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Google boom, 2021 d’oro. Raddoppia i profitti a 76 mld

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Alphabet, la societa’ madre di Google, continua a cresce e a fare utili astronomici, nonostante la crescente pressione delle autorita’ regolatorie in Usa e in Europa. Il 2021 e’ stato un anno d’oro per il colosso di Mountain View, con profitti quasi raddoppiati a 76 miliardi di dollari (contro i 40 del 2021), quarto miglior risultato da quando e’ sbarcata in Borsa nel 2004, e l’ultimo trimestre chiuso con ricavi per 75,3 miliardi di dollari (+32% annuo). Una crescita piu’ lenta dei trimestre precedente (+41%) ma migliore delle previsioni degli analisti, tanto che il titolo ha guadagnato circa il 9% negli scambi after-hour. A trainarla in particolare la pubblicita’ online nel periodo delle feste natalizie, quando gli americani sono riemersi da un lungo periodo di pandemia. Gli investitori sono pero’ divisi sulla piccola decelerazione di fine anno: alcuni sono ottimisti e ritengono che la societa’ continuera’ a crescere con il calo della pandemia e il ritorno ai viaggi, altri invece temono che TitTok intacchera’ il dominio video di Youtube e che i crescenti costi ridurranno i margini. Ma per ora il gigante tech non puo’ certo lamentarsi dei risultati dello scorso anno, con un aumento dei profitti di 36 miliardi, piu’ di quelli di Goldman Sachs e Visa insieme. La societa’ resta ancora leder nella ricerca online, nei video e nella vendita di pubblicita’ su internet. La forte performance sulla ricerca online, in particolare, alimenta la speranza che gli annunciati cambi sui cookies nelle pubblicita’ di Google non siano cosi’ dannosi come si pensava inizialmente. I ricavi dalle pubblicita’ su Google, nel quarto trimestre, sono stati di 61,24 miliardi, in rialzo dai 46,20 miliardi di un anno prima. Sulla scia di Apple e Tesla, inoltre, Alphabet ha annunciato uno split azionario, il secondo dopo quello del 2014, di 20 a 1, che sara’ operativo a luglio e che rendera’ piu’ abbordabili le azioni per gli investitori retail. Una mossa accolta con entusiasmo nelle contrattazioni after-hours, quando il titolo ha oltrepassato per la prima volta i 3000 dollari e il valore della compagnia e’ tornato a superare i 2000 miliardi di dollari. Il pericolo piu’ grande restaNo le autorita’ regolatorie americane ed europee, che stanno promuovendo cause e proponendo leggi per ridimensionare il suo dominio. In Usa la societa’ deve fronteggiare un’inchiesta antitrust per posizione dominante del settore della pubblicita’ online, nonche’ le cause di vari Stati che la accusano di aver continuato a raccogliere dati di geolocalizzazione degli utenti anche quando quest’ultimi avevano espressamente rifiutato. Al Congresso ci sono poi proposte per limitare la capacita’ delle tech company di favorire le proprie attivita’ e per indurle a spogliarsi delle loro unita’ ad-tech. Al meglio, il colosso di Mountain View dovra’ sostenere forti spesi legali e verra’ scoraggiato da nuove acquisizioni, al peggio invece dovra’ cedere alcune controllate per rispettare sentenze o nuove normative.

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Roberto Burioni: «L’omeopatia è una bufala, va esclusa da università e sanità pubblica»

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Roberto Burioni (foto Imagoeconomica in evidenza), virologo e professore all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, non usa mezzi termini: «L’omeopatia è una bufala, senza alcuna base scientifica, e chi la somministra al posto di cure efficaci dovrebbe essere radiato». In una lunga intervista rilasciata a La Stampa, lo scienziato – noto divulgatore e autore del libro Omeopatia. Bugie, leggende e verità – attacca frontalmente il ricorso sempre più diffuso a questi rimedi alternativi.

«L’omeopatia si basa su teorie dell’Ottocento, del tutto superate»

Burioni spiega con chiarezza i fondamenti dell’omeopatia, nata oltre due secoli fa: «Si basa sull’idea che il simile curi il simile e che una sostanza diluita all’estremo aumenti di efficacia. Ma è un concetto privo di ogni logica scientifica». Fa un esempio provocatorio: «Provate a diluire il detersivo della lavatrice e vedrete se lava meglio».

Il paradosso degli studi a favore: «Misurano solo la suggestione»

Secondo il professore, i pochi studi che riportano benefici dell’omeopatia sono scientificamente deboli: spesso i pazienti sanno cosa stanno assumendo, e i medici che valutano gli effetti coincidono con quelli che hanno prescritto il prodotto. «Così si misura solo la suggestione, non l’efficacia reale», sottolinea.

