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Economia

Il Ponte record sullo Stretto di Messina: 3,6 km e oltre 60 anni di polemiche

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Una campata di 3,3 chilometri, un investimento fino a 13 miliardi e mezzo, cantieri aperti dal 2024, e un dibattito lungo quasi 65 anni. Ecco alcuni dei numeri del Ponte sullo Stretto di Messina, l’opera più controversa tra le grandi infrastrutture italiane, tra chi sostiene la sua realizzazione come spinta e leva per la modernizzazione del Sud e chi ha sempre temuto l’effetto cattedrale nel deserto e lo spreco di denari pubblici.

Il ponte sospeso, consegna prevista nel 2032, sarà il più lungo del mondo a campata unica e dovrebbe così scalzare il primato detenuto finora dal ponte dei Dardanelli in Turchia (2,023 chilometri la campata principale, solo stradale). Tra gli altri giganti a campata unica seguono il ponte di Akashi Kaikyō in Giappone e quello di Whuan in Cina. Ormai persi i record per la loro vetustà quelli del nostro immaginario collettivo, il ponte di Brooklin e il Golden gate di san Francisco rispettivamente al 17esimo e 18esimo posto. Il progetto è quello del 2011 della Società dello Stretto Spa elaborato dal contraente generale Eurolink (Webuild capofila con la spagnola Sacyr, Condotte d’acqua, CMC, la giapponese IHI e l’italiana A.C.I).

Alla definizione hanno collaborato circa 100 progettisti. Il progetto tecnico prevede una lunghezza della campata centrale di 3.300 metri, una complessiva di 3.660 metri, una larghezza dell’impalcato di 60,4 metri; un’altezza delle torri di 399 metri. Nello stretto, in mare l’altezza del canale navigabile centrale sarà di 65 metri per consentire il transito di grandi navi; 6 le corsie stradali previste (3 per ciascun senso di marcia compresa la corsia di emergenza) e 2 binari ferroviari, per una capacita’ dell’infrastruttura pari a 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno. Il ponte e’stato progettato con una resistenza al sisma pari a 7,1 magnitudo della scala Richter e sarà stabile fino ad una velocità del vento di 270 chilometri orari. Per quanto riguarda le opere di collegamento: nel progetto definitivo sono previsti 20,3 km di collegamenti stradali e 20,2 km di collegamenti ferroviari (con tre fermate ferroviarie sotterranee, Papardo, Annunziata, Europa). Il costo dovrebbe aggirarsi tra 1,3 e 1,6 miliardi.

La storia del Ponte viene da lontano. Se ne parla già nel primo Dopoguerra e nel 1969 viene bandito un Concorso internazionale di idee. Furono presentati 143 progetti. Per gli studi preliminari vengono stanziati 3,2 miliardi di lire. Tra i progetti vincitori quello di un Tunnel a mezz’acqua ancorato al fondo mediante cavi in acciaio, un ponte strallato a tre campate, un ponte sospeso a campata unica, un ponte sospeso a tre campate, a quattro e a cinque campate. Nel 1981 viene costituita la Società Stretto di Messina Spa, che diventa responsabile per la progettazione dell’opera. Dopo vari studi di fattibilità, viene approvata la soluzione del ponte sospeso a unica campata. La progettazione però non decolla e nel 1992 l’opera viene messa in soffitta. Il progetto viene rilanciato e nel 2005, con un’offerta di 3,88 miliardi di euro, Impregilo vince la gara per la realizzazione del ponte. Nel 2006 la società firma il contratto. Ma tra un cambio di governo e l’altro e diversi stop and go l’opera non parte fino a quando la società nel 2011 viene messa in liquidazione. Con l’attuale governo il via definitivo all’opera.

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Economia

Tim, soci al voto il 24/6 anche su governance e mission

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Tim si prepara all’assemblea annuale. La stagione delle riunioni maratona è finita, anche quest’anno i soci voteranno in anticipo, affideranno le deleghe al rappresentante designato e il 24 giugno il notaio metterà a verbale le delibere. La grande novità è nella mappa dell’azionariato con Poste che sostituisce Cdp (con quasi il 10%) e in pectore è già il nuovo azionista di riferimento della compagnia telefonica, avendo acquistato una quota del 15% da Vivendi. I francesi hanno chiuso il capitolo tlc e iniziato il disimpegno scendendo dal 24% al 17,81% ma il closing dell’operazione deve ancora avvenire. Si aspetta l’ok dell’Antitrust e dovrebbe arrivare entro il 13 giugno (la record date) per consentire a Poste di presentarsi in assemblea con il 24,8 per cento.

