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Il M5s confida in Mattarella per bloccare le manovre anti-Conte della Lega

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-Conteranno le percentuali ma conterà forse ancor di più il distacco tra M5s e Lega, nella partita tutta interna al governo che si aprirà il giorno dopo il voto per le europee. Se Matteo Salvini riuscira’ a mettere un ampio margine, di sei-sette punti, tra sè e Luigi Di Maio, andrà all’incasso. E anche se va ripetendo che non chiedera’ rimpasti e non aprira’ la crisi, il M5s si prepara a ogni scenario.

Il “bersaglio grosso” dei leghisti sarebbe la poltrona del premier Giuseppe Conte. Di Maio lo dice in pubblico anche come arma da propaganda. Ma in casa pentastellata si confida soprattutto nella sponda del Colle per evitare manovre extraparlamentari. Il punto, concordano M5s e leghisti, e’ che un “rimpastone” di governo, che non si limiti a riempire le caselle ora vacanti (manca il ministro agli Affari Ue) dovrebbe passare da un accordo di ferro tra i due vicepremier. Lo stesso premier non puo’ rimuovere i ministri, percio’ se si volesse ad esempio sostituire un tecnico come Giovanni Tria con un politico, magari leghista, si dovrebbe sfiduciarlo e convincere il ministro dell’Economia a dimettersi, senza contare che servirebbe la firma del presidente della Repubblica. Ancor piu’ complicata, a norma di prassi e procedure costituzionali, sarebbe la sostituzione di Conte. Nella Lega serpeggerebbe un atteggiamento molto critico nei confronti del premier e starebbe crescendo l’idea che sia Salvini a dover prendere le redini del governo. Ma, al netto della volonta’ del leader di arrivare a Palazzo Chigi senza passare dalle elezioni, di sicuro – fanno notare i pentastellati – Sergio Mattarella non potrebbe avallare un’operazione del genere prescindendo da un passaggio parlamentare. Anche perche’ conta il risultato delle politiche e nelle Camere il M5s e’ il gruppo piu’ numeroso.

Servirebbe, sottolineano, un voto parlamentare anche per far nascere un governo “Conte bis” con un ampio giro di poltrone. Salvini nega che sia questo l’obiettivo: il ministro dell’Interno, assicurano i suoi, punta a dettare l’agenda nel governo dal 27 maggio. E’ su questo, come su passaggi come una eventuale condanna del viceministro Edoardo Rixi, che i leghisti misureranno l’affidabilita’ degli alleati, dopo le bordate della campagna elettorale. Tenendo d’occhio la nuova tornata di nomine che attende il governo da qui a fine anno: andare a votare vorrebbe dire rischiare perdere l’occasione di decidere gli assetti di aziende e autorita’. Quanto all’agenda del governo, un aggiornamento del “contratto”, oltre che delle regole d’ingaggio, potrebbe rendersi necessario. “Siamo tutti d’accordo con Giorgetti quando dice che cosi’ non si puo’ andare avanti”, dice un dirigente leghista. Dalla Tav alla flat tax, Salvini e’ convinto di poter andare all’incasso. Anche sulle autonomie regionali confida di arrivare a una sintesi. Ma se cosi’ non sara’, i leghisti minacciano barricate. E una legge di bilancio delicata come quella che attende il governo in autunno, soprattutto se accompagnata da turbolenze sui mercati, rischia di mettere a dura prova il patto di governo. Certo, osservano sia dalla maggioranza che dall’opposizione, e’ difficile vincere le resistenze dei parlamentari ad andare a casa: il discorso in questo caso riguarda sia i Cinque stelle sia i leghisti.

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Pallavolo donne: finale Champions è Conegliano-Scandicci

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La finale di Champions League della pallavolo femminile sarà un affare tutto italiano. Domani a Istanbul saranno Conegliano e Scandicci a contendersi il trofeo. E se Conegliano (che in semifinale ha battuto la Vero Volley Milano 3-1) non è una novità, la vera sorpresa è Scandicci che ha rifilato un secco 3-0 alle padrone di casa del Vafibank e giocherà la sua prima finale Champions. Sarà ancora l’A.Carraro Prosecco Doc Conegliano a tentare l’assalto alla CEV Champions League. Nella prima semifinale della Final Four in programma alla Ulker Sports Arena di Istanbul, la squadra di coach Santarelli supera per 1-3 la Numia Vero Volley Milano nel derby italiano, una sfida infinita tra le due migliori compagini italiane che nell’ultimo anno è valsa lo scudetto e la Champions League 2024.

La semifinale la vince Conegliano al termine di un match combattuto e ben giocato da entrambe le formazioni. Le venete domani andranno a caccia della terza CEV Champions League, e soprattutto di un Grande Slam che entrerebbe nella storia dopo i successi di Supercoppa, Coppa Italia, Mondiale per Club e Scudetto. L’avversaria è la Savino Del Bene Scandicci che nell’altra semifinale di giornata dà spettacolo contro le turche del Vafibank: Scandicci che gioca un match perfetto, una gara da incorniciare per Antropova e compagne che hanno letteralmente dominato sin dai primi scambi. Domani pomeriggio (alle 18) la finalissima tutta azzurra: i favori del pronostico sono per Conegliano, ma la crescita di Scandicci è stata notevole, e Antropova e compagne non partono di certo battute. Per il secondo anno di fila la CEV Champions League è a tinte azzurre, la sesta nella storia della competizione. Comunque vada, sarà un successo.

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Le 2 reporter colombiane stanno bene e non sono su nessuna barca

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Il ministero degli Esteri italiano conferma che le due giornaliste colombiane per le quali il presidente del Paese sudamericano Gustavo Petro aveva chiesto aiuto all’Italia e a Malta per localizzarle, dopo aver sostenuto che si trovavano a bordo di una nave della “Flottiglia della Libertà” diretta a Gaza, stanno bene e che non si trovavano all’interno dell’imbarcazione attaccata.

“Le due colombiane che si trovano a Malta non erano sulla nave. Il nostro consolato ha preso contatto con loro, le sta aiutando a tornare e stanno bene”, ha dichiarato un comunicato del ministero degli Esteri italiano. Bogotá aveva mobilitato la sua ambasciata in Italia e il suo consolato a Malta chiedendo ad entrambe le nazioni aiuto per localizzare le reporter Alejandra Cuéllar e Diana Carolina Alfonso, che a detta del governo colombiano viaggiavano sull’imbarcazione dell’ong umanitaria apparentemente attaccata da droni israeliani. Nel chiedere l’aiuto di Roma e La Valletta Petro aveva definito “nazista” il presunto attacco alla nave con aiuti per la popolazione palestinese da parte di droni israeliani.

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Uccide il figlio al termine di una lite e si costituisce

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Dramma familiare a Lamezia Terme. Un trentenne, Bruno di Cello, è stato ucciso dal padre, forse al termine di una lite. L’uomo si è poi costituito alle forze dell’ordine. L’omicidio è stato commesso nel quartiere Marinella, nella zona sud della città. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia ed è stato informato il magistrato di turno.

L’omicidio è avvenuto lungo una strada che costeggia una villetta. La vittima, secondo una prima sommaria ricostruzione fatta dagli investigatori, Bruno Di Cello  percorreva la strada a bordo della sua auto quando è stato raggiunto dal padre, Francesco. I due avrebbero avuto quindi una discussione al termine della quale Francesco ha sparato un colpo di pistola contro il figlio, uccidendolo. Quindi si è costituito. Sul posto sono giunti i sanitari del 112 ma per Bruno Di Cello non c’era più niente da fare.

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