI DI CANTO – THE BEGGARS’THEATRE/GIORNI INFELICI PER RE LEAR – regia, drammaturgia e musiche MARIANO BAUDUIN, IL TEATRO NEL BAULE/ANCHE I CANI HANNO UN’ADOLESCENZA DIFFICILE – regia Sebastiano Coticelli e Simona Di Maio, I PESCI /UNDERGROUND – regia FIORENZO MADONNA, LE SCIMMIE/MERIDIANI – regia CHIARASTELLA SORRENTINO, LE STREGHE DEL PALCO/ GELO – regia e drammaturgia DOMENICO INGENITO, MURICENA TEATRO/DIVENTA – RE – drammaturgia e regia Marianita Carfora e Raffaele Parisi, PRIMO AIUTO – LIBEARAIMAGO/BOCCACCIO SUITE – regia ROBERTO INGENITO
Fotogiornalista da 35 anni, collabora con i maggiori quotidiani e periodici italiani. Ha raccontato con le immagini la caduta del muro di Berlino, Albania, Nicaragua, Palestina, Iraq, Libano, Israele, Afghanistan e Kosovo e tutti i maggiori eventi sul suolo nazionale lavorando per agenzie prestigiose come la Reuters e l’ Agence France Presse,
Fondatore nel 1991 della agenzia Controluce, oggi è socio fondatore di KONTROLAB Service, una delle piu’ accreditate associazioni fotografi professionisti del panorama editoriale nazionale e internazionale, attiva in tutto il Sud Italia e presente sulla piattaforma GETTY IMAGES.
Docente a contratto presso l’Accademia delle Belle Arti di Napoli., ha corsi anche presso la Scuola di Giornalismo dell’ Università Suor Orsola Benincasa e presso l’Istituto ILAS di Napoli.
Attualmente oltre alle curatele di mostre fotografiche e l’organizzazione di convegni sulla fotografia è attivo nelle riprese fotografiche inerenti i backstage di importanti mostre d’arte tra le quali gli “Ospiti illustri” di Gallerie d’Italia/Palazzo Zevallos, Leonardo, Picasso, Antonello da Messina, Robert Mapplethorpe “Coreografia per una mostra” al Museo Madre di Napoli, Diario Persiano e Evidence, documentate per l’Istituto Garuzzo per le Arti Visive, rispettivamente alla Castiglia di Saluzzo e Castel Sant’Elmo a Napoli.
Cura le rubriche Galleria e Pixel del quotidiano on-line Juorno.it
E’ stato tra i vincitori del Nikon Photo Contest International.
Ha pubblicato su tutti i maggiori quotidiani e magazines del mondo, ha all’attivo diverse pubblicazioni editoriali collettive e due libri personali, “Chetor Asti? “, dove racconta il desiderio di normalità delle popolazioni afghane in balia delle guerre e “IMMAGINI RITUALI. Penitenza e Passioni: scorci del sud Italia” che esplora le tradizioni della settimana Santa, primo volume di una ricerca sui riti tradizionali dell’Italia meridionale e insulare.
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini si racconta per la prima volta nel libro ‘Un’altra storia’ con l’intento di parlare soprattutto ai giovani. “Uno dei motivi che mi ha spinto a raccontare la mia esperienza di vita e di lotta, è che vedo tra le giovani generazioni una straordinaria domanda di libertà. Una domanda di libertà e di realizzazione che non può essere delegata ad altri o rinviata a un futuro lontano, ma che si costruisce giorno per giorno a partire dalla lotta per cambiare le condizioni di lavoro e superare la precarietà. Se riuscirò ad accendere nei giovani la speranza e la voglia di lottare per la loro libertà nel lavoro e per un futuro migliore, potrò dire di aver raggiunto uno degli obiettivi che mi ero prefisso. Questo libro, con umiltà, vuole parlare soprattutto a loro” dice Landini.
In libreria proprio a ridosso dei referendum abrogativi dell’8 e 9 giugno su lavoro e cittadinanza, ‘Un’altra storia’ è una narrazione intima tra ricordi, aneddoti e svolte professionali ed esistenziali, che si intreccia alla storia degli ultimi quarant’anni di questo paese, con un focus su alcune grandi ferite sociali di ieri e di oggi che ancora sanguinano e che devono essere rimarginate. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, dall’infanzia e l’adolescenza a San Polo d’Enza, fino alle esperienze sindacali degli inizi a Reggio Emilia e Bologna, al salto nazionale in Fiom prima e in Cgil poi, nel libro di Landini non mancano le analisi sulle grandi questioni legate al mondo del lavoro e a quello delle grandi vertenze, tra cui Stellantis, il rapporto con i governi Berlusconi, Prodi, Renzi, Conte, Draghi e Meloni, nella declinazione dell’idea-manifesto del “sindacato di strada”, in cui democrazia e autonomia sono il grande orizzonte.
