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Il Napoli riparte da Frosinone, Inter-Milan alla quarta

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Partirà da Frosinone la rincorsa del Napoli campione d’Italia in carica al suo quarto scudetto della storia. È infatti stato alzato oggi il sipario sul calendario della Serie A 2023/24, in cui i partenopei esordiranno in casa dei ciociari neopromossi. Un calendario meno compresso rispetto alla stagione 2022/23 (quando in mezzo c’era il Mondiale in Qatar), in cui ci sarà un solo turno infrasettimanale, quattro pause per le nazionali e si giocherà anche il 30 dicembre, praticamente quindi quasi senza soste dal 19 agosto (in cui ci saranno i primi anticipi) fino a domenica 26 maggio 2024. La prima giornata, come detto, vedrà il Napoli impegnato a Frosinone, mentre tra le altre big l’Inter esordirà a San Siro col Monza, il Milan in trasferta a Bologna e la Juventus a Udine, con la Lazio infine in casa del Lecce.

“Sapevamo che avremmo iniziato fuori casa e dal sorteggio è uscito il Frosinone che ha disputato una eccellente Serie B meritando la promozione. Sappiamo che non ci sono partite facili, vista la qualità del calcio italiano”, ha commentato il tecnico del Napoli Rudi Garcia. Complici i vincoli e i criteri utilizzati nello stilare i calendari, per i primi big match bisognerà attendere la terza giornata, quando saranno in programma le sfide Napoli-Lazio e Roma-Milan. Nel turno successivo invece ci sarà il primo derby, con la stracittadina tra Inter e Milan per il turno del 17 settembre, insieme alla gara tra Juventus e Lazio, mentre i bianconeri alla quinta giornata incroceranno il Napoli. Poi toccherà al derby di Torino (nona giornata con Juventus-Torino), al big match Milan-Juventus (decimo turno) e una calda 10/a giornata con Napoli-Milan e Inter-Roma. Il 12 novembre è in programma invece il derby di Roma (Lazio-Roma alla 12/a), seguito dal derby d’Italia tra Juventus e Inter con un altro big match per i bianconeri contro il Napoli nel turno successivo.

Le ultime giornate del 2023 promettono scintille in particolare per la Roma, che il 23 dicembre sfiderà il Napoli all’Olimpico e il 30 sarà ospite della Juventus allo Stadium. Nel girone di ritorno, il primo scontro diretto sarà quello tra Milan e Roma della 20/a, con Lazio-Napoli due giornate più tardi. Nel 23/o turno toccherà a Inter-Juventus, poi un doppio big match l’11 febbraio con Milan-Napoli e Roma-Inter. Altro incrocio da piani alti nella 27/a giornata (Lazio-Milan e Napoli-Juventus) in un periodo caldo per la Lazio, che sfiderà di fila poi anche Juventus e Roma. Il derby della Capitale al 31/o turno aprirà tre weekend di fila con una stracittadina, prima quella torinese poi Milan-Inter. Nel rush finale, poi, ci si giocherà tanto degli obiettivi in palio tra Juve-Milan, Napoli-Roma e Roma-Juventus, prima di Inter-Lazio che sarà l’ultimo big match alla penultima.

“Speriamo sia un campionato ancora più bello, ricordando che l’Italia nel calcio è un paese fonte ed è per questo che esportiamo tanti campioni”, ha commentato il presidente della Lega Serie A Lorenzo Casini, durante la presentazione dei calendari. “Il turno del 30 dicembre? L’idea è di usare anche il periodo natalizio in cui si sta in famiglia per consentire tutti di seguire con massimo entusiasmo e partecipazione le nostre gare”, ha aggiunto l’ad Luigi De Siervo. Intanto, la Lega Serie A ha già annunciato che venersì sarà svelata la programmazione di anticipi e posticipi delle prime quattro giornate della Serie A 2023/24, con date anche già fissate nei prossimi mesi in cui saranno resi noti gli orari del restante calendario. Inoltre, la Lega ha confermato che le finestre di gara, come regola generale, saranno otto dal sabato al lunedì, con possibili variazioni specifiche come nelle prime tre giornate e in quelle che si disputano nelle feste (come 17/a e 18/a giornata tra Natale e Capodanno oppure la 30/a il sabato di Pasqua).

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Ancelotti, tra Real Madrid, Brasile e Arabia: il futuro è ancora un rebus, ma una cosa è certa: non ha fretta

Il futuro di Carlo Ancelotti resta in bilico tra Real Madrid, Brasile e offerte arabe. Ma il tecnico non ha fretta: vuole chiudere con eleganza la sua avventura a Madrid.

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Chiamatelo fattore “tempo”. Perché quando si parla del futuro di Carlo Ancelotti, signore della Champions League e tecnico più vincente d’Europa, è proprio il tempo a scandire ogni passo. Ancelotti ha costruito la sua leggenda senza mai cedere alla fretta, e anche oggi – stretto tra Real Madrid, Brasile e offerte saudite – non ha intenzione di affrettare decisioni.