«Medici e farmacisti devono essere sanzionati se la propongono come cura»

Burioni punta il dito contro i professionisti sanitari che avallano l’omeopatia: «Un medico che propone un rimedio omeopatico al posto di una terapia efficace deve essere espulso dall’Ordine». E ricorda due tragici casi: un bambino di 7 anni morto per un’otite e uno di 4 anni per una polmonite, entrambi curati da omeopati che hanno rifiutato farmaci salvavita.

«È assurdo che venga insegnata nelle università e detratta dalle tasse»

Il virologo definisce «abominevole» la presenza dell’omeopatia nei corsi universitari di medicina, paragonandola a insegnare astrologia in un corso di astronomia. Ma ancor più grave, secondo lui, è il suo riconoscimento fiscale: «È scandaloso che i preparati omeopatici siano detraibili dalle tasse al pari dei veri farmaci».

La denuncia finale: «Tutto questo accade perché c’è chi ci guadagna»

Burioni conclude la sua analisi puntando il dito contro gli interessi economici: «Università, medici, farmacisti e aziende ci lucrano. Ma il successo dell’omeopatia sottrae risorse a ciò che davvero serve alla nostra salute. Con la salute non si scherza!»

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Economia

Cresce il Pil italiano, ma vola anche l’inflazione: carrello della spesa a +2,6%, allarme dei consumatori

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L’economia italiana accelera nel primo trimestre del 2025, ma a pagarne il prezzo sono le famiglie, colpite da una nuova impennata dell’inflazione. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il Pil è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% su base annua, portando la crescita acquisita per l’anno a +0,4%.

Un dato che soddisfa il governo: il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato di «segnale importante che dimostra la correttezza delle nostre previsioni e l’efficacia delle politiche economiche». Sulla stessa linea anche Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, che ha sottolineato come «l’Italia cresca più degli altri grandi Paesi europei». Infatti, l’Italia fa meglio di Germania (+0,2%) e Francia (+0,1%), ma è superata dalla Spagna (+0,6%).

Cresce il Pil ma volano i prezzi

Parallelamente, però, l’Istat ha certificato anche una risalita dell’inflazione, che ad aprile è salita al 2% (dall’1,9% di marzo). A preoccupare di più è il carrello della spesa, che registra un +2,6% su base annua, mentre l’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) cresce da +1,7% a +2,1%.

Tra i principali fattori dell’aumento dei prezzi:

  • Alimentari: +3%

  • Servizi di trasporto: +4,4%

  • Voli internazionali: +31,6%

  • Voli nazionali: +26,3%

  • Alberghi e pensioni: +11,7%

L’allarme dei consumatori

Per il Codacons, questa inflazione significa un aggravio di +657 euro l’anno per una famiglia media, che sale a +895 euro per un nucleo con due figli. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha definito la crescita del Pil «una magra consolazione», giudicando «preoccupante» l’accelerazione dell’inflazione. Secondo Dona, il rischio recessione è concreto, soprattutto in caso di nuovi dazi da parte degli Stati Uniti.

Fiducia dei consumatori in calo

Federdistribuzione segnala un calo di oltre due punti della fiducia dei consumatori, il livello più basso da marzo 2021. Confesercenti invita alla cautela, ricordando che rispetto al 2021 i prezzi degli energetici sono saliti del 70% e quelli degli alimentari del 20%. Confcommercio, pur confermando che «la crescita non è brillante», invita a un «moderato ottimismo», stimando una possibile discesa dei prezzi nei prossimi mesi, passato l’effetto pasquale.

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Esteri

Onu prepara ampia riforma a causa dei vincoli di bilancio

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Le Nazioni Unite stanno valutando una radicale ristrutturazione con la fusione dei team chiave e la ridistribuzione delle risorse. Lo riporta la Reuters sul suo sito, citando un memorandum riservato preparato da un gruppo di lavoro del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres. Il documento propone di indirizzare le decine di agenzie in quattro direzioni principali: pace e sicurezza, questioni umanitarie, sviluppo sostenibile e diritti umani. Tra le misure specifiche figura la fusione delle agenzie operative del Programma Alimentare Mondiale (Wfp), dell’Unicef, dell’Oms e dell’Unhcr in un’unica agenzia umanitaria.

La riforma prevede inoltre la riduzione delle duplicazioni di funzioni e la razionalizzazione del personale, incluso il trasferimento di una parte del personale da Ginevra e New York a città con costi inferiori. L’iniziativa è legata alla crisi finanziaria dell’ONU. Le proposte definitive di ristrutturazione dovranno essere presentate entro il 16 maggio.

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