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Il Napoli se la gode, ma Spalletti non vuole cali

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Cinquantamila napoletani con la luce del telefonino accesa a trasformare il Maradona nella casa di tutti, in una serata magica in cui ci si abbraccia anche se non ci si conosce. E’ la cartolina del 5-1 inflitto dal Napoli alla Juventus, che ha ricacciato a 10 punti una squadra che veniva da otto vittorie consecutive senza aver preso un gol, e che nelle prime 17 giornate ne aveva subiti solo 7 prima di incassarne 5 in una sola serata.

I numeri e l’amore del pubblico restano impressi nella serata del Maradona, firmata dall’intera rosa in campo con le stelle di Kvaratskhelia e Osimhen a brillare un po’ più delle altre: “Kvara – ha detto Spalletti a fine match – ha una tecnica da calciatori top al mondo. Osimhen è fortissimo, davastante negli spazi e ha dei margini di miglioramento incredibili”. Spalletti aveva descritto con attenzione la difesa bassa degli juventini, scesi infatti al Maradona con una linea di sei difensori davanti all’area, e Chiesa terzino su Kvaratskhelia, ma dopo 14 minuti un cross di Politano diventa una mezza rovesciata in volo del georgiano, la respinta di Szczesny e il colpo di testa dell’1-0 di Osimhen.

Passato in vantaggio, davanti al Napoli si è aperta l’autostrada per un successo che ne consolida le ambizioni verso il titolo, anche se la parola scudetto è sempre più tabù nelle conversazioni. L’ironia dei partenopei però, si sa, è sempre attiva: “Se ci fate vincere lo scudetto vi diamo l’autonomia differenziata”, scrive oggi un utente sui social. De Laurentiis estasiato, Spalletti felice e che va a cercare Allegri al fischio finale per stringergli la mano mentre il tecnico vola deluso verso gli spogliatoi. Un gesto di correttezza di chi è contento ma sa di dover tenere sveglia la squadra, conservando autostima e gioco. “Il calcio va così, si è forti ma le cose possono cambiare”, ha ricordato Allegri a fine partita.

Oggi ritorno agli allenamenti con palestra per chi è stato impegnato ieri, allenamento per chi è partito dalla panchina e terapia per Politano che ha subito una contrattura che non preoccupa e che dovrebbe riportarlo in campo già nel prossimo week-end. La rosa è ampia e il tecnico la userà ancora più a fondo nella gara di Coppa Italia di martedì contro la Cremonese.

Da Raspadori a Simeone, da Lozano a Juan Jesus, Ndombele e Demme, fino al possibile esordio di Bereszynski, che ieri ha ammirato la sua nuova squadra: tanti hanno voglia di scendere in campo da titolari, con Spalletti pronto a fare turn over pensando al match del prossimo week end che vedrà gli azzurri in campo a Salerno, nel derby campano che i tifosi azzurri non potranno seguire dopo lo stop alle trasferte per i tifosi di Roma e Napoli deciso dal governo. Il club non commenta, dopo aver già duramente attaccato la scorsa settimana i violenti protagonisti degli scontri in autostrada.

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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