Sono napoletani e tifano Napoli. Gli idoli di Bautista e Lucas (nella foto in alto, piccolissimi al San Paolo con papà e Pocho Lavezzi), due ragazzini bellissimi di 7 e 5 anni, sono Callejon, Insigne, Mertens, Hamsik. Ovviamente sono i primi tifosi del loro papà, Edinson, ma il loro cuore è azzurro. Al San Paolo tra i 50mila tifosi che già hanno un biglietto per il match clou di Uefa Champions League ci sono anche loro, Bautista e Lucas, assieme alla mamma Maria Soledad Cabris, ex moglie di Edinson Cavani, centravanti del Psg. Edinson e Maria Soledad hanno deciso di separarsi qualche anno fa, quando il Matador era l’idolo del San Paolo, ma lui è andato a Parigi, dove incanta i suoi nuovi tifosi al Parco dei Principi, la sua famiglia uruguagia è invece rimasta a Napoli.
La separazione tra Edinson e Maria Soledad fu tempestosa ma alla fine, per amore dei figli, capirono che non era necessaria alcuna guerra.
E così in poco temo è arrivato il divorzio in Tribunale nel 2014 grazie a un accordo comunque consensuale tra le parti. Il Matador paga 25 mila euro mensili d’alimenti e ha il diritto di incontrare perlomeno una volta ogni quattro settimane i figli, affidati dal giudice alla mamma. Spesso succede a Parigi, talvolta a Ischia, a Napoli, in ogni caso sempre al riparo da luci e clamori. Stavolta il campione abbraccerà Bautista e Lucas prima in albergo (al Caracciolo di via Carbonara) e poi allo stadio San Paolo. Così hanno voluto i bimbi, nulla in contrario per i genitori.
I Cavani. Edinson e Maria Soledad con Bautista, quand’erano una coppia felice
Stanno bene i bimbi, sono sereni, sono napoletani, Maria Soldead, si sta rifacendo una vita. Quando l’ex marito andò via, lei mai ha preso in considerazione l’idea di ritornare in Uruguay. “A Napoli mi sento come a casa, perché dovrei andare via?”, raccontò al giornalista che la intervistò nel corso dell’unica apparizione in una tv privata Maria Soledad Cabris. Lei è una bellissima donna, in città ha un compagno di vita discreto e amorevole con i suoi figli, lei è spesso impegnata nel volontariato.
Maria Soledad è un modello di semplicità e discrezione. Una mamma modello: niente social, niente mondanità, mai un inciucio o un gossip. Una donna discreta e silenziosa. Inutile telefonarle ogniqualvolta ci sono voci di mercato che vorrebbero il Matador a Napoli. Lei non vuole apparire. L’unica cosa che le interessa è far crescere sereni i suoi bambini. E in questo pachetto felicità-familiare c’è anche andare d’accordo con Edison.
Edinson torna a Napoli quasi ogni mese o tutte le volte che può per stare con i suoi bambini quando non lo raggiungono a Parigi. Ora tornerà per giocare al San Paolo contro il Napoli due suoi bambini. Una crudeltà incredibile. E però è così. Bautista e Lucas tiferanno Napoli e magari spereranno che papà Edinson che ha un piccolo risentimento muscolare magari, almeno questa volta, non ce la faccia a giocare.
Bautista e Lucas hanno già preparato le sciarpe azzurre come tantissimi piccoli scugnizzi e scugnizze napoletani che ogni settimana si possono ammirare assieme a mamme e papà nello stadio. Perchè il San Paolo resta ancora un “cesso” come giustamente viene definito da Aurelio De Laurentiis, ma è uno stadio dove si può andare (con molti sacrifici) con i figli.
Per Bautista e Lucas se papà Edinson giocherà, ci sarà il classico tuffo al cuore, le emozioni più forti che possano vivere dei bambini. Da una parte l’amore per il papà- campione che indossa la maglia del Psg, e dall’altra la passione, il tifo per il Napoli, bandiera della città in cui vivono e che li ha adottati con affettuosa discrezione, che li ha aiutati e li aiuta a vivere in un rispettoso anonimato.
Sia Lucas che Bautista studiano con profitto, fanno sport e giocano a calcio utilizzando tranquillamente il loro cognome. Vivono a Posillipo, la collina di Napoli che guarda il mare, parlano italiano, spagnolo (castigliano come il loro papà uruguagio) e pure il napoletano, lingua e identità di una città capitale culturale del mediterraneo, nonostante tutto.
E allora sarà un turno di Champions particolare per i due giovanissimi Cavani. L’amore per il papà Matador, il tifo per il papà centravanti del Psg fino a 30 metri dalla porta di David Ospina, e la passione per il Napoli, la squadra che Bautista e Lucas vogliono vedere trionfare. È crudele per due bambini? Beh, sì lo è. Ma poi è anche il bello del calcio che visto attraverso gli occhi di due bambini resta un gioco. E per i due Cavani anche uno sport.
Bautista, 7 anni, nato a Napoli, (“sono molto orgoglioso che mio figlio è nato a Napoli”, disse all’epoca il Matador), dicono che sia un eccellente piede caldo destro e che faccia gol su punizione. Lucas, invece, quello di 5 anni, è scugnizzissimo e vivacissimo, quand’anche sia nato a Montevideo. Erano i giorni più difficili della separazione tra i suoi genitori. Queste storia di vita a latere del calcio, sono quelle che in fondo ci fanno capire che alla fine si tratta di uno sport. Forse lo sport più bello del mondo, ma certamente un divertimento per i bambini. Che si chiamino Cavani o Esposito non importa. Le incrostazioni nel mondo del calcio emergono solo a certi livelli. I bimbi sono innocenti.