All’ordine del giorno dell’assemblea, oltre all’approvazione del bilancio, della politica di remunerazione e del nuovo piano di incentivi e stock option ci sono anche alcune modifiche statutarie. In particolare sul perimetro dell’oggetto sociale, l’articolo 3 dello Statuto sociale. Tim non è più solo tlc: con la strategia 2024-2026 l’ad Pietro Labriola ha annunciato di essere passato al modello Customer Platform, per valorizzare e stabilizzare la base clienti di famiglie e pmi. Significa pacchetti personalizzati comprendenti la connessione fissa o mobile, ma anche l’offerta di contenuti, apparati e la possibilità di sottoscrivere contratti per l’energia (ha stretto una partnership con Axpo Italia), polizze assicurative ma ora con Poste le possibili sinergie si moltiplicano. “Stiamo esplorando ogni possibile opportunità, più lavoriamo più vediamo opportunità” ha commentato l’ad Matteo Del Fante.

La governance è un altro tema che i soci discuteranno. All’ordine del giorno ci sarà una delibera sulla riduzione del numero massimo dei componenti del Consiglio (oggi va da 7 a 19). Il cda, ora particolarmente snello con 9 consiglieri, potrebbe allargarsi per far posto ai rappresentanti di Poste (si guarda al direttore generale Giuseppe Lasco e a un indipendente) ma la proposta in assemblea sarà quella di non sforare comunque il numero dei 15. Verrà proposta, tra le altre delibere, anche la modifica della percentuale di possesso azionario per la legittimazione alla presentazione delle liste (indiscrezioni di stampa parlavano di un innalzamento dall’attuale 0,5% all’1,5% del capitale).

I soci che non voteranno la delibera di modifica della clausola sull’oggetto sociale e gli azionisti di risparmio “sono legittimati ad esercitare il diritto di recesso entro e non oltre quindici giorni dall’iscrizione della delibera assembleare presso il registro delle imprese” e verranno liquidati con 0,2884 euro per ogni azione ordinaria e 0,3295 euro per ogni azione di risparmio. In Borsa però i titoli sono già rispettivamente ben oltre quel prezzo, a 0,39 euro e 0,3878 euro. La settimana che si apre sarà densa di appuntamenti, martedì 27, è prevista l’udienza in Cassazione sulla restituzione del canone di concessione (1 miliardo di euro). Il giorno dopo, mercoledì 28, ci sarà una nuova riunione tra Fibercop e Open Fiber al Dipartimento innovazione sul tema dei lotti da riassegnare. Una fusione tra le due società, operazione che sbloccherebbe l’earnout (fino a 2,5 miliardi) per Tim, è in stallo ma “l’implementazione di una rete fissa unica – ricordano gli analisti di Mediobanca – sembra una priorità per il settore e potrebbe ricevere il sostegno politico”.

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Economia

Intesa Sanpaolo, il Consiglio di Amministrazione conferma l’indipendenza di 15 consiglieri

La banca comunica l’esito delle verifiche sui requisiti di indipendenza dopo le valutazioni del Cda e del comitato di controllo.

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Sono quindici i consiglieri di amministrazione di Intesa Sanpaolo risultati in possesso dei requisiti di indipendenza, secondo quanto comunicato oggi dalla banca a seguito delle verifiche e valutazioni svolte dal Consiglio di Amministrazione e dal Comitato per il controllo sulla gestione.

I consiglieri indipendenti confermati sono:
Paola Tagliavini, Mariangela Zappia, Liana Logiurato, Pietro Previtali, Maria Alessandra Stefanelli, Bruno Maria Parigi, Anna Gatti, Guido Celona, Mariarosaria Taddeo, Fabrizio Mosca, Mariella Tagliabue, Maura Campra, Roberto Franchini, Riccardo Secondo e Carlo Motta.

La comunicazione è parte del consueto processo di verifica della sussistenza dei requisiti di indipendenza previsti dalla normativa e dai criteri adottati dall’istituto. Intesa Sanpaolo ribadisce così il proprio impegno per una governance basata su trasparenza, equilibrio e indipendenza.

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Economia

Lamborghini, i nuovi incarichi della struttura commerciale

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Nell’ambito di un processo di riorganizzazione interna volto a garantire continuità, valorizzazione delle risorse e consolidamento della leadership nei mercati di riferimento, Automobili Lamborghini annuncia una nuova serie di nomine all’interno della struttura commerciale globale. Nello specifico, Andrea Cavedagni, precedentemente head of UK, diventa head of area North, Americas, con sede a Toronto. Davide Sfrecola, in precedenza head of Japan per la casa del toro, prende il posto di Cavedagni come head of UK. Mentre Paolo Sartori passa dal ruolo di head of Middle East & Africa a quello di head of Japan. Inoltre, Alessio Soligo raccoglie il testimone di Paolo Sartori diventando head of Middle East & Africa; e Gaetano Santoro subentra a Soligo in qualità di sales area manager South Europe. Infine, Nidhi Kaistha, proveniente dall’esterno, assume il ruolo di head of India.

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