Collegati con noi

Esteri

Guerra intorno a Tripoli, è stato di emergenza per difendere il Governo riconosciuto dall’Onu dai ribelli

Pubblicato

del

Il consiglio presidenziale libico guidato da Fayez al Sarraj, capo del Governo provvisorio riconosciuto dall’Onu, ha proclamato lo stato di emergenza a Tripoli. Ci sono scontri armati e morti tra milizie intorno alla capitale. La decisione è stata assunta “per proteggere i cittadini e la sicurezza, gli impianti e le istituzioni vitali che richiedono tutte le necessarie misure militari e civili”, recita il comunicato ufficiale del governo di unità nazionale. Intanto, diversi media locali riferiscono dell’avanzata a sud della  settima Brigata, con violenti combattimenti lungo la strada verso l’aeroporto.

Tripoli nel caos. Scontri armati tra bande paramilitari nella capitale libica

L’annuncio era arrivato dal leader della Brigata, Abdel Rahim Al Kani: le forze della 7/ma Brigata si apprestano a lanciare, “nelle prossime ore”, un assalto sul quartiere di Abu Salim a Tripoli. La Brigata “continuerà a combattere fino a quando le milizie armate non lasceranno la capitale e la sicurezza sarà ripristinata”, ha sottolineato. Le forze della milizia “sono posizionate lungo la strada per l’aeroporto”. A fronteggiarla sono una serie di milizie che formano unità speciali dei ministeri dell’Interno e della Difesa del governo di Al-Serraj: le Brigate Rivoluzionarie di Tripoli, la Forza speciale di Dissuasione (Rada), la Brigata Abu Selim e la Brigata Nawassi, che ricevono finanziamenti dall’Ue.

I volontari di “Medici Senza Frontiere” si dicono “preoccupati per i cittadini libici nelle aree residenziali e per i rifugiati e migranti intrappolati, le cui sofferenze sono state aggravate dalle politiche dell’Unione europea. La Libia non è un Paese sicuro”, scrive sul suo profilo ufficiale l’organizzazione umanitaria presente in molte aree di crisi nel mondo.

In questo contesto di quasi guerra civile viene smentita l’ipotesi di una chiusura dell’ambasciata d’Italia a Tripoli. «Resta aperta. Continuiamo a stare al fianco dell’amato popolo libico in questa congiuntura difficile», scrive la rappresentanza diplomatica d’Italia nella capitale libica su Twitter, dopo che il sito informativo egiziano “Al Mutawasset” aveva diffuso una notizia secondo cui il personale dell’ambasciata d’Italia aveva lasciato la sede diplomatica diretta all’aeroporto di Mitiga. Lo scalo aeroportuale di Tripoli è, tra l’altro, chiuso da qualche giorno a causa degli scontri tra gruppi armati locali, come precisato dalle autorità competenti. La “fake news” è stata diffusa dopo che sabato, un razzo ha colpito l’hotel al Waddan, a Tripoli, poco lontano dall’ambasciata d’Italia.

In Libia dunque è una corsa contro il tempo per arrivare a una mediazione dopo che sono ripresi i combattimenti tra le unità legate al governo di unità nazionale sostenuto dall’Onu e milizie rivali. Il capo del Consiglio libico degli anziani per la riconciliazione, Mohamed al-Mubshir, ha detto che è stato formato un comitato d’emergenza per negoziare con le parti in lotta, sottolineando allo stesso tempo di non sapere chi sia responsabile di aver violato l’accordo del cessate il fuoco, in quanto non sono presenti osservatori neutrali. In un comunicato, riporta la testata Libya Observer, il Consiglio ha indicato la necessità di raggiungere una soluzione radicale alla questione di tutte le formazioni armate nel Paese, assicurando che il Consiglio sosterrà ogni sforzo per disinnescare la situazione e arrivare a un cessate il fuoco nella capitale, Tripoli. Al momento le resistenze più forti arrivano dalla Settima Brigata di Tarhuna, la milizia legata al signore della guerra Salah Badi che si è resa autonoma dal Governo di Accordo Nazionale e combatte per liberare Tripoli dalle altre milizie armate, accusate di corruzione. La Settima Brigata si appresterebbe a lanciare un attacco sul quartiere di Abu Salim.

Advertisement

Esteri

Veto russo a bozza Usa contro armi nucleari nello spazio

Pubblicato

del

La Russia ha bloccato con il veto la risoluzione elaborata da Usa e Giappone sulla prevenzione delle armi nucleari nello spazio. La bozza intendeva “rafforzare e sostenere il regime globale di non proliferazione, anche nello spazio extra-atmosferico, e riaffermare l’obiettivo condiviso del suo mantenimento per scopi pacifici”. Il testo ha ottenuto 13 voti a favore, il veto della Russia e l’astensione della Cina.

Oltre a ribadire gli obblighi ai 115 Stati parte del Trattato sullo spazio extra-atmosferico – compresi tutti i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza – “di non posizionare in orbita attorno alla Terra alcun oggetto che trasporti armi nucleari o altre armi di distruzione di massa”. Mosca e Pechino volevano un emendamento che riecheggiava una proposta del 2008 delle due potenze, e aggiungeva un paragrafo che vietava “qualsiasi arma nello spazio”, ma e’ stato bocciato avendo ottenuto solo 7 voti a favore.