La superstar del baseball dominicano Juan Soto ha accettato di unirsi ai New York Mets con un contratto record della durata di 15 anni ed un compenso di 765 milioni di dollari. Sia ESPN che il sito web ufficiale della Major League Baseball hanno riportato la notizia. E’ il contratto più ricco nella storia dello sport professionistico nordamericano. Eclissa quello da 700 milioni di dollari in 10 anni che i Los Angeles Dodgers hanno firmato con la star giapponese Shohei Ohtani l’anno scorso. Secondo ESPN il contratto di Soto con i Mets potrebbe in realtà valere più di 800 milioni, bonus compresi. Soto, nativo di Santo Domingo, segna un momento cruciale per la franchigia del Queens, che, accarezzato nella scorsa stagione il sogno di tornare alla World Series per la prima volta dal 2015, punta adesso a costruire una squadra in grado di contendere il titolo per le prossime stagioni.
Soto, 26 anni compiuti lo scorso 25 ottobre, è un battitore di straordinarie abilità e intelligenza. Dopo aver debuttato a 19 anni e 207 giorni il 20 maggio del 2018 con i Washington Nationals, Soto ha vinto 5 Silver Slugger Award, un titolo di battuta (nel 2020), e per 4 volte ha ricevuto la convocazione per l’All-Star Game. Nel 2019 ha vinto, da protagonista, una World Series con i Washington Nationals e, tra 2021 e 2024, è finito per due volte nella top-3 MVP, della National League prima e dell’American League poi. Nella stagione appena conclusa è stato determinante nel primo titolo in 15 anni conquistato dai New York Yankees (il pennant American League), piegando i Cleveland Guardians a suon di fuoricampo (3 in cinque partite), l’ultimo dei quali determinante nella decisiva gara cinque.
Fumata grigia per il nuovo presidente della Lega Serie A. Nella prima votazione in assemblea infatti il candidato Ezio Simonelli (foto imagoeconomica in evidenza) ha ottenuto 13 voti, rispetto ai 14 necessari da statuto come quorum per l’elezione. Tra le altre, sei sono state le schede bianche e un voto è andato a Mario Draghi. Non ci sarà tuttavia una seconda votazione nella giornata di oggi da parte dei club: il tema dell’elezione del nuovo presidente sarà quindi oggetto di una nuova assemblea, che deve essere però ancora convocata.
Una bella storia arriva dal Franchi di Firenze, dove la Fiorentina ha conquistato l’ottava vittoria consecutiva battendo il Cagliari 1-0. I viola hanno dedicato il successo a Edoardo Bove, ancora ricoverato in ospedale ma in via di dimissione. A siglare il gol decisivo è stato Danilo Cataldi, primo a soccorrere Bove dopo il malore in campo. Dopo il gol, Cataldi ha cercato la telecamera per inviare un messaggio all’amico: «Te l’avevo detto che facevo gol, questo è per te».
La partita è stata equilibrata, con il Cagliari che ha dominato il secondo tempo ma non è riuscito a concretizzare le numerose occasioni create, soprattutto con Luvumbo. Il tecnico della Fiorentina, Palladino, ha commentato: «Questa vittoria è stata sofferta, ma volevamo dedicarla a Edo. Non credevo fosse possibile vincere otto partite di fila, ma questo gruppo ha creato qualcosa di magico».
Record storico: i fratelli Esposito tutti in gol
La domenica ha regalato un evento storico per il calcio italiano: per la prima volta, tre fratelli segnano nella stessa giornata. Protagonisti sono i fratelli Esposito, originari di Castellammare di Stabia.
Sebastiano, con una doppietta, ha trascinato l’Empoli alla vittoria per 4-1 sul Verona.
Salvatore e Francesco Pio sono andati a segno nella goleada dello Spezia contro il Cittadella.
Un record che i fratelli avevano già sfiorato lo scorso settembre, ma in giorni differenti. La tripletta familiare di ieri conferma il talento degli Esposito e il loro legame con la storia del calcio italiano.
Empoli verso l’Europa, Verona in crisi
La vittoria dell’Empoli proietta la squadra toscana verso la zona europea, mentre il Verona sprofonda in zona retrocessione. Il primo tempo è stato fatale per i veneti, che hanno incassato quattro reti. Il tecnico Zanetti, che aveva elogiato la preparazione settimanale, rischia ora l’esonero. A segno per l’Empoli anche Cacace e Colombo, mentre i tifosi del Verona, furiosi per il crollo della squadra, hanno contestato duramente giocatori e società, che è in procinto di essere ceduta a un fondo americano.
Pari nella bufera: Venezia e Como si dividono i punti
In una sfida dal sapore di retrocessione, Venezia e Como hanno pareggiato 2-2 in un match condizionato dal vento, che ha influenzato la traiettoria del pallone in almeno due gol. Il Venezia, ultimo in classifica, interrompe la striscia di quattro sconfitte consecutive, ma non riesce a ottenere una vittoria. Il match ha visto protagonisti Nicolussi, autore del vantaggio veneto, e Oristanio, che ha pareggiato direttamente da calcio d’angolo. Il Var ha annullato per pochi centimetri un possibile gol decisivo del Venezia nel finale.