La stagione del Real tra infortuni, ego e delusioni

La stagione 2024-2025 del Real Madrid è stata un percorso a ostacoli, nonostante il clamoroso arrivo di Kylian Mbappé. Gli infortuni pesanti a Carvajal e Militao, il vuoto lasciato da Kroos, l’inserimento complicato di Mbappé e una squadra iper-offensiva e senza equilibrio hanno lasciato segni profondi. I Blancos sono usciti ai quarti di Champions, hanno perso la Copa del Rey in finale, la Supercoppa, e in Liga inseguono il Barcellona a -4. Solo l’11 maggio, nel Clásico che sa di sentenza, si capirà se la corsa è ancora viva.

Il Brasile aspetta, ma Ancelotti temporeggia

Le voci sull’approdo di Ancelotti sulla panchina della Seleção circolano da mesi. Sembravano spente, ma i problemi del Brasile nelle qualificazioni mondiali le hanno riaccese. Qualche giorno fa, a Londra, c’è stato un incontro ufficiale tra Ancelotti e i vertici della Federazione brasiliana. Ma è arrivata fumata nera: il Brasile lo vuole subito, Carlo vuole chiudere con stile la sua avventura madridista, eventualmente fino al Mondiale per club.

L’offerta araba e il silenzio di Ancelotti

Sul tavolo è spuntata anche una proposta monstre dall’Arabia Saudita, si parla di 50 milioni a stagione, forse dall’Al-Ahli. Ma Ancelotti non si è mosso. Rimane a Madrid, prepara la sfida contro il Celta Vigo, e spera che il Barcellona inciampi. Nel frattempo, la stampa spagnola inizia a ipotizzare che possa restare anche per il Mondiale per club.

Il commiato perfetto? Con la Liga in mano

Con 15 trofei vinti alla guida dei Blancos, don Carlo merita un’uscita di scena all’altezza della sua storia. E anche il club lo sa. Il finale di stagione sarà determinante: Liga o no, l’addio sarà comunque elegante.

Il resto? Arabia, Brasile, Italia (si vocifera Milan o Roma), o una pensione serena. Ancelotti, unico tecnico a vincere nei cinque principali campionati europei, non ha fretta, e questa è – per ora – l’unica certezza.

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Europa League: vincono Tottenham e United, verso finale inglese

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Vittorie per Tottenham e Manchester United, si va verso una finale di Europa League tutta inglese. La squadra londinese ha fatto un grande passo battendo 3-1 il Bodo Glimt nella semifinale di andata giocata a Londra. Vantaggio lampo per il Tottenham che al 1′ va a segno con Brennan Johnson, il raddoppio al 34′ con James Maddison: al 16′ della ripresa Dominic Solanke su rigore segna il tris. Saltnes ha accorciato le distanze al 38′ in una delle rare azioni offensive dei norvegesi, chiamati ora alla missione quasi impossibile tra sette giorni in casa. Nell’altra semifinale, grazie anche alla superiorità numerica dal 35′, lo United, a cui resta solo l’Europa per salvare la stagione, ha travolto l’Athletic Bilbao 3-0. I Red Devils, solo quattordicesimi in Premier League, hanno sconfitto i baschi che vedono sfumare il sogno di una finale casalinga il 21 maggio: a segno per gli inglesi Casemiro (30′) e poi doppietta del capitano portoghese Bruno Fernandes (37′ su rigore e 49′).

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Conference: Fiorentina ko a Siviglia, al Franchi per la rimonta

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La Fiorentina cade a Siviglia e ora deve sperare nella rimonta tra sette giorni al Franchi. Il Betis si aggiudica il primo round della semifinale di Conference League, battendo 2-1 i viola grazie ai gol di Ezzalzouli e Antony, ma Ranieri a segno per la squadra di Palladino ha riacceso la speranza. Minuto di raccoglimento per ricordare Papa Francesco, e poi in campo è subito Betis che infatti passa in vantaggio dopo appena sei minuti grazie alla rete di Ezzalzouli. Azione nata dal duello vinto da Bakambu con Comuzzo, arriva sul fondo e crossa: l’attaccante marocchino non sbaglia a due passi da De Gea. La rete passa sotto la lente del Var per verificare eventuali irregolarità, ma l’arbitro Oliver convalida il gol del vantaggio degli andalusi. La Fiorentina reagisce e al 21′ sfiora il pari con Mandragora, che di testa manda fuori di un soffio.

A ridosso della mezzora Palladino è costretto a un cambio; problema muscolare per Cataldi che chiede di uscire, al suo posto Adli. Nel recupero il Betis va vicino al raddoppio con Bartra che calcia il pallone sopra la traversa. Nella ripresa Palladino gioca la carta Kean, rientrato da poco in gruppo e partito dalla panchina. Ma proprio nel momento migliore die viola arriva il raddoppio della squadra andalusa con Antony (19′). Al 27′ però la riapre Ranieri che batte Vieites e fa tornare a sperare la Fiorentina, che qualche minuto dopo va vicina anche al pari con Gosens. La Viola ha reagito e tiene viva la speranza di volare in finale: tra sette giorni il ritorno in casa.

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