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Cronache

Il procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho: i testimoni di giustizia e i collaboratori devono essere protetti, l’omicidio Bruzzese a Pesaro é una sconfitta dello Stato

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“Il collaboratore e il testimone non possono essere mai lasciati soli”. Federico Cafiero De Raho, Procuratore nazionale antimafia, intervenendo a Radio Anch’io sull’uccisione a Pesaro di Marcello Bruzzese, fratello di un pentito della ‘ndrangheta, sottoposto a programma di protezione, non ha dubbi. “Le persone a rischio che hanno dato una collaborazione allo Stato, hanno esposto i loro familiari, non possono essere dimenticate dallo Stato”. Dire queste cose in Italia, nel Paese dove testimoni e pentiti con familiari vengono prima usati e poi abbandonati é un atto di coraggio. E il magistrato Federico Cafiero de Raho il coraggio l’ha sempre avuto. Anche se la vittima aveva chiesto di uscire dal programma di protezione, la sicurezza va sempre garantita “con le misure ordinarie perché sono soggetti sempre a rischio”, ha spiegato il procuratore antimafia. “Ci deve essere una ulteriore attenzione perché la camorra, la ‘ndrangheta la mafia non dimenticano, aspettano anche 15 o 20 anni e poi intervengono. E nei confronti delle mafie bisogna garantire sempre la protezione del testimone, del collaboratore e i familiari con le misure ordinarie”. “Oggi – annuncia De Raho – è prevista una riunione di coordinamento che ho convocato nel mio ufficio tra direzione distrettuale antimafia di Ancona e di Reggio Calabria oltre che con gli investigatori del Ros che si stanno occupando dell’indagine proprio per fare il punto della situazione, condividere le conoscenze e comprendere cosa sia avvenuto, perchè sia stato commesso l’omicidio di un familiare di un collaboratore che aveva reso dichiarazioni importanti non molto tempo fa nel processo a carico della cosca Crea e perchè non ci sia stata l’attenzione che viene riservata a coloro che da non molto hanno reso dichiarazioni. Bisogna capire – chiarisce – questo circuito in quale punto è venuto meno e non ha riservato la giusta attenzione e protezione a un soggetto che comunque era esposto a rischio”.

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Infezioni ospedaliere, in Europa oltre 4 milioni di pazienti infettati ogni anno

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Negli ospedali europei ogni giorno più di 90 mila persone contraggono un’infezione legata all’assistenza. In totale sono 4,3 milioni ogni anno pari all’8% dei pazienti, senza particolari cambiamenti negli ultimi 15 anni. Sono alcuni dei dati che emergono da un rapporto pubblicato dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) relativo agli anni 2022-2023. “Le infezioni associate all’assistenza sanitaria rappresentano una sfida significativa per la sicurezza dei pazienti negli ospedali di tutta Europa. Questi numeri evidenziano l’urgente necessità di ulteriori azioni per mitigare questa minaccia”, ha affermato in una nota la direttrice dell’Ecdc, Andrea Ammon.

Secondo il documento, che ha analizzato i dati di 1.623 ospedali europei, le più frequenti infezioni ospedaliere sono polmoniti, infezioni delle vie urinarie o della ferita chirurgica. La novità principale è l’ingresso, tra le complicanze infettive, di Covid-19, che è responsabile di circa il 7% di tutte le infezioni acquisite in ospedale. Tra le tendenze, l’aumento dell’uso degli antibiotici: nel 2022-2023 il 35,5% dei pazienti ha ricevuto almeno un agente antimicrobico, rispetto al 32,9% del precedente rapporto risalente al 2016-2017. Preoccupa anche la resistenza agli antibiotici: 1 microrganismo su 3 tra quelli responsabili delle infezioni ospedaliere è resistente a importanti antibiotici. L’Italia, con quasi 430 mila infezioni l’anno è seconda solo alla Germania (580 mila) e poco avanti alla Francia (436 mila) per numero assoluto di infezioni ospedaliere. Alto anche l’utilizzo di antibiotici, che vengono prescritti al 44,7% dei pazienti ricoverati.

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Maresca: De Micco collegato alla mia lista? E’ falso

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“In relazione alla nota stampa odierna di Fdi che indica il sig Sabino De Micco quale candidato presidente di una lista a me collegata per la VI municipalità per le elezioni amministrative del 2021, smentisco categoricamente la notizia in quanto assolutamente falsa. Il presidente indicato dalla lista Maresca nella VI municipalità è stato l’avvocato Stefano Marzatico, professionista integerrimo e stimato”. Così in una nota Catello Maresca, magistrato assegnato alla commissione bicamerale per le questioni regionali, e consigliere comunale a Napoli. “Le altre liste – ricostruisce Maresca – compresa quella indicata come “Progetto per Napoli – Prima Napoli” fecero scelte politiche diverse, da me non condivise, indicando altri candidati a presidente. Oggi forse si comprendono meglio anche le ragioni che mi portarono a non condividere le proposte sui candidati presidente di alcune liste e a scegliere altri candidati per le elezioni per le diverse municipalità”.

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Voto di scambio a Cercola: voti venduti a 30 e 20 euro

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Trenta euro a voto per la prima tornata elettorale e venti per il ballottaggio: questo il tariffario della compravendita delle preferenze a Cercola, in provincia di Napoli, in occasione delle elezioni amministrative del maggio 2023. E’ emerso nell’ambito di una indagine dei carabinieri e della DDA (pm Henry John Woodcock e Stefano Capuano) su una serie di episodi di voto di scambio politico-mafioso documentati nel comune vesuviano.

Tra gli arrestati figurano la figlia di un boss ergastolano, all’epoca dei fatti rappresentante di lista, una candidata legata da vincoli di parentela al clan De Micco, suo fratello, consigliere in una municipalità di Napoli, e anche loro padre. Le elezioni finite al centro delle indagini sono le amministrative del 14 e 15 maggio 2023, quindi del successivo ballottaggio del 25 e 26 maggio dello stesso anno.

Gli indagati (per loro vale il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva) sono accusati di compravendita di voti per essere eletti. Quando scoprono che la tornata elettorale è andata male fanno i moralisti e contestano agli elettori di avere promesso il consenso e intascato denaro da più di un candidato. Emerge anche questo nell’ambito dell’indagine dei carabinieri e della DDA di Napoli sul voto di scambio politico mafioso a Cercola. Nella conversazione intercettata dai militari della Sezione Operativa di Torre del Greco e di Cercola, a parlare sono alcuni indagati che avevano impegnato qualche migliaio di euro per accaparrarsi i voti: si lamentano del fatto che ciononostante per loro era andata male: “Se li sono comprati i voti… hanno i soldi e comprano…”.

Nel comunicato stampa diffusa dai carabinieri si fa rilevare che “il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva”.

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