Questa narrazione personale e intima, ricca di spunti e riflessioni, si tiene insieme a quelle che sono le battaglie storiche del segretario e della sua azione “politica”: la dignità del lavoro, affermata nel dopoguerra e nella seconda metà del Novecento e “negata nell’ultimo ventennio a colpi di leggi sbagliate, che le iniziative referendarie propongono, infatti, di correggere e riformare profondamente” sottolinea la nota di presentazione. ‘Un’altra storia’ è un libro che ci parla di diritti da difendere, battaglie ancora da fare e del futuro.
Eletto segretario generale della Cgil nel 2019, Landini ha cominciato a lavorare come apprendista saldatore in un’azienda artigiana e poi in un’azienda cooperativa attiva nel settore metalmeccanico, prima di diventare funzionario e poi segretario generale della Fiom di Reggio Emilia. Successivamente, è stato segretario generale della Fiom dell’Emilia-Romagna e, quindi, di quella di Bologna. All’inizio del 2005 è entrato a far parte dell’apparato politico della Fiom nazionale. Il 30 marzo dello stesso anno, è stato eletto nella segreteria nazionale del sindacato dei metalmeccanici Cgil. Il primo giugno del 2010 è diventato segretario generale della Fiom-Cgil. Nel luglio del 2017 ha lasciato la segreteria generale della Fiom per entrare a far parte della segreteria nazionale della Cgil.
MAURIZIO LANDINI, UN’ALTRA STORIA (PIEMME, PP 224, EURO 18.90)
Stop all’automatismo che impone la sospensione della responsabilità genitoriale per i genitori condannati per maltrattamenti in famiglia. Lo ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 55 del 2025, dichiarando illegittimo l’articolo 34, secondo comma, del Codice penale nella parte in cui non consente al giudice di valutare in concreto l’interesse del minore.
Una norma rigida che non tutela sempre i figli
L’automatismo previsto dalla norma, secondo cui alla condanna per maltrattamenti in famiglia (articolo 572 c.p.) segue obbligatoriamente la sospensione della responsabilità genitoriale per il doppio della pena, è stato giudicato irragionevole e incostituzionale. Secondo la Consulta, la previsione esclude qualsiasi valutazione caso per caso e impedisce al giudice di verificare se la sospensione sia effettivamente nell’interesse del minore, come invece richiedono gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione.
Il caso sollevato dal Tribunale di Siena
A sollevare la questione è stato il Tribunale di Siena, che aveva riconosciuto la responsabilità penale di due genitori per maltrattamenti nei confronti dei figli minori, ma riteneva inadeguato applicare in automatico la sospensione della responsabilità genitoriale. Il giudice toscano ha evidenziato la possibilità concreta che, in presenza di una riconciliazione familiare e di un miglioramento del contesto domestico, la sospensione potesse arrecare un danno ulteriore ai minori.
Il principio: al centro l’interesse del minore
La Corte ha ribadito che la tutela dell’interesse del minore non può essere affidata a presunzioni assolute, bensì deve derivare da una valutazione specifica del contesto familiare e della reale efficacia protettiva della misura. Il giudice penale deve dunque essere libero di stabilire, caso per caso, se la sospensione della responsabilità genitoriale sia davvero la scelta più idonea alla protezione del figlio.
La continuità con la giurisprudenza
La decisione si inserisce nel solco della sentenza n. 102 del 2020, con cui la Consulta aveva già bocciato l’automatismo previsto per i genitori condannati per sottrazione internazionale di minore. In entrambi i casi, si riafferma il principio secondo cui le misure che incidono sulla genitorialità devono essere coerenti con i valori costituzionali e orientate alla tutela concreta del minore.
Il mondo della cultura piange la scomparsa di Mario Vargas Llosa (foto in evidenza di Imagoeconomica), uno dei più grandi romanzieri del Novecento e premio Nobel per la Letteratura nel 2010. Lo scrittore peruviano si è spento oggi, domenica, a Lima all’età di 89 anni, circondato dalla sua famiglia, come ha comunicato suo figlio Álvaro attraverso un messaggio pubblicato sul suo account ufficiale di X.
«Con profondo dolore, rendiamo pubblico che nostro padre, Mario Vargas Llosa, è morto oggi a Lima, circondato dalla sua famiglia e in pace».
Una vita tra letteratura e impegno
Nato ad Arequipa il 28 marzo del 1936, Vargas Llosa è stato tra i più influenti autori della narrativa ispanoamericana contemporanea. Oltre ai riconoscimenti letterari internazionali, ha vissuto una vita profondamente segnata anche dall’impegno civile e politico.
Con la sua scrittura tagliente e lucida, ha raccontato le contraddizioni della società peruviana e latinoamericana, esplorando con coraggio e passione temi di potere, ingiustizia e libertà.
I capolavori che hanno segnato la sua carriera
Autore di romanzi fondamentali come “La città e i cani” (1963), durissima denuncia del sistema militare peruviano, e “La casa verde” (1966), Vargas Llosa ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura del Novecento. La sua vasta produzione comprende anche saggi, articoli e testi teatrali.
Un addio in forma privata
Come reso noto dalla famiglia, i funerali saranno celebrati in forma privata e, nel rispetto della volontà dell’autore, le sue spoglie saranno cremate. Un addio sobrio, coerente con la riservatezza che ha spesso contraddistinto l’uomo dietro lo scrittore.