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Economia

Huawei all’assalto con il suo telefonino pieghevole

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Huawei presenta il suo nuovo smartphone, il primo capace di piegarsi in tre pezzi e di trasformarsi all’occorrenza in un tablet. Il gruppo di Shenzhen, a poche ore dal lancio dell’iPhone 16 di Apple progettato per l’intelligenza artificiale generativa, rilancia con il Mate XT. Gli utenti potranno “mettere in tasca un telefono simile a un tablet”, ha detto Richard Yu, presidente a rotazione dal quartier generale del gruppo tecnologico cinese, con una scena che ha ricordato quella in cui Steve Jobs svelò nel 2008 il laptop ultrasottile MacBook Air, sfilato da una busta. E non è stato un caso, perché anche la tempistica è apparsa come un tentativo di mettere in ombra la nuova punta di diamante della casa di Cupertino che vuole aumentare le vendite e tenere il passo nella corsa alla tecnologia. Mate XT Ultimate Design ha finora ricevuto più di tre milioni di preordini senza costi di prenotazione, con un prezzo a partire da 19.999 yuan (circa 2.800 dollari) e un potenziale di richieste stimato in 32 milioni di unità.

Progettato in origine come telefono di lusso per un pubblico di nicchia, il Mate XT è stato pubblicizzato con un elegante design rosso e oro. “Huawei è sempre stata leader nel settore dei telefoni pieghevoli – ha detto Yu durante la presentazione -. Questo è il primo ad essere triplo al mondo. Abbiamo profuso un enorme sforzo per risolvere i problemi di produzione di massa e di affidabilità del prodotto”. La sfida di Huawei è dimostrare che il gruppo non si è arreso alla stretta hi-tech voluta dagli Usa nell’ambito dello scontro tra Washington e Pechino.

Attualmente, la compagnia è il quarto produttore di smartphone in Cina, con 10,6 milioni di unità spedite nell’ultimo trimestre, secondo la società di ricerca Canalys. Sul fronte degli smartphone pieghevoli è il numero uno nel Dragone, con oltre la metà della quota di mercato raccolta nella prima metà del 2024. Gli analisti sono divisi sul potenziale del telefonino ultrapieghevole: secondo alcuni potrebbe rafforzare la leadership tecnologica dell’azienda. Altri, invece, sono scettici sulla capacità di insidiare Apple nella fascia premium a causa del prezzo e delle scorte disponibili. Fatto sta che nelle ambizioni di Huawei c’è anche il suv elettrico Luxeed R7, la seconda auto del marchio co-creato con Chery: potrebbe arrivare sul mercato il primo ottobre al prezzo base di 268.000 yuan (37.600 dollari). “Il crossover può offrire un’esperienza simile alla Model X di Tesla al costo di una Model Y”, ha assicurato Yu.

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Economia

Effetto Trump, bruciati in Borsa 6.500 miliardi in 100 giorni

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Nei primi cento giorni di presidenza Trump ci sono stati 70 giorni di scambi a singhiozzo sui mercati finanziari e 32 giorni di perdite, con oltre 6.500 miliardi di dollari cancellati dal valore delle società quotate. Lo scrive il New York Times, secondo cui per i mercati finanziari il calo del 7% dell’indice S&P 500 rappresenta il peggior inizio di mandato presidenziale da quando Gerald R. Ford subentrò a Richard M. Nixon nell’agosto del 1974, dopo lo scandalo Watergate. La crisi, sottolinea il quotidiano, è persino peggiore di quando scoppiò la bolla tecnologica all’inizio del secolo, e George W. Bush ereditò un mercato già in caduta libera. Al contrario, Trump ha ereditato un’economia solida e un mercato azionario in ascesa da un massimo storico all’altro. La situazione è cambiata rapidamente quando Trump ha annunciato i suoi dazi il 2 aprile, facendo esplodere la volatilita’ nei mercati finanziari.

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Economia

Oxfam, compensi ad cresciuti del 50% per lavoratori solo +0,8%

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A livello globale, negli ultimi 5 anni, la retribuzione mediana degli amministratori delegati d’impresa è cresciuta del 50%, in termini reali, passando da 2,9 milioni di dollari nel 2019 a 4,3 milioni nel 2024. Un aumento che supera di ben 56 volte la modesta crescita del salario medio reale (+0,9%), registrata nello stesso periodo nei Paesi per cui sono pubblicamente disponibili le informazioni sui compensi degli ad.

E’ quanto riporta un’analisi di Oxfam diffusa in occasione del Primo maggio. Nel dettaglio, tra i Paesi in cui il campione di imprese analizzate è sufficientemente ampio, emerge che: Irlanda e Germania vantano alcuni tra gli ad più pagati con una retribuzione annua mediana rispettivamente di 6,7 milioni e 4,7 milioni di dollari nel 2024; in Sudafrica il compenso annuo mediano degli AD era di 1,6 milioni di dollari nel 2024, mentre in India ha raggiunto i 2 milioni di dollari.

“Anno dopo anno assistiamo allo stesso spettacolo a dir poco grottesco: i compensi degli ad crescono vertiginosamente, mentre i salari dei lavoratori in molti Paesi restano fermi o salgono di pochi decimali”, spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. L’analisi di Oxfam si è concentrata inoltre sui divari salariali di genere a livello d’impresa. Esaminando 11.366 imprese di 82 Paesi, che pubblicano informazioni sul gender pay gap aziendale, si evince che il divario retributivo di genere a livello di impresa si sia, in media, ridotto tra il 2022 e il 2023, passando dal 27% al 22%. Ma tra le 45.501 imprese di 168 Paesi con un fatturato annuo superiore a 10 milioni di dollari e che riportano il genere del proprio ad, meno del 7% aveva una donna nella posizione apicale dell’organigramma aziendale.

Per quanto riguarda la dinamica dei salari reali in Italia, secondo Oxfam se, anziché ricorrere agli indici generali dell’inflazione, si facesse riferimento alla variazione dei prezzi del carrello della spesa (come approssimazione dei beni maggiormente consumati dai lavoratori con basse retribuzioni), il salario lordo nazionale registrerebbe, in media, una perdita cumulata di circa il 15% nel solo quadriennio 2019-2023 e la dinamica positiva del 2024 non rappresenterebbe che un placebo per i lavoratori con le retribuzioni più basse.

“Fino ad oggi, nell’azione del Governo è del tutto assente una chiara politica industriale, orientata alla creazione di posti di lavoro di qualità, che scommetta su innovazione, transizione verde e formazione, senza lasciare indietro nessuno. – conclude Maslennikov – Il Governo stenta a intervenire sul rafforzamento della contrattazione collettiva e sulla revisione del sistema di fissazione dei salari e ha affossato il salario minimo legale che rappresenta una tutela essenziale per i lavoratori più fragili”.

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Economia

Wsj, cda di Tesla cerca un nuovo ceo per sostituire Musk

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Il consiglio di amministrazione di Tesla ha iniziato a cercare un nuovo CEO per sostituire il fondatore Elon Musk. Lo riporta il Wall Street Journal. Secondo il quotidiano la decisione è stata presa dopo il crollo delle azioni e degli utili di Tesla. Alcuni investitori ritengono che Musk sia troppo impegnato con il suo lavoro di capo del Dipartimento per l’Efficienza Pubblica (DOGE), che pure sembra volgere al termine. Non è stato reso noto se Musk sia stato informato della decisione.

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