Continua a leggere

Esteri

Indagini sulla moglie, Sanchez valuta le dimissioni

Pubblicato

del

E’ un leader abituato alla resilienza, rimasto al timone nelle condizioni più avverse. Ma per Pedro Sanchez ha avuto l’effetto di una bomba di profondità la notizia, anticipata da El Confidencial, di un’indagine aperta dal Tribunale di Madrid nei confronti di sua moglie, Begona Gomez, sulla base di un esposto presentato dal sindacato di estrema destra Manos Limpias, che ipotizza presunti reati di abuso di informazione privilegiata e corruzione. Tanto che il premier, pur confidando nella giustizia, sta valutando l’ipotesi di dimettersi: una decisione sarà presa lunedì.

L’attività professionale della primera dama all’African Center dell’Istituto di Impresa privato IE University e all’Università Complutense, e sui presunti rapporti con alcune imprese destinatarie di appalti e fondi pubblici, da settimane era al centro di una campagna mediatica, cavalcata dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox, che hanno minacciato di citare Begogna Gomez anche nella commissione parlamentare d’inchiesta sulle presunte tangenti sulle forniture di materiale sanitario durante la pandemia, che scuote l’esecutivo socialista.

“In un giorno come oggi, e dopo le notizie che ho conosciuto, nonostante tutto, continuo a credere nella giustizia del mio paese”, aveva affermato, scuro in volto e in tono grave Pedro Sanchez stamattina durante il question time alla Camera, senza fare riferimento diretto all’inchiesta. Poi, in serata, ha rotto il silenzio, in una lettera di 4 pagine alla cittadinanza su X, in cui ha annunciato di aver “cancellato l’agenda” per un “periodo di riflessione” in cui rifletterà “se valga la pena” restare alla guida del governo, davanti “alla campagna di intimidazione e demolizione” mossa dal Partito Popolare e dall’ultradestra Vox nei confronti della moglie, che sta soffrendo assieme alla sua famiglia. Si tratta, scrive il premier, che cita di nuovo “la macchina del fango”, “di attacchi senza precedenti” per “tentare di abbattermi politicamente e personalmente attaccando mia moglie”.

“Arrivati a questo punto, la domanda che mi pongo legittimamente è: vale la pena tutto questo?”, si chiede il capo dell’esecutivo. L’esposto di Manos Limpias – che si autodefinisce un sindacato, fondato nel 1995 da Miguel Bernard, ex responsabile del gruppo di estrema destra Forza Nuova – è l’ultimo di una lunga serie di denunce presentate contro il governo e la sinistra e spesso finite nel nulla. L’ultima si basa su una serie di articoli pubblicati da quella che Sanchez chiama “una costellazione di testate dell’ultradestra” ed è relativo a presunte riunioni avute nel 2020 da Begona Gomez con i responsabili di Globalia, proprietaria della compagnia aerea Air Europa.

Poi destinataria di un finanziamento 475 milioni da parte dell’esecutivo spagnolo mediante il fondo creato durante la pandemia per il salvataggio di imprese strategiche. Gli inquirenti stanno anche esaminando due lettere di raccomandazioni che Gomez avrebbe fornito per una joint venture per un appalto pubblico, secondo El Confidencial. Il principale azionista della joint venture era il consulente Carlos Barrabes, che ha legami con il dipartimento gestito da Gomez all’Università Complutense di Madrid ed ha vinto il contatto, battendo altri 20 rivali, per 10,2 milioni di euro. L’indagine preliminare, aperta il 16 aprile dal tribunale madrileno, è stata secretata dal giudice che ha citato a dichiarare vari testimoni, fra i quali due giornalisti. Non è stata citata per ora la moglie del premier, ma lo sarà.

“Abbiamo smentito queste falsità mentre Begogna ha intrapreso azioni legali”, spiega il premier nella missiva. “Begogna collaborerà con la giustizia e difenderà la sua onorabilità”, assicura. Ma “sono state superate tutte le linee rosse” ed è necessaria “una riflessione”. Il partito popolare per bocca della vicesegretaria nazionale Ester Munuz, ha chiesto a Sanchez di dare spiegazioni. E la segretaria del partito ha accusato il premier di “vittimismo e di sparire per 5 giorni invece di dare conto”. In difesa del premier e della moglie è invece intervenuta la sua vice, Maria Jesus Montero: “Non permetteremo che queste pratiche trumpiane per coprire la corruzione nel Pp minino la democrazia spagnola”. I quotidiani della costellazione dell’estrema destra da settimane danno Pedro Sanchez in partenza per Bruxelles in vista di un ruolo di primo piano nelle nuove istituzioni comunitarie dopo il voto di giugno.

Continua a leggere

Esteri

Blinken: Usa-Cina gestiscano relazioni responsabilmente

Pubblicato

del

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha invitato gli Stati Uniti e la Cina a gestire le loro differenze “responsabilmente”, iniziando oggi la sua visita nel Paese asiatico. “Abbiamo l’obbligo nei confronti del nostro popolo, e anzi nei confronti del mondo, di gestire le relazioni tra i nostri due paesi in modo responsabile”, ha detto Blinken a Shanghai incontrando il leader del Partito comunista locale.

Il segretario di Stato americano ha affermato che il presidente Joe Biden è impegnato nel dialogo “diretto e duraturo” tra le due maggiori economie del mondo, dopo anni di crescente tensione. “Penso che sia importante sottolineare il valore e anzi la necessità dell’impegno diretto, del parlarsi l’un l’altro; mettere in evidenza le nostre differenze, che sono reali, cercando di superarle”, ha detto Blinken. Il segretario del Partito comunista cinese per Shanghai, Chen Jining, ha dato il benvenuto a Blinken e ha parlato dell’importanza delle imprese americane per la città. “Sia che scegliamo la cooperazione o il confronto, influisce sul benessere di entrambi i popoli, di entrambi i paesi e sul futuro dell’umanità”, ha detto Chen.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto