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Cronache

Il Papa, mai più tragedie come quella di Cutro

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“Quel naufragio non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta”. Il Papa torna a parlare di Cutro e chiede di porre fine alle tragedie del mare. Lo fa davanti a settemila persone, che hanno vissuto l’esperienza dei corridoi umanitari, grazie alla Comunità di Sant’Egidio, alla Chiesa evangelica e alla Caritas. Rifugiati arrivati in legalità e famiglie che accolgono. Francesco ringrazia queste realtà ma plaude anche “all’impegno del governo italiano e dei governi che vi hanno ricevuto, tanti”. Intanto sale ad 87 il numero delle vittime del naufragio del caicco carico di migranti avvenuto domenica 26 febbraio a Steccato di Cutro. A quasi tre settimane dalla tragedia, stamattina è stato recuperato il corpo di un uomo di circa 40 anni.

Il cadavere è stato avvistato da alcuni pescatori. Il recupero è stato effettuato dai sommozzatori della Capitaneria di porto di Crotone. Sono invece 233 i migranti sbarcati durante la notte a Lampedusa dopo che una motovedetta della Guardia costiera ha intercettato un barcone di 15 metri a 30 miglia dalla costa. Le persone soccorse, si aggiungo ad altre 113 prese a bordo dalla nave Dattilo durante la navigazione verso l’isola delle Pelagie (in tutto 346 migranti). Ieri sera a Lampedusa si era registrato uno sbarco di 37 tunisini, mentre 112 sono stati trasferiti dall’isola con il traghetto per Porto Empedocle. Nell’hotspot restano al momento 305 ospiti. Loro ce l’hanno dunque fatta ma “il Mediterraneo è diventato un cimitero, è duro”, commenta il Papa secondo il quale “una migrazione sicura, ordinata, regolare e sostenibile è nell’interesse di tutti i Paesi. Se non si aiuta a riconoscere questo, il rischio è che la paura spenga il futuro e giustifichi le barriere su cui si infrangono vite umane”.

Francesco torna poi a definire “terribile” la situazione dei “lager in Libia”. Tornando all’esperienza dei corridoi umanitari, sono 6080 i migranti arrivati in Europa, dal 2016 ad oggi, grazie a questi progetti portati avanti insieme dalle diverse Chiese cristiane. Lo ha detto Daniela Pompei, della Comunità di Sant’Egidio, presentando l’esperienza al Papa. I rifugiati dei corridoi umanitari in questi anni sono arrivati soprattutto in Italia, ma poi in Francia, in Belgio e un limitato numero nel principato di Andorra e a San Marino.

“Una piccola luce di fronte al muro dell’impossibilità e dell’idea che non si possa fare niente”, ha sottolineato l’esponente di Sant’Egidio. Libano, Etiopia, Libia, Pakistan, Iran, Niger, Grecia e Cipro e in modo diverso l’Ucraina, sono gli avamposti degli otto corridoi umanitari da dove inizia la via sicura per arrivare in Europa. Sono arrivati cittadini afgani, siriani, eritrei, congolesi, nigeriani, camerunesi, sudanesi, somali, yemeniti, irakeni, palestinesi, guineani, togolesi e da ultimo gli ucraini, soprattutto donne e bambini. Da Meskerem, arrivata dall’Eritrea, ad Anna di Aleppo, il Papa ha ascoltato le dure storie di chi ha subito ogni sorta di sofferenza, e in alcuni casi anche violenza, per provare a cercare una vita migliore. Finché non è arrivata la scialuppa dei corridoi umanitari. E oggi quelle sofferenze sono alle spalle, si studia, si cerca un lavoro, nascono bambini, si guarda al futuro con occhi diversi.

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Superenalotto, centra il jackpot da 73 milioni con una giocata online

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Con una giocata online da due euro ha vi to 73 milioni di euro al Superenalotto: quasi impossibile sapere da dove si è collegato per scaricare il biglietto vincente l’anonimo super fortunato. E’ la prima volta che il montepremi viene vinto da una giocata effettuata online. La sestina vincente è 4, 15, 26, 27, 72, 82. Numero Jolly 89. Superstar: 12. A vincere il jackpot è stato un giocatore che ha compilato una scommessa da due euro online.

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Cronache

All’ospedale Cardarelli ecco il telefono ‘amico’ per le mamme

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Al via un nuovo servizio telefonico per supportare le neomamme e le future mamme, che spesso si trovano ad avere tanti dubbi in un periodo così importante e delicato come la gravidanza e la prima maternità. Le ostetriche del punto nascita del Cardarelli, due volte a settimana il martedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30 saranno pronte a rispondere al numero 081.7472845. Un numero completamente dedicato alla maternità e a tutto ciò che ruota intorno alla nascita, mediante il quale le mamme nuove o future potranno fare domande riguardanti il travaglio, il parto, il post-parto e ricevere consigli sull’allattamento e la cura del neonato. Il servizio non può essere utilizzato per prenotazioni, richiedere prescrizioni o pareri medici.

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Papa, via vescovo tedesco pro-coppie gay e sacerdoti sposati

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Papa Francesco ha accettato oggi la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Osnabrück, in Germania, presentata da mons. Franz-Josef Bode. Il vescovo, che ha 72 anni, e che quindi era ancora ben lontano dall’età del pensionamento, era anche vicepresidente della Conferenza episcopale di Germania. I motivi dell’allontanamento anticipato, come sempre, non vengono spiegati dalla Santa Sede, ma mons. Bode, anche nell’ambito del “cammino sinodale” della Chiesa tedesca, è stato uno dei vescovi più impegnati sulle questioni della morale sessuale, come la benedizione delle coppie gay, sul diaconato femminile e sulla possibilità di avere preti sposati. In passato è incappato comunque in accuse di negligenza sulla gestione di casi di abusi sessuali nella sua diocesi.

Il 20 settembre scorso, la ARD ha riferito di uno studio sui casi di abuso nella diocesi di Osnabrück, commissionato dalla stessa diocesi. In un rapporto provvisorio del settembre 2022, storici e giuristi dell’Università di Osnabrück hanno accusato la diocesi di Osnabrück, due ex vescovi e il vescovo in carica Bode di gravi violazioni dei doveri nell’affrontare casi di violenza sessuale. Fino a poco tempo prima, gli ecclesiastici accusati di gravi abusi sessuali su minori continuavano ad essere impiegati nella pastorale giovanile. Inoltre, “le persone colpite sono state trattate in modo burocratico e sprezzante”. Secondo i casi presi in esame nel rapporto interlocutorio, anche il vescovo Bode è stato coinvolto “a un livello numerico basso”. Lo studio riconosce che Bode e il suo team hanno fatto progressi nel trattare con i sacerdoti accusati, soprattutto negli ultimi anni, ma non nella comunicazione con le vittime o negli aiuti e nei risarcimenti.

Il vescovo Bode ha riconosciuto la responsabilità personale, affermando che in alcuni casi ha agito per negligenza e la sua credibilità è stata “gravemente danneggiata”. Tuttavia, ha dapprima escluso le dimissioni perché le dimissioni e il posto vacante avrebbero ritardato il processo di rivalutazione in corso. Nel dicembre scorso, il Consiglio congiunto per le persone colpite dell’arcidiocesi di Amburgo e delle diocesi di Hildesheim e Osnabrück ha avviato una denuncia di diritto canonico contro Bode tramite l’arcidiocesi responsabile di Amburgo. L’atteggiamento di Bode è ancora più orientato al perpetratore che alla vittima. Bode ha agito “contro le chiare linee guida papali e, ad esempio, quest’anno ha dichiarato la violenza sessualizzata contro i minori come una ‘relazione'”. Per quanto riguarda le sue posizioni riformatrici nella Chiesa, nel gennaio 2018 Bode ha avviato una nuova discussione sull’introduzione della benedizione delle coppie dello stesso sesso. Si è anche espresso a favore di una discussione più forte sul diaconato delle donne.

Nel maggio 2019, Bode ha dichiarato di poter immaginare sacerdoti con famiglia e lavori civili insieme a sacerdoti celibi. Nel novembre 2019, Bode ha dichiarato di poter immaginare che le donne presiedano l’Eucaristia nella sua diocesi negli anni a venire, ma non la considerava una prospettiva realistica poiché la dottrina della Chiesa e il diritto canonico la contraddicevano. Tuttavia, era determinato – ad esempio riguardo al diaconato delle donne – a “sfruttare tutto ciò che è possibile per le donne ora e nel prossimo futuro”. Nella diocesi di Osnabrück, una donna è stata assunta per la prima volta nel 2019 come “addetta parrocchiale” con funzione dirigenziale e dirigenziale in una parrocchia. Nel dicembre 2021, Bode ha espresso il suo sostegno alle esigenze di riforma del cammino sinodale